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La tempesta perfetta


Leggi qui la prima parte dell'articolo.

Perché allestire una pandemia di legge che rende pandemica una lunga serie di malattie altrimenti contenibili? E perché un'idea così pericolosa raccoglie i consensi di una parte importante della popolazione, specialmente ai suoi vertici? E ancora, perché una civiltà che si dichiara fedele al metodo e ai risultati delle scienze sceglie di ignorare i danni scientificamente misurabili (come le sindromi da «lockdown») e misurati (come la dubbia utilità dei «lockdown») delle sue condotte, e nel fare ciò pretende persino di agire secondo i «dettami» di una scienza che dice, impone e prescrive? Non è purtroppo possibile fornire una sola risposta a questi interrogativi, perché la contraddizione di oggi amplifica e porta a un livello (finora) mai visto una lunga serie di condizioni che già da prima agivano sull'esercizio e sulla rappresentazione della vita sociale. Essa è nuova nell'intensità, ma non nelle premesse e nei modi. La sua critica dovrebbe perciò strutturarsi nell'alveo di una più ampia critica delle contraddizioni e dei paradossi moderni nel loro sviluppo prima secolare e poi sempre più rapido, degli ultimi pochi decenni. È una critica che qui possiamo affrontare solo disordinatamente e in antologia, offrendo spunti di analisi che convergono da livelli diversi per indovinare le radici lontane del fenomeno esaminando i suoi frutti.

Nel citato articolo di maggio mi concentravo sulle suggestioni religiose di un altrimenti assurdo olocausto di sé con cui la civiltà contemporanea sembra voler propiziare la propria risurrezione scrollandosi di dosso le delusioni, le paure e i problemi irrisolti di un modello spiritualmente esausto e materialmente insostenibile. Senza entrare nel capitolo per molti versi oscuro dei suoi contenuti, il «grande reset» promosso dal Forum Economico Mondiale allude proprio a questo auspicio di palingenesi, come anche le tante profezie di un mondo post-Covid dove «nulla sarà più come prima». Come è già successo nel passato recente - il «reset» di Beppe Grillo, la «rottamazione» di Matteo Renzi, la più generale retorica delle «riforme» - si tratta di programmi nettamente sbilanciati, quando non già nei termini, almeno sicuramente nei fatti verso la pars destruens, mentre la susseguente proposta positiva resta vaga e taciuta, comunque mai riscontrata nell'esecuzione. La volontà di distruggere tradisce la frustrazione di un'epoca che si intuisce perdente sulla via del proprio creduto progresso e sogna così di rovesciare il tavolo, per ricominciare da capo.

In un articolo successivo inquadravo questo anelito di demolizione nella tentazione di un pensiero neognostico proprio delle epoche decadenti e destinato a fissare l'orizzonte escatologico di ogni religione scientifica, cioè umana. L'obiettivo di esaltare l'umanità e i suoi prodotti, di quel «nuovo umanesimo» che tiene oggi banco dalle logge agli altari, sfocia nella cocente presa d'atto del difetto umano, della sua corruttibilità fisica e morale e quindi nel disgusto della sua carnalità imperfetta. Nella retorica sanitaria odierna quel disgusto si traduce fedelmente nel terrore dei corpi che si ammassano, del loro respiro sporco e mortifero e delle loro membra da recludere, mondare con gel alcoolici, addestrare e correggere con la farmacologia di massa. Il distanziamento sociale, scrivevo in seguito, è un distanziamento dell'uomo da sé e dalla propria carcassa mortale per aspirare all'incontaminazione di un'anima che non è più l'ànemos del corpo respirante e vivo, ma l'intelligenza morta e quindi immortale delle macchine «pensanti» e dei loro flussi impalpabili di dati, che devono perciò sostituire le relazioni, i luoghi e le esperienze fisiche riproducendoli nella geometria sterile del «digitale».

Spostando lo sguardo sull'aspetto economico, non occorre andare oltre la teoria marxiana per vedere in questa distruzione il culmine atteso di una crisi da sovrapproduzione e delle sue «toppe» catalizzanti: l'apertura dei mercati delle merci, del lavoro dei capitali che ha imposto una concorrenza al ribasso (deflazione) frenando il lato della domanda e quindi la crescita, e l'iniezione di capitali finanziari destinati a non essere ripagati per il rallentamento dell'economia reale a cui hanno essi stessi contribuito drenando interessi e reclamando «condizionalità» governative a garanzia dei prestiti. Le chiusure, i fallimenti e anche i disordini da «lockdown» mimano gli effetti di una guerra nel creare le macerie su cui la giostra capitalistica conta di ripartire con la ricostruzione - green o black, digitale o analogica, smart o dumb, penso non importi a nessuno. Fino alla crisi successiva.

Politicamente, è diffusa la convinzione che questa ultima emergenza sia anche un metodo di governo per giustificare un'ulteriore verticalizzazione dei rapporti sociali agendo, nel nome del pericolo, da un lato sulle norme di ispirazione costituzionale che promuovono lo sviluppo umano della popolazione, dall'altro comprimendo la partecipazione dei cittadini con la duplice arma della repressione e dell'indigenza. Questo aspetto non ha bisogno di essere dimostrato, avendo già trovato conferma nella sempre più fitta serie di «emergenze» che scandiscono la storia degli ultimi vent'anni, ciascuna delle quali ha contribuito a scarnificare gli edifici socialdemocratici del dopoguerra strappando loro uno o più brani di benessere materiale, libertà, sovranità, tutele giuridiche e lavorative. In quanto all'abuso politico che se ne fa, la curva dei contagi o degli indici Rt è perfettamente intercambiabile con quella dello spread. In entrambi i casi e in ogni altro (almeno) dal 2001 a oggi, i «rimedi» proposti tendono sempre agli stessi esiti di controllare, costringere e destituire la popolazione in cambio di una «sicurezza» chimerica e ingorda di nuovi sacrifici.

