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Pandemia di legge


Questo articolo è apparso in forma riadattata sul numero de La Verità del 15 novembre 2020. In quella sede, per un disguido redazionale, sono state pubblicate alcune elaborazioni numeriche provvisorie. Il testo che segue e le note esplicative rettificano e integrano quanto pubblicato sulla versione a stampa.

Occupandomi mesi fa su queste pagine di «lockdown», osservavo che nessun problema vero o presunto, semplice o difficile, sanitario o non sanitario, individuale o collettivo, può risolversi privandosi delle risorse necessarie alla sua soluzione. Rimarcavo allora, tra le altre cose, che per proteggere una comunità a rischio occorre mettere chi non è a rischio nella condizione di rendere effettiva quella tutela. Il caso di oggi non smentisce la regola e anzi la conferma a corollario di una più ampia legge naturale: se i più fragili sono esposti a un certo pericolo, la popolazione restante è chiamata ad attivarsi affinché godano di cure, protezione, reddito, supporto fisico e morale. Non a disattivarsi come predica la logica del «lockdown», che nel minare la capacità produttiva e la serenità di chi dovrebbe farsi carico dei vulnerabili, estende la vulnerabilità a tutti, moltiplica la quantità e la qualità del pericolo e rende impossibile la reazione.

Dopo avere scritto queste cose tutto sommato scontate, constatavo che la consapevolezza della contraddizione era ben più estesa di quanto immaginassi. A parte i pochi «esperti» che riuscivano a portarla sugli schermi televisivi, sempre più persone misuravano la sproporzione tra i danni anche ufficialmente circoscritti del problema e quelli invece universali della sua «medicina». Con il ritorno delle chiusure autunnali, grandi folle occupavano le piazze italiane per rivendicare il diritto di vivere del proprio lavoro e contribuire così al benessere, e perciò anche alla salute, della propria comunità. Non si trattava di posizioni eretiche o - qualunque cosa significhi - «negazioniste», se è vero che il 9 ottobre uno degli inviati speciali dell’OMS per l'emergenza Covid-19, David Nabarro, dichiarava in un videocast della rivista Spectator che

noi dell'OMS non invochiamo i lockdown come mezzo principale per controllare questo virus. L'unica situazione in cui riteniamo che un lockdown sia giustificato è quella in cui si deve guadagnare tempo per riorganizzarsi [...] ma, in generale, non lo raccomandiamo. [...] Guardate ciò che sta accadendo ai livelli di povertà. Entro il prossimo anno la povertà nel mondo potrebbe raddoppiare. [...] È una catastrofe globale terribile e spaventosa, quindi ci appelliamo con forza ai leader mondiali: smettete di utilizzare i lockdown come principale metodo di controllo. Sviluppate sistemi migliori per farlo. Lavorate assieme, imparate l'uno dall'altro, ma ricordate: i lockdown hanno una sola conseguenza, che non dovete assolutamente trascurare, che è quella di rendere le persone povere terribilmente più povere.

Lì il dott. Nabarro non citava nemmeno la malattia Covid-19, «una malattia normale» (così il dott. Roberto Bernabei, membro del CTS del Governo) che colpendo in modo grave quasi solo persone in età non più lavorativa non potrebbe neanche avvicinarsi all'obiettivo monstre di raddoppiare la povertà nel mondo. La «catastrofe globale terribile e spaventosa» era invece quella del suo presunto rimedio, già annunciata in aprile dal Programma alimentare mondiale dell'ONU, secondo il quale le centinaia di milioni di persone afflitte dalla fame sarebbero raddoppiate a causa dei «lockdown», e patita in modo esemplare anche da una nazione sviluppata come l'Argentina, ridotta in miseria dopo otto mesi di ininterrotta chiusura e ciò nondimeno... di ininterrotta crescita dei contagi.

Dei tanti modi in cui i «lockdown» erodono gratuitamente la salute di tutti, quello economico è solo il più evidente. Con la disoccupazione, i fallimenti, l'impoverimento e la precarietà non si deteriora solo il benessere fisico e psichico dei singoli, ma anche la ricchezza erariale di tutti e quindi la possibilità di godere di servizi pubblici anche sanitari, il cui «affanno» presente non potrà dunque che aggravarsi per la carenza di risorse fiscali da destinare a personale, macchinari, farmaci e strutture. A questa parte emersa del problema deve aggiungersi quella più profonda del disagio cagionato dall'incertezza del futuro, della paura delle sanzioni, della reclusione in casa (che, avverte lo stesso Bernabei, «ammazza come il virus»), dell'isolamento dei più fragili e del timore di sottoporsi a prestazioni sanitarie anche per malattie ben più letali come quelle oncologiche, i cui screening sarebbero già calati di quasi un milione e mezzo di unità nella prima metà dell'anno. Manca poi la parte più preoccupante perché di lungo effetto, quella a carico di bambini e ragazzi, che senza dover temere la nuova malattia ne trangugiano più di chiunque altro il preteso farmaco: con la segregazione, la separazione dai coetanei, la mancata attività fisica all'aperto, l'indebolimento delle figure genitoriali, lo scadimento dell'istruzione e l'abbandono scolastico, l'alienazione della didattica a distanza e la dipendenza informatica. Le ferite inflitte ai più giovani si cronicizzano e si trasmettono alle generazioni future. In un’indagine condotta la scorsa primavera dall’ospedale pediatrico Gaslini sono state riscontrate «problematiche comportamentali e sintomi di regressione» in circa 2 minori su 3, mentre la malattia che dovrebbe giustificare questa sofferenza ne ha sinora colpiti in modo sintomatico pochi su 1000.[1]

Adottando qualsiasi definizione di salute, non c'è dubbio che il «lockdown» sia oggi in sé un agente patogeno di portata pandemica in grado di produrre un vasto spettro di sindromi e complicanze, anche fatali. Sarebbe perciò urgente condurre studi epidemiologici sul suo impatto nelle popolazioni coinvolte, come si è già fatto in passato trattando gli effetti dell'austerità fiscale. Nelle more di siffatte indagini, si possono utilizzare le esperienze e i dati disponibili per abbozzare un confronto tra il patogeno «lockdown» (L) e quello virale (C) di cui L vorrebbe essere l'antidoto.[2] In quanto a morbosità, C produce sintomi in meno dell'1% della popolazione italiana[3] e dall'inizio dell'epidemia ne ha colpito in modo severo o critico lo 0,1%,[4] mentre L sta colpendo tutti (100%). In quanto a patogenicità e letalità, C può scatenare una malattia respiratoria da lieve (36,5% dei casi) a grave (5,8%)[5] e non provoca la morte nel 97,8% dei contagiati con meno di 80 anni (99,1% in quelli con meno di 70),[6] mentre ad oggi sono stati confermati 174 casi di deceduti (lo 0,02% dei contagiati o, proiettati sui decessi totali, lo 0,13%) che non avevano già in corso patologie croniche o gravi.[7] L può innescare uno o più stati patologici invalidanti collegati alla privazione materiale, sociale e affettiva, alla sedentarietà, allo stress, ai conflitti e al limitato accesso ai servizi socio-sanitari, la cui potenziale letalità è documentata, ma non ancora quantificata nel caso. Inoltre, C uccide individui di età media pari all'aspettativa di vita nazionale («fucila i vecchi», cit. Bernabei), mentre L minaccia la vita in ogni fascia anagrafica, avendo ad oggi fatto triplicare la mortalità tra gli infartuati e i neonati e promettendo domani di fare dei decessi per tumore «la prossima pandemia». Infine, in quanto a impatto sociale, C impone maggiori cautele verso le fasce sensibili (terza e quarta età, immunodepressi, malati cronici ecc.) specialmente nelle zone più a rischio e un potenziamento dei servizi sanitari dedicati, mentre L reclama la chiusura di scuole, università, teatri, parchi, impianti sportivi ed esercizi commerciali, la repressione di alcuni diritti costituzionalmente ordinati, solitudine, disagi in tutta popolazione e una recessione economica di molti punti percentuali.

