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La piaga verde


Questo articolo, qui in versione leggermente rivista, è stato pubblicato su La Verità del 24 settembre 2019.

In un vecchio articolo coniavo il motto «ubi puer ibi mendacio» per denunciare come l’utilizzo immotivato di testimonial in tenera età serva spesso a veicolare messaggi politici dai moventi opachi. Non sembra fare eccezione il caso di Greta Thunberg, la giovanissima svedese «che fa tremare i potenti della terra» vaticinando catastrofi ambientali e quindi (!) raccoglie gli applausi dei potenti della terra. Le ultime notizie ce la davano a bordo di una barca da 4 milioni di euro governata da un rampollo reale per raggiungere gli Stati Uniti d'America. Lì avrebbe strapazzato i membri del Senato, ma non prima di essere stata ricevuta in gran pompa dall’ex presidente Barack Obama. Ora starebbe dando in escandescenze dal podio delle Nazioni Unite, davanti a centinaia di capi di Stato contriti e ammutoliti, rilanciata nell'etere da mezza Hollywood. Cose normali, insomma, per chi sta sulle scatole al sistema.

Questa non è però l’unica contraddizione, né in fondo la più grave, della risorta retorica «green» che sta investendo l’Occidente. Sotto il profilo del metodo, quella climatica non è che l’ultima di un già lungo elenco di «emergenze» quotidianamente scodellate su tutti i fronti, dal «fate presto!» dell’economia all'«emergenza terrorismo», dalle condizioni di chi bussa ai nostri confini che «precipitano di ora in ora», alle malattie infantili trasformatesi in «epidemie» da contenere militarizzando i giardini d'infanzia, fino alle innovazioni digitali sul cui «treno» bisogna saltare a occhi chiusi per non perdere opportunità, ça va sans dire, irripetibili. Il risultato è uno stato di eccezione perenne che non tollera gli incerti della riflessione, del confronto e della critica, un’incombenza senza tregua dove chi dissente è un nemico da reprimere perché attenta alla sicurezza del branco.

Se l’orientamento generale è chiaro – di indebolire la prassi democratica anteponendole le più variopinte e improcrastinabili urgenze – nel merito è difficile non riconoscere che esiste un problema di sostenibilità dei nostri modelli di produzione e consumo. Non sappiamo quanto dureranno le riserve fossili di energia su cui si regge in pratica tutto ciò che chiamiamo «progresso», ma siamo certi che a) non sono infinite e b) il loro consumo comporta anche danni per l’uomo e per l’ambiente. Nel solco di queste giuste premesse si innestano le moderne crociate verdi, i cui frutti portano però lontano, lontanissimo dalla soluzione.

Il pattern è classico. Per non dover mettere in discussione le distorsioni che le sono consustanziali – e quindi mettere in discussione se stessa – la civiltà moderna se ne impossessa e le spettacolarizza con un obiettivo duplice: da un lato, per scaricare le coscienze dei suoi membri allestendo liturgie salvifiche e penitenziali (Greta agnello che sconta i peccati dell’umanità, icona a cui prostrarsi, apostolo tra le genti, figura Ioannis che fustiga gli Erode del mondo ecc.); dall’altro, per standardizzare il discorso e consegnarne la gestione agli attori sociali dominanti, affinché possano indirizzarlo a proprio vantaggio. Va da sé che così facendo non si risolveranno i problemi sottostanti, anzi li si perpetuerà consolidando il pretesto di misure straordinarie sempre più audaci e in deroga a tutto.

Chi domina il discorso imposta i temi, seleziona gli attori, ne espone una parte a discapito di altre. Tra i tanti effetti iatrogeni dei nostri stili energetici si è data una visibilità quasi esclusiva alle emissioni di anidride carbonica (CO2) e alla collegata ipotesi del riscaldamento globale antropogenico (AGW), contestata da diversi scienziati. La finzione di un «consenso degli esperti» è un altro marcatore inconfondibile di queste operazioni, da cui discende l’effetto di costringere la comunità scientifica all'omologazione per non macchiarsi di «negazionismo». Senza entrare nel merito della controversia, registriamo che la CO2 è un gas innocuo per chi lo inala, naturalmente prodotto da tutti gli esseri viventi e indispensabile per la fotosintesi delle piante. E che nelle campagne di marca gretina non si ha invece traccia di riferimenti a ossidi di zolfo e di azoto, monossido di carbonio, benzene, piombo, particolati e altri prodotti della combustione la cui tossicità è invece certificata oltre ogni dubbio, né alle guerre e alle ingerenze per il controllo dei giacimenti sulle cui devastazioni non pende alcuna diatriba scientifica.

Chi domina il discorso detta la gerarchia delle cause e delle soluzioni. Il «Green New Deal», ideato dai liberal americani e in procinto di essere replicato anche dal nostro governo, predica una riconversione industriale a impatto CO2 tendente a zero i cui dettagli restano più che vaghi, salvo insistere sulla necessità di promuovere la mobilità elettrica. Se alcuni economisti prevedono che ciò implicherebbe una strage di aziende medie e piccole a tutto vantaggio dei pochi gruppi multinazionali in grado di sostenere i costi della conversione, nel nostro piccolo abbiamo già sperimentato con la sciagurata ecotassa del precedente governo come la penalizzazione dei motori termici colpisca la nostra industria automobilistica e quindi i nostri posti di lavoro. Un’incentivazione a suon di soldi pubblici della locomozione elettrica renderebbe questo colpo letale spalancando i mercati ai produttori stranieri. E l’ambiente? Se ne gioverebbe nella misura in cui molti di noi si sposterebbero a piedi non potendosi permettere il lusso di un’elettromobile che, per il resto, tra produzione, smaltimento e generazione termoelettrica, inquinirebbe come quelle di prima. Se va bene.

Chi domina il discorso stabilisce le responsabilità e ripartisce gli oneri. Ci si aspetterebbe, ad esempio, che gli scioperanti per il clima denunciassero le attività dell’esercito USA, che secondo uno studio dello Watson Institute sarebbe «il più grande consumatore istituzionale di petrolio e, insieme, il primo singolo produttore di gas serra al mondo». Invece no, anzi. Mentre il gendarme del Paese che predica la conversione ecologica (degli altri) è ufficialmente esentato dal rispetto dei protocolli di Kyoto e di ogni altro accordo sul clima, scopriamo che siamo noi, anonime formichine esalatrici di CO2, il problema. Che dobbiamo viaggiare di meno, illuminarci di meno, riscaldarci di meno, mangiare meno bistecche e, per aiutarci a non cadere in tentazione, pagare nuove tasse su tutto ciò che si è deciso possa far alzare il termometro del mondo. Dobbiamo cioè convincerci a vivere peggio, a rinunciare alle nostre briciole per lasciare intera la torta di chi brucia fiumi di cherosene per volare tra un meeting e una conferenza sul clima, tra un'isola privata e una «missione di pace». Meglio ancora sarebbe non vivere proprio, come suggeriscono gli attivisti anglosassoni che si rifiutano di mettere al mondo figli per non surriscaldare il pianeta. Per essere ancora più chiari, il democratico Bernie Sanders, rispondendo a una telespettatrice che gli chiedeva se per frenare il cambiamento climatico fosse utile educare la popolazione al controllo delle nascite, ha sostenuto la necessità... di estendere il diritto all’aborto.