Anche dall'analisi retorica non emergono novità. La narrazione dell'ultima emergenza ripropone quasi per intero catalogo degli espedienti che descrivevo in occasione di tre o quattro crisi fa: il mito della radicalità (il «grande reset», la «nuova normalità» ecc.), della resistenza al cambiamento, dell'infanzia, dell'autorità, dell'insufficienza, del dolore terapeutico, del controfattuale fantastico, della sfida, della colpevolizzazione ecc.. Ma non solo. Come ieri le politiche economiche austeritarie invocavano la nuda «legge dei numeri» per denunciare la carestia monetaria che esse stesse creavano, così le politiche sanitarie di oggi si appellano alle leggi biologiche di una malattia infettiva per imporre una serie di altre malattie su scala più estesa. Questo corto circuito, in cui gli atti deliberati si fanno scudo di immutabili dinamiche «naturali» a sé esterne per avverarle o ingigantirle artificialmente, trova un'applicazione limpida nei titoli di quest'anno, dove «il Covid», e non le politiche varate sotto il suo nome, sarebbe responsabile della crisi economica, occupazionale e sanitaria a cui stiamo assistendo. La fallacia sottesa è quella dell'assenza di alternativa (TINA), cioè di una pretesa identità problema-soluzione in cui il primo porta già inciso in sé la seconda escludendo ogni dubbio, ogni altra opzione e, quindi, ogni margine di libertà.

I messaggi con cui si annuncia l'arrivo dei nuovi vaccini offrono una conferma paradossale, ma assai istruttiva, di questa elisione logica e delle sue implicazioni pratiche. Mentre restano da sciogliere i dubbi sull'azione, l'efficacia, le procedure poco trasparenti e le controindicazioni di questi farmaci una volta somministrati in massa, la macchina della promozione ha già fatto il «salto» dichiarando che essi contribuiranno, si spera, a frenare almeno in parte la pandemia virale, ma in compenso saneranno senza meno quella indotta dai suoi «rimedi». Se l'avvenuta vaccinazione sarà la condizione per riaprire le attività economiche e per permettere ai singoli di uscire di casa, viaggiare e frequentare luoghi pubblici, allora è evidente che la pandemia contro cui ci si vuole immunizzare è innanzitutto quella di legge, sono le sindromi da «lockdown» imposte dalla stessa mano che ne offre l'antidoto. Astraendo dal merito, si intravede una strategia di governo estorsiva che crea una condizione insopportabile per far sì che i governati si riversino nell'unica via di fuga aperta o che comunque, stremati dalla sofferenza, la accettino come ineluttabile.

***

Non ci sono dubbi sul fatto che l'emergenza attuale stia producendo effetti di ineguagliata gravità sulla qualità della vita sociale. La compressione dei diritti costituzionali e i dispositivi di controllo imposti a una cittadinanza reclusa, irregimentata, tracciata come il bestiame, inseguita quando lascia il recinto, isolata dai propri affetti, spaventata, soggetta a realtà artificiali, trattamenti di massa e pedigree sanitari soddisfano tutti i requisiti del «totalitarismo zootecnico» di cui ha scritto Pier Paolo Dal Monte. Si tratta, sicuramente, di un «traguardo» mai raggiunto e tanto più strabiliante perché mal digerito da una fetta sempre crescente di soggetti. Come è dunque possibile che tutto ciò stia accadendo sotto i nostri occhi, e a questa velocità? Come ho già scritto, ritengo che non si possa rispondere senza inquadrare il fenomeno nel crescendo storico del metodo che lo ha partorito. Le emergenze che si sono susseguite a ritmi sempre più serrati negli ultimi decenni hanno accumulato i loro residui irreversibili nella cultura e nelle norme indebolendo ogni volta i freni necessari a contenere gli effetti delle successive, e perciò moltiplicandone la leva. Se, di pericolo in pericolo, la popolazione generale si è addestrata in breve tempo ad accettare oggi l'inaccettabile del giorno prima, un'attenzione speciale va rivolta agli esecutori materiali di questa demolizione, che distingueremo nei due ranghi delle classi politiche nazionali (a tutti i livelli) e dei funzionari (a tutti i livelli) impiegati nei settori coinvolti.

Nel primo caso è dolorosamente evidente come tutte le forze politiche convergano con disciplina nel sostenere la causa della pandemia di legge senza differenze di azione, verbalizzazione e persino di stile, pescando ciascuna le stesse parole d'ordine dallo stesso sacco per imporre, giustificare o annunciare gli stessi provvedimenti. Uno sguardo anche distratto a ciò che accade all'estero rivela in modo piuttosto chiaro che la matrice di queste misure fotocopiate con impercettibili differenze in ogni angolo di mondo non è nazionale né tanto meno locale, né può quindi dipendere dal voto. I rappresentanti eletti agiscono come costosi passacarte, agenti di commercio, camerieri di una pietanza che devono far trangugiare al popolo, spettatori di un film che racconteranno agli elettori fingendosene i registi. Mentre i più onesti (pochi) tacciono o alludono, gli altri (tutti) giurano di poter cambiare la trama e alimentano così l'illusione di una dialettica che si riduce, nei fatti, a decidere quale firma apporre in calce a decreti prestampati.

Non è difficile riconoscere anche in questa pantomima il frutto maturo di un processo di svuotamento delle sovranità nazionali preparato e invocato da tempo, da un lato vincolando la spesa dei governi e delle amministrazioni, e quindi anche le loro decisioni, ai requisiti di pareggio e ai prestiti dei grandi gruppi privati, dall'altro trasferendo sempre più poteri alle agenzie continentali e sovranazionali che deliberano, come auspicava Mario Monti, «al riparo dal processo elettorale». La destituzione dei popoli e la conversione delle loro assemblee in somministratori di prodotti politici confezionati altrove implica anche la necessità di comprimere l'indipendenza degli eletti affinché non cedano mai, neanche per sbaglio, alla tentazione di rappresentare gli elettori. Questo ulteriore «vincolo interno» trova un appoggio teorico nel concetto versailliano di «populismo» che indica nella frustrazione della volontà popolare una virtù di governo, e pratico in un processo che parte da lontano, dall'abolizione ormai più che ventennale del voto di preferenza, prosegue oggi con la riduzione del numero dei parlamentari e veleggia verso l'ultima stazione: il vincolo di mandato, che renderà impossibile ogni deroga anche per norma.