Gli indicatori epidemiologici disponibili e approssimabili per ordine di grandezza suggeriscono che il rischio sanitario rappresentato da L supera nettamente quello di C, sia per la numerosità e severità delle patologie collegate, sia per l'universalità dei soggetti che le esprimono, singolarmente o in comorbidità. Per questi motivi, pur restando da verificare la maggiore letalità dei suoi singoli effetti, è plausibile se non proprio certo – stando ai riportati allarmi degli esperti sanitari e internazionali - che esso sia destinato a esprimere una mortalità globalmente molto più elevata. Va perciò accettata l'ipotesi che le sindromi da «lockdown» rappresentino l'evento patologico nuovo più importante, ancorché negletto, che minaccia oggi il benessere e la vita delle popolazioni del mondo. Che, in breve, la prima epidemia di cui occorre preoccuparsi sia quella diffusa dalla pratica dei «lockdown», tanto più incomprensibile non solo in quanto sembra piuttosto lontana dal mantenere gli effetti contenitivi che promette,[8] ma più ancora perché prodotta - questa volta per davvero, senza immaginare complotti - in laboratorio, disegnata ad arte dagli uomini, codificata minuziosamente nelle leggi e inflitta ai cittadini con la forza pubblica, affinché non si attivino gli anticorpi del lavoro, della socialità e della critica. Invece di fermarla, l’epidemia artificiale così allestita ha surclassato la sua antagonista naturale in ogni dimensione possibile e se ne è fatta scudo per aggiungere al danno contenibile e contenuto del virus l’incontenibile danno della propria furia, e infilare l’umanità in un circolo di distruzione che la natura, da sola, non avrebbe mai potuto realizzare.

  1. Cfr. P. Poletti et al., Probability of symptoms and critical disease after SARS-CoV-2 infection e nota 2, fonte 2), pag. 21. Su un campione di 304 soggetti positivi tra 0 e 19 anni, il 18,09% ha riportato sintomi. I sintomatici cumulati nella fascia d'età sarebbero quindi (18,09% * casi) = (18,09%*102.419) = 18.528, che rappresentano sulla popolazione 0-19 anni il (18.528/10.720.000) = 1,73‰.

  2. I dati riportati nel seguito sono tratti dalle pagine web dell'Istituto Superiore di Sanità consultate in data 15 novembre 2020: 1) infografica Dati della Sorveglianza integrata COVID-19 in Italia. Dati cumulativi; 2) report Epidemia COVID-19. Aggiornamento nazionale 7 novembre 2020 –ore 11:00; 3) infografica Caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia. Dati al 11 novembre 2020. È bene ricordare che i numeri assoluti degli asintomatici sono certamente sottostimati (più difficilmente quelli dei sintomatici, soprattutto se gravi).

  3. Cfr. nota 2, fonte 2), pag. 22. I contagiati sintomatici sono (pauci + lievi + severi + critici) = 46.110 + 94.295 + 19.261 + 3.125 = 162.791, su un campione analizzato di 384.531 contagiati (74,6% dei 515.522 casi confermati). La stima per proiezione risulta come (sintomatici/74,6%) / (popolazione italiana) = (218.246/60.360.000) = 0,36%.

  4. Cfr. nota 3. L'incidenza dei casi severi e critici (19.261 + 3.125) sul campione ad oggi analizzato (384.531) è del 5,82%. La proiezione sui casi totali dall'inizio (1.070.524), pari a (1.070.524 * 5,82%) = 62.322, ammonta al (62.322 / 60.360.000) = 0,10% della popolazione.

  5. Cfr. nota 3. Lievi = (pauci + lievi) / (casi confermati) = (46.110 + 94.295)/384.531. Gravi = (severi + critici) / (casi confermati) = (19.261 + 3.125)/384.531.

  6. Cfr. nota 2, fonte 2), pag. 21. La non letalità è (1 - letalità).

  7. Cfr. nota 2, fonte 3), su un totale di 1.070.524 casi dall'inizio. Le cartelle cliniche sinora analizzate sono 5.234 (il 12,85%). La proiezione dei deceduti senza altre patologie ammonterebbe a (174/12,85%) = 1.354 unità.

  8. Il caso unico in Europa del governo svedese, che ha scelto di non istituire «lockdown», è stato spesso criticato in quanto non ha conseguito l'obiettivo auspicato da alcuni di rendere immune la popolazione. Il fatto che la Svezia si collochi ciò nondimeno nella media europea per incidenza dei contagi dovrebbe però bastare per mettere seriamente in discussione l'efficacia profilattica delle chiusure. All'opposto, la citata Argentina è il paese che ha praticato il «lockdown» più di tutti e più a lungo di tutti e, insieme, il quarto al mondo per incidenza di decessi e settimo per incidenza di casi. Gli autori del più ampio studio globale finora condotto sul tema, pubblicato sulla rivista Lancet nell'agosto di quest'anno, hanno concluso che «le rapide chiusure dei confini, i lockdown totali e i test di massa nonsono correlati al tasso di mortalità per Covid-19» (per altre ricerche sulla mancata correlazione tra chiusure e incidenza di morti e contagi, cfr. qui e qui).


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Luigi

A chi giova questa gestione della pandemia ?

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disperato

Segnalo sul nuovo vaccino a RNA link

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disperato

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malos mannaja

dimenticavo… una nota sulla Svezia. in Svezia la densità abitativa è di circa 20 abitanti per chilometro quadrato, in Italia è di circa 200 abitanti per chilometro quadrato… come dire: senza far nulla in Svezia *agisce* un distanziamento sociale 10 volte maggiore che in Italia. vieppiù, come se non bastasse “Sweden has one of the highest numbers of COVID-19 deaths per inhabitant globally” e, rispetto al 2019, l’aspettativa di vita all’età di 50 anni è calata di 1,5 anni a Stoccolma (che infatti è una delle pochissime zone ad alta densità abitativa) mentre per il resto della Svezia “life expectancy at age 50 declined by less than 1 year” (Modig et al., Eur J Public Health, 2020 Nov 10).
potrebbe trattarsi dunque d'un preclaro esempio di “facciamocome” ad usum delphini?
un abbraccio e buona notte
malos

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↪ Mario M

Gentile @malos mannaja,
la densità abitativa non è un dato valido per questo genere di analisi. Generalmente la popolazione di quasi tutte le nazioni è concentrata nelle città.

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↪ Ammi

Gentile @malos mannaja, ho letto con interesse il suo commento che presenta molti spunti interessanti e commenti circostanziati e, a quanto pare, frutto di esperienza sul campo.
Mi permetto però di chiosare alcune sue affermazioni.
Non ha visto mai gente o colleghi morire di influenza, ma a parte il fatto che veramente pochissimo credono che la pericolosità del Covid sia pari a normale influenza (nemmeno la vituperata Gismondo), non credo avesse mai avuto modo in vita sua di combattere contro una malattia contro la quale tutte le istituzioni sanitarie a lei superiori suggerivano rimedi così errati ed esattamente contrari a quelli da attuare (disincentivo alle autopsie, ricovero dei malati nelle RSA senza nessuna precauzione, consiglio di rimanere in casa senza farsi visitare anche per 15 giorni unicamente sotto tachipirina, disincentivo all'uso delle mascherine). Devo smettere poi di credere anche ad alcuni medici, specie di base, che riscontrano una bassissima letalità nei loro pazienti se curati con i tradizionali metodi adottati per le malattie respiratorie e che sono improvvisamente cambiati per questa singola e strana malattia che non sembra avere alcun sintomo specifico? (dott. Cavanna, dott. Szumski, dott.ssanMaria Grazia Dondini, dott. Leopoldo Salmaso).
La smetto perché se no divento prolisso.
Chiudo solo con tre dati di tre densità di popolazione:
Stoccolma: 5 129,47 ab./km²
Oslo: 1 483,41 ab./km²
Bergamo: 3 000,92 ab./km²

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malos mannaja

gentile @il Pedante
mi duole rilevar che pure qui, ove di norma è d’uso andare “oltre”, si guardi al dito ch’indica la luna. concordo: ripetere ovvietà in contesti menzogneri è un atto rivoluzionario, ma soffermarsi solo sul loc-daun fa il gioco dei padroni del discorso. vieppiù, financo Conte è in grado d’intelligere la deleteria essenza del suddetto “locco" per il PIL, ergo l’auspicio è quello d’adoprar in guisa più sagace le poltiglie grigie.
da medico, qual sono e fui, so bene che talvolta la salvezza del malato impone d’amputare l’arto gangrenoso e parimenti so che niuno reputa siffatta extrema ratio come primaria soluzione. preclaro allor m’appar che il “locco” sia *l’ultima spes* cui ci s’aggrappa dopo ch’abbiam gigioneggiato per parecchi mesi in vece di curare la ferita infetta (come fin troppo banalmente afferma l’OMS).
ma disponiamo d’una… macchina del tempo? abbiamo idea di ciò che accade tutti i giorni nei PS e dentro gli ospedali? si può correggere - a ritroso - gli ahinoi marchiani errori di gestione e tracciamento dei contagi già avvenuti? se vuol citare esempi di gestioni alternative dell’epidemia, sempre amatissimo Pedante, non alla Svezia guardi, ma alla Corea del Sud (assai più simile al nostrano Bel Paese): nessun loc-daun, ma tracciamento capillare/poliziesco dei contagi. i bravi coreani avevano all’incirca 10.000 contagiati a inizio marzo (al par d’italica nazione) pur tuttavia ne contano a tutt’oggi 30.000 (e 500 morti) contro l’odierna milionata e quasi mezzo di contagi dell’Italia (e ben 49.000 morti).
però non divaghiamo: torniamo al dito indicator et alla luna. dicevo del loc-daun-falso-problema. qual è il problema, or dunque? è quello che sebbene esista una Costituzione (legge fondante dello stato) invece di obbedire ai suoi dettami ragioniamo (o meglio, “siamo ragionati”, nel senso che financo la cultura antagonista segue passiva l’alveo tracciato dai padroni del discorso) per TINA liberisti. in nuce, “siamo ragionati” ad accettare, qual dato inconfutabile, che prima vengano il mercato e gli economicismi, e dopo noi (qual carne da cannone).
perché il loc-daun (che è extrema ratio et cetera) è tanto deleterio per l’italico paese? perché in Italia (e in mezza Europa) lo stato non ha più sovranità di battere moneta, id est, può solamente *fingere* (penosa messinscena) di far politica e di programmare lo sviluppo, venendo meno al suo dovere di difendere lavoratori, anziani et ammalati (e tutti i cittadini in senso lato). da sempre nella storia umana (e nell’economia) le grandi crisi planetarie disvelano la verità tangibile che smonta i TINA (si veda la “rivelazione” che la BCE non può fallire e che volendo *crea dal nulla* tutto il denaro che le serve link) mettendo in luce le storture del sistema. ohibò! guardate! il re capitalista finanziario, il dio mercato liberista è nudo! ebbene, è proprio nel bel mezzo d’una crisi planetaria che sono indispensabili interventi *ingenti* dello stato per tutelar lavoratori, persone fragili e/o malate, e cittadini tutti, ma tal salvifico intervento è in pratica impossibile nel paradiso euroide. di più, la situazione di emergenza svela le condizioni disastrose del sistema sanitario ex-nazionale minato da un decennio e più d’austerità euro-imposta e da trent’anni di mancata pianificazione (notiamo adesso la mancanza di infermieri e medici… il numero chiuso a medicina, mmmm, cos’era? il 1989 credo)…
no, no davvero: l’assassino non è il “locco”, e Lei, sempre amatissimo Pedante, non mi si presti a fare il verso dell’al-locco. il loc-daun è sì un rimedio estremo, ma dall’impatto socioeconomico accettabile in un’Italia dove i diritti fondanti della Costituzione siano garantiti da uno stato in grado di svolgere i suoi compiti in tempi di crisi.
che tristezza… millenni di civiltà e di conquiste sociali per ridurci a rivendicare la libertà di far morire lo zio Tito e il nonno Nanni per salvare il lavoro di Pinuccio e Carletto. io *pretendo* - perché così prevede la Costituzione - di salvare tutti e quattro. l’idea di lasciar correre l’epidemia/l’economia e di puntare sull’immunità di gregge, laddove l’utile s’appaia al dilettevole e SARS-CoV-2 ci libera dalle onerose zavorre improduttive (facendo fuori pensionati, diabetici, ipertesi, obesi, cardiopatici et similia, così che avremo meno pensioni da pagare e meno spesa sanitaria) è lievemente ributtante, eh, davvero roba… da pulizia *etnicapitalista* (o da EUgenetica nazista).
“ma che importa! me ne frego! il COVID-19 non è un mio problema” - gridano gli Übermenschen sani e produttivi - “si fottano gli anziani e gli italiani con patologie di qualsivoglia età: in fondo - numeri alla mano - sono soltanto quattro gatti, venti milioni o poco più, appena un terzo del paese!”
dr Simone Sbrenna MD, PhD
ps: com’è evidente COVID-19 non è una “malattia normale” o banale (nessun’altra malattia nei miei 25 anni di lavoro ha mai messo in crisi i pronto soccorso, saturato le terapie intensive e i letti d’ospedale, ucciso centinaia di colleghi… tanto per fare un rapido confronto, in 25 anni di lavoro non avevo mai dovuto ricoverare né intubare né veder morire manco un mio paziente per influenza). ciò che non riesce a comprendere chi non è medico in prima linea, è che una patologia con un R0 superiore a 3 che conta un 5,82% (ma anche solo un 1%) di pazienti severi e critici, qualora sfugga al controllo (tracciamenti e tamponi insufficienti) innesca l’ospedalizzazione di decine di migliaia di malati in breve tempo, mettendo in ginocchio qualsiasi sistema sanitario (e soprattutto il nostro, già agonizzante per tagli e carenze) con annessa impennata della mortalità (Olivieri et al., Int J Infect Dis, 2020 Oct 29)
circa l’articolo di Lancet, citarlo per avvalorare la tesi d’una totale inefficacia dei loc-daun senza riportare i limiti dello studio è un tantinello strumentale. infatti in coda all’articolo, gli stessi autori ammettono che: “There are important limitations with our data, including the fact that at or prior to May 1, 2020, many countries included in our dataset were not yet in the plateau or downslope phase of their individual epidemiologic curves, with border restrictions having been introduced only very recently. In the context of COVID-19, it is thought that public health interventions typically require from 2 to 3 weeks to affect outcomes, hence the impact of widespread border restrictions may not have yet been detected in our dataset”.
orpolà! difatti, un altro studio, sempre su Lancet, parlando del loc-daun in Francia dice: “Lockdown therefore appears to have been successful not only in alleviating the burden on the intensive care units of the two most severely affected regions of France, but also in preventing uncontrolled epidemics in other regions. These simple observations support results from other studies which have estimated the impact of lockdown on SARS-CoV-2 spread to be strong. 2, 3, 4, 5. Enforcement of public health and social measures in combination with important testing, tracing, and isolating capacities will be critical in case of an epidemic rebound to avoid re-introducing a lockdown - a situation for which the economic cost and broader impact on society are considerable” (Cauchemez et al., Lancet. 2020 Sep 29).
sperando inoltre di farLe cosa gradita, aggiungo pure che, come riporta quest’altro interessante studio, il loc-daun più efficace non è quello più lungo o più rigido/stringente, ma quello più pronto/veloce nell’essere posto in atto. “Previous studies used complex epidemiological models to quantify the effect of lockdown policies on infection rates. However, these rely on prior assumptions or on official regulations. Here, we use country-specific reports of daily mobility from people cellular usage to model social distancing. Our data-driven model enabled the extraction of lockdown characteristics which were crossed with observed mortality rates to show that: (i) the time at which social distancing was initiated is highly correlated with the number of deaths, r2 = 0.64, while the lockdown strictness or its duration is not as informative; (ii) a delay of 7.49 days in initiating social distancing would double the number of deaths; and (iii) the immediate response has a prolonged effect on COVID-19 death toll” (Loewenthal et al., EMBO Mol Med, 2020 Oct 19).
e “qui mi smetto” solo perché, per dirla con zio Bradbury, rischio di fare “molto dopo mezzanotte” e domattina son di nuovo in trincea.
con rinnovato affetto, al mio Pedante preferito
(e chiedo venia per l’esser stato assai prolisso)
malos

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↪ disperato

Gentile @malos mannaja, i pazienti covid19 muoiono per tromboebolia polmonare, dunque se Lei li ha intubati nella migliore delle ipotesi ha fatto un'operazione inutile e non li ha curati bene e forse sono morti per questo. Se ci sono dei trombi bisogna sciogliere i trombi e non pompare aria.
Poi mi permetto: ma Lei ha rinunciato al suo stipendio quest'anno? Se si ok, altrimenti mettersi a fare la morale contro quelli che non hanno più da mangiare è davvero fuori luogo.
Infine Lei mi parla di un numero enorme di morti.
Mi sa dire quanti medici sono morti in più quest'anno rispetto all'anno scorso? (io non lo so ma considerando che ci sono circa 400000 medici in questo paese è lecito aspettarsi circa 4000 morti all'anno, quest'anno quanti in più?)
E quanti italiani sono morti in più quest'anno rispetto all'anno scorso? (ogni giorno l'anno scorso morivano 1800 persone, 650000 annue, quest'anno com'è?)
Perché a me pare che i numeri di quest'anno siano sostanzialmente sovrapponibili a quelli dello scorso anno.
Attendo con ansia la sua smentita così posso imparare qualcosa.
Inoltre dovrebbe anche dimostrarmi che le vite salvate grazie al lockdown sono superiori in numero alle vite uccise (per suicidio, fame, tumori non curati...) dal lockdown (come vede non faccio distinzioni per età, stato di salute, professione... ogni vita umana ai miei occhi vale come un'altra). E tenga presente che gli effetti distruttivi del lockdown stiamo appena incominciando a vederli, e ce li trascineremo per molti anni a venire.
Aggiungo che i tamponi non hanno alcuna attendibilità diagnostica, come il suo inventore, il nobel per la chimica Kary Mullis ha sin dall'inizio precisato, mentre concordo con Lei che gran parte del problema covid19 sta nell'aver tagliato posti letto negli ospedali, cioè nell'aver aderito all'unione europea e all'euro.

Rispondi

↪ Il Pedante

Gentile Lettore, questo Suo lungo e documentato commento, dove si ripropongono in modo più strutturato alcune obiezioni già mosse da altri interlocutori, merita una risposta. I problemi che vedo qui sono (almeno) due: uno di metodo e (almeno) uno di merito.
In quanto al metodo, ciò che denuncio nell'articolo è ciò che sta accadendo, *non* ciò che immagino potrebbe accadere in altri mondi e con altre premesse. Ciò che sta accadendo è che le politiche adottate (*non* quelle adottabili) di lockdown rappresentano un evento patogeno di molti ordini più grave di quello che si desidera (con scarso successo) contenere. Le condizioni di politica economica che Ella rileva sono parte certo aggravante, ma integrante della realtà che denuncio ed espressione della stessa progettualità e volontà politica che la promuove, nonché degli stessi decisori. Non ho motivo e non vedo motivi per scomporre il progetto e accodarmi al Suo ragionamento, che cioè il lockdown (che esiste) vada difeso in quanto un altro lockdown (che non esiste) è possibile. Se segue questo blog, riconoscerà in questa fallacia un caso lampante di questismo (link), dove cioè "la variante deplorata è la sola e unica attestata nella realtà. Non ne esistono altre. C'è solo, appunto, questa". Metaforicamente, non posso gettare in acqua una persona e giustificarmi dicendo che non sarebbe affogata se avesse saputo nuotare. Secondo legge e secondo logica, sarei colpevole di omicidio. Il lockdown oggi è questo. Se domani se ne istituisse un altro, mi impegno con Lei a rivedere i miei giudizi.
In quanto al merito, osservo purtroppo che le giuste battaglie contro la deflazione e la carestia monetaria condotte da economisti che stimo hanno coltivato in qualcuno l'estremo opposto di un pensiero magico dove l'iniezione di liquidità può sostituire la creazione di valore. Questo non accadrà MAI, è anzi il rovesciamento della realtà. Il denaro può sì liberare un potenziale produttivo, ma se quel potenziale è assente o artificialmente represso per legge, è carta straccia. Una deflazione demente non può risolversi con una altrettanto demente inflazione. Se invece riflettesse sulla solida continuità tra la distruzione di capacità produttiva avviata ieri con l'avarizia monetaria e quella continuata oggi con il divieto diretto di produrre tramite la forza pubblica, coglierebbe ulteriormente l'improbabilità intrinseca di "un altro lockdown".
Più in generale, mi sembra che Lei non abbia la misura e l'idea - nonostante io abbia speso i miei migliori sforzi per chiarirmi - della tragedia economica, sociale, politica e sanitaria alimentata da queste politiche. Se ha letto bene, le persone affette dalla fame nel mondo (centinaia di milioni) stanno raddoppiando a causa delle chiusure. Non esiste controfattuale, non ne esistono proprio le basi, per immaginare che una diffusione di questo virus, fosse anche la più sciagurata e irresponsabile (che non auspico), possa mai avvicinarsi a un esito così apocalittico. E se pensa che tutto ciò sia scongiurabile stampando foglietti con un numero sopra, abbiamo un grosso problema. La stessa sproporzione può applicarsi ai citati danni inferti ai minori, che oltretutto poco o nulla hanno a che fare con le politiche economiche.
Mi felicito con Lei per il fatto che domani (cioè oggi) sarà "in trincea". Molti di noi non possono invece farlo e Le assicuro (come qualunque economista, di qualsiasi scuola, potrà confermarLe) che ciò avrà sicuri effetti sulla Sua possibilità di occupare quella trincea in futuro. Prendo inoltre atto della Sua esperienza sul campo, che però non ho motivo di anteporre a quella del direttore del reparto di geriatria del Gemelli.
In quanto infine all'utilità dei lockdown, che i problemi patiti dagli svedesi non siano più severi di quelli patiti da altre nazioni in lockdown anche rigidissimi, che in Argentina la densità di popolazione sia di 16/km2, che un massimo rappresentante dell'OMS per il Covid-19 sconsigli i lockdown, che sarebbero utili qualora tempestivi (e noi siamo al secondo dopo dieci mesi) ecc. mi sembrano tutti fatti degni di suscitare più di una perplessità.

Rispondi

↪ malos mannaja

Gent.mo @disperato,
qui sopra ha scritto: “Lei ha rinunciato al suo stipendio quest'anno? Se si ok, altrimenti mettersi a fare la morale contro quelli che non hanno più da mangiare è davvero fuori luogo.”
(e Peppe in un altro commento ha scritto: “Mi dispiace per i morti da covid, ma ho pietà anche per i vivi costretti al lockdown.”)
in cosa non siamo d’accordo? copio-incollo, poiché già esaustivi, due passaggi in proposito del mio precedente intervento.
“che tristezza… millenni di civiltà e di conquiste sociali per ridurci a rivendicare la libertà di far morire lo zio Tito e il nonno Nanni per salvare il lavoro di Pinuccio e Carletto. io *pretendo* - perché così prevede la Costituzione - di salvare tutti e quattro.”
“ebbene, è proprio nel bel mezzo d’una crisi planetaria che sono indispensabili interventi *ingenti* dello stato per tutelar lavoratori, persone fragili e/o malate, e cittadini tutti, ma tal salvifico intervento è in pratica impossibile nel paradiso euroide.”
“scelte obbligate” stile TINA e strategie divisive (il mio stipendio contro il tuo, io che pago le tasse contro loro che evadono) sono trappole mentali approntate dai padroni del discorso: non facciamoci fregare.
per ulteriori scambi d'idee circa sue altre affermazioni del tipo che i pazienti COVID muoiano solo “per tromboebolia polmonare”, o che “le vite (…) uccise dal lockdown sono superiori” o che “i tamponi non hanno alcuna attendibilità diagnostica” Le consiglio di cercare un altro interlocoture (che non sia medico): troverà maggior soddisfazione.
con affetto
malos

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↪ malos mannaja

Gent.mo @Il Pedante,
sòrgemi il dubbio che Lei non abbia ben compreso il mio pensiero o ch’io non abbia ben saputo esplicitarlo. d’altro canto, come sovente amo chiosar: “l’incomunicabilità muove il mondo”. ciò nondimeno, l’analogia tra locdàun e amputazione parévami più che eloquente.
più sopra ha scritto: “Non ho motivo e non vedo motivi per scomporre il progetto e accodarmi al Suo ragionamento, che cioè il lockdown (che esiste) vada difeso in quanto un altro lockdown (che non esiste) è possibile.”
questo Suo dire parmi condivisibile soltanto in certa parte, anche perché – mi duole ribadirlo – è gravido di TINA (per miei evidenti limiti non ho compreso appieno se Lei n'abbia contezza o meno, per cui Le chiedo ex ante venia se abuso del Suo tempo inutilmente). Vieppiù, s’innescano concrete implicazioni meritevoli di riflessione, ch’elencherò di seguito per punti: (1) la sua frase identifica *il* – articolo determinativo – locdàun siccome evento “tutto o nulla”, ovvero lo concepisce com’entità *una, unitaria, indivisibile e esistente, da sempre identica a se stessa* (mia nonna, saggia donna di campagna, diceva spesso: “figliolo, sta sempar ‘tenti dan butar brisa via al putin ‘nsiem cun l’aqua sporca” (l’ultima “o” ha la dieresi, n.d.r.); (2) diverse forme e gradi di locdàun già esistono, come dimostra ciò ch’avviene et è avvenuto nell’italica peninsula (ne abbiamo collaudati una manciata), nonché nel mondo (decine di declinazioni varie); (3) esistono e sono esistiti paesi con una banca centrale nazionale, simmentre altri v’hanno pel momento rinunciato; (4) i locdàun sono strumenti, e come tali non incarnano né il bene né il male (come le seghe elettriche, i martelli o i fucili), bensì sono più o meno utili/inutili/dannosi in contesti differenti.
sia i tipi di strumenti, che i modi ed i contesti in cui son stati o sono utilizzati configurano altrettante variabili del ragionamento. ragionare in termini di strumento e/o di contesto unico e immodificabile olezza di legittimismo storico e non s’affranca certo dall’assolutismo: un filosofo, uno scienziato o un intellettuale iper-pragmatico che affermi di basarsi solo sul presente (che esiste) e di prescindere da qualsivoglia orientamento ideologico, si colloca in realtà all’interno d’un pensiero che – volente o nolente – legittima lo status quo.
esiste un futuro presente? no? ma allora che si cessi di dannarci l’anima, se tanto non esiste…
in summa, non è *il* locdàun il mostro mitologico a più teste che ci ammorba l’esistenza, bensì la mano che lo impugna (il sistema economico-finanziario ordoliberista). ergo, dopo che tanto avrà penato per convincere i lettori che il nemico è lo strumento, mio amatissimo Pedante, appena quella mano brandirà dell’altro, dovrà ricominciar daccapo.
e aggiungo che (giocando con le sue parole): metaforicamente, non posso contagiare una persona e giustificarmi dicendo che non sarebbe finita in ospedale o morta se avesse saputo guarire (id est, se non fosse stata geneticamente predisposta o anziana o incinta o affetta da comorbidità assortite). secondo legge e secondo logica, sarei colpevole di epidemia dolosa (art. 438 c.p). il *liberi tutti* oggi è anche questo. se domani se ne proponesse un altro, mi impegno con Lei a rivedere i miei giudizi….
cordiali saluti, con immutata stima (sennò qui non sarei nell’unica giornata di riposo, di nuovo a notte fonda).
dr Simone Sbrenna MD, PhD
ps: l'altra metà della risposta è meno significativa, ma in breve, per non mancarLe di rispetto, aggiungo: (1) il “pensiero magico dove l'iniezione di liquidità può sostituire la creazione di valore” non è certo il mio, che invece auspica da sempre - prova provata d’efficacia - l’economia *mista* che fece la fortuna dell’italico popolo fino al Britannia; (2) il potenziale produttivo, in qualsiasi paese democratico, lo decide a tavolino il parlamento in base agli obiettivi stabiliti dai dettami costituzionali: lo stato *deve* crear lavoro intervenendo attivamente nell’economia, questo dice la nostra Carta e questo il parlamento deve fare (per contro, in niuna parte della Costituzione v’è accenno alcuno all’elicotter màni che Lei mi mette in bocca)... se diamo per scontato che lo stato sia mero maggiordom servente dei vincoli esterni e del mercato (“prima l’economia!”) e se financo Lei, il Pedante, si scaglia contro gli specchietti per le allodole, fottuti simus. Come possiam sperar che il popolo italiano e l’opinione pubblica consegua consapevolezza alcuna della posta in gioco quando financo in occasione d’una crisi che desnuda la putredine anti-costituzionale insita nell’ordoliberismo, invece di additare il re che è nudo e di pretendere che sia applicata la Costituzione, scendiamo in guerra contro locdàun e mascherine? (3) mi scrive che Le “sembra” ch'io non abbia “la misura e l'idea della tragedia economica, sociale, politica e sanitaria alimentata da queste politiche”, eh, e meno male che Le *sembra*, visto che quando ancora tutti qui dormivano, tra febbraio e inizio marzo, scrivevo che l’economia mondiale sarebbe andata “a picco lasciando prevedere un periodo di grande recessione globale in perfetto stile 1929” e che alla fine dell’anno l’Italia avrebbe registrato un “PIL negativo a due cifre”. Le ricordo che in quel periodo Lei scriveva “L’epidemia dello spettacolo”, ricorda? …vieppiù potrebbe essere d’aiuto consultare i dati Oxfam sulla ricchezza nel mondo o l’andamento dell’indice GINI? intendo, fino al locdàun, dagli anni settanta in poi, non era già in atto in tutto il mondo un’immensa redistribuzione delle ricchezze *verso l’alto* e un generale massiccio impoverimento del 90% della popolazione mondiale, Italia compresa? suvvia, il locdàun non è il vero problema e non esiste danno economico (come ci insegnano le grandi crisi della storia) che non possa essere gestito mediante l’intervento di uno stato sovrano; (4) mi fa piacere sapere che il “direttore del reparto di geriatria del Gemelli” le faccia dono confidenziale del suo sapere. non possiedo lo stesso titolo nobiliare (addirittura direttore!) né mai l’avrò, quindi fa certamente bene ad anteporre Lui… per contro, io sono soltanto un umile cerusicante della gleba che in barba ai suoi 50 e rotti anni studia ancora perché sa di non sapere. ergo, nel mio piccolo, non disponendo di primari amici che mi svelino le Verità, m’aggrappo a Pubmed, medRxiv e bioRxiv che generosi fino ad oggi m’hanno fornito, rispettivamente, 74002, 8921 e 2821 articoli scientifici su SARS-CoV-2.
con rinnovato affetto
malos

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↪ Il Pedante

Gentile dottore, torno a ripeterLe che io qui denuncio ciò che accade qui e ora, con tutti i suoi corollari e le sue premesse, non ciò che immaginano i miei lettori. Immaginare alternative resta comunque un esercizio valido e doveroso. Sicché mi sarei aspettato che Lei PRIMA si unisse alla mia denuncia (come infatti mi pare abbia anche fatto in passato) e POI procedesse a illustrare quella che, secondo i Suoi studi e la Sua esperienza, sarebbe la migliore soluzione per gestire la situazione. Viceversa ha mosso la Sua critica a me, come se stessi criticando la Sua soluzione e non invece i fatti... che Lei stesso deplora.
Il punto è che io vedo in queste politiche nominalmente sanitarie una continuità perfetta e con altri mezzi dello scempio macroeconomico che Lei giustamente denuncia. Prova non da poco ne è che i suoi fautori più convinti siano gli stessi, a tutti i livelli. Per Lei invece le due cose viaggiano separate. Nel merito, rilevo adesso che al 31 agosto di quest'anno 9 regioni su 20 e 41 province su 107 hanno registrato un decremento o un aumento inferiore all'1% della mortalità generale rispetto alla media dei cinque anni precedenti. A parità di chiusure. Il sospetto che Lei stia cercando di salvare la variabile sbagliata, insomma, viene.
P.S. La crisi del '29 è stata superata mandando la gente a lavorare anche quando non serviva, non impedendoglielo anche quando serviva.
P.P.S. L'art. 438 c.p. non c'entra nulla con ciò che ha scritto.

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↪ disperato

Gentile @malos mannaja, vedo con dispiacere che rifiuta di confrontarsi sui dati.
Certo i medici sono famosi per capire molto poco di statistica, tuttavia i dati sono così evidenti che potreste capirli anche voi.
La mascherina non serve per proteggersi dal covid ed è dannosa
link
Il lockdown è inutile per proteggersi dal covid
link
I tamponi non servono a scopo diagnostico ma solo di ricerca scientifica (come sostenuto dallo stesso inventore della PCR il nobel per la chimica Kary Mullis)
link
I vaccini sperimentali a mRNA sono pericolosissimi tanto che nessuno vuole farseli, neppure Crisanti e Galli, cioè i virologi di regime.
In quanto a Conte ha detto che lascerà la sua dose ai più bisognosi...
Il lockdown sta distruggendo la nostra economia
link
Cosa bisognerebbe fare dunque? Smetterla con la mascherina obbligatoria (chi è ipocondriaco continui a portarla ma chi no sia libero di respirare), smetterla con i tamponi totalmente inaffidabili, smetterla col distanziamento e RIPRENDERE A VIVERE.
In quanto ai vaccini, siano su base volontaria, dato che gli effetti collaterali sono assolutamente imprevedibili. Senza contare che c'è una brutta influenza e non la peste nera.

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↪ Ezio Maria Claudio luigi Bigliazzi

Gentile @disperato, Risposta secca e determinata, ma quale trincea? Questo cerusico si basa sui tamponi, altro che lockdown del paese, questo è il lockdown della medicina.

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↪ malos mannaja

gent.mo @il Pedante
you wrote: “ha mosso la Sua critica a me”
giammai mossi una critica verso di Lei (persona a me diletta et stimatissima). la mia sincera critica solo verteva su Sue certune assai recise affermazioni che m’apparivano bollare in toto et a priori uno strumento nonché imputargli dignità di causa prima (“motore immobile” d’aristotelica memoria). speravo cuore in mano d’esserLe d’aiuto. rinnovo le mie scuse, qualora non sia emerso claramente il mio rispetto.
you wrote: “rilevo adesso che al 31 agosto di quest'anno 9 regioni su 20 e 41 province su 107 (…)”
ho tema ch’obliare oltre la metà dei dati (55% delle regioni - 11 su 20 - e 62% delle province – 66 su 107) possa fornire una visione parcellare (non voglio scrivere capziosa) della vexata quaestio. e ciò in maggior ragione se consideriamo le disparità magnissime nell’incidenza dei contagi nelle diverse aree provinciali et regionali dell’italica nazione fino a Agosto. di certo, Bergamo, Pavia, Piacenza, Brescia et cetera non sono tra le “quarantun province attorno all’un percento”; di certo Lombardia, Trentino, Val D’Aosta, Emilia et cetera non sono tra le “nove regioni attorno all’un percento”. e tale linea di ragionamento non muta nianco a testa in giù, nell’emisfero australe: in Brasile, le Amazonas colpite estesamente dalla pandemia, registrano un eccesso di mortalità del 74%, mentre il Rio Grande do Sul, sfiorato dalla pandemia, registra un eccesso di mortalità del 2% (Carvalho et al., Diagn Microbiol Infect Dis. 2020 Oct 21). so what? se poi con il suo dire parcellare, voleva suggerire che a diverse gravità di pandemia è bene che rispondano dissimili misure di controllo o gradazioni regionali di locdàun (nei casi strettamente indispensabili a ridurre sotto controllo situazioni sfuggite di mano per gestioni scellerate della “pandemia che non esiste”, citofonare Lombardia per info)… beh, allora ok!
you wrote: “Il sospetto che Lei stia cercando di salvare la variabile sbagliata, insomma, viene.”
chissà che parimenti non La colga lo sospetto che io Le voglia bene (oppure qui di nuovo e certamente non sarei nel dì di festa). e quindi recoLe ulteriori spunti di pensiero in me evocati dalla “variabile sbagliata” (come potrà sbagliare una variabile mi chiedo… mmm, vabbè). ma dunque, in ogni caso, “sbagliate” o “giuste”, per ciò che mi riguarda le variabili m’aggradano tantissimo e a tutte accordo grande considerazione (mentre non amo invece le costanti). variabile “x” m’appare la tutela del tessuto produttivo e, ancor, variabile “y” m’appare la tutela della vita-salute. negare che sussista una minaccia per quest’ultima (nessun eccesso di mortalità, epidemia insignificante) semplifica di molto il Suo ragionamento - cosa piacevole - ma il nonno Nanni (preciso che non c’entra nulla lo stracchino) amava dire: “il piacere è un pessimo criterio di verità”. di più, financo il “locco” m’appare più un parametro, diciamo, “c” che un numero. equazione del ragionamento di malos: ax + by + c = 0; equazione del ragionamento del il Pedante: x -1 = 0 (da cui sorge spontanea la domanda: sovra-semplificare è conciliabile con la pedanteria?). cassare una variabile e puntare il dito contro il virus (o contro il lockdàun “agente patogeno di portata pandemica in grado di produrre un vasto spettro di sindromi e complicanze, anche fatali”) svia grandemente l’attenzione dalle contraddizioni e dall’instabilità insita nel capitalismo finanziario liberista *strutturato* per schiantarsi contro crisi cicliche. più che incarnare un "agente patogeno”, i locdàun sono *red flags* che additano i paesi dove si son rese necessarie misure estreme *perché* i sistemi sanitari nazionali sono ormai ridotti all’osso (Waitzkin, Int J Health Serv, 2020 Dec 9): mancanza di personale e di risorse, tagli alla prevenzione, mancanza di programmazione (eh… servirebbero personale e risorse!), tarde risposte all’emergenza, test insufficienti per isolare gli infetti e tracciare i contagi, sistemi sanitari sbilanciati a favore del privato et massacrati da tagli/austerità… cosa avran “portato a casa” i Suoi lettori in calce a questo articolo così mirato: che il locdàun è la causa d’ogni problema. questo è (era) il mio timore.
you wrote: “La crisi del '29 è stata superata mandando la gente a lavorare anche quando non serviva, non impedendoglielo anche quando serviva.”
scrissi il contrario in qualche dove? ri-copio-incollo a Suo favore lo mio pregresso contributo: “lo stato *deve* crear lavoro intervenendo attivamente nell’economia, questo dice la nostra Carta e questo il parlamento deve fare”.
you wrote: “P.P.S. L'art. 438 c.p. non c'entra nulla con ciò che ha scritto.”
beh, proprio *nulla* non direi, vieppiù per la complessità precipua del soggetto, vedasi link seguente: link
un abbraccio e un saluto ricolmo d’affetto
malos mannaja / dr Simone Sbrenna MD, PhD

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↪ malos mannaja

Gent.mo @disperato,
sperando di farLe cosa gradita, aggiungo qualche link che Le saran certo d'aiuto a far qualche chiarezza circa una materia che, come avrà compreso, è assai complessa.
link
link numresults:10 sort:publication-date direction:descending
link numresults:10 sort:publication-date direction:descending
con affetto, cordiali saluti
malos

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Peppe

Una signora mi ha posto la seguente domanda: "Se riapriamo e ci contagiamo tutti, dimmi cosa ce ne facciamo dell'economia?"
Ho provato a chiedere a questa signora: "Lei è preoccupata per la sua salute, o teme che la diffusione del virus aumenterebbe il carico di lavoro sul sistema sanitario?"
A chi è preoccupato per sé stesso, la mia risposta è la seguente.
Se temete di infettarvi, allora chiudetevi in casa ed evitate qualsiasi contatto umano.
Non deve passare l’idea aberrante secondo la quale: io ho paura del virus, quindi gli altri si devono chiudere in casa. Se avete voglia di rinchiudere qualcuno, allora rinchiudete voi stessi.
Se invece siete preoccupati del fatto che, l’aumento dei contagi incrementa il carico di lavoro sul sistema sanitario, allora la risposta è che bisogna investire: nella sanità, aumentando i posti letto negli ospedali; nella ricerca, per migliorare le cure contro il virus.
Il lockdown va utilizzato come soluzione temporanea, per prendere tempo per riorganizzarsi, ma non deve diventare il mezzo principale da riproporre ciclicamente per affrontare un problema.
Dite sia il caso di potenziare la sanità e la ricerca fornendogli risorse, oppure andiamo avanti a colpi di lockdown da riproporre all'infinito?
Mi dispiace per i morti da covid, ma ho pietà anche per i vivi costretti al lockdown.

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Ammi

Scusate ma sto diventando matto da giorni. Ho seguito il link suggerito dal Il Pedante su Nature (nota 8).
La citazione da lui riportata è corretta ma ricopiando anche poche frasi precedenti si ha questo:
"In our study, an increasing number of days to border closures was associated with a higher caseload, and more restrictive public health measures (such as a full lockdown compared to partial or curfew only measures) were associated with an increase in the number of recovered cases per million population. These findings suggest that more restrictive public health practices may indeed be associated with less transmission and better outcomes. However, in our analysis, full lockdowns and wide-spread COVID-19 testing were not associated with reductions in the number of critical cases or overall mortality."
Ora, mi sento veramente stupido, ma io capisco che: più chiudi i confini, più aumentano i casi. Più fai lockdown più la gente guarisce, quindi se fai misure restrittive, diminuisci la trasmissione e hai migliori risultati, ma contemporaneamente non ottieni una riduzione dei casi critici e riduzione della mortalità.
Ma come diavolo è possibile, dico io?

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↪ Ex Apprezzante

Gentile @Ammi, Si chiama cherry picking, ovvero scegliere le informazioni funzionali a sostenere la nostra tesi e scartare le altre. Veda lei se è corretto, ma è una pratica diffusissima fra i negazionisti.

Rispondi

↪ Il Pedante

Gentile @Ammi, si tratta di due indicatori diversi: da un lato il tasso di mortalità (non associato ai lockdown), dall'altro il tasso di guarigione (associato ai lockdown, gli Autori ipotizzano perché "may lessen the peak of transmission, and thus prevent health system overcapacity, which would facilitate increased recovery rates").

Rispondi

↪ Il Pedante

Gentile @Ex Apprezzante, questa Sua risposta dimostra oltre ogni già flebile dubbio che Lei qui non è interessato a contribuire alla migliore comprensione dei temi trattati, ad esempio in questo caso spiegando al lettore ciò che io stesso ho provveduto a puntualizzare dopo avere riletto lo studio. Giacché resta solo l'opzione di una Sua gratuita volontà di screditare pubblicamente il sottoscritto, Le comunico che Lei non è più gradito su questo blog.

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↪ Ammi

Gentile @Il Pedante, la ringrazio per la risposta. La prosa dell'articolo di Lancet a mio avviso è contorta e spinge a creare fumo. Quindi dice sì a restrizioni, ma no fino al lockdown. Grazie ancora e la seguo sempre anche nel cartaceo.

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Alceste

Dedico al Pedante la domanda 13
link

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disperato

L'ing. Carlo Negri spiega la situazione dell'Italia link

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Kuma

Chiedo scusa per eventuali errori o periodi confusi.
Ho avuto un piccolo ictus, ma spero di riprendermi presto (però non faccio polica!).

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Kuma

È la fase finale del programma avviato con l'UE. Smantellare le Nazioni, allontanare il popolo dalle "stanza dei bottoni", annichilire il potere politico derivante da elezioni.E così, mentre organi sovranazionali, scevri da qualunque responsabilità dettano le regole, i pagliaccetti dei Governi Nazionali ubbidiscono. Per paura, per irresponsabilità, per incapacità, perché non più avvezzi a decisioni e terrorizzati dalle responsabilità." Mai sprecare una buona crisi" ... e questa forse non lo è? Abbattimento finale della classe media, e fine della farsa democratica (già terminata da un pezzo). Ma dico, non è magnifico per gli azionisti delle Big Pharma, introdurre un vaccino obbligatorio e universale, che va ripetuto ogni 3 mesi? C'è un modo migliore per garantire un flusso costante dalle tasche dei cittadini alle loro? C'è un modo migliore del lockdown, per ottenere la scomparsa delle attività autosufficienti? Nessuno Stato potrà legiferare autonomamente per introdurre che so, una tassa "Covid" straordinaria sulle GAFA, che vedono lievitare gli utili grazie ai lockdown. Ora aspetta e spera! che si mettano d'accordo e poi convincano la Commissionen! Gli Stati erano l'ostacolo e l'ostacolo non c'è più. Ora fine dell'istruzione libera (che tanto ibera non era più) e della sanità universale gratuita.
"Qui si collega l'altro problema ... delle garanzie contro il ritorno della tirannide,contro il ritorno del sopraffattore degli elementi più avidi della società capitalistica,perché se si lascerà ad essi libero giuoco, arriveranno inevitabilmente ad avere nelle loro mani una massa tale di mezzi economiciper cui domineranno di nuovo il nostro Paese". E oggi, ben oltre.Questo diceva Palmiro Togliatti, al tempo in cui era chiaro che lo Stato fosse il bastione del popolo contro i soprusi del Potere.I pagliacci che abbiamo al Governo, non sanno in che secolo collocare a rivoluzione francese, come pretendiamo che capiscono i pericoli del presente?È per questo che sono lì, per Intrattenerci ai talk show e fare sì con la testina a chiunque li allievi da responsabilità.

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Piero

Pienamente d'accordo sui princìpi.
Tuttavia, per... pedanteria ma non troppo, i 174 deceduti senza patologie pregresse sono parte di un campione di 5234 deceduti dei quali l'ISS ha potuto consultare la cartella clinica. Dunque l'incidenza corretta è 3,3% e non 0,02%.
Ciò è chiaramente scritto nel sito ISS, quindi trovo grave l'errore al di là dell'importanza concreta di quella cifra.

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↪ Il Pedante

Gentile lettore, che cosa non Le è chiaro di "0,02% dei contagiati"?

Rispondi

↪ Piero

Gentile @Il Pedante, veramente a me è chiarissimo: dire "0,02% dei contagiati", magari utilizzando il totale dei contagiati quando la statistica è relativa a un campione ben più ridotto, è un FALSO dal punto di vista logico.
Mi creda, avrebbe fatto miglior figura ad ammettere una svista piuttosto che tentare di difendere l'indifendibile.

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↪ Silvia

Gentile @Il Pedante, in effetti l'osservazione di Piero è pertinente.
Una piccola revisione si rende necessaria.
Buona serata!

Rispondi

↪ Il Pedante

Le è talmente chiaro che mi proponeva di correggere conteggiando i deceduti (non i contagiati). Se scrivo che "risultavano ad oggi" mi riferisco al numero ad oggi verificato. Ma se vogliamo spingerci a una proiezione sul totale dei deceduti, la quota sui contagiati sarebbe del ((40.737/5.234)*174)/1.070.524 = 0,13%.

Rispondi

↪ Piero

Gentile @Il Pedante, ci provo un'ultima volta...
Il punto è che il numero 174 (deceduti con zero patologie) non è rapportabile per logica a nulla che non sia il campione preso in esame dall'ISS per quella specifica statistica, ovvero 5234 deceduti. Ripeto, 5234 E deceduti.
Quindi possiamo rapportarlo con deceduti totali o contagiati totali o italiani con i capelli biondi, sempre una percentuale priva di senso è. Se l'ISS avesse ottenuto un numero maggiore di cartelle cliniche, avremmo un numero maggiore di 174 e ovviamente lo 0,02% rispetto ai contagiati aumenterebbe.
Comunque grazie per l'ascolto.

Rispondi

↪ Il Pedante

Intendo invece valorizzare il Suo punto ed evidenziare nel testo il dato proiettato (1.354 deceduti senza patologie). È naturalmente una stima in mancanza di dati più precisi, ma condotta secondo norma campionaria, come è prassi in statistica. Non vedo la privazione di senso.

Rispondi

↪ Roxgiuse

Gentile @Il Pedante, la proiezione è arbitraria ma perfettamente coerente da un punto di vista logico. 174 su 5.000 equivalgono a 524 su 30.000 direi tautologicamente. Si passa quindi da 0,02 % a 0,13. Avete ragione entrambi

Rispondi

Mimmo

Chapeau!!
"La logica è semplicemente un senso intellettuale dell'onore."
(Logic is simply an intellectual sense of honor.)
G. K. Chesterton

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Peppe

Il lockdown va utilizzato come soluzione temporanea, per prendere tempo per riorganizzarsi, ma non deve diventare il mezzo principale da riproporre ciclicamente per affrontare un problema.
Il lockdown aumenta la disoccupazione, riducendo la capacità dei cittadini di finanziare con le proprie tasse il sistema sanitario, i cui servizi dovrebbero essere ampliati per evitare altri lockdown.
Chi protesta contro la misura del lockdown non è automaticamente un negazionista del virus. Discutendo con alcune persone, ho provato a formulare delle critiche sulla misura del lockdown: mi hanno dato del negazionista e dell’insensibile nei confronti dei malati e dei morti a causa del virus.
L’obiezione è che il virus ha provocato molti morti e che il lockdown serve per rallentare i contagi ed evitare che ci contagiamo tutti. A questo punto mi domando: i morti sono stati causati solo dal virus, o dal virus unito ai tagli alla sanità degli ultimi anni?
Dite sia il caso di potenziare la sanità fornendogli risorse, oppure andiamo avanti a colpi di lockdown da riproporre ciclicamente?
Bisognerebbe poi chiarire il concetto di “contagiarsi tutti”. Un conto è contagiarsi tutti contemporaneamente, un conto ben diverso è contagiarsi tutti ma in momenti differenti, ad esempio a ritmi di: 10 persone per volta; o di 100 persone per volta; o di 1.000 persone per volta ecc. Da ultimo rilevo che, il concetto secondo il quale "il lockdown serve per evitare che ci contagiamo tutti" puzza tanto di controfattuale fantastico, come dire che senza lockdown staremmo peggio di come siamo ora.

Rispondi

Giocontra

Gentile Sig. Pedante (!),
i miei complimenti per la lucidissima analisi, che fa seguito alle precedenti, sempre molto ben ragionate, che ho letto su La Verità.
Il problema è che, al giorno d'oggi, quando si affronta un problema si parte dalla fine e non dal principio, si discute degli slogan altrui, se ci piacciono o meno, e non si analizzano le cose dalle fondamenta.
Non si insegna più a ragionare - deve essere un effetto, non so quanto indesiderato, dell'iperspecializzazione del "sapere" - anzi, laddove si può, si dissuadono i consociati dal tentare di farlo, come è evidente in questo frangente.
E' confortante in tempi così oscuri leggere articoli così ben ragionati.
Finisce, altrimenti, che uno sia dapprima convinto di "ripetere la verità" (con gesto, appunto, rivoluzionario) e finisca poi col convincersi d'esser pazzo.
Cordialmente.
G.C.

Rispondi

Sofia

Una italiana (o una svedese che parla italiano, purtroppo non ricordo chi sia) in Svezia, in una trasmissione su rete 4, intervistata dal conduttore, ha affermato che in Svezia non è stato imposto nessun lockdown perchè sarebbe stato incostituzionale. La popolazione svedese ha collaborato spontaneamente.

Rispondi

↪ Il Pedante

Gentile Sofia, io cerco di essere preciso e di non diffondere informazioni ambigue quando scrivo, fornendo sempre una o più fonti, e chiedo ai lettori di fare altrettanto. In Svezia non ci sono state chiusure (lockdown). Se Lei qui insinua che i commercianti, i ristoratori, i gestori di spazi pubblici, i dirigenti scolastici ecc. svedesi abbiano chiuso spontaneamente, sta diffondendo disinformazione, perché ciò non è accaduto.

Rispondi

↪ Sofia

Gentile @Il Pedante, leggo solo ora.
Ho riferito solo la dichiarazione dell'intervistata. Senza scopo alcuno. Buonasera.

Rispondi

↪ Sofia

Gentile @Il Pedante,
Forse ho interpretato male. Può essere allora utile proporre l'intervista. Ho cercato e trovato.
link
L'intervista inizia al minuto 00:53:24 circa e l'argomento scottante che lei mi contesta viene toccato al minuto 00:58:23
A rileggerla sempre volentieri.

Rispondi

Fartzilla

Ottimo!
Tra gli effetti a lungo termine di L aggiungerei anche il vulnus allo stato di diritto.
Coprifuochi assurdi, limitazioni arbitrarie delle libertà personali, irruzioni domiciliari non autorizzate dall'autorità giudiziaria non sono solamente un effetto momentaneo, ma un pericoloso precedente che domani verrà utilizzato per giustificare iniziative perfino peggiori, in deroga alla Costituzione.

Rispondi

↪ yuza

Gentile @Fartzilla, quel domani è oggi.

Rispondi

Mario M

Parole e ragionamenti sacrosanti, ma dall'altra parte ci sono i demoni che si sono posti l'obiettivo di distruggere la nazione. I demoni fin'ora hanno fatto tombola. Il popolo è intontito, narcotizzato, anche ad alto livello, dove c'è un elevato bagaglio culturale. Una persona a me cara, che saltuariamente scrive per l'Osservatore Romano, si rifiuta di leggere le mie argomentazioni; altre mi hanno intimato di smetterla, di non inviarle.

Rispondi

↪ Nicola

Gentile @Mario M,
c'è un rapporto diretto tra livello di istruzione (non di cultura) e soggiogamento alla narrazione main stream. Per il semplice fatto che gli istruiti s'informano, e così facendo rimbambiscono.

Rispondi

↪ disperato

Gentile @Nicola, in realtà è proprio un problema di mancanza di istruzione e capacità critica. Basterebbe leggere Gramsci per capire come funziona, da sempre
link
Certo che se la gente invece di leggere Gramsci si "forma" sui testi scritti dai maggiordomi delle élite, cioè i giornalisti delle grosse testate e i professori delle università più blasonate, la disinformazione è assicurata.

Rispondi

↪ Nicola

Gentile @disperato,
forse la differenza tra l'istruito e il colto sta proprio in questo: il primo accumula dati, il secondo li vaglia e li elabora.
Per comprendere la differenza che passa tra propaganda e informazione occorre spirito critico, il quale non è un contenuto dell'informazione ma, appunto, della sua elaborazione.
Poi, certo, non c'è solo la propaganda a rendere stolti gli istruiti: c'è la fede nella voce del padrone, la mancanza di coraggio, la convenienza, il conformismo e chissà cos'altro.

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↪ Roxgiuse

Gentile @Nicola, da rileggere ogni tanto, con tanti ringraziamenti al pedante che lo condiviso:
Un punto... centrale della tesi di Ellul, è che la moderna propaganda non può funzionare senza "istruzione". Egli ribalta così la nozione prevalente secondo cui l'istruzione sarebbe la migliore profilassi contro la propaganda. Al contrario, Ellul sostiene che l'istruzione, o comunque ciò che è comunemente designato con questo termine nel mondo moderno, è il prerequisito assoluto della propaganda. Di fatto, il concetto di istruzione è ampiamente sovrapponibile a ciò che Ellul chiama "pre-propaganda": il condizionamento delle menti tramite l'immissione di grandi quantità di informazioni tra loro incoerenti, già dispensate per altri fini e presentate come "fatti" e "cultura". Ellul prosegue il ragionamento designando gli intellettuali come la categoria più vulnerabile alla propaganda moderna, per tre motivi: 1) assorbono la più grande quantità di informazioni non verificabili e di seconda mano; 2) sentono il bisogno impellente di esprimere un'opinione su qualsiasi importante questione di attualità, e pertanto soccombono facilmente alle opinioni offerte loro dalla propaganda su informazioni che non sono in grado di comprendere; 3) si considerano in grado di "giudicare per conto proprio". Hanno letteralmente bisogno della propaganda.

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↪ disperato

Gentile @Nicola, istruzione è un termine molto vago che si presta a varie interpretazioni.
Forse sarebbe preferibile distinguere tra erudito (uno che ha molte informazioni) e colto (uno che filtra l'erudizione attraverso l'intelligenza).
Condivido il suo punto di vista che il problema è (anche, forse soprattutto) la mancanza di coraggio.
Per usare un linguaggio alla matrix la scelta tra la pillola rossa e quella blu è difficile. Scegliere la pillola rossa è faticoso e anche doloroso, e molti preferiscono non farlo.
Bisogna aggiungere però che questa volta, se il popolo non si sveglia e non si ribella in massa, finirà davvero male per tutti. Prima aboliranno il contante, dopo obbligheranno tutti alla vaccinazione sperimentale a RNA, pena il blocco dei conti e la morte per fame.
Se dovessi scommettere sul popolo italiano direi che ci elimineranno in massa, poiché non ci sarà alcuna ribellione.
Staremo a vedere.

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↪ Nicola

Gentile @Roxgiuse,
infatti. Giustissimo soprattutto il punto 2: vogliono sempre metter bocca su tutto.
Devo dire che in tutta questa follia psico-sanitaria in cui siamo immersi i pochi con cui ho trovato sponda sono proprio i meno istruiti: gente con più di sessant'anni e con la quinta elementare. I "dottori" pigiatasti della pubblica amministrazione (e quindi con il culo al caldo) sono in assoluto i peggiori.

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↪ disperato

Gentile @Nicola, chi crede di avere "il culo al caldo" o è un banchiere (non bancario) ammanicato (con medici disponibili a certificati falsi) o proprio non ha capito la situazione.
Basti pensare ai vaccini sperimentali obbligatori a RNA che colpiranno (quasi) tutti e faranno davvero una strage link
E per quel che riguarda le pensioni o gli stipendi degli statali bisogna essere davvero stupidi per pensare che continueranno ad esistere quando la piccola e media impresa saranno scomparse per fallimento e non pagheranno (per impossibilità oggettiva) più le tasse.
Per cui la tranquillità dello statale o del pensionato si possono comprendere solo ammettendo un'infinita stupidità del soggetto.

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↪ Nicola

Gentile @disperato,
sono assolutamente d'accordo con lei. Ma è indubbio che fino a oggi il parassitame statale non ci ha rimesso nulla.

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↪ Luebete

Gentile @disperato, i dipendenti pubblici non verranno licenziati per il mancato gettito fiscale, ma per le regole economiche assurde che ci siamo dati.
Diranno che è necessaria l'austerità, quindi meno deficit e quindi tagli alla spesa pubblica cattiva, cioè alla spesa corrente, cioè ai dipendenti pubblici.
Inoltre è già attivo l'attacco al pubblico:
- taglio dello stipendio per solidarietà", link
- soppressione del diritto di sciopero: link
Oppure se non vorranno predere troppi voti, si inventeranno una qualche sottigliezza dialettica per giustificare i mancati tagli (tipo abbiamo battuto i pugni in Leuropa)

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↪ disperato

Gentile @Luebete, Lei ha sicuramente ragione quando afferma che ci siamo dati regole assurde. Del resto se la popolazione vota Pd e 5stelle, cioè dei traditori e incompetenti, i risultati non possono che essere pessimi. (Non che l'opposizione parlamentare o dei consigli regionali sia molto meglio...)
Ma anche se avessimo le migliori regole economiche un paese non può stare in piedi se le sue aziende vengono chiuse per legge.
Quindi o prendiamo atto che c'è una brutta influenza (e non la peste nera) e riapriamo tutto, togliendo obbligo di mascherina e distanziamento... o non si può uscirne vivi.
Suggerisco il video di Nicoletta Forcheri link

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