È uscito il libro delle Arie Pedanti!
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Le vaccinazioni e il resto


Secondo il ministero della Salute, nei primi mesi del 2017 è esplosa un’epidemia di morbillo. Qualcuno parla già di «incubo». Al 23 maggio si contavano 2.581 casi dall’inizio dell’anno (lo 0,004% della popolazione nazionale). In tutto il 2016 erano stati 866, nel 2015 solo 259. Secondo il ministro Lorenzin e diversi esperti, il picco sarebbe dovuto al calo delle vaccinazioni passate dal 90% (2013) all’85% (2015) di copertura. Osservando gli anni passati, nel 2008 vi furono 5.312 casi (+793% rispetto all’anno precedente) preceduti da un aumento della copertura vaccinale simmetrico al calo oggi lamentato: dall’86% (2004) al 90% (2007). Nel 2011 i casi erano 4.671 quando ormai la copertura si era ininterrottamente attestata sul 90% o più nei cinque anni precedenti. Su quale base statistica si afferma quindi che l’epidemia del 2017 è dovuta al minor numero di vaccinazioni?


Elaborazione pedante su dati OMS, EpiCentro (al 23/05/2017).

Incrociando i dati epidemiologici regionali dell’ultimo anno e mezzo con le coperture più recenti si conferma l’incoerenza del trend: a una maggiore copertura non corrispondono sempre meno casi. È anzi leggermente vero il contrario (R2 = 9,2%).


Elaborazione pedante su dati EpiCentro (al 23/05/2017).

A prescindere da valutazioni sull’efficacia e sull'importanza del vaccino antimorbillo in sé, è evidente che in queste bande percentuali di copertura le correlazioni con l'incidenza della malattia non sono coerenti, sicché la causazione addotta a giustificare l'«emergenza» in corso non è necessariamente fondata. Soprattutto se si considera che da fine marzo (settimana 13) a oggi i casi sono in costante diminuzione.

Che «non siamo in emergenza» lo ha confermato anche il presidente del Consiglio. Quindi perché ricorrere alla decretazione d’urgenza? E se anche si confermasse un’emergenza morbillo da sottovaccinazione, che c’entrano la varicella e la meningite B? E le altre? Ad abundantiam?

Il tema delle vaccinazioni è caldo, ma è anche costellato di dubbi. Già alla fine del 2015 le perplessità sull’indipendenza dei redattori del nuovo calendario vaccinale dalle industrie produttrici erano oggetto di un Atto di Sindacato Ispettivo al Senato (n. 4-04966) dove si denunciavano conflitti di interesse e lo scarso coinvolgimento della ricerca pubblica. Gli interroganti chiedevano di sapere:

[1] quali siano i criteri collegiali che hanno portato all'individuazione della commissione per la redazione del piano nazionale vaccini; [2] quali misure intenda intraprendere il Ministro in indirizzo, affinché siano pubblici i documenti contabili delle società scientifiche impiegate nella stesura; [3] quali siano le motivazioni per cui le competenze di ambito universitario non siano state considerate come utili e indispensabili nell'elaborazione del piano; [4] se non ritenga opportuno procedere alla revisione del piano, nonché valutare un maggiore approfondimento di carattere scientifico sull'opportunità dell'ampliamento dell'offerta vaccinale, anche in considerazione del conflitto di interessi che sarebbe stato attribuito al presidente dell'AIFA, nonché delle criticità evidenziate.

Qualche mese prima l'epidemiologo Vittorio Demicheli aveva scritto sul Sole 24 Ore che il calendario 2016-2018 pubblicato dal ministero sembrava la copia perfetta del «Calendario per la Vita 2014» diffuso da alcune associazioni mediche private. Il medico si prese per questo una diffida, sicché noi lasciamo il giudizio ai lettori:


Fonte: salute.gov.it

Fonte: epirev.it

Ci si interroga anche sui danni da vaccino, secondo alcuni irrilevanti e per altri più gravi e frequenti di quanto non si dica. Chi ha ragione? In assenza di dati certi hanno ragione tutti e ha torto chi non fa chiarezza. Ascoltiamo quel complottista di Silvio Garattini:

Il punto, per me, è la trasparenza. Che riguarda tutti i farmaci, non soltanto i vaccini. Perché non possiamo valutare le conseguenze dell’assunzione dei farmaci basandoci soltanto sugli studi presentati dalle industrie farmaceutiche. Sugli studi è riportato il 10 per cento di quello che dovremmo sapere sulle sostanze che assumiamo... [Abbiamo bisogno d]i una farmacovigilanza attiva. Di studi indipendenti e approfonditi. Perché un conto sono analisi compiute in laboratorio, in condizioni ottimali, un altro sono studi compiuti su persone vere, che magari insieme con quel farmaco assumono altre sostanze.