Più sotto, sugli esecutori-funzionari agisce un vincolo, se possibile, ancora più perverso. Alle forze di polizia, ai medici e agli altri addetti alla sicurezza sanitaria, del lavoro e di comunità spetta il compito di inoculare materialmente la pandemia di legge nella popolazione. Limitando l'osservazione al settore produttivo, le azioni di interdizione e sanzione rendono ancora più aspra una crisi in cui le imprese già versavano a causa dei crescenti vincoli burocratici e fiscali, del dumping dei grandi gruppi industriali in regime di mercato aperto, delle strette creditizie e della contrazione dei consumi. A cascata, ne soffre anche l'occupazione già caratterizzata da bassi tassi di impiego, contratti precari e salari insufficienti, specialmente tra i giovani. In questo contesto gli incaricati di applicare le norme emergenziali diventano ingranaggi di un meccanismo che si autoalimenta. Da un lato cresce l'astio nei loro confronti perché esecutori «privilegiati» di un danno da cui sono (momentaneamente) immuni. Dall'altro, chi di loro vive con disagio i nuovi doveri e le norme che li istituiscono si trova incatenato dal suo stesso «privilegio», cioè dalla normalità di percepire uno stipendio per svolgere un lavoro, che diventa però anomala nel circostante deserto occupazionale e salariale: lo stesso che cresce proprio in forza dell'adempimento di quei doveri.

Mentre i giornali danno risalto agli eccessi di zelo attizzando al massimo il conflitto tra sanzionatori e sanzionati, i tanti che vorrebbero esprimere o esercitare una critica devono guardarsi dal cadere in quello stesso inferno di disoccupazione, indigenza e precarietà vieppiù incendiato dai dispositivi dell'emergenza. Fino a non molti anni fa le opportunità di mobilità e di impiego garantite da un mercato del lavoro florido e da un habitat favorevole alla piccola e media impresa investivano i lavoratori di un potere contrattuale che si traduceva in forti protezioni sindacali e di legge e, a cascata, in margini di indipendenza inconcepibili per gli standard attuali. Il successivo inaridimento «a due velocità» delle tutele, la crisi dell'imprenditoria e i tentativi spesso riusciti di trasmettere queste piaghe al settore pubblico con l'aziendalizzazione, la privatizzazione e l'esternalizzazione hanno invece scavato un fossato profondo che fa apparire come un premio immeritato ciò che fino a ieri era un diritto per tutti (Cost., art. 4). Ritengo che sia anche nel quadro di questa involuzione che debba spiegarsi la progressiva militarizzazione della funzione pubblica e dei suoi addetti, ora ritenuti appunto titolari di un premio che va meritato con l'obbedienza cieca e una disciplina non solo operativa, ma anche intellettuale.

Sinora l'applicazione più estrema di questo dispositivo di asservimento ha colpito, non certo casualmente, la classe medica, che conosce oggi per la prima volta il rischio che i suoi esponenti siano interdetti dalla professione per avere espresso opinioni non conformi agli slogan di una progettualità politica gabellata per «consenso scientifico». I provvedimenti di radiazione che hanno raggiunto alcuni medici rei di avere sollevato dubbi su un trattamento sanitario glorificato dai centri di potere mondiali sono stati ripetutamente denunciati da alcuni (purtroppo pochi) colleghi consapevoli e anche dal sottoscritto, non solo in quanto abnormi e incompatibili con la libertà predicata dal codice di condotta della categoria, ma più ancora perché entrano a gamba tesa nel dibattito scientifico, ne intimidiscono i protagonisti e in questo modo rendono impossibile lo sviluppo di conoscenze migliori.

***

Con questa rassegna ho cercato di mostrare come le condizioni di oggi, per quanto in sé mai sperimentate, «tirino le somme» di altri fenomeni che già da tempo erodono la diga democratica e costituzionale e ora convergono insieme per scatenare la «tempesta perfetta» a cui assistiamo. L'emergenza come sistema di governo va preparata agendo tanto sulla percezione del pubblico quanto sulle infrastrutture politiche, affinché possa produrre i suoi effetti senza ostacoli e senza che il sistema ferito possa tornare all'equilibrio iniziale. Come tutti i processi di demolizione, anche quello odierno ha imboccato la via di un'accelerazione che disorienta i suoi stessi protagonisti. Gli annunci che si susseguono ai vertici della politica e dell'informazione confermano la volontà di agire in modo ormai scopertamente rivoluzionario, senza cioè curarsi dei residui freni normativi e culturali né, soprattutto, delle resistenze dei soggetti. Si corre disordinatamente alla meta e si trascura in ciò l'accompagnamento narrativo che ora punta tutto sulla ripetizione più che sul confezionamento di messaggi credibili, coordinati e coerenti. In questo frastornìo il pubblico si confonde e si interroga, punta i piedi, si sforza di colmare le lacune della comunicazione ufficiale e tende a ridurre i moventi della propria conformità alla paura delle sanzioni e della riprovazione.

È perciò anche un momento di risveglio. Le enormità presentite o vissute suscitano in molti la tentazione di un pensiero critico e indipendente, di una diffidenza per la prima volta di massa che sconta però spesso il limite di applicare all'eccezionalità dei tempi i moventi eccezionali della «follia» e dell'«errore». Giacché invece «non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo» (Lc 6,44), le difficoltà presenti offrono l'occasione non solo di testimoniare il proprio dissenso affermando le ragioni demodées del raziocinio, della dignità umana e dell'inviolabile legge morale che ci proteggerebbero dalla cattività animale in cui stiamo scivolando, ma anche di rimettere in discussione i miti che da anni, in ogni settore della vita comune, mattone dopo mattone, hanno prodotto una società così disfunzionale da poter essere tenuta insieme solo con le catene e il ricatto.


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Commenti

Jeru

Esatto. Perle ai porci comunque.

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ND

Gentile Pedante,
ho notato che il Suo profilo twitter risulta a volte bloccato.
Visto che ultimamente sono stati sospesi molti account per ragioni apparentemente incomprensibili e visto che Lei risulta seguito da almeno 23 mila iscritti costituendo un punto di riferimento unico e forse scomodo, non ha pensato di aprire un profilo su qualche altro social su cui migrare se bloccato?