Da questa pur breve antologia di contraddizioni, sproporzioni e omissioni si rinforza il sospetto che la battaglia per il clima abbia poco a che fare con il riscaldamento, nulla con l’inquinamento e molto con il più classico dominio dell’uomo sull’uomo. Se per tanti è una moda per sentirsi migliori, per chi detta il copione di queste baracconate è uno strumento con cui accrescere il proprio vantaggio instillando panico e sensi di colpa nella popolazione. Alcuni indizi fanno però presagire anche peggio, che nel mettere sotto accusa i gas di scarico dei viventi (non quelli dei motori), gli stili delle persone comuni e la loro riproduzione, qualcuno intenda puntare i cannoni non già contro le attività dell’uomo, ma contro l'uomo in sé. Lo ripeto, è vero, è urgente che la nostra civiltà trovi un punto di equilibrio con la natura e con le sue risorse, ma giacché si finge che ciò debba avvenire escludendo dall'equazione gli esseri umani – con la malthiusiana eccezione dei soliti pochi – allora diventa molto più urgente difendersi e non lasciarsi incantare, siccome le vacche sulla via dell'abattoir, dal verde trifoglio della propaganda.



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Commenti

Ricercatrice affranta

Ah noto che c'è un servizio di censura ben organizzato!
La possibilità di lasciare un commento è solo finta e ho sprecato il mio tempo. Sono caduta nella trappola

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Ricercatrice affranta

Io vorrei sapere perché il web permetta a gente come te di arrogarsi il diritto di parlare a sproposito di cose che non si conoscono MINIMAMENTE facendo trapelare peraltro l'evidenza di una comprovata ignoranza in materia.
Che assurdità è annoverare il fatto che la CO2 sia innocua ed esistano gas più tossici? Non stai forse confondendo la tossicità per l'uomo con l'effetto sull'ambiente che NON SI MISURA IN TOSSICITA'? Da qui la tua ignoranza perché la CO2 è una convenzione, tutti i gas si misurano in CO2 equivalente. La CO2 ha una CO2equivalente pari a 1, l'ossido nitroso è pari a 298 (quindi sì è più inquinante). E la problematica non è la tossicità in sé del gas, se vuoi possiamo pure metterci che "la CO2 fa vivere le piante"... il punto è l'effetto serra che produce sull'atmosfera un'eccessiva concentrazione di questo (o altri) gas. NON si parla di tossicità per l'uomo, ma di inquinamento che non sono sinonimi.
Per proseguire, non esiste nulla di più populista e patetico di scaricare tutta la responsabilità sugli altri. Le aziende inquinano e io devo farmi la doccia fredda? Ahhh i militari usano il petrolio e io devo cambiare la caldaia? Greta va alle conferenze ONU e io devo viaggiare di meno? Le formichine di cui parli sono 7,834 miliardi (eh sì, non siamo solo noi europei e gli amici nord americani, ci sono anche i paesi "scomodi") e posso garantirti che se ogni formichina adottasse il tuo stile di vita (tuo come di qualsiasi occidentale) che in casa ha almeno un frigorifero e una lavatrice, oltre ad altre decine di elettrodomestici, le risorse del pianeta NON potrebbero sostenerlo. Ci va bene che metà del mondo non ha ancora le pretese occidentali.
Comunque scaricare la colpa sugli altri NON è la strategia e tu non sei un ignorante cosmico in materia di ambiente quindi fammi la cortesia di tacere.

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↪ Il Pedante

Le chiedo di non essere così sprezzante. Il Suo contributo è utile e non esclude la strumentalizzazione denunciata nell'articolo. Se Le interessa, ho dato spazio a un intervento più approfondito su questa doppia lettura qui: link.

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disperato

Scrivo solo per raccontare la storia dei cimiteri nel mio comune (ma penso sia così in tutta Italia).
Ebbene dove sono nato io chi è morto in epoca fascista ha diritto a dei loculi eterni (per quello che può voler dire tra gli uomini), chi nell'immediato dopoguerra ha diritto a dei loculi della durata di 99 anni. Poi si è scesi a 50 anni. Ora siamo a 30. Se poi vuoi essere inumato per terra 10.
Quando faccio notare questo fatto in genere mi si risponde che è perché siamo aumentati di numero, ma non è vero, l'Italia fascista aveva 40 milioni di persone, oggi siamo 60, la differenza non è molto significativa (diverso è il caso della popolazione mondiale passata da 1 a 7 miliardi).
La verità, per come la vedo, è che si è perso il rispetto per i morti e per chi quei morti li vuole ricordare.
E una civiltà si caratterizza da pochi tratti, uno di questi è il rispetto dei morti, che poi vuol dire il rispetto per la propria storia e il proprio passato.
Ci vogliono sradicati.
Saluti.

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disperato

Ieri ho ascoltato su Byoblu un'intervista a Stefano Montanari e Antonietta Gatti che mi ha molto deluso.
Premetto che i due, a mio avviso, sono due scienziati di enorme rispetto, tuttavia il loro ambito di competenza è quello dei farmaci e della salute umana, compresa tutta la questione vaccini, e su questo hanno grande autorevolezza.
Su tutto il resto credo sia meglio non ascoltarli.
In particolare ritengo che ieri abbiano detto due castronerie.
La prima è che il cambiamento climatico dipenda dall'attività umana, e la seconda che i finanziamenti alla ricerca, data la scarsezza di fondi, dovrebbero essere limitati solo agli scienziati veramente meritevoli, scartando gli altri.
Il secondo punto si capisce subito perché è sbagliato: chi dovrebbe stabilire quali sono i pochi eletti degni di finanziamento? Si rende conto Montanari che qualora passasse questa linea Lui sarebbe certamente scartato, ovviamente non per motivi professionali ma esclusivamente politici?
Sul primo punto, io penso che il cambiamento climatico dipenda dall'attività solare (che varia nel tempo), dai vulcani (che non sono costanti nelle eruzioni), dalle correnti oceaniche (che variano nel tempo), e certo anche dai gas serra (di cui l'anidride carbonica è solo uno dei tanti).
Chi ritiene il riscaldamento climatico opera dell'uomo dovrebbe spiegare, e non mi risulta sia stato fatto, perché in passato, quando l'anidride carbonica presente nell'atmosfera era molto inferiore a oggi, la temperatura della Terra era più alta, come nel medio-evo quando in Inghilterra si coltivava la vite, o all'epoca di Annibale quando si attraversavano le Alpi d'inverno con gli elefanti (va beh uno solo arrivato vivo).
E dovrebbe anche spiegare perché i dati sperimentali non sono in linea col modello, ad esempio l'aumento di temperatura, secondo il modello, nella troposfera dovrebbe essere tre volte quello sulla superficie, purtroppissimo non è così.
Invito comunque alla lettura di europeanconsumers.it "Clima e gas serra, massoni e gretini".
Saluti.

