Il mio articolo Della magica poiesi è stato pubblicato nel volume Nel Regno della Quantità, ed. Il Leone Verde, Torino (2024).
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Problemi falsi, soluzioni vere


For a problem can only be solved by a principle.

— G. K. Chesterton —

Esiste una percezione diffusa, che la politica oggi sarebbe incapace di offrire soluzioni ai «problemi dei cittadini» perché troppo lontana dalla «gente». È una percezione che anch'io condivido ma in cui si annida un rischio, di credere che esista davvero un «bene del Paese» indistinto e non invece un sovrapporsi di interessi e bisogni che si limitano a vicenda, in certi casi si escludono. Si negherebbe altrimenti la possibilità di esistere di una politica come scelta di campo possibile tra le tante possibili, di un equilibrio più o meno sbilanciato tra le forze sociali secondo visioni, convinzioni e condizioni diverse.

L'idea di considerare il politico come il luogo di risoluzione o lenimento dei problemi «dei cittadini» produce la convinzione che i suoi fallimenti coincidano con il fallimento delle sue soluzioni. Ma è il contrario. L'elaborazione politica si distingue in modo fondamentale dall'amministrazione perché è chiamata a formulare i problemi, non a risolverli, a stabilire cioè un progetto da affidare all'esecuzione dei tecnici. Quel progetto può essere espresso implicitamente indicando, appunto, i problemi che occorre risolvere per realizzarlo progressivamente. L'approccio di dichiarare i problemi e non direttamente gli obiettivi sottesi ha un vantaggio pragmatico: i primi (ad es. i salari bassi, la disoccupazione, la denutrizione, la mancanza di servizi ecc.) sono concreti e presenti, i secondi (ad es. un livello di vita dignitoso per tutti) sono astratti e lontani e devono in ogni caso scomporsi in una visione problematica che fornisca stimoli all'azione.

La formulazione del problema implica anche la sua collocazione all'interno di una rete di relazioni causali che, a sua volta, disegna sullo sfondo una certa visione della realtà tra le tante possibili. Una vita dignitosa per tutti può essere un obiettivo in sé oppure, a sua volta, un problema la cui mancata realizzazione allontana l'obiettivo di una società senza conflitti, di un precetto evangelico, di un mondo più sicuro per i ricchi (cit. Hayek) o altro. La aristotelica causa finale può collocarsi a qualsiasi altezza, fino al limite ultimo del soprannaturale, di una catena logica liberamente componibile che apre spazi infiniti all'elaborazione dialettica. Ogni proposta politica non è quindi che una gerarchia esplicita o implicita di problemi da superare e il suo successo non dipende dal successo delle soluzioni che propone (sempre fallibili, per i più diversi motivi) ma dal consenso che la sua problematizzazione della realtà, e quindi le sue priorità, e quindi il suo modello di società riscuotono tra i destinatari.

***

Ora, può darsi il caso che una proposta sia indirizzata a risolvere problemi che sottendono un progetto inaccettabile per chi è chiamato a sostenerla. In questi frangenti è destinata a fallire oppure a ricorrere all'unica possibilità di salvarsi: quella di dissimulare i suoi fini enunciando falsi problemi. In ciò la soccorrerebbero le già osservate proprietà elusive dell'approccio problematico: da un lato il suo rimandare all'obiettivo senza dichiararlo, dall'altro l'infinita libertà delle sue combinazioni dialettiche e causali. Ad esempio, il falso problema dello «spread» - in sé l'unità di misura di un sistema convenzionale, eventualmente problematico - dissimula l'obiettivo, inaccettabile per la maggioranza dei cittadini, di assicurare ai grandi speculatori grandi guadagni senza rischio né fatica. Riducendo i due termini dialettici si scoprirebbe persino un'identità semantica: scongiurare l'aumento dello «spread» significa precisamente tutelare chi specula, e nient'altro.

Una politica impopolare, o peggio ingannevole, non si riconosce dunque dalle sue false soluzioni, ma dai suoi falsi problemi. A me sembra che oggi questo requisito sia soddisfatto oltre ogni dubbio e oltre ogni decenza. Il dibattito politico contemporaneo può definirsi come una produzione a getto continuo di falsi problemi dove non passa giorno senza che si aggiunga nuovo fumo a una cortina di «emergenze» da mettere ogni volta in cima all'agenda: dall'«odio» al razzismo, dal patriarcato al sessismo, dallo ius soli, culturae, itinerandi, natandi degli altri alla «scarsa mobilità» dei nostri, dal sempreverde baubau del fascismo che ritorna a quello - novità dello chef - del comunismo, dal debito pubblico ai soldi pubblici che «non ci sono», dal «nanismo delle imprese» al «troppo Stato», dall'«analfabetismo finanziario» a quello «funzionale», dai mancati scontrini alle mancate nascite (ma, subito dopo, l'apocalisse della «sovrappopolazione»), dalle frontiere «da abbattere» ai dazi «anacronistici», dal troppo contante in circolo ai mancati scontrini alla corruzione «percepita», dalla genitorialità gay ai semafori, ai cessi, alla modulistica «gender equal», dall'educazione erotica degli infanti ai chemioterapici per i preadolescenti sessualmente indecisi, dal deficit di «cultura scientifica» al «ritardo digitale» che va «colmato» forzando ovunque l'uso dei calcolatori, dai «fondamentalismi» ai «nazionalismi», dal «complottismo» alle «fake news», dall'anidride carbonica al diritto di voto che deve essere riservato ai plurilaureati nei giorni pari, esteso anche ai sedicenni in quelli dispari, dalla varicella al morbillo alle altre malattie che dall'oggi al domani diventano emergenze globali e piaghe sterminatrici, ma solo se prevenibili con un vaccino, dalle autoblù alle province agli «enti inutili» al numero dei parlamentari il cui taglio, dicono, era atteso da quarant'anni (cioè da qui).