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Antonio

Poiche' sono state descritte tutte le pericolosita', i danni catastrofici che questa gestione ha prodotto, vorrei sapere come affrontarla altrimenti non trascurando tutti i risvolti, in modo accurato come e' stato in questo articolo. Faccio presente che se gli infartuati sono triplicati, come mai i deceduti nel 2020 sono considerevolmente diminuiti, almeno cosi' riportano i dati ufficiali? Ci indichi un bel piano! Che non scontenti nessuno, che non crei disagi e difficolta' a chicchessia e che non lasci nessuno indietro, che non abbia un fatturato diminuito, che tutto continui come prima! Cosa impossibile! Dopo un terremoto e specialmente quando e' ancora in atto, non si puo' pretendere di vivere come se niente stia accadendo! C' e' un detto che dice: il medico pietoso fa la piaga puzzolente! Si e' tergiversato troppo! Non si e' voluto accettare un breve periodo di limitazioni, invocando all'inizio la liberta' e infrangendo da una parte le regole e dall'altra non facendole rispettare a dovere! Ora che siamo con l'acqua alla gola e' normale che anche un bicchiere in piu' ci puo' fare annegare! E' solo colpa nostra! Siamo viziati e presuntuosi! Al tempo del cosidetto "buio" del medioevo le epidemie le affrontavano con piu' saggezza! Ma a quel tempo l'uomo era piu' serio!

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↪ disperato

Gentile @Antonio, siamo stati stupidi dal momento che abbiamo votato per 20 anni dei cialtroni, scendendo sempre più in basso fino ad arrivare ai 5stelle e al Pd (e in certe regioni anche la cosiddetta oppofinzione), questo è il problema.
Se ne esce con la disobbedienza civile quindi scendendo in piazza a decine di milioni senza mascherina e senza distanziamento, rifiutando di fare da cavie per i "vaccini" sperimentali che vaccini non sono (e ovviamente smettendo di votare tali cialtroni).
Se lei non lo capisce è parte del problema.
P.S. I dati ufficiali dicono che i morti totali di quest'anno sono grossomodo quelli degli anni passati sia in Italia che ha fatto lockdown sia in Svezia che non l'ha fatto (intorno all'1% della popolazione), anche se vengono quasi tutti registrati come morti covid19, pure quelli che si schiantano con la macchina.

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↪ Antonio

Gentile @disperato, beato lei che non si sente parte del problema! Nella sua arroganza non dovrebbe essere disperato, cosi giovane!

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↪ disperato

Gentile @Antonio, ma lei che ne sa?

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Giocontra

Egregio Pedante,
leggo solo ora questo Suo articolo che riassume (me lo consenta) anche il mio punto di vista quasi sotto ogni profilo.
Non riesco granché a condividere il Suo ottimismo finale, ma magari col tempo si rafforzerà la mia fede...
Come mai non è uscito su La Verità, a differenza dei precedenti?
Grazie.
Giorgio Contratti - Forlì

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CRISTIANA

Leggere questo articolo mi ha fatto soffrire. In esso ho trovato la conferma alle mie riflessioni sui fatti che costellano la mia vita, le paure e i conformismi di tante persone che conosco. In più un'analisi della realtà politica e sociale che io potevo solo intuire senza i mezzi per esplicitarla.
Ora però, inquadrato il problema, vorrei trovare delle proposte o delle risorse per risolverlo. E qui mi smarrisco.

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↪ Herzog

Gentile @CRISTIANA,
Il Pedante chiude con "... le difficoltà presenti offrono l'occasione ... di rimettere in discussione i miti che da anni, in ogni settore della vita comune, mattone dopo mattone, hanno prodotto una società così disfunzionale da poter essere tenuta insieme solo con le catene e il ricatto."
Io definirei tutto ciò un CAOS SOCIALE (inteso nel senso di disordine nella vita collettiva) e credo che esso possa essere sconfitto solo per mezzo di un CAOS INDIVIDUALE (inteso nel senso di comportamenti non prevedibili nella vita individuale).
Colgo l'occasione per porgere l'ennesimo ringraziamento al Pedante per le perle che ci offre.
Cordiali saluti

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↪ Antonio

Gentile @CRISTIANA, e' la prova che quando non si hanno idee e quindi proposte alternative serie e incontrovertibili, e' velleitario muovere critiche, a volte contestazioni feroci! Faccio presente che sono agli antipodi di questa fasulla maggioranza, quindi la mia non e' , se uno cosi' la vuole intendere, una difesa ideologica!

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disperato

Egr.Pedante, sono venuto a conoscenza del fatto che il governo ha predisposto la cancellazione della privacy sui dati sanitari col silenzio assenso, cioè se non vuoi perdere la privacy devi comunicarlo.
A chi? Come? Conviene farlo?
Lei ne sa qualcosa? E se ne sa qualcosa, personalmente cosa intende fare e perché se posso chiedere (nel senso che forse è meglio non fare niente perché così ci sono più probabilità di passare inosservati, oppure non fare niente perché comunque per chiedere la privacy bisogna avere dei motivi particolari, o se è meglio fare qualcosa ma solo questo e non quello...)?
Esistono dei moduli ma sinceramente non mi risultano per nulla chiari, quindi mi domandavo se sia meglio non fare nulla o invece se sia il caso di muoversi (ma come?).
Ad esempio ne parlano (ma in modo tutt'altro che chiaro) qui
link
Saluti

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↪ Kuma

Gentile @disperato,
la mia è solo un'idea buttata lì, visto che non conoscevo questa inquietante realtà.
La mancanza di privacy sui dati sanitari, in realtà solo aleatoria, visto che i medici hanno l'abitudine di salvare sul cloud i dati dei pazienti, assumerebbe un'importanza sinistra e a noi sfavorevole, se dovessero prendere piede le assicurazioni sanitarie. Con una sanità di tipo americano e i dati alla mercé di chiunque...

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↪ disperato

Gentile @Kuma, è ovvio che il problema è questo. E non solo per l'assicurazione medica, ma anche per l'assicurazione della macchina, e per l'assunzione in qualunque ufficio... Inoltre azzerando la privacy possono fare delle pubblicità mirate di fatto impedendoti una panoramica completa. E al limite possono anche ricattarti: hai quel problema, se non fai quello che voglio lo dico al tuo datore di lavoro, o alla tua assicurazione, o a tua moglie...
Era nella Germania dell'Est ai tempi della Stasi che si pretendeva che le persone vivessero in delle case di vetro, e non è finita benissimo...
Il punto è che possiamo fare?
A mio avviso pensare di risolvere o comunque limitare i danni andando dall'avvocato è ridicolo, sarebbe come fare causa a Stalin durante la sua dittatura, o a Hitler.
Perché siamo all'interno di una spietata dittatura totalitaria, e non se ne esce con le carte bollate. Basta vedere cosa stanno facendo a Trump, che pure qualche avvocato ce l'aveva e non era uno di passaggio.
Saluti.