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Marco

Lei scrive "un’elettromobile che, per il resto, tra produzione, smaltimento e generazione termoelettrica, inquinirebbe come quelle di prima. Se va bene." ma fa lo stesso errore di Greta che si dimentica degli inquinanti "veri" e considera solo la co2, come lo studio citato nell'articolo di Avvenire linkato, che fra l'altro afferma che l'auto elettrica produce più PM10 del diesel perché, essendo più pesante, ne solleva di più!!!!????... insomma, la produce o la solleva?... l'articolo direi che è piuttosto ridicolo in quanto a coerenza e lucidità: se il problema non è la produzione di co2 ma il suo "sollevamento" si vietino piuttosto i soffiatori per pulire le strade!
Ma ripeto, qui al nord, al momento il problema non è la co2 ma tutti gli inquinanti derivanti da combustione varie, auto incluse!

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Ortone

Nel caso non fosse stata già postata (nel caso chiedo venia) vorrei aggiungere questa recente petizione link (in italiano qui link ) e commentata dallo stesso prof. Pennetta qui link

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John Connor

Si tratta della ripetizione meccanica dello Anti-Umanesimo degli Anni Settanta.

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Marco

Caro pedante, ci tenevo a scrivere una personale opinione, anche se poco importante, riguardo l'articolo. Premetto che mi è stato inoltrato da un'amica e che, l'articolo, offre un punto di vista diverso da ciò che i giornali/siti di News offrono attualmente. È molto importante al giorno d'oggi leggere e affrontare qualsiasi tematica andando a studiare i diversi punti di vista e opinioni, senza focalizzarsi/impantanarsi su un singolo punto di vista (ormai condiviso dai media per i motivi che già conosciamo). Serve più diffusione di articoli come questo. E nel mio piccolo farò la mia parte.
Volevo solo chiederti se potresti aggiungere il tuo sito su Google News, per aumentarne la visibilità! Non sono un esperto, ma ho trovato questa guida online: link
A prescindere da questo, grazie per la voce fuori dal coro.
Marco

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Bombadillo

Carissimi,
segnalo, quale ponte ideale tra questo post e il precedente, la trasmissione della Gruber di sabato scorso, liberamente reperibile online, che parlava, appunto, delle manifestazioni del giorno prima, sul riscaldamento globale antropico. Vi erano due ospiti a favore (una studentessa, "la Greta italiana", e una europarlamentare) e uno contro (uno scienziato). Quindi 3 contro uno, visto che la presentatrice era evidentemente di parte. Fatto sta che, quando inizia a parlare lo scienziato, in sovraimpressione viene fuori una bella scritta: "quelli che odiano Greta". È ovvio che tale scritta serve per revocare in dubbio qualsiasi affermazione dello scienziato, bollato come odiatore, solo perchè si permette di non essere d'accordo.
Questo dimostra ulteriormente, ove mai ve ne fosse bisogno, che l'attuale polarizzazione odio/amore è strumentale alla stigmatizzazione del dissenso, prodomica ad una sua vera e propria criminalizzazione.
Tom

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↪ Nina

Gentile @Bombadillo,
La trasmissione citata è da tempo ben oltre il caricaturale.
Mai più perdere tempo a guardarla: servono energie di contrasto altrove...

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↪ Bombadillo

Cara nina,
non guardo la TV in generale (e non leggo i giornali) non saprei dire ormai da quanti anni, sono arrivato a quella trasmissione "googlando" il nome dello scienziato, e l'ho vista online solo per capire solo quale fosse, nel merito, la sua tesi. Le cose che ci servono per capire meglio, possiamo trovarle nei posti più improbabili.
Tom

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↪ Nina

Gentile @Bombadillo,
Hai totalmente ragione

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Stanislav Petrov

Dove guardare per vedere una strada differente ? Alla mia età la fantasia è scarsa, malgrado le mille letture. I luoghi a volte invece suggeriscono una via, antica e poi abbandonata, ma forse sono solo suggestioni.
"Pueblo people live as a community. We are not orientated as individuals or individual family groups. We're groups of clans, societies, and extended families. As a group. we're a community. Pueblo people are about us and we, not about me, I, or myself".
- Peter Zino, Zia Pueblo (New Mexico)

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disperato

Caro pedante l'articolo è molto bello e molto giusto, ed è bene evidenziare l'assurdità di questa massa di giovani che sciopera su invito dei potenti affinché vengano aumentate le tasse ai loro genitori.
Mi limito a fare un piccolo appunto, Lei dice che le risorse non sono infinite e che il loro consumo comporta danni per l'uomo e per l'ambiente.
Sul primo punto (la finitezza delle risorse) faccio notare che qualora il petrolio finisse vi sono riserve di carbone sufficienti per alcuni secoli.
Il secondo punto è più spinoso, ed è evidente che l'inquinamento (non la CO2) è un enorme problema. Tuttavia penso che se i giovani avessero a cuore il loro futuro, e soprattutto contezza della situazione sciopererebbero si ma con ben altre motivazioni. Ad esempio, si potrebbe (e dovrebbe) fare pressioni ai governi perché stornassero parte dei soldi destinati alla ricerca sulla fusione calda (che come diceva il fisico Del Giudice è l'energia del futuro dato che non avrà mai un presente) per destinarli alla fusione fredda che potrebbe davvero risolvere i nostri guai.
Qui faccio un breve riassunto della storia della fusione fredda per chi crede ai giornali di regime. Nel secolo scorso Martin Fleischmann e Stanley Pons scoprirono l'esistenza di reazioni nucleari esogene a bassa temperatura. L'esperimento fu replicato con successo anche a Frascati dai professori Emilio Del Giudice e Giuliano Preparata (quindi era replicabile). In altre parole il fatto era (ed è) reale, ma la ricerca venne stoppata sul nascere.
Perché? Per due ragioni, la prima è l'interesse di alcuni gruppi di potere legati al petrolio e affini (tra l'altro questa nuova tecnologia avrebbe la sgradevole caratteristica di non richiedere grossi impianti industriali...) , la seconda è che la fusione fredda viene probabilmente (in pratica è certo) usata in ambito militare, dalla guerra nel golfo in poi, per ottenere mini bombe atomiche che a differenza delle atomiche tradizionali possono distruggere anche un solo edificio o un solo carrarmato (ed è per questo che nelle zone di guerra si trova uranio impoverito, cioè non perché è stato usato come rivestimento dei proiettili come vuole la versione ufficiale, ma perché in origine era uranio naturale, se non arricchito, e si è impoverito dopo l'uso. Ed è per questo che un sacco di militari americani, ma non solo, si sono ammalati di tumore dopo essere tornati dalla guerra).
Saluti.

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↪ Myollnir

Gentile @disperato,
Uranio impoverito dopo l'uso? Fusione fredda già usata dai militari? Lei ha studiato fisica sul blog di Grillo, vero?