In questa cacofonia di allarmi, tutti accuratamente lontani dagli allarmi che salgono dalla più ampia base dei cittadini, si confondono fattispecie diverse: i problemi falsamente formulati (che cioè riformulano un problema reale, per nasconderlo), quelli falsamente rappresentati (che trasformano casi minoritari o controversi in questioni universali, per falsa sineddoche), i falsi d'autore (cioè problemi creati e alimentati da chi li denuncia) e i falsi tout court.

È altrettanto diffusa la percezione che questi e altri falsi problemi servano a paralizzare l'azione politica e a deviare l'attenzione del pubblico dalla mancata soluzione dei problemi reali che lo affliggono. Anche questa percezione è condivisibile e invita ad approfondire i modi e i moventi del fenomeno.

Se non serve, serve a qualcos'altro.

— I.P. —

Osserviamo il filo rosso che attraversa la breve antologia degli esempi citati. In tutti i casi i «problemi» formulati dai governanti e dalle loro filiali editoriali sottendono più o meno direttamente una inadeguatezza o colpa dei governati: pigri, arretrati, pavidi, egoisti, irresponsabili, improvvidi, ignoranti, infidi, prevenuti, bigotti, violenti, prodighi, privilegiati ecc. toccando tutte le corde della riprovazione morale. Come in una piramide, l'ampiezza della critica si allarga verso gli strati sociali più bassi e si assottiglia ai vertici politici ed economici, fino a scomparire. Si produce così l'effetto di schermare non tanto le responsabilità dei dominanti quanto quelle dei progetti a cui si ispirano, addebitando i loro sciagurati effetti a coloro che li subiscono e giustificando così la loro reiterazione e imposizione senza limiti.

Il secondo e più decisivo elemento di interpretazione si evince dalle soluzioni offerte. Queste ultime, essendo falsi i problemi, non possono che essere a loro volta false, cioè inutili e fallimentari. Se tuttavia si accetta l'ipotesi che le criticità pubblicamente formulate servano a occultare obiettivi, e quindi altre criticità, impresentabili alla maggioranza, le false soluzioni diventano allora gli indicatori fedeli di un progetto implicito rispetto al quale sono invece finalmente «vere» e funzionali, ripristinando un senso logico e causale che sembrava smarrito. Più precisamente, se il nesso tra il problema dichiarato e l'obiettivo auspicato dalla maggioranza è falso, quello tra la soluzione offerta e l'obiettivo (dissimulato) della minoranza è invece perfettamente vero. La formulazione del falso problema si svela così essere un mero veicolo dialettico per far leva sulla volontà e sui bisogni, spesso drammatici, di coloro che devono legittimare l'azione politica e assicurare così che una soluzione asservita a tutt'altra esigenza - di norma anzi opposta all'originale - goda del necessario consenso per realizzarsi.

Lo schema si applica facilmente non solo a tutti gli esempi sopra citati, ma in pratica a tutta l'azione cosiddetta democratica dei nostri anni, ormai saldamente agganciata a un doppio binario dove le rappresentazioni dei problemi e delle soluzioni coram populo, sempre più assurde, isteriche e surreali, accompagnano lo spartito di una lucida e ostinata marcia contra populum. A titolo di esercizio, esaminiamo alcuni esempi di crasi tra gli obiettivi della maggioranza e quelli dissimulati della minoranza a valle del sovvertimento causale operato dalla falsa diade problema/soluzione.

Esempio n. 1:

Obiettivo (magg)
Realizzare una società più tollerante e dialogante.
↳ Problema
L'«odio».
Falso. È una reazione, il problema è ciò che suscita odio.
↳ Soluzione
Denunciare e sanzionare i «discorsi d'odio».
Falsa. Genera rancore (odio) nei censurati, autorizza e promuove l'odio collettivo nei loro confronti.
Obiettivo (min) Fomentare l'odio dei cittadini contro chi reputa odiosi i messaggi e le politiche dominanti, per realizzare una società che non tollera le critiche e censura il dialogo.