Rispondi

↪ Kuma

Gentile @disperato,
Quello che dice è molto inquietante ma altrettanto verosimile.
Rilancio fatti preoccuanti:
Watzap dal 1 Febbraio cambierà le politiche sulla privacy. Con un messaggio agli utenti (notizia appresa perché dai suddetti social mi tengo alla larga), di fatto viene chiesta la rinuncia alla privacy: i dati saranno ad insindacabile disposizione del gruppo Facebook. Dopo tale volontaria rinuncia, sarà difficile per il popolino appellarsi di nuovo al diritto ad una privacy cui ha deliberatamente rinunciato. Ecco che il gruppo dei GAFA, si fa oltre che censore, apripista per il "nuovo" che avanza. Vedo un orizzonte molto buio.

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↪ disperato

Gentile @Kuma, come dice Blondet (www.maurizioblondet.it) Trump si è dimostrato essere un Salvini qualunque, cioè un incapace se non proprio un complice del sistema.
Il problema è che Trump era davvero la nostra ultima speranza.
Ormai la dittatura è totale e senza più alcun argine.
In quanto al popolo ha rinunciato all'unica possibilità di salvezza che a queste condizioni è la rivoluzione.
I più si metteranno in coda per farsi avvelenare con il vaccino, come non hanno protestato per le mascherine e il distanziamento, anzi hanno applaudito.
Non ci porteranno via solo la privacy ma tutto: soldi, salute (la libertà ci è già stata tolta).
I più fortunati tra noi moriranno presto, gli altri vivranno in un vero inferno creato dagli psicopatici della finanza globalista.
Se fossi credente le direi di pregare. Non lo sono (e del resto mi pare davvero difficile pensare a un dio che permette a uno come Bergoglio di condurre la Chiesa). Posso solo consigliare di prepararsi al peggio, perché le cose non possono che peggiorare e peggioreranno.
Bisognava muoversi per tempo, con il voto dato a persone per bene o con i fucili, non si è fatta nessuna delle due cose, oggi è tardi.

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Martin Bora

Analisi profonda e cartesiana.
Condivido tutto

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ESYLADO

CONDIVIDO L'ARTICOLO DEL PEDANTE.UNA ANALISIS DI GRANDE VALORE

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Kuma

Non posso fare a meno di esternare la mia ammirazione per "Il Pedante".
Ci ha offerto una riflessione profonda e sublime, una visione nitida tra la nebbiosa attualità.
La mia mente se ne è nutrita con avidità e il mio cuore ne ha giovato.
Grazie a Lei per questo magnifico e prezioso angolo di web.

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Rocco

Mattarello parla di costruttori. La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata pietra angolare. Saranno sepolti dalle macerie delle loro costruzioni relativiste costruite senza la pietra angolare.

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Claudio Zanasi

Auspico vivamente che il signor Blondet si metta in contatto con persone del suo livello e/o pensiero, e diano vita ad un movimento culturale, se necessario e possibile anche politico, al fine di rendere sempre più incisivo il messaggio che trasmettono. Penso a Marcello Veneziani, Francesco Carraro, Valerio Malvezzi, Antonino Galloni, Diego Fusaro,e tanti altri.

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↪ DavideLallo

Fusaro è un gatekeeper (come gli sgarbi, l'antesignano grillo e simili).

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↪ disperato

Gentile @DavideLallo,
non condivido il suo giudizio negativo su Sgarbi, e ancor meno quello su Fusaro.
Ad esempio le consiglio questa bella discussione tra Meluzzi e Fusaro
link

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Gaspare

La soluzione non potrà essere "democratica" ;tutta la retorica dei gemelli diversi leghisti crolla e si liquefa, la rappresentanza senza vincolo di mandato la democrazia indiretta è stravolta in un aristocrazia fuori controllo, tutto il teorema politico diventa un circo al servizio di potentati transnazionali. In tutto ciò si finge di non vedere il sempre maggiore astensionismo elettorale, sociale e culturale.
Ci stanno constringendo a riuccidere il Re

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max3331

analisi impietosa della realtà grazie

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Gianni67

Grande spiegazione della situazione attuale ! Il problema è : se il medico ha paura di perdere il posto, le persone normali sono confuse , le forze politiche cavalcano l’onda , gli statali continuano a percepire stipendi , come ne usciamo da questo grande bluff?

Rispondi

↪ DavideLallo

ne usciamo male, molto male (v. agenda 2021 "trapelata" dal governo canadese)

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massimo

Domanda, qualcuno può cercare i dati sul totale dei morti degli anni precedenti e fare la differenza con quelli di quest'anno? Magari darla ad un giornalista amico che la sbatta in faccia ai vari speakers che ogni sera danno i numeri (tra cui purtroppissimo c'è anche il nostro stimatissimo Luca Zaia).

Rispondi

↪ max-1972

Gentile @massimo, consulta su google i dati istat sulle cause di decesso negli anni precedenti.

Rispondi

↪ Plutocratico

Gentile @massimo, qualcosa mi dice che se i numeri dovessero dar ragione al governo lei comunque li contesterebbe ritenendoli inventati. Tanto lo sta facendo già ora, quindi cosa cambierebbe?

Rispondi

↪ Maupro

Gentile @massimo, link
Fascia 0-50 anni -10%
Fascia 50-80 anni +9%
Fascia oltre 80 anni +16%