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↪ Vincenzo

Gentile @disperato, suggerisco quanto meno una infarinata di fisica.
Detto che anche io penso che dietro l'esperimento di Fleischmann e Pons ci sia qualcosa, anche se non necessariamente sempre replicabile e sfruttabile industrialmente, ci stanno un paio di errori colossali in quanto da Lei scritto.
1) La bomba atomica è una bomba a fissione, quindi con la fusione, fredda poi, non c'entra niente
2) Non si può fare una mini bomba atomica in quanto per ottenere l'esplosione è necessaria una certa massa critica piuttosto consistente. Il botto quindi risulta piuttosto forte in ogni caso, sicuramente di più di quello necessario a distruggere un singolo carro armato
3) L'uranio 238 è uno dei materiali più duri che si conoscano, e tra l'altro si trova anche in quantità abbastanza abbondante. Non so se ancora lo si usi per questi scopi, ma in passato lo si utilizzava negli impasti per fare piastrelle di ceramica o anche per fare braccialetti con vetro di uranio. E' certamente tossico se le polveri vengono inalate

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↪ disperato

P.S. Piccola precisazione tecnica, in ambito militare la fusione fredda del deuterio in elio viene utilizzata per innescare la fissione dell'uranio, mentre in ambito civile il deuterio, che sempre si trasforma in elio, è mescolato con palladio che si scinde senza creare danno per chi sta intorno.

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↪ disperato

Gentile @Vincenzo, riguardo al punto 1) ho già risposto.
Riguardo al punto 2), Lei parla dell'atomica di Fermi, per capirci, dove è necessaria una massa critica.
Qui stiamo parlando di un altro tipo di atomica, che sfrutta le caratteristiche della fusione fredda, e dove non conta la quantità di massa ma una certa densità critica per far partire la reazione e in particolare un rapporto 1/1, deuterio/palladio o deuterio/uranio. Quindi la caratteristica peculiare in ambito militare è di poter avere delle mini bombe atomiche.
Riguardo al punto 3) e alle Sue considerazioni sull'uranio se Lei vuole affermare che crede alla versione ufficiale, cioè che viene usato come rivestimento, dovrebbe spiegare perché nelle zone di guerra è stato trovato anche uranio arricchito, cioè costosissimo e usato solo in ambito di reazioni nucleari.
Saluti.

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↪ Myollnir

Gentile @disperato,
Ehm... veramente è la fissione dell'U-235 che genera temperatura e pressione tali da innescare la fusione dell'idrogeno. Ma non è molto fredda, come fusione.

Rispondi

↪ Vincenzo

Gentile @disperato,
ammettiamo pure che la fusione fredda sia possibile. Come ho scritto, io penso che Pons e fleischmann qualcosa abbiano scoperto, cosa esattamento non lo so e non so se sia effettivamente ripetibile e utilizzabile.
Per il resto mi sembra che Lei faccia una gran confusione tra fissione e fusione, fenomeni tra loro completamente diversi.
P.S. Dovebbe citare le fontirelative al ritrovamento in zona di combattimento di residui di uranio arricchito. in ogni caso, la cosa non mi stupirebbe affatto, visto che non ci sta settorpiù di quello militare dove corruzione e scorciatoie per risparmiare regnino sovrane. Come ben saprà le bombe nucleari "scadono". Niente di strano che qualcuno abbia pensato di "riciclare" il materiale fissile

Rispondi

↪ disperato

Gentile @Vincenzo, con tutto il rispetto, non sono io che faccio confusione tra fusione e fissione ma è Lei che non segue il mio ragionamento.
Ad ogni modo le consiglio il libro (che non ho letto ma so di cosa parla) "Il segreto delle tre pallottole" di Emilio Del Giudice e Maurizio Torrealta, se lo farà sono sicuro che comprenderà i termini della questione.
Saluti.

Rispondi

↪ disperato

Gentile @Myollnir, Lei sta parlando della bomba all'idrogeno, io sto parlando di un'altra cosa.
Anche a Lei, come all'utente Vincenzo, suggerisco la lettura del libro "il segreto delle tre pallottole" di Del Giudice e Torrealta.
Saluti.

Rispondi

↪ Myollnir

Gentile @disperato,
Scusi, se non l'ha letto lei dovrei leggerlo io?
L'atomica di Fermi?

Rispondi

↪ disperato

Suggerisco anche, come operazione parallela e indipendente, di andare a vedere i filmati, che si trovano su internet, di tale dottoressa Judy Wood. Ella, che è ingegnere strutturista, sostiene che la caduta delle torri gemelle dell'11 settembre 2001 non può spiegarsi, data la modalità di collasso, se non ipotizzando l'uso di armi non convenzionali, cioè la fusione fredda.
Personalmente ho una sola certezza riguardo all'11 settembre, e cioè che la versione ufficiale sia falsa visto che fa acqua da tutte le parti.
Riguardo alla tesi della Wood non mi esprimo, ma non sarei sorpreso se avesse ragione (credo sia un'ipotesi da prendere seriamente in considerazione).
Adesso vi saluto e per un po' seguirò il blog del Pedante da silenzioso lettore, anche perché mi pare che stiamo andando o.t. rispetto agli scopi del padrone di casa (ovvero consapevolezza sull'euro, sui vaccini obbligatori, sull'assurdità delle regole europee, sulla palese falsità dell'informazione mainstream).
Arrivederci.

Rispondi

↪ disperato

Gentile @Myollnir, non voglio tediare oltre il padrone di casa, ma è Lei che non conosce questa nuova tecnologia denominata fusione fredda, di come funziona e del perché si ritiene sia stata usata in zone di guerra (ed è per questo che le ho consigliato la lettura di quel libro che spiega proprio queste cose).
L'atomica di Fermi, come l'ho definita io, è semplicemente l'atomica convenzionale, quella usata a Hiroshima e Nagasaki, nella cui costruzione Enrico Fermi ha avuto un ruolo centrale prima lavorando a Roma con i ragazzi di via Panisperna (dove ha scoperto la fissione dell'uranio, all'inizio senza capirci molto per la verità tanto che ipotizzò, erroneamente, di avere trovato nuovi elementi transuranici, i famosi esperio e ausonio, e l'importanza dei neutroni lenti nelle reazioni nucleari), poi a Chicago con Leo Szilard (e altri) con cui ha contribuito al progetto Manhattan costruendo la prima pila atomica.
Saluti.

Rispondi

↪ Baldovino IV

Gentile @Vincenzo, Gentile @Vincenzo, le mini atomiche esistono fin dal 1960. La più famosa è l' ordigno M388 "David Crockett" in uso alla fanteria USA, manovrabile come un semplice mortaio. L' esercito stanziato in Germania ne aveva a disposizione migliaia proprio con funzione anticarro. Poi c' erano anche ordigni con funzione demolitrice della dimensione di uno zaino. Considerando solo le mini atomiche divulgate direi che ce n'è un ampia gamma.