Esempio n. 2:

Obiettivo (magg)
Garantire e migliorare l'offerta di servizi pubblici ai cittadini.
↳ Problema
Il debito pubblico.
Falso. Con il sistema di approvvigionamento monetario dello Stato in vigore, il debito è l'unico strumento per mantenere inalterata o migliorare l'offerta di servizi pubblici, dovendo destinare una parte della raccolta fiscale al pagamento degli interessi cumulati. Il problema sarebbe casomai il sistema in vigore (Maastricht).
↳ Soluzione
Ridurre la spesa pubblica e/o aumentare le tasse.
Falsa. Storicamente non esiste una correlazione positiva tra riduzione della spesa pubblica/aumento delle tasse e riduzione del debito pubblico. La spesa pubblica concorre alla formazione del PIL e al suo aumento e, quindi, all'aumento del gettito.
Obiettivo (min) Nel breve termine, garantire le rendite da speculazione a scapito dei redditi dei cittadini e dell'offerta di servizi pubblici. Nel medio-lungo, assicurare ai detentori di grandi capitali una leva extra-costituzionale per imporre decisioni politiche nel proprio interesse.

Esempio n. 2 (variante):

Obiettivo (magg)
Garantire e migliorare l'offerta di servizi pubblici ai cittadini.
↳ Problema
L'evasione fiscale.
Falso. L'offerta di servizi pubblici non è storicamente correlata al livello di infedeltà fiscale. Ai progressivi recuperi fiscali degli ultimi anni non si è associato un aumento della spesa in servizi per i cittadini.
↳ Soluzione
Scoraggiare l'uso del denaro contante.
Falsa. L'evasione in contanti riguarda importi e operatori di piccole dimensioni, rappresenta una minima parte del fenomeno.
Obiettivo (min) Forzare il ricorso a servizi bancari a pagamento, riservare la facoltà di frodare il fisco ai grandi operatori multinazionali rinforzando ulteriormente il loro vantaggio, avocare a governi e gruppi finanziari il controllo delle spese e del denaro posseduto dai cittadini, fino a negare loro il diritto di spenderlo.

Esempio n. 3:

Obiettivo (magg)
Fornire un'informazione corretta ai cittadini.
↳ Problema
Le «fake news» su internet.
Falso. La diffusione e la portata delle «fake news» su siti e gruppi social è fortemente sovrastimata.
↳ Soluzione
Censurare la «fake news» su internet e sanzionarne gli autori.
Falsa. Oltre a quanto detto, non si parla di sanzionare le false informazioni diffuse da giornali e reti televisive con conseguenze molto più gravi, in certi casi scongiurate proprio grazie agli utenti di internet. Non può comunque esistere una corretta informazione senza una pluralità di fonti che concorrono alla «verità».
Obiettivo (min) Imporre un monopolio dell'informazione e delle «fake news».

Esempio n. 4:

Obiettivo (magg)
Tutelare la salute pubblica e promuovere i progressi della scienza medica.
↳ Problema
La diffusione di teorie e terapie rifiutate dalla «comunità scientifica».
Falso. Il metodo scientifico e la sua corretta applicazione non coincidono con una scienza «ufficiale» ma producono una pluralità di posizioni, in ogni settore. Si finge inoltre che una eventuale ufficialità sia scevra da interessi e distorsioni, ma non è così.
↳ Soluzione
Imporre trattamenti «ufficiali» e punire i medici eterodossi.
Falsa. Introducendo un principio di autorità si arresta lo sviluppo della conoscenza scientifica, i cui progressi più importanti sono avvenuti grazie ai dubbi espressi dagli eterodossi. Nel frattempo si ignorano i danni, molto più gravi, causati dal negato accesso alle prestazioni sanitarie.
Obiettivo (min) Privare i cittadini della libertà di scelta e piegare la salute pubblica e la scienza medica agli interessi di pochi operatori.

Esempio n. 5:

Obiettivo (magg)
Migliorare le condizioni delle popolazioni più povere del mondo.
↳ Problema
Il «razzismo».
Falso. Il nostro Paese è tra i meno razzisti. La povertà del Terzo Mondo è dovuta a guerre, sfruttamento e usura internazionale.
↳ Soluzione
«Aprire i porti» agli immigrati.
Falsa. I più bisognosi non emigrano. Gli stranieri che entrano senza visto ottengono lo status di rifugiato in meno di un decimo dei casi e rappresentano una quota irrilevante delle popolazioni di origine. Per migliorare la situazione di quei pochi bisognerebbe offrire loro condizioni di vita e di lavoro dignitose, che però si negano anche agli autoctoni.
Obiettivo (min) Sfruttare le popolazioni più povere del mondo per soddisfare interessi economici e politici.

Esempio n. 6:

Obiettivo (magg)
Migliorare la formazione dei giovani.
↳ Problema
La difformità dei risultati Invalsi.
Falso. 1) Fallacia specifica: i test Invalsi non servono a verificare l'apprendimento dei programmi didattici ministeriali, ma l'acquisizione di «skill» che riflettono una determinata visione, discutibile e discussa, della società e della persona; 2) fallacia generale: la formazione non è solo scolastica ma include competenze (etiche, affettive, valoriali, spirituali, empiriche ecc.) non standardizzabili che non possono essere trasmesse dalla scuola.
↳ Soluzione
Introdurre l'obbligo scolastico a partire dalla nascita (sì, è stato detto), perché i punteggi Invalsi più elevati sarebbero associati a studenti che hanno frequentato l'asilo nido.
Falsa. Oltre a quanto detto, non si considera che chi ha frequentato un nido proviene da famiglie mediamente più benestanti e istruite. Secondo uno studio recente, i bambini di queste famiglie che hanno frequentato un asilo nido prima dei due anni svilupperanno un Q.I. di cinque punti inferiore rispetto a quelli accuditi in famiglia.
Obiettivo (min) Indebolire il ruolo della famiglia, inculcare la propaganda di Stato fin dalla prima infanzia.