Quel poco che oggi sappiamo lo dobbiamo intuire, ad esempio dalle testimonianze dei danneggiati o dagli oltre 600 indennizzi riconosciuti dai tribunali italiani per gravi danni da vaccino. Dal 2013 l’Agenzia nazionale del farmaco non pubblica più l’annuale «Rapporto sulla sorveglianza postmarketing dei vaccini in Italia» con l’elenco e la descrizione delle reazioni avverse nei vaccinati. Perché? Non si sa. L’ultimo, scarno rapporto a disposizione del pubblico (Osmed 2015) parla di 7.892 reazioni segnalate dagli operatori sanitari. Quante di queste sono gravi? Non si sa, perché la percentuale indicata (32%) include tutti i tipi di farmaci. Il rapporto dell'anno precedente ci diceva che le segnalazioni sono state 3.577 nel 2013 e 8.182 nel 2014. Si tratta di numeri non «irrilevanti» e verosimilmente destinati a crescere con l'aumento delle inoculazioni, ma impossibili da commentare in assenza di altre informazioni. Tra i pochi altri spunti che offre il rapporto scopriamo un paio di dettagli: che «[l'aumento] dei disturbi psichiatrici (+66% rispetto all'anno precedente [2013]) è da attribuire in particolar modo all'aumento delle segnalazioni da vaccino», e che «sono particolarmente aumentate le segnalazioni da vaccini e questo incremento... è da ricollegare principalmente all'attivazione di specifici progetti di farmacovigilanza attiva che nell'anno 2014 sono stati focalizzati in particolar modo proprio sui vaccini». Prendiamo atto che, almeno fino al 2014, le segnalazioni sottostimavano il fenomeno. E oggi?

Questa reticenza non giova alla fiducia. Perché il Ministero non rende accessibili i numeri e le caratteristiche di tutte le reazioni avverse? Quel database sarebbe prezioso anche per l'avanzamento delle conoscenze scientifiche. Provvedimenti di buon senso come il rafforzamento della farmacovigilanza attiva, risarcimenti automatici per chi subisce danni, protocolli diagnostici e anamnestici pre-vaccino per escludere intolleranze o condizioni di rischio, o per stabilire chi abbia davvero bisogno di vaccinarsi, misurazioni post-vaccino dei titoli anticorpali per evitare richiami inutili, follow-up a campione, disponibilità di vaccini monovalenti ecc. rassicurerebbero molto di più del martellamento pubblicitario a reti unite sulla «sicurezza assoluta» delle vaccinazioni.

Anche la ricerca sperimentale deve essere pubblica e indipendente. Perché si lascia che siano le aziende produttrici a dichiarare i rischi? A distanza di più di un secolo non esistono studi comparativi sugli eventuali danni di medio-lungo termine dei diversi vaccini: patologie autoimmuni, disturbi neurologici, malattie degenerative ecc. Ben più che le ipotesi e gli aneddoti che circolano su questi temi, allarma il fatto che non se ne occupi la ricerca di Stato.

***

L’introduzione del nuovo calendario vaccinale poteva, doveva essere l’occasione per portare il dibattito nelle aule del Parlamento coinvolgendo sia i rappresentanti dei cittadini sia gli esperti di ogni orientamento, e riscattare così l’argomento dal sottobosco delle insinuazioni. Non c’era, non c’è emergenza. Si aveva il tempo per farlo. Ma non la volontà. Perciò si è fatto il contrario e si è imboccata la strada peggiore: la decretazione d’urgenza e senza dibattito, la coercizione d’imperio a pena di sanzioni che farebbero ridere se non facessero inorridire, l’approvazione in fretta e furia (sì, sono gli stessi che se-voti-No-ci-si-mettono-anni-per-fare-una-legge), l’umiliazione e la squalificazione degli avversari. Così agendo, sicut fur in nocte, i dubbi dei dubbiosi si sono trasformati in certezze, la fiducia dei fiduciosi in dubbio. E da oggi è più difficile dar loro torto.

L’aspetto sanitario della vicenda passa così in secondo piano. Oggi ci si schiera pro o contro «le Vaccinazioni» come se fossero una squadra di calcio. E si passa per noiosi a ricordare che sono, le vaccinazioni, presidi sanitari al pari degli antibiotici o della chirurgia: in certi casi utili, in altri indispensabili, in altri ancora inopportuni, cioè dannosi. Chi critica il ricorso indiscriminato al taglio cesareo o alla circoncisione dei neonati non è «antichirurgico». E non è «anti-antibiotico» chi sconsiglia di prendere la penicillina dopo il primo starnuto. Spogliare una pratica sanitaria delle sue variabili applicative per farne nientemeno che il simbolo de «la Scienza», totalizzarla in un feticcio da esibire agli «amici» e brandire contro i «nemici» dà la misura dello scadimento fanatico e tribale del dibattito.