Rispondi

Vincenzo

"...nel merito è difficile non riconoscere che esiste un problema di sostenibilità dei nostri modelli di produzione e consumo. Non sappiamo quanto dureranno le riserve fossili di energia su cui si regge in pratica tutto ciò che chiamiamo «progresso», ma siamo certi che a) non sono infinite e b) il loro consumo comporta anche danni per l’uomo e per l’ambiente."
Parto da questa condivisibilissima affermazione per raccontare una storia di fantasia.
Supponiamo che domani mattina il centro di ascolto interstellare del Mossad (può essere solo il Mossad perché solo gli ebrei possono avere scoperto come andare più veloci della luce visto che un altro ebreo, Einstein, ha affermato che non è possibile andare più veloci della luce), intercetti una comunicazione tra un'astronave aliena e il suo pianeta di origine. In questa comunicazione viene dato l'ordine di distruggere la Terra qualora vengano rilevate tracce di vita intelligente. Ci sarebbe da discutere sull'argomento, ossia sul fatto che l'essere umano sia intelligente, ma diamo la cosa per buona.
A questo punto i potenti della terra si riunisco a conciliabolo e si rendono conto che l'unica maniera per sventare il pericolo è quella di addetrare una forza speciale che, a tempo debito, verrà spedita in missione suicida.
Cosa succederebbe se a questo punto divulgassero la notizia?
1) E' un complotto giudo-pluto-massonico, ci sta di mezzo il Mossad infatti
29 Sempre tasse
3) Tengo famiglia, mandateci qualcun altro
Che fare allora? Beh, visto che ci sono ancora una ventina di anni di tempo occorre che sia la gente comune a chiederci di addestrare squadre suicide per missioni impossibili.
Bene, si inizia a mettere in giro la voce che la terra potrebbe essere devastata da immani esplosioni di megavulcani come Yellowstone. La cosa in fondo è credibile visto che con le eruzioni vulcaniche in fondo ci conviviamo da sempre. Quindi
A) Si inzia con un poco di fil catastrofisti
B) Un qualche oscuro scienziato, fino a quel momento considerato solo di striscio dai colleghi, pubblica uno studio sui megavulcani in cui predice con accuratezza che yellowstone, e gli altri megavulcani, esploderanno il 25 luglio del 2047.
C) Un politico trombato (ho detto Al Gore?) produce un documentario sui megavulcani che vince pure l'Oscar. E a lui danno il nobel
D) Si crea l'IPMV, international Panel for Mega Volcanoes, con tanto di annesse polemiche, sottrazione di fondi, dati taroccati, tanto per fare credere che i "potenti" non vogliano in realtà fare nulla per scongiurare il pericolo
E) Iniziano a nascere movimenti spontanei dei cittadini che chiedono ai "potenti" di fare qualcosa. I "potenti" stabiliscono un'agenda ma non fanno niente
F) Arriva Greto, brufoloso ragazzino di 15 anni, che urla tutto il suo spavento
G) I "potenti" a questo punto "si danno da fare" e comunicano che sarà necessario creare squadre suicide per una missione impossibile
H) La popolazione accetta perché "bisogna fare presto"
I) Arriva la nave aliena e, vabbè, fa lo stesso, sempre di missione suicida si parla.
Che senso ha questa storiella?
Che la crescita economica, ossia il benessere, basato sui combustibili fossili fosse una cosa insosteniibile a lungo termine, anche solo per una pura ragione di costi reali, è cosa di cui sia parla già dal 1972 (Club di Roma). Fra poco faranno 50 anni dalla pubblicazione del rapporto.
L'essere umano in una maniera o nell'altra è sempre andato oltre questo genere di problemi.
Molto spesso, addirittura, le scoperte e le invenzioni, hanno anticipato i tempi. I fratelli Wright hanno inventato l'aereo senza che in quel momento se ne sentisse la necessità.
Nel caso dell'energia, però, c'è stata una sfiga colossale, anzi due: Hiroshima e Nagasaki.
Perché sfiga?
1) Perché le scelte tecniche sono state fortemente influenzate dalle necessità militari
2) Perché l'impatto emotivo dei due bombardamenti atomici ha fatto ingigantire, a livello di percezione pubblica, la portata reale degli incidenti negli impianti civili
La stima più attendibile delle vittime di un incidente catastrofico come quello di Chernobyl, dove tutto ha congiurato per creare il maggior danno possibile, si attesta, facendo tra l'altro una serie di assunzioni, a 4000, laddove il Vajont ne ha fatte 2000.
E' quindi evidente che una scelta che è necessaria, salvo che non si rinunci a tante comodità (ma andatelo a dire a chi ancora quelle comodità non le gode), richieda percorsi abbastanza tortuosi come quelli della ia favoletta iniziale. A un certo punto sarà accettata se non altro come male necessario.
D'altra parte qualsiasi tecnico che ne sappia di energia vi dirà che solare, eolico e tutto il resto sono quasi alla pari della Corazzata Potemkin di Fantozzi. Se fossero veramente una magica soluzione, peraltro, qualcuno già ci si sarebbe arricchito smodatamente senza bisogno di contributi pubblici

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Mauretto

Meno male che ci si può anche fare due risate.....
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roxgiuse

presumendo che una persona colta e socialmente eminente si senta ridicola ad ascoltare ed assentire ai discorsi di una ragazzina senza un briciolo di titolarità a parlare di questioni globali ed epocali, trovo agghiacciante che esista un'entità in grado di piegare l'azione dei principali consessi del mondo ai propri voleri, facendone abdicare i membri dalla propria dignità e dal proprio decoro. Questo senza neppure entrare nel merito della veridicità delle postulazioni di Greta e delle "soluzioni" proposte, per le quali tuttavia concordo pienamente col Pedante. Ma non è questo il punto, il punto è che inequivocabilmente e incontrovertibilmente esiste un burattinaio del mondo, tanto potente da coartare tutti i centri decisionali dove dovrebbe avvenire la composizione delle istanze delle collettività.
A questo punto la priorità è diventata capire come ciò possa avvenire, come disinnescare questa folle, e foriera di tragedia epocale, concentrazione di potere, come ripristinarne la frammentazione, vera essenza materiale della civiltà umana.