Eccetera.

Esercitandosi in altre applicazioni, il lettore si imbatterà presto in una scoperta: che il merito degli inneschi problematici di volta in volta sollevati è del tutto irrilevante. Che cioè il merito è il falso problema. Se quegli inneschi sono sempre falsamente correlati all'obiettivo sottinteso, la loro disamina diventa allora frustrante e anzi funzionale alla loro legittimazione (traduco: dell'efficacia dell'omeopatia o degli eventuali «cambiamenti climatici antropogenici» non ce ne frega niente, se la loro discussione a comando serve a giustificare le tresche di chi dirige il coro). Occorre perciò sfilarsi dal gioco e denunciare il metodo di tradurre i bisogni di milioni di persone in criticità che mettono sotto accusa le persone stesse e le inducono a calpestare i loro stessi bisogni.

Il metodo non conosce eccezioni, direi anzi che non le ammette. Perché sì, è vero, esistono casi rari in cui i rappresentanti democratici abbiano formulato un problema reale in termini reali, secondo le aspettative di chi ne è afflitto. Che abbiano cioè «detto la verità». Ma quei casi rari, siano essi frutto di cinismo elettorale o di convinzione sincera, non fanno che confermare la regola perché, non potendosi prestare all'imposizione «alchemica» degli obiettivi pro domo domini, finiscono presto o tardi nella discarica delle idee dimenticate, ritrattate, sopite e sconfessate come marachelle di gioventù. Nell'ipotesi migliore sopravvivono in clandestinità e si trasformano in utopie carbonare da negare in pubblico e sussurrare agli amici con un po' di vergogna, per non farsi espellere da un sistema in cui la verità è oscena, la razionalità un vizio.

Questo stato di cose, di una democrazia petocratica che produce rumori, rende irrespirabile il confronto e utilizza i suoi strumenti per sovvertire se stessa, non può non allarmare. Si può certo discutere se in fondo la democrazia sia mai stata altro e se i progressi per le masse che ne hanno in certi casi accompagnato la storia non siano stati che eterogenesi dei fini, incidenti di un'epoca breve e fortunata. Ma attacchi così sfrenatamente volgari al principio di non contraddizione e quindi alla realtà, sempre più faticosamente velati dal prometeismo penoso di «sogni», «sfide» e «visioni», la loro sistematicità e la loro strumentalità a una «soluzione finale» di un classe sulle altre - o di un delirio su tutte - non sarebbero sostenibili sotto qualsiasi immaginabile forma di governo, se non forse quella letteraria del capolavoro orwelliano. E in effetti sembra di stare in una fiction le cui trame recuperano nel registro del tragicomico e dell'orrore ciò che perdono in verosimiglianza, Ma c'è una misura anche nella menzogna, superata la quale la reazione sarà tanto più rovinosa quanto più cocente la delusione di chi ci ha creduto.


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Commenti

Marco

Semplicemente perfetto.

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Formica atomica

Bellissimo articolo. Diffondo come sempre.

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Leo Ross

@disperato [..] sopravvivere..avere fretta[..] posto che questi comandamenti, ai quali aggiungerei l'uso più che moderato e finalizzato delle gabbie informatiche, riguardano ovviamente le tribù del Superfluo.
La sopravvivenza è 'patrimonio' di tutt'altre tribù umane.
@agostino Volo basso perché la ratio della situazione è stata ampiamente illustrata dal responsabile
della rubrica.
Nelle metropoli europee la trasversalità sociale utilizza i mezzi pubblici, questo per una loro più capillare
diffusione e per sanzioni drastiche ai disubbidienti. Parcheggio reso praticamente impossibile. Tralascio l'esempio scontato dell'uso dei mezzi pubblici da parte di alcuni, o quasi tutti, p.e. i politici olandesi.
Milano: qualsiasi linea metro. Uscita tramite scale mobili e scale pedestri. Tre o più persone sulle pedestri e la 'massa' di giovani e di perfettamente deambulanti sulle mobili. La comodità. La componente diventa antropologica, al netto del censo.

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↪ disperato

Gentile @Leo Ross, Le giuro che non ho capito? Sta dicendo che qui in Italia stanno tutti bene? E soprattutto che non ci sono problemi in prospettiva? Lo sa che se approvano (PD e 5stelle) l'ultima riforma del MES l'Italia farà inevitabilmente la fine della Grecia, dove i bambini muoiono di fame (in senso letterale)?
In quanto al trasporto pubblico, ebbene si, sono i poveri ad utilizzarlo non i ricchi.
O le risulta che Bill Gates o Bezos vadano al lavoro in autobus?
E tenga presente che utilizzare i mezzi pubblici per spostarsi, almeno qui in Italia, è spesso anche un problema di sicurezza, nel senso che rischi, anche grazie alle famose risorse che la sinistra ha voluto a tutti i costi portarci.
Saluti.