Rispondi

↪ Berto

Gentile @massimo,
l'altro giorno sono uscite le stime istat, circa 83.000 morti in più rispetto alla media dei 5 ani precedenti.
Però:
1- la media è ottenuta da cifre diverse per i diversi anni, ed è per questo che si tace la on lieve variabilità, proprio per dimostrare la gravità della questione sarscov2; dunque ad esempio nel 2017 i morti sono stati 649.000 e nel 2016 615.000 link
2- Prendendo per buoni questi 83.000 morti in più, ciò significa 230 morti al giorno per tutto il territorio italiano.
3- Non ho sott'occhio in questo momento i dati ma sono facilmente reperibili: si vedano quelli relativi dell'aspettativa di vita ad es del 2019, e li si confronti con quelli dei deceduti per covid, la differenza è di 2 anni.
4- Il dato sopra ottenuto non considera il forte dubbio e quasi certezza che abbiano conteggiato persone morte per covid quando sono morte per tutt'altre patologie.
5- La stragrande maggioranza delle persone decedute aveva 3 patologie e (anche alla luce del dato al punto 3) si può ipotizzare che la loro vita fosse tutt'altro che facile, probabilmente molte penavano ogni santo giorno (a scaso di equivoci non sono uno privo di scrupoli che auspica l'eutanasia non richiesta, si tratta di contestualizzare, di vedere cosa dicono i numeri).
6- Oltre al fattore conteggio falsato (punto 4) mi pare si sia ormai compreso il disastro delle cure sbagliate dei primi tempi che ha comportato numerosi decessi (e ancora si persevera nel non volere curare con altri metodi che qui evito di elencare dato che si sanno...)
7- Questo delirio ha sostanzialmente impedito di curare una marea di persone e c'è il forte sospetto che una parte di questo numero di deceduti - oltre a non essere morto per covid ma per altre cause - sia causato proprio dalle sospensioni di interventi-esami-cure.
Detto ciò, spero mi sia permessa una licenza poetica per dire che hanno rotto i coglioni, e quando qualcuno dice con apparente esagerazione che un giorno si dovrà fare una nuova norimberga, io nel mio piccolo sono d'accordo.
Forse le persone che ragionano autonomamente sono meno di quel che si creda, si potrebbe dedurlo in parte dalle percentuali di coloro che non hanno intenzione di farsi vaccinare, certo, ciò può anche essere dovuto a timore istintivo e non a riflessioni complessive sul delirio nel quale siamo immersi, ciò non toglie che il bombardamento ininterrotto dei media pare non abbia avuto una estrema efficacia, soprendentemente.

Rispondi

↪ disperato

Gentile @Berto,
concordo sostanzialmente con la sua analisi. Segnalo l'articolo link
Aggiungo che l'aspettativa di vita dipende moltissimo ovviamente dalle condizioni di vita, ad esempio il sistema immunitario funziona male se non si prende il Sole e non si respira aria pulita (e hanno fatto il lockdown e l'obbligo di mascherina), se si è preoccupati (e molti hanno perso o stanno perdendo il lavoro), se non si hanno contatti sociali (ancora il lockdown), se si è spaventati (e la tv ha cercato in ogni modo di terrorizzare la popolazione).
Aggiungo che con la scusa del covid gli ospedali hanno smesso di curare, ad esempio se fai un infarto prima di soccorrerti devono fare il tampone (totalmente inutile sul piano diagnostico) e aspettarne l'esito farlocco e nel frattempo muori.
Ma soprattutto nonostante tutto questo non abbiamo nessuna peste nera. In Italia siamo 60 milioni, ogni anno muore circa l'1% della popolazione cioè 650000 persone, se davvero ci fossero 700000 morti quest'anno avremmo sempre l'1% (non chessò il 10% ma nemmeno il 2%, sempre l'1%).
Lo stesso nel mondo, siamo 7,8 miliardi e ogni anno muoiono circa 60 milioni di individui cioè l'1% (un po' meno perché tendenzialmente sono più giovani dell'Italia) e anche quest'anno saranno sempre l'1%.
Quindi, fermo restando che a mio avviso i morti sono da attribuire alla politica, che ha sbagliato le cure (sconsigliando le autopsie e facendo intubare le persone che non andavano intubate ma trattate con eparina e urochinasi) e terrorizzato la popolazione, non c'è alcuna emergenza sanitaria.
Esiste una emergenza democratica e presto avremo una emergenza economica, entrambe create dalla politica.
Ma non esiste alcuna emergenza sanitaria (anche se la politica si è impegnata molto per crearla).
Saluti.

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↪ Berto

Gentile @disperato,
premessa: sia per il post precedente che per questo chiedo scusa per la forma grezza ma sto scrivendo velocemente.
Parto con una correzione alla mia frase del precedente post dove dico "Forse le persone che ragionano autonomamente sono meno di quel che si creda..." volevo dire "più di quel che si creda".
Si, è vero, il sole è essenziale per la salute (ci sono diversi studi che dimostrano la carenza di vitamina D nelle grosse fette delle popolazioni proprio perchè non si lascia la pelle nuda esposta abbastanza - e qui potrei pure dilungarmi sulla salute degli occhi e dimostrare con dati alla mano l'assoluto bisogno degli organi della vista della luce solare, quando invece si continua a far credere che la porzione degli ultravioletti sia nociva, con conseguenze sia per la vista sia per il giro di affari stratosferico, nel caso interessasse ho messo qui le mie considerazioni link ), come lo è quel che si mangia per avere un microbiota decente: ormai si sa che è questo che permette di avere un sistema immunitario forte e a mantenere la salute, eppure si continua a mangiare immondizia industriale e non c'è nessuna educazione o almeno raccomandazione per nutrirsi con gli alimenti che la natura offre.
E' mai possibile che si dia per scontato che vi siano 10000 malattie e che si debba ingurgitare altrettanti farmaci? Si potrebbe un giorno finalmente decidere di rendere noto che il corpo umano ha necessità di nutrirsi con alimenti naturali e limitando al massimo quelle schifezze ultraraffinate e impestate con schifezze varie per la coltivazione e lavorazione successiva? Dato che ora le elite si sono svegliate e paiono essere ossessionate dal riscaldamento terrestre, non si riesce a comprendere come non siano altrettanto assillate da quel che mangiamo; sarà mica perché chi ha denaro può ottenere altissima qualità per il cibo che desidera (e magari fa soldi con quello di bassa qualità) ma non può evidentemente confinare il riscaldamento/inquinamento globale altrove?
Ritornando al virus, qualcosa sembra muoversi, oggi ho visto un intervento di un politico in un giornale online locale, come mai avevo visto fare da parte di nessuno in questa categoria che peraltro ieri è giunta al limite del ridicolo con l'osannare il discorso di fine anno di chi sappiamo.
Saluti

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↪ DavideLallo

sono tutti disponibili sul sito dell'Istat
il punto è che chi ha accesso ai mass-media non vuole vederli, non vuole usarli e/o (se vuole vederli e usarli) non glielo fanno dire

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↪ Berto

Chiedo scusa ma di già vorrei indicare un dato che al momento non mi pare sia ancora conosciuto e sul quale si dovrà a breve ragionare. L'ho reperito qui qualche giorno fa link
Dati del "Centers for Disease Control and Prevention, importante organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti d'America. Il CDC è un'agenzia federale degli Stati Uniti, facente parte del Dipartimento della salute e dei servizi umani"
- Rapporto sulla sorveglianza dell'influenza preparato dalla Divisione Influenza.
- Dalla settimana 40 alla settimana 51
- Media quinquennale: positivi 6,77%; Quest'anno: 0,17%
link

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↪ disperato

Gentile @Berto,
ancora concordo, e riguardo ai politici che incominciano a muoversi contro il lockdown e il vaccino (forse sentono che il vento sta girando?) segnalo questo parlamentare tedesco link

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↪ Cristiana

Gentile @disperato, sono perfettamente d'accirdo con questa sua risposta.

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↪ Kuma

Gentile @massimo,
lessi giorni fa un articolo su altreinfo. org sul quale era pubblicata una tabella che mostrava l'aumento progressivo delle morti negli ultimi 18 anni. Quindi il Governo avrà gioco facile in ogni caso.

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massimo

Limpida, magistrale rappresentazione , dispiace la sfiducia che trapela , nella rapresentanza democratica...da qualche parte( con i mattoni e gli uomini che troviamo in cantiere) dobbiamo cominciare a costruire/collaborare con chi è più a noi affine.
Obbligatorio quanto più talenti possediamo, (secondo me).

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↪ Il Pedante

Ha ragione, ma una fotografia di oggi vale come denuncia dell'oggi, non di domani o dell'eternità. Buon anno.

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Rocco

Ho visto che su Twitter dilaga la filantropia con #nientevaccinoainovax. Propongo allora che sia introdotta la #meritocraziavaccinale: vaccino solo a chi lo merita.

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disperato

Caro Pedante, in Francia chi non accetta la narrazione dominante viene classificato come pazzo e rinchiuso in manicomio, come è accaduto al professor Jean-Bernard Fourtillan per aver partecipato al film hold-up.
Ormai la dittatura è un fatto compiuto.
Questo il video (in francese) link

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malos mannaja

gent.mo @il Pedante
nonostante alcuni tic scientofobi ritornino anche qui (“Lascienza che impone e prescrive” semplicemente è un assoluto astratto e inesistente: per contro esistono gli esseri umani-molto-umani che fin dalla preistoria sfruttano tanto l’ignoranza quanto le conoscenze scientifiche per finalità politiche/economiche, cioè per realizzare i propri fini), ho qui molto apprezzato il tentativo d’una summa “più ampia delle contraddizioni e dei paradossi moderni nel loro sviluppo prima secolare e poi sempre più rapido, degli ultimi decenni”. m’aggrada l’idea che si possa ancora ardire a non finire seppelliti sotto le macerie della "pars destruens" provando a intravvedere l’eziopatogenesi d’ampio respiro della tempesta nonché susseguenti “proposte positive”. il mio amore per l’umana “carnalità imperfetta” ne trae preziosa linfa vitale.
ripeto, sottolineare “l'abuso politico” e l’uso strumentale della pandemia da SARS-CoV-2 non implica de facto che la pandemia non sia esistente (continuo a ritener fallace un tale approccio, che offre incautamente il fianco a accuse di “negazionismo” e “complottismo” e che ha cozzato e cozza quotidianamente con la realtà dei malati che tocco con mano), ma tale aspetto su cui divergono le nostre traiettorie di pensiero poco importa, se nel contempo continuiamo a denunciare il nucleo del problema (lo “svuotamento delle sovranità nazionali” - a partire da quella monetaria - “preparato, invocato e realizzato da tempo”). ergo, spero davvero che resti stampigliato a fuoco nelle menti di tutti i Suoi lettori che non “il COVID”, ma *le politiche* varate nell'arco dei decenni precedenti sotto altri nomi, oltre alle politiche varate in suo nome (trigger), sono responsabili della crisi economica, occupazionale, democratica e sanitaria a cui stiamo assistendo.
di più non ho da dir, ergo mi taccio (non senza un doveroso abbraccio).
malos mannaja / dr Simone Sbrenna MD, PhD
ps: allego un passo tratto da una review sulle cefalee (Andreou and Edvinsson, J Headache Pain, 2019 Dec 23) con minime opportune correzioni.
“There is a difference between a *trigger* and a *cause*. A trigger starts something that is primed to happen, while a cause is the reason for something to happen. A trigger is a small thing, and in the case of economic collapse ignores the things that are most important about why economic collapse happen”.

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↪ disperato

Gentile @malos mannaja,
no, senza l'inutile lockdown (inutile perché chi non l'ha fatto non ha avuto più problemi di noi a livello sanitario) l'Italia non avrebbe approvato la riforma del MES (che significa de facto richiedere il MES) e non avrebbe fatto bancarotta, come invece accadrà.
Certo l'euro voluto da Prodi (e Ciampi e Napolitano) ci ha danneggiato.
Certo l'austerità (cioè una politica prociclica) voluta da Monti ci ha danneggiato.
Ma senza il MES e quindi la troika in casa (che sarà inevitabile con l'approvazione della riforma del MES, la quale non sarebbe passata senza il lockdown) ci potevamo ancora salvare.
Così invece siamo morti.
Faremo la fine della Grecia, dove i bambini muoiono letteralmente di fame, e i pensionati sono disperati (i giovani per lo più emigrano), e di tutto questo la responsabilità principale sarà di questo governo Conte.
Un riassunto del MES
link

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↪ Il Pedante

Gentile lettore, nel compiacermi di avere risolto alcune delle nostre divergenze, registro con rammarico ma NON con sorpresa che la Sua lettura supera la lettera di ciò che scrivo. Passiamo pure sul fatto che sono ormai tre anni che faccio il verso agli scimmiotti del "lo dice la scienza" e che quindi il passaggio da Lei deplorato era un evidente discorso indiretto libero. Mi preoccupa vieppiù il fatto che il Suo "pilota automatico" La abbia portata a concludere che io neghi (verbum horribile) l'esistenza di una malattia. Può verificare da sé che nell'ormai corposa produzione che ho dedicato all'argomento non esiste una sola riga che suggerisca questa conclusione.

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Amarelamarea

Grazie grazie grazie, infinitamente

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ND

link
In breve tutta sta commedia del covid ha preso piede attraverso dei paper che non hanno mai ricevuto un'adeguata revisione e quindi validazione. Queste "ricerche" sono state viziate dalla sistematica mancanza di test, dalla mancanza di rigore nell'identificare univocamente gli attori virali e non coinvolti, dalla non applicazione degli standard riconosciuti ecc...
In altre parole tutto ciò che è derivato da questi paper è autentica spazzatura: test, cure (e ovviamente loro contrarie), vaccini e ovviamente il "virus" stesso.
A chi si chiede quindi di cosa è morta la gente, specie quella allettata in ospedale ma non solo, la risposta è: sistematico negato accesso alle cure (esistenti perché le patologie reali dei decessi erano invece conosciute e quotidianamente affrontate), il vero killer è il "protocollo" (sballato anche questo) quando si nega ai parenti di stare vicini ai propri cari impedendogli di fornire loro ogni tipo di supporto e ovviamente denunciarne lo stato di abbandono.
Mettiamo un attimo da parte tutte le questioni economiche che tanto oramai le abbiamo chiarite e spaccare il capello in quattro serve poco e diffondiamo sta cosa perché di cose da spaccare in quattro ce ne sono parecchie e stanno sotto i capelli.
Commento di Diogene su link

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Aristide

Molti giornalisti e VIP che presenziano spesso nelle varie tv, stanno terrorizzando le persone in ogni modo possibile. Chi non si vaccina non potrà andare a scuola, non potrà prendere i mezzi pubblici, niente cure sanitarie ecc. In sostanza, senza un lasciapassare non potrai fare nulla, come nella migliore letteratura complottista.
Sono portavoce spontanei dell'agenda globale, quelli del "salterei la fila pur di vaccinarmi ad ogni costo". Le cosiddette "anime belle", sempre pronti a dare del negazionista a chi osa umilmente esprimere dubbi o semplicemnte invitare ad una riflessione più ampia. Il tutto ovviamente con contorno di ingiurie e palese disprezzo nei confronti del malcapitato. E se non c'è il contraddittorio meglio... a loro piacciono i monologhi, così possono alternare argomenti veri ma irrilevanti a supercazzole altisonanti.
Non vi fate intimorire. Le loro tecniche sono prevedibili, basta solo un po' di allenamento. Li trovate sempre sui social... su twitter sono riconoscibili facilmente:
1) Hanno sempre la bandiera dell'UE e/o quella arcobaleno
2) Molto spesso usano l'hashtag #facciamorete
3) Il 99% ha la bio in inglese
4) Sono empatici con il resto del mondo ma odiano a morte gli italiani

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↪ Luciano

Gentile @Aristide, complimenti. Mi sono permesso di condividere su facebook.

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disperato

Andrà tutto bene
link
o no?

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Peppe

Chiedere ad una persona se ha paura del virus, significa porre una domanda dove tutte le risposte sono sbagliate.
Se dici di aver paura, ti risponderanno “allora perché sei uscito di casa? Allora perché contribuisci ad aumentare il rischio contagio con la tua condotta?”, facendoti passare per irresponsabile.
Se dici di non aver paura, ti risponderanno che parli così perché il virus non ti ha toccato, ti parleranno del numero di morti per covid e del numero dei ricoverati in terapia intensiva, facendoti passare per irresponsabile.
Ci sono domande alle quali non bisogna rispondere: perché se c’è una guerra, qualunque posizione prendi, uno degli eserciti ti vorrà ammazzare. A volte bisogna fare la Svizzera.
Se si avvicina qualcuno per intervistarvi, scappate (per evitare il formarsi di assembramenti).

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Archivia Sorelle

Pedante, lei è meraviglioso e scrive divinamente. Speriamo crolli tutto e speriamo anche che nelle macerie rimanga uccisa solo la stupidità folle necrofila e demoniaca che ha guidato questo periodo, e i suoi esponenti spacconi. Non le nascondo che non capisco come questi possano ancora girare liberi senza essere presi d'assalto...
Il livello di arrendevolezza alla carneficina della massa, mi inquieta, ma come tutto in questa dimensione, non potrà durare per sempre. Grazie per le sue parole, e il suo sguardo limpido.

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Beppe

Magari la china verso lo schiavismo fosse circoscrivibile al pd...

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Aristide

Ragazzi, che vogliamo fare? C'è un millantatore che a reti unificate va minacciando la popolazione di TSO coatti. "Coso" sta alla sagra della salsiccia, dobbiamo fare da soli (purtroppo).
Qui le istruzioni:
link

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Butch Coolidge

Breve aggiunta per chi vota Piddì perché è "il partito della scienza e della salute"
Stress e no svago>attivazione dello SNAS e dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene>fly or fight>cortisolo>disattivazione del sistema immunitario
Sbaglio?

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Michele

Del sempre interessante scritto, mi tengo stretto il finale. I "segni di risveglio". Il collega che oggi, affetto da piddinitas prima manifesta ed ora solo latente, esprime concetti "negativisti" per me sorprendenti davanti ad un repentino calo dei tamponati positivi. Legato ad un diverso cut off in realtà, di cui ho avuto notizia proprio ieri pomeriggio: ma lui non poteva saperlo. Mi è venuto da chiedergli se gli avevo fatto io il lavaggio del cervello o se si era bruscamente ammalato. Mi ha risposto che "basta aprire gli occhi". Bene, se è capitato a lui, è possibile che si diffonda. Auguriamocelo, solo un'epidemia di buon senso, che superi il terrore della falsa pandemia, potrà farci girare pagina e non essere additati da non so quale generazione futura come idioti decerebrati. Ma tanto, tanto, tanto "in salute". Lo sapremo se qualche forza politica comincerà a prenderne atto. Vorrà dire che i sondaggi cominciano a dare un'inversione di tendenza. Non tutti sono a libro paga, sono convinto.

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disperato

Per chi si fosse perso l'intervista del dottor Montanari che fa un po' la summa della vicenda coronavirus affrontata con pensiero critico e dal punto di vista scientifico
link

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Rasoio di Servam

Scorrendo queste note mi sento veramente al punto in cui qualsiasi sprazzo di ottimismo sul futuro non solo è del tutto ipocrita e irragionevole ma è anche indice di profonda depravazione morale senza ritorno.

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Mario M

"È perciò anche un momento di risveglio."
L'avvocato Lillo Massimiliano Musso oggi rappresenta la punta avanzata di questo risveglio. Il manifesto del suo movimento, Forza del Popolo, può essere la base filosofico-politica di un nuovo ordinamento governativo.

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