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Stanislav Petrov

Ottimo commento come sempre al quale aggiungerei alcune note.
1) Tutta l'enfasi dell'attuale bombardamento mediatico è sull'elettrificazione dei trasporti privati. C'è qualcuno che ha letto quanto questi incidano sui consumi energetici complessivi ? IEA, BP etc... pubblicano ogni anno una dettagliata analisi dei consumi energetici per settore, paese, fonte energetica. Non è un'operazione difficile, i documenti sono gratis. Si scoprirebbe che la completa sostituzione dei mezzi di trasporti privato a motore endotermico con equivalenti elettrici riguarda meno del 15% di tutti i consumi energetici globali. Solo che ci sono oltre 1 miliardo di vetture tradizionali mentre l'elettrico è ancora risibile. Il passaggio, qualora possibile richiede almeno 30 anni. Affinché sia possibile e non uno slogan è necessario costruire una nuova infrastruttura elettrica ad alto voltaggio e amperaggio in quanto per caricare una batteria servono colonnine a 100 KWe e non i 3 KWe che abbiamo in garage 8 (chi ha il garage). Esiste una stima della quantità di rame necessaria ? Sì certo, almeno due volte la produzione attuale. L'estrazione di rame è eccezionalmente inquinante, spiegatelo a Greta e ai suoi seguaci. Da notare che i paladini del green ignorano pure il fatto che la produzione di batterie richiede metalli rari che si trovano solo in pochi luoghi al mondo tra cui il centro Africa dove le foreste vengono distrutte esattamente per questa ragione con il corredo di centinai di migliaia di morti che ai green nei fatti non interessano perché sono i soliti stupidi negri. Ad oggi vedo solo indizi di un tentativo bislacco e velleitario di neo colonialismo, perdente in quanto quei territori sono presidiati da cinesi, russi e compagnia e non ce li lasceranno mai più.
2) Nessun processo industriale pesante funziona utilizzando energie rinnovabili se non in quantità risibile. Il passaggio al rinnovabile con i sui immensi investimenti up-front richiede nel durante più energia fossile e non meno. Volendo almeno provare a essere green servirebbe un contributo importante dall'energia nucleare. In occidente una battaglia ideologico/emotiva ha bandito questa forma di produzione e ora, anche se cambiassimo idea, non potremmo più adottarla in quanto si sono perse le competenze. La tecnologia è ora russa e cinese. Da notare che se una, due o cento centrali scoppiano in Cina non è che noi qui siamo al riparo. Ma la follia è una, gli aspetti in cui si mostra tanti. Comunque russi e cinesi vanno avanti, i primi ne hanno fatto un formidabile strumento geopolitico (quando un paese dipende dalla tua tecnologia per produrre energia è tuo per sempre) i secondi, lanciati nel loro programma secolare hanno 58 GWe già installati (superiore al fabbisogno complessivo dell'Italia) e altri 30 GWe saranno installati nei prossimi 5 anni.
3) Nessun russo, cinese, indiano o brasiliano partecipa alle marce per la de-carbonizzazione del pianeta. Funzionerà senza il contributo della stra grande maggioranza della popolazione mondiale ? Inoltre uno svedese consuma 3 volte più energia di un cinese, 8 volte più di un indiano (e la metà di un americano). Lo sanno i Greta fans che pare essere disinteressati dalla sorte di un etiope che consuma in 1 anno quello che si consuma per un week end al mare ?
4) Come afferma il blogger, la CO2 in sè non è il problema. L'alterazione del clima ha come principale effetto il cambiamento della distribuzione delle piogge con ovvi effetti destabilizzanti sulla catena alimentare. Le civiltà complesse si sono sviluppate a partire da 11.000 anni fa circa non per caso, l'homo sapiens è qui da molto più tempo. L'ultimo periodo è stato unico, una estrema costanza delle condizioni climatiche, questo ha permesso lo sviluppo delle civiltà, non importa se con un grado in più o in meno, la stabilità è il fondamento. Dimentichiamo questa favorevole condizione, non solo climaticamente ma per tutto il resto la stabilità è un ricordo del passato con tutto quello che ne conseguirà sulla sorte delle nostre strutture iper complesse che neppure comprendiamo.
5) Anche ipotizzando la piena realizzazione del più ottimista dei piani il degrado della ecosfera continuerà per decenni, al meglio diminuirà la velocità della distruzione ma per l'inversione andiamo nell'ordine dei secoli. Se si vuole essere ottimisti allora bisogna capire bene che si sono delle ineludibili precondizioni. Innanzitutto ridurre e di molto, l'oscena differenza tra stra ricchi e gli altri, perché il green così come proposto è per i ricchi. Poi serve un accordo straordinario tra tutti i paesi, un'armonia pan umana mai vissuta prima. Poiché io non la vedo né ora né in prospettiva, l'unica ipotesi realistica sul tappeto è il collasso dell'ecosfera partendo dal basso (insetti impollinatori, uccelli e poi via via salendo come sta sperimentalmente avvenendo e come previsto), l'aumento dei conflitti per il possesso delle terre fertili, dell'acqua e dei residui giacimenti di materie prime, l'avvento di nuove pandemia anche a causa di quella forma subdola di inquinamento che è l'abuso di antibiotici (e ora anche di anti virali), la fine delle civiltà complesse, la riduzione della popolazione da 8 miliardi a meno di uno e poi forse nei prossimi secoli o millenni l'emersione di forme diverse di organizzazione sociale.
Abbiamo lo stesso sistema emotivo dell'uomo del paleolitico, le strutture sociali di un qualsiasi principato del medio evo e una tecnologia divina. Cosa mai poteva andare storto ?

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↪ Vincenzo

Gentile @Stanislav Petrov, relativamente al problema dei trasporti privati vorrei fare una osservazione. La questione veramente importante non è tanto il consumo di energia, che appunto impattano in maniera non sostanziale, quanto piuttosto il fatto che le città, dove vivono sempre più prsone, stanno diventando invivibili per la pura presenza delle auto, anche indipendentemente dal fatto che esse circolino; basta che stiano parcheggiate per dare un senso di soffocamento e per rubare spazi altrimenti utli. Negli ultimi tre mesi in tre diverse circostanze, per lavori vari, è stato istituito per alcuni giorni il divieto di sosta nella strada dove abito. In quei giorni mi è letteralmente cambiato il mondo, la strada aveva tutt'altro aspetto.
Purtroppo il trasporto pubblico non è una soluzione, se non i pochi casi. Possono esserci problemi geografici, archeologici, orografici, urbanistici, possono esserci problemi di ruberie generalizzate nella gestione del sistema di trasporto pubblic. Oltretutto non si può pretendere che una persona se ne vada in giro in autobus o in metropolitana portandosi appresso i bustoni della spesa., soprattutto se anziana.
Ma per muoversi in auto è veramente necessario possederla utilizzandola solo il 10 % del tempo lasciandola per il resto parcheggiata ad occupare spazio, tant'è che metà delle auto che sono in movimento lo sono per cercare un parcheggio? Direi proprio di no.
Alla fin fine meno di metà delle auto in car-sharing (in italiano noleggio a minuti) basterebbe alla bisogna senza neanche creare un aggravio di costi particolare. Anzi, se il sistema fosse utilizzato su larga scala probabilmente permetterebbe anche un risparmio.
La transizione non sarebbe neanche particolarmente complessa.
Se però domani mattina un sindaco, al fine di spingere verso questa trasformazione, decidesse che il costo del parcheggio sulla pubblica via è, per un'auto privata, di 5 € l'ora 24/24 e 365/365, scoppierebbe una rivoluzione.
Il giorno che lo farà in nome di un programma GREEN tutti invece saranno contenti

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↪ disperato

Gentile @Stanislav Petrov, riguardo al Suo punto 2), mi permetto di farLe notare come non esista in nessuna parte del mondo una centrale nucleare a fissione di proprietà privata, cioè nessun imprenditore (o cordata di imprenditori) ha mai pensato di investirci dei soldi. Questo per una ragione molto semplice, se si considerano tutti i costi, costruzione, manutenzione, smaltimento (perché dopo qualche decennio vanno dismesse), inoltre i pericoli di incidenti (che nessuna compagnia assicuratrice copre), non sono economicamente convenienti.
L'unico motivo razionale per aprire una centrale nucleare è che da lì è un attimo fare la bomba atomica. E per uno Stato avere la atomica significa un potere contrattuale importante.
Per quanto riguarda il punto 4), a me non risulta proprio che negli ultimi 11000 anni il clima sia rimasto stabile, tutt'altro, inoltre io sono uno di quelli che pensa che l'uomo con il cambiamento climatico non abbia nulla a che fare.
Saluti.