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↪ matteo

Gentile @disperato, pensiamo sempre a ciò che verrà, ma non pensiamo che già ci troviamo in una condizione terribile. Mi spiego meglio, uno dei problemi che piu si sta manifestando è che l'eccessivo prelievo fiscale ha fatto scendere i livelli qualitativi, in tutti i campi, specialmente quelli alimentari ed abitativi e soprattutto dovuti all'industria. Ormai la mancanza di denaro dovuta anche ai falsi obiettivi proposti dalla pubblicità ci obbligano ad adottare livelli qualitativi che "neanche nel terzo mondo", l'industria sa bene come produrre formaggi senza latte, mobili senza legno, allevamenti senza foraggi naturali, pomodori senza sole cioè con coloranti ecc. Ci fornisce pero qualsiasi tipo di medicinale per curare i sintomi conservando la causa, fonte di bisnes

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↪ disperato

Gentile @matteo, come posso non darLe ragione? Tuttavia allo stato attuale è ancora possibile avere prodotti di buona qualità, certo bisogna fare attenzione. Ad esempio il mio macellaio vende buona roba e a un prezzo accessibile (non sto parlando di prodotti biologi), e non è un caso isolato, e anche quando si va al supermercato esiste il pesce allevato ma pure quello pescato (preferibile non solo per il gusto), e per la frutta e la verdura ci sono quelle di stagione, magari italiane (che quindi non sono state mesi su dei containers), basta informarsi.
Le spese sulle abitazioni possono essere contenute, ad esempio siliconando le fessure delle finestre, quindi con un costo irrisorio, riducendo notevolmente le spese di riscaldamento senza patire il freddo.
Infine, riguardo alla farmaceutica, oltre all'ovvio invito a non vaccinarsi, prevenire è meglio che curare. Con ciò voglio invitare a spendere il proprio denaro non per comprare farmaci ma integratori: l'ascorbato di potassio consigliato dalla fondazione Pantellini, la vitamina C in polvere, il lievito di birra da prendere prima dei pasti (contiene vitamina B), la melatonina, la vitamina D, le capsule di omega 3, le spezie come i chiodi di garofano....
Saluti.

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Massimiliano

Tradurre in parole quello che mi ribolle dentro da troppo tempo è benefico, almeno per un po'. Ma poi mi chiedo: cosa posso fare CONCRETAMENTE? Il mio pessimismo geneticamente occidentale mi porta a pensare che troppo in là ci siamo spinti e troppo sottili, nevralgiche e pervasive/invasive sono le sovrastrutture che ci muovono, da poter agire concretamente operando cambiamenti per l'ora e per il futuro (avere visioni non è un male assoluto) e con una massa critica che permetta l'innesco e il mantenimento della reazione.
O forse la presa di coscienza e il senso di impotenza e smarrimento sono momenti storici fondamentali; questa nebulizzazione, dispersione delle chiare volontà e dei chiari intenti ed obiettivi sono passaggi necessari perché avvenga la coagulazione verso il "cosa fare" e ancora oltre il "come farlo". Compito che potrebbe anche spettare a chi ci sarà dopo di noi.
A meno che anche la presunzione dell'homo faber che romanticamente si oppone al suo infausto destino per plasmarlo non sia giusto una finzione letteraria da quinta superiore, da apprendere giusto prima di scoprire il verismo dei Malavoglia.
Continui così!

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↪ disperato

Gentile @Massimiliano, concretamente possiamo cercare di sopravvivere, ovvero non vaccinarci, non prendere molti farmaci, non consumare molto zucchero e carboidrati vari, non rinunciare personalmente al contante, non guardare i programmi di disinformazione televisiva e giornalistica (tipo Repubblica, Corriere, Sole24ore...) ma anzi finanziare la controinformazione (byoblu, Laverità...), non votare i partiti collusi col sistema (Pd e M5stelle) ma usare il proprio voto contro il sistema (se non Le piace Salvini va bene Fusaro...), non ascoltare i consigli del consulente bancario (che si muove in palese conflitto di interessi)...., e comunque non avere fretta.
Il cambiamento (se mai avverrà) sarà in tempi lunghi, noi dobbiamo solo cercare di arrivarci vivi e discretamente in salute, e senza averci fatto rubare i risparmi di generazioni.
Quanto dovremo tener duro? Non ho idea, ma sono certo che chi ci riuscirà ne uscirà vincitore, o per usare un linguaggio biblico erediterà la terra.
L'oligarchia al potere ha creato un mondo dove troppe persone stanno male, perciò instabile, quindi il sistema così com'è non può durare.
Pensi all'unione sovietica, l'unione europea è in certo qual modo la stessa cosa, e destinata alla stessa fine.
Ma chi è morto nei gulag non ha potuto rivedere la luce. Perciò si deve prima di tutto sopravvivere.
Saluti.

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Herzog

Sono senza parole. Grazie.

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Aristide

E' già tutto scritto nel Georgia Guidestones. Per me 500 milioni sono pure troppi, farei anche 100. Voi arrangiatevi.

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luft

Ottimo,eccezionale, viene dall'alto dei CIELI !

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Pietro

Molto chiaro. Condivisibile. Chi è l'autore?