È vero, aumentano i genitori che non fanno vaccinare i figli. Raccontarsi che sono «cretini irresponsabili» non spiega però niente, né perché siano diventati eventualmente tali negli ultimi tre anni. Risolvere un fenomeno con l’insulto e il giudizio morale fa forse bene all’autostima, ma non alla comprensione delle cause. Che in questo caso sono più semplici e più gravi: quei genitori non si fidano. Non si fidano più. E non certo de «la Scienza», ma dei suoi interpreti istituzionali. Perché nei fatti la scienza non può prescindere dalla fiducia nell’autorità che la sancisce. Se in teoria il metodo scientifico non tollera nulla all'infuori dell'evidenza empirica, in pratica quasi tutto ciò che consideriamo «scientificamente provato» è stato in realtà provato da qualcun altro con procedimenti che non siamo in grado di replicare. E non è una questione di competenze: un pediatra della Asl e un metalmeccanico hanno le stesse possibilità di verificare empiricamente le dichiarazioni dei produttori dei vaccini o le statistiche dell’OMS. Cioè zero. Sicché non possiamo che delegare la certificazione dell’autorità scientifica a un’altra autorità: quella politica. Lo «scienziato» e la «comunità scientifica» sono costrutti sostanziati da atti politici: titoli di studio, cariche, onorificenze, premi, carriere ecc. Chi non li riconosce non rifiuta la scienza, ma l’istituzione che li ha investiti.

Il problema è grave. Perché senza autorità scientifica non può esserci un avanzamento scientifico in senso moderno. In ciò è tuttavia difficile non vedere le responsabilità dei garanti di quella autorità. I sospetti di maneggi, le inspiegabili reticenze e le acrobazie numeriche a cui si è fatto cenno, nonché i modi furtivi del legislatore, giustificano riserve ben più ampie dello strombazzato calo dei vaccinati. Ma è anche difficile non riconoscere che il caso delle vaccinazioni è solo una minuscola spia, la goccia nell'oceano di uno scollamento più generale tra cittadini e governi.

Si può far finta di non saperlo, ma le istituzioni politiche che ci chiedono oggi di triplicare in pochi mesi le vaccinazioni dei nostri figli sono le stesse che per anni ci hanno giurato che i sacrifici, le riforme, il risanamento dei conti e l’integrazione europea avrebbero portato prosperità e sviluppo. E per farlo hanno arruolato una coorte di esperti provenienti dall’accademia e da posizioni prestigiose proprio come fanno oggi con le vaccinazioni, e irriso chi si defilava dal coro. Sono anche le stesse che da anni deflazionano la sanità, che hanno ridotto i letti e il personale degli ospedali del 10% e aumentato i ticket sanitari del 40% (Aiop 2016). E il ministro che ha firmato il decreto è lo stesso che due anni fa voleva mettere in carico ai pazienti più di 200 esami e prestazioni «inutili». E non senza effetti. Secondo il Censis 11 milioni di italiani rinunciano alle cure sanitarie per difficoltà economiche o liste d’attesa troppo lunghe. Sicché ora la preoccupazione per la terribile varicella può anche essere sincera. Ma qualche problema c'è.

L'emergenza è l'ecosistema emotivo della shock doctrine, è la cifra stilistica delle decisioni antidemocratiche. Ma più ancora lo è l'emergenza potenziale. In un altro articolo si osservava l'inclinazione dell'opinione pubblica più conformista «ad anteporre nella gerarchia dei pensieri le conseguenze immaginabili dei fatti ai fatti stessi», in un prevalere dei «diritti dell'immaginazione... sulla realtà e [della] potenza sull'atto». Perché la colpa muove le menti più del dolore. Sicché il timore di non avere fatto abbastanza per scongiurare un pericolo spaventa molto di più del pericolo stesso. Le idee oggi più illiberali si collocano quasi tutte in quell'alveo: il ridimensionamento della libertà di tutti perché il terrorismo potrebbe colpire, le riforme dolorose care al capitale finanziario perché lo spread potrebbe salire e, salendo, potrebbe farci fallire (?), il rinvio e la limitazione delle consultazioni elettorali perché i «mercati» potrebbero prendersela, la demonizzazione di alcuni partiti politici perché potrebbero portare la guerra, la dittatura, la «fine della civiltà». Nell'urgenza dei problemi immaginati si trascurano e si alimentano quelli reali, più spesso se ne creano di nuovi.

Anche escludere il dibattito pubblico e parlamentare è illiberale, come lo è il fatto di imporre sanzioni sproporzionate all'illecito. Vi si intuisce la disperazione di un direttorio rinchiuso a Versailles che nel popolo non vede più il titolare della sovranità, ma una turba nemica e bestiale da costringere e punire. Un popolo da mettere sotto tutela perché incapace di discernere il proprio bene, immeritevole di essere coinvolto nelle decisioni che lo riguardano. Non sfiduciato, ma infido. Non da riconquistare, ma da riprogrammare con le minacce.

La disperazione è però anche una cattiva consigliera. Presi com'erano a immaginare le epidemie del futuro, ai nostri è sfuggita una certezza della storia: che l'obbligo di vaccinare non fa aumentare le vaccinazioni (v. ASSET, qui e qui). E minacciando la sottrazione dei