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↪ Myollnir

Gentile @disperato,
Le centrali nucleari USA sono tutte private. Di fatto lo sono anche quelle che francesi ecc costruiscono all'estero.
Sì, ha proprio studiato sul blog di Grillo.

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↪ Myollnir

Gentile @disperato,
Dimenticavo. Siemens? Privata. ABB? Privata. In America mi vengono in mente Westinghouse, GE, senza dover googlare.
Mica hanno avuto tutti il centrosinistra.

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↪ Vincenzo

Gentile @disperato, negli USA le centrali a fissione sono di proprietà privata. Anche Fukushima era di proprietà privata, della TEPCO. Il costo delle centrali a fissione è elevatissimo in ragione agli standard di sicurezza richiesti. Si richiedessero gli stessi standard al ciclo del carbone o a quello del petrolio, ma anche per l'idroelettrico (ci siamo forse dimenticati del Vajont?), anche per questi tipi di centrali i costi sarebbero insostenibili. Tra l'altro va considerato che anche una centrale con progetto molto discutibile come quella di Chernobyl non avrebbe causato alcun danno se non fosse stata messa in mano a un gruppo di imbecilli, dal primo all'ultimo.
Peraltro già negli anni '50 e '60 del secolo scorso ci si era resi conto che la convenienza economica di una centrale a fissione dipendeva largamente dalle misure di sicurezza necessarie e dai costi di smaltimento. A Oak Ridge venne avviata una ricerca sui reattori a sali fusi, potenzialmente in grado di risolvere gran parte di questi problemi. A un certo punto, e non è mai stato chiaro il perché, Nixon decise di sospendere tutto.
Non escluderei che ci sia entrato il fatto che, sospendendo la convertibilità del dollaro in oro e legando il dollaro al petrolio, si sia dovuto in qualche modo valorizzare il petrolio.

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↪ Stanislav Petrov

Gentile @disperato,
esistono ampie evidenze che lo sviluppo delle prime civiltà agricole (e dunque delle prime civiltà complesse) sono state rese possibili dalla fase di stabilità climatica iniziata in seguito all'ultima glaciazione. Solo allora le stagioni e il ciclo delle piogge è diventato regolare permettendo lo sviluppo di civiltà stanziali. Troverà tutte le informazione che le servono con un modifico investimento di tempo. Non inserisco link in quanto in genere viene interpretato come spam. Queste per esempio, solo per incuriosire su un tema molto vasto:
NASA
Climate change and the rise and fall of civilizations
The Guardian
New research may resolve a climate ‘conundrum’ across the history of human civilization
Climate Change Knowlege
Civilization and Climate
Ancor meglio è questo celebre testo che tocca una vasta varietà di temi. Molti antropologi ne hanno criticato alcune parti ma resta una lettura avvincente:
Jared Diamond
Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni

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↪ Stanislav Petrov

Gentile @Vincenzo,
lei osserva il mondo da una piccola città di una piccola nazione appartenente a un blocco economico che conta il 10% della popolazione mondiale. Naturalmente non è l'unico, nel suo caso è del tutto scusabile ma lo è assai meno se ciò avviene da parte di chi dovrebbe produrre informazione di qualità. Veniamo da secoli di dominio economico e culturale da parte dell'occidente. Questa epoca è finita, comprendo il disorientamento emotivo che questo comporta ma o lo si comprende oppure o si continua cercare le celebri chiave di casa perse nel buio della notte sotto il lampione in quanto è tutto ciò di cui si dispone. Ripeto, i trasporti privati e la congestione delle città diventano un problema nelle società molto ricche in quanto non sono più in grado di produrre un vantaggio marginale e anzi iniziano a produrre più costi che ricavi. Non è così in gran parte del resto del mondo. Se poi usciamo dall'angusto angolo dei trasporti privati che rappresentano una piccola parte dei consumi energetici planetari ecco che la complessità e intrattabilità del tema assume tutta la sua disarmante potenza cui si risponde in modo puramente emotivo, ovvero con crociate ideologiche che verranno ignorate dal 90% della popolazione mondiale, oppure negando che il tema sia decisivo, rifugiandosi in antiche e nuove illusioni la più recente dei quali è la fede in mirabolanti soluzione tecnico scientifiche cui masse di analfabeti in materie tecnico scientifiche si abbandonano per trovare una transitoria quiete davanti a problemi che li turbano ma che non hanno alcuna soluzione semplice sempre che ce ne sia una.

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↪ disperato

Gentile @Myollnir, come diceva Emilio Del Giudice le dittature si fondano sulla violenza, mentre le democrazie sulla truffa e sull'inganno. Le centrali nucleari a fissione (altre al momento non esistono) sono private solo sulla carta, in quanto sia i costi di costruzione che quelli di demolizione sono a carico degli stati, cioè della collettività, cioè di tutti noi.
I privati si limitano a fare manutenzione, che costa poco, facendoci anche dei bei soldi.
Per cui ribadisco il concetto già espresso: se non fosse per gli scopi militari (anche comprensibili dal mio punto di vista, se non altro perché se gli altri hanno l'atomica la devi avere anche tu) nessuno avrebbe tirato su delle centrali nucleari.
Saluti.

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↪ disperato

Gentile @Stanislav Petrov, prometto che leggerò l'ultimo libro consigliato (anche perché già lo volevo fare).
Comunque negli ultimi 11000 anni il clima è cambiato molte volte, almeno per quello che ho letto.
Saluti.

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↪ disperato

Gentile @Stanislav Petrov, l'uomo ha 100000 o 200000 anni, la civiltà 10000, ma solo negli ultimi 3000 c'è stato un vero salto di qualità. In altre parole sembra che la cultura abbia la tendenza (con alcuni incidenti di percorso) a crescere in modo esponenziale, almeno così a me pare.
E non entro nel merito che in natura le crescite esponenziali non possono essere infinite, poiché le conseguenze sono vagamente macabre: a un certo punto la civiltà dovrà decadere, quando non la specie estinguersi.
Saluti.

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↪ disperato

Gentile Stanislav Petrov, ho letto il libro da Lei consigliatomi "Armi, acciaio e malattie" di Jared Diamond, pur trovandolo interessante devo dirLe che non mi ha convinto.
Intanto trasuda politicamente corretto ad ogni pagina (e già questo me lo rende abbastanza indigesto), per cui finisce per postulare ciò che andrebbe dimostrato: ovvero la sostanziale equivalenza di tutte le etnie (un tempo si sarebbe parlato di razze, ma il nostro zeitgeist ce lo vieta) della Terra. Con ciò non intendo sostenere che vi siano sensibili differenze, ma solo che la questione resta aperta.
Ma soprattutto parte da premesse, a mio avviso, in gran parte false e quindi finisce con conclusioni irrilevanti e sbagliate. In particolare mi riferisco all'idea che praticamente tutte le grandi innovazioni siano sorte INDIPENDENTEMENTE in molti posti diversi. Non è così. La filosofia occidentale è nata in Grecia una sola volta, così la scienza, in epoca ellenistica, che è un sottoprodotto di tale filosofia (vedere il magnifico libro di Lucio Russo "La rivoluzione dimenticata"). L'alfabeto è stato inventato solo dai fenici. E ci sono buone ragioni per pensare che anche la scrittura sia nata una sola volta nel medio oriente e da lì diffusa ovunque, anche in America. Ed è probabile che anche la ruota sia un unicum (vedere l'altro capolavoro di Russo "L'america dimenticata").
Tutto questo lascia sospettare che i singoli individui, se non proprio le etnie, facciano la differenza.
Diamond, invece, mi ricorda molto quegli storici tutti intenti a considerare le cause economico-sociali degli avvenimenti (certo importanti) da trascurare completamente le battaglie e l'esito delle stesse.
Inoltre l'idea (errata) di Diamond porta a pensare che qualsiasi innovazione avvenga INEVITABILMENTE a patto che si aspetti un tempo sufficiente, quindi ogni perdita sarebbe solo temporanea. Purtroppo non è così. Una perdita può essere per sempre.
Saluti.

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John Connor

Sei in ritardo di solo cinquant'anni, perché tutte le cose scritte sopra le hanno distribuite insieme a tutto lo Anti-Umanesimo negli Anni Settanta. Quello che vediamo oggi è la accelerazione e il completamento dei progetti che risalgono a quel "Big Bange delle Cavolate". Il guaio vero è questo, che non c'è niente di spontaneo, accidentale, è stato tutto disegnato a tavolino. E' una guerra e Greta è una delle armi che usano contro di noi.

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↪ Stanislav Petrov

Gentile @John Connor,
bisognerebbe però definire i confini della (si suppone) guerra. Da parte di chi ? Contro chi ? Per cosa ? La consueta risposta cioè gli oligarchi contro il popolo è alquanto riduttiva, catartica ma povera. Perché cercare di imporre un'agenda verde dovrebbe essere pro oligarchi e contro il popolo ? Lo sarebbe almeno in parte se la modalità è quella stile Macron cioè tassiamo il diesel che è il carburante dei meno abbienti campagnoli che tanto non votano per me e incentivo le Tesla dei miei amici yuppies. Ma non regge, innanzitutto perché è crollata miseramente dopo qualche dimostrazione. Probabilmente io sono vecchio ma le dimostrazioni di piazza di decenni or sono erano ben altro, duravano mesi e mesi e gli oligarchi di allora erano molto più tosti di quelli di oggi che hanno infatti calato le braghe quasi subito. Strano, se è davvero vitale difficile che mollino così. Era solo una prova, un test ? Dunque facciamo un esercizio di complottismo un pò più realistico e, lo ammetto, assai più cupo. Agli oligarchi europei (di questi stiamo parlando) dell'emergenza verde non importa un fico secco. L'Europa importa gran parte della propria energia primaria, sono talmente dipendenti che si sono inventati l'euro per poter pagare l'energia con la propria moneta, non vogliono rivedere una nuova crisi petrolifera come negli anni 70 (lo dice Selmayr, io riferisco). Sanno (saprebbero, siamo complottisti al condizionale) che le reali riserve di idrocarburi liquidi sono assai inferiori a quanto la IEA (International Energy Agency, organizzazione internazionale intergovernativa fondata nel 1974 dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, OCSE), affidabile sul passato al 100% e sul futuro ...),. Sanno (saprebbero) che le esportazioni dal medio oriente e dalla Russia inizieranno a calare a breve e la concorrenza (Cina, India etc...) ha una fame bestia. Come fare ? Certo non si può dire che ... altrimenti come reagirebbero i mercati, quella indefinita massa/melma che comprende anche noi stessi e dentro i quali ci stanno (starebbero) gran parte delle nostre future pensioni ? Meglio pensino che è in corso una corsa al verde e che il nero puzzolente petrolio verrà estinto per volontà politica. Naturalmente è solo complottismo e studi sull'effetto socio/economico della diminuzione dell'offerta di idrocarburi come questi sono solo esercizi teorici:
Armed Forces, Capabilities and Technologies in the 21st Century
Environmental Dimensions of Security
Sub-study 1
PEAK OIL
Security policy implications of scarce resources
Bundeswehr Transformation Centre, 2010
The Inevitable Peaking of
World Oil Production
The Atlantic Council Of The United States, 2005
Sono vecchi ? Cosa ? 10 anni non sono nulla, le grandi nazioni pianificano per molte generazioni a venire, poi che ci riescano beh questo chissà. Goditi la vita caro John, ci son cose che è meglio non sapere. Credimi.

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Massimo

Ammettiamo per assurdo che, invece dell'urgenza, il discorso dominante sposasse un giudizioso attendismo, questo articolo potrebbe essere scritto senza togliere una virgola e manterrebbe tutto il suo senso.

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Nina

Oh, ecco, ora si può commentare!
Niente, Pedante: tanta gratitudine a Lei per la boccata d'ossigeno che ci regala, in mezzo a questo tanfo di gregge lanciato a passo di carica al seguito della svedesina.

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Alberto

Una delle conseguenze più gravi è quella di "costringere la comunità scientifica all'omologazione per non macchiarsi di «negazionismo»". Una cosa simile sta accadendo con la teoria gender.
Il mio timore è che il motivo per cui ancora si trovino scienziati disposti a contrastare i suggerimenti di Greta non sia l'amore per il metodo scientifico e la verità, quanto piuttosto il peso dell'industria legata ai conbustibili fossili. Penso questo per il fatto che quasi non se ne trovano ad andare contro alla teoria gender e agli obblighi vaccinali.

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venerabile Jorge

visione lucida ed "esoterica" dello stato dell' evoluzione dell' Uomo
la specie umana non ha bisogno di tutti quanti gli umani che siamo e quindi l' escatologica conclusione deve poi essere l' accettazione di una siffatta linea sociale
ma l' individuo umano, vale a dire lo Spirito originale che confluisce poi nell' Uomo sociale, non vuole tutto questo e si ribella in nome della pretesa felicità che non può che essere personale
immaginiamo ora il punto di equilibrio: io però al momento non ci riesco...però ci proverò...promesso

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