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↪ Il Pedante

Io.

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BALENGO

TUTTO VERO, TUTTO PRECISO, MA CASCANO I COGLIONA PARTIRE DALLA SESTA RIGA .. HO LETTO TUTTO, MA DA EUNUCO . COMPLIMENTI ! L'IDEA ERA BUONA . ROMPERE I COGLIONI .. GIUSTO , MA NON AGLI AMICI ... SMAC !

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carlotta

lucida analisi. sto diffondendo..! grazie

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Skinusso

Eccellente e pratico giudizio per sopravvivere e lottare secondo l'opzione benedetto

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Aquilano

Sono sempre stato convinto che anche se solo una persona avesse aperto gli occhi con una lettura di questo tenore, ebbene sarebbe stato un ottimo successo. D’altro canto penso che chi è già consapevole non tragga ulteriori benefici e che in buona sostanza sia ormai una lotta impari. Chi non ha capito finora manca o di strumenti o di volontà.

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Giulio

Chapeau! Analisi eccezionale.
Cominciai a intuire queste contraddizioni dopo l'inizio della seconda Repubblica. Adesso sono così macroscopiche che... pochi le notano. La domanda è perchè sono così poche le persone che vedono queste contraddizioni.

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↪ disparato

Gentile @Giulio, la domanda me la sono posta spesso anch'io. Mi sono dato due risposte complementari.
La prima è che è difficile ammettere, guardandosi allo specchio, di non aver capito nulla per anni, avendo votato Pd o affini, avendo creduto nel (f)ogno europeo, nella moneta unica come fonte di benessere e negli stati uniti d'europa (volutamente minuscolo), ci vuole un certo coraggio intellettuale, e chi il coraggio non ce l'ha non se lo può dare....
La seconda è che in fondo non siamo mica così pochi, basta guardare alle recenti elezioni europee o alla manifestazione ultima di piazza San Giovanni, il problema è che non abbiamo grande visibilità, del resto i giornalisti fanno l'interesse dei loro padroni, che pagano lo stipendio, è sempre stato così, lo faceva notare già un secolo fa Gramsci (guardi l'articolo su www.resistenze.org Gramsci 1916 "I giornali e gli operai") .
Quindi, anche se allo stato attuale non c'è motivo per festeggiare, non è neppure il caso di fasciarsi la testa.
Tutto è ancora possibile.
Saluti.

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↪ Di Fantasia (Richiesto)

Gentile @Giulio,
provo a risponderti anch'io.
Probabilmente ha ragione "disparato", non siamo così pochi.
Ma... siamo mal organizzati, divisi e con interessi (beato capitalismo) spesso diversi e contrastanti.
C'è anche da dire una cosa però: più passa il tempo e più perderemo. Perché le giovani generazioni non hanno mai conosciuto il mondo "libero", perché le giovani generazioni sono bombardate (e ciò è ancora più vero con la velocità delle informazioni oggi), perché le giovani generazioni sono rincoglionite dai giochetti (lo so perché sono nella generazione a cavallo tra i rincoglioniti dai giochi/spargitori di virus (influencer) e i rincoglioniti dall'età) ma soprattutto le giovani generazioni sono disabituate a pensare, perché non allenate.
Tutto ciò mi porta alla memoria una articolo sulla manioca, un tubero tossico che richiede una particolare e lunga lavorazione per essere reso commestibile tale che questo processo non possa essere il frutto della effusione di un singolo soggetto ma debba necessariamente esserlo di una collettività, tanto più se ciò derivi dalla traslazione temporale del manifestarsi dei sintomi e successivamente degli effetti letali della pianta non trattata. Per tal ragione, è stupefacente (...) osservare il perdurare di riti "magici" che trasformano il veleno in cibo, pur senza averlo potuto né vedere, né capire, ma semplicemente per fede, fede nella natura, fede nella saggezza sociale, fede nel prossimo.
Forse, anche grazie agli influencer meno vaccinati e quindi forse ancora più untori come il Pedante, un po' di fede (in qualità di ateo) toccherà averla.

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Nina

I suoi esempi-schema, Pedante, andrebbero messi dappertutto in forma di dazebao, altro che i contatori-di-debito elettronici delle stazioni...

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Fartzilla

Ottimooooo!
Favorisco altro esempio:
Obiettivo (magg.): Finanziare la ricerca in maniera il più efficace e produttiva possibile. Permettere a chi fa ricerca di fare il suo mestiere, senza produrre disoccupati e precari.
↳ Problema: I metodi di valutazione del "merito", citazioni in testa, in base ai quali allocare risorse sempre più esigue.
Falso. Il merito dipende da come (e da chi) si definiscono le categorie di merito stesse, mentre la mancata allocazione di fondi minimi per la ricerca a tutti gli addetti ai lavori produce precarietà, disoccupazione e perdita di competenze spesso a vantaggio del privato.
↳ Soluzione: Cambiare il metodo di valutazione in qualche modo, per es. passando dall'algoritmo A a quello: perché così i baroni cattivi smettono di citarsi a vicenda; perché così non si incoraggia il pensiero di gruppo; perché le riviste in cui pubblica Tizio sono più serie, etc...
Falso. Si veda il punto precedente.
↳ Obiettivo (min.) Rimpolpare il numero dei disoccupati ad alto livello d'istruzione a vantaggio delle multinazionali (vedi Marx), motivare il taglio progressivo della spesa pubblica per ricerca e istruzione.

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↪ Tribonacci

Gentile @Fartzilla, anch'io sono convinto che sia così, e trovo disarmante che perfino fior di scienziati ci caschino sistematicamente senza avvertire l'inganno.

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FabioSan

Riverisco e ringrazio.

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Luca

Aggiungiamo che l'obiettivo per essere nascosto ha bisogno delle fake news e necessita che ciò che é ufficiale sia la sola verità possibile.
In pratica o accetti di essere un terrapiattista o non puoi avere un dubbio che sia uno manco sui diserbanti.

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Stefano Longagnani

Ottimo schema interpretativo. Mi permetto di aggiungere un argomento a me caro.
Obiettivo (magg): Garantire il successo formativo a scuola a tutti.
↳ Problema: I cosiddetti disturbi di apprendimento (DSA)
Falso. La diffusione di veri e propri disturbi a base neurobiologica è fortemente sovrastimata (in Emilia Romagna alle scuole medie abbiamo ormai oltre 8% di diagnosi, contro una previsione, comunque basata sul nulla, del 2-4%; sulla discalculia ad esempio gli stessi autori dei manuali diagnostici scrivono di oltre il 90% di sovradiagnosi).
↳ Soluzione: fornire strumenti compensativi (ad esempio dare la calcolatrice in mano ai cosiddetti bambini discalculici) e misure dispensative (ad esempio facilitare le verifiche scolastiche, non richiedere di imparare a memoria, non fare apprendere il corsivo perché ritenuto non necessario, ecc.). Si noti che gli strumenti compensativi e le misure dispensative sono previste dalla legge ed elencate dal DM del MIUR con le linee guida per i DSA.
Falsa. Non esiste nessuno studio che provi che misure dispensative e strumenti compensativi migliorino gli apprendimenti, anzi esistono buoni motivi per pensare esattamente il contrario. Sul corsivo ad esempio stanno uscendo ricerche che ne certificano l'utilità in età evolutiva.
↳ Obiettivo (min) Ottenere adulti convinti di avere rilevanti problemi neurobiologici, non in grado di pensiero critico e sfiduciati sulle proprie capacità.

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↪ Stefano Longagnani

Mi sono dimenticato un fondamentale sotto obiettivo, che rende difficoltoso smantellare questo delirio (se anche un giorno lo si volesse fare).
Sotto obiettivo: alimentare carriere accademiche, il business dei corsi di formazione, delle diagnosi e dei "recuperi", affidandolo ad autoproclamati "esperti" dell'educazione, ché certo non posso essere gli insegnanti!

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↪ riccardo

Perfetto direi.

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GB Sanciti

Monumentale.
Da leggere tutte le mattine.

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ws

"signoria del discorso" ma anche "circonvenzione di incapaci" ; l'una non potrebbe avvenire senza l'altra e l' elemento catalizzante è il "ceto intellettuale" , vera categoria di boriosi sicari senza scrupoli ( " eccetto i presenti " maturalmente)

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Marco

Eccellente, come sempre.
Una disamina della situazione attuale nel quale non solo l'Italia è immersa, ma anche gran parte dell'Occidente. Hanno "creato" un mondo parallelo al vero mondo (per vero qui si intende "reale" e cioè sentito, vissuto). Questa è stata la leva da utilizzare in questi due decenni per convincere la massa che i problemi derivassero dalla popolazione stessa e dalla politica (ignoranza, analfabetismo "funzionale", corruzione ecc.). Una volta creato questo mondo (questa "bolla", esattamente come nella finanza speculativa) diventa relativamente facile precipitare il giudizio del cittadino medio nei più beceri luoghi comuni, facendo leva sulla disperazione e sul rancore che portano con sé, senza che la cittadinanza comprenda che questi non sono il frutto di una ipotetica mal-gestione della cosa pubblica (o almeno, non del tutto) ma semmai di una azione politico-finanziaria - pianificata a tavolino - volta alla distruzione dei diritti acquisiti in decenni di lotte. Con l'aggravante della negazione della Storia passata (o meglio delle cause) per imporre una visione "nuova" della società e dell'Uomo.
Che non ci fosse nulla di "nuovo", Noi, lo sapevamo già da prima. Rimane però un grandissimo "problema" antropologico (ed economico) al quale ancora non siamo risuciti a porre rimedio.
Hanno deliberatamente aperto le porte dell'inferno, nella speranza di raggiungere "ordine dal caos".
Raccoglieranno quello che hanno seminato.

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Abcd

PROBLEMA REAZIONE SOLUZIONE se posso permettermi di sintetizzare.
E cavalcando i media e dominando la finanza ai voglia a impilare soluzioni.
"Ma gli attacchi in corso al principio di non contraddizione e quindi alla realtà...sono così sfrenatamente volgari da non potersi sostenere sotto qualsiasi immaginabile forma di governo"
Eppure li stiamo vivendo!
Lei riportava all'inizio una frase di Chesterton con lui si può anche chiudere:
"Le verità si trasformano in dogmi nel momento in cui vengono messe in discussione. Pertanto, ogni uomo che esprime un dubbio definisce una religione. E lo scetticismo del nostro tempo non distrugge realmente le credenze, ma anzi le crea, conferendo loro dei limiti e una forma chiara e provocatoria. Un tempo, noi liberali consideravamo il liberalismo semplicemente una verità ovvia. Oggi che è stato messo in discussione, lo consideriamo una vera e propria fede. Un tempo noi che crediamo nel patriottismo pensavamo che il patriottismo fosse ragionevole e nulla più. Oggi sappiamo che è irragionevole e sappiamo che è giusto. Noi cristiani non avevamo mai conosciuto il grande buonsenso filosofico insito in quel mistero, finché gli scrittori anticristiani non ce l’hanno mostrato.
La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l'incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l'erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto."
C'è di mezzo il Logos.
La saluto e la ringrazio.

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↪ ws

Gentile @Abcd,
c'è di mezzo il logos "..
ma anche la gnosi e la loro eterna lotta.
A noi è toccato di vedere il (momentaneo) trionfo della seconda ed in questo c'è una tragica punizione su cui dovremmo tutti meditare.

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Guglielmo

Articolo eccelso

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Agostino

Perfetto. E mi viene in mente un altro piccolo esempio. I milanesi saranno d'accordo.
Obiettivo (magg)
Vivere in una città vivibile
Problema
Il "parcheggio selvaggio"
FALSO. Se si finisce per lasciare l'auto su un pezzo di marciapiede o si sosta in seconda fila è perché sono stati chirurgicamente rimossi parcheggi gratuiti (strisce bianche) in tutta la città. Il cosiddetto "parcheggio selvaggio" è l'effetto, e non la causa, delle politiche urbane di guerra ideologica all'auto privata.
Soluzione
Disincentivare l'auto privata (tramite: estensione di strisce blu in tutti gli spazi. Strettoie e pedonalizzazioni (annunciate come "ecco una piazza restituita ai cittadini", "ecco una via dove i bambini potranno giocare per strada", come se le strade servissero a giocare a pallone e non a far fluire il traffico), zone ZTL, abbattimento di cavalcavia. Il tutto per far sì che andare dal punto A al punto B in auto diventi più gravoso e lento rispetto al percorrere lo stesso itinerario coi mezzi pubblici o in bicicletta.
Obiettivo (min)
I poveri a piedi, in bicicletta o nei carri bestiame della metropolitana. I ricchi tranquillamente in giro, comodi nelle loro costose auto ibride, finalmente liberi di percorrere strade svuotate dalle poco ecologiche carrette dei pezzenti urbani.

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↪ LM

Gentile @Agostino,
ottimo esempio. Si attaglia perfettamente anche a Bologna.

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Alberto T.

Questa sera il buon Corrado Formigli si cimentera' nell'esempio n.3
Cercando di convincere i suoi telespettatori che il successo della destra nazionalista e dei leghisti sovranisti in Italia è dovuto ad una "mostruosa" macchina social che saltando a pie' pari la "buona informazione" mainstream ,orienta masse di ingenui elettori italici,probabilmente affetti da "analfabetismo funzionale".
Ovviamente le "cause reali" (stagnazione economica,disoccupazione,sottoccupazione,scarse retribuzioni,alta tassazione,aggressione fiscale paranoica ai ceti medi,dominio della finanziarizzazione sull'economia) verranno accantonate per proporre una lettura mistificatoria che pone questa "informazione falsa" al servizio di un cupo e lontano Nemico geopolitico (pensavate alla finanza globale e alla tecnocrazia U€? No,è la terribile Russia putiniana....).Sempre grazie di queste taglienti e lucidissime vivisezioni del mondo contemporaneo.
Mi hanno fatto cambiare come Cittadino pensante che elabora una visione critica dei fatti.
Non sono diventato piu' felice ,solo piu' consapevole,ma gliene sono immensamente grato.

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Clodio

Speriamo serva ad aprire gli occhi a più gente possibile, ma in giro trovo solo zombie, che vedono gli effetti e hanno tutto sotto gli occhi ma non ne individuano la causa e non ne capiscono l'insieme (not see the wood for the trees, dicono gli inglesi) - e se non prendiamo atto di questa profonda verità siamo spacciati. Ma sono pessimista. In realtà ormai spero che il 'processo' voluto dall'alto vada il più spedito possibile, le conseguenze devono arrivare a "toccarci l'osso", e farci male, prima che siano irreparabili (tipo esercito 'comune' europeo o digitalizzazione totale del denaro): ma forse neanche allora gli italiani si sveglieranno (il popolo greco insegna...) Mi tocca sperare negli 'odiati' francesi, solo loro possono provare a buttare giù l'UE e aprire così un primo spiraglio: ma in ogni caso i dominanti ci riproveranno, e alla lunga vinceranno in ogni modo.

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kaiserfranz

Con profonda stima, un sincero grazie per questo ennesimo illuminante contributo alla comprensione della realtà.

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QFMaxCunctator

Semplicemente MO-NU-MEN-TA-LE!
Grazie, Eminenza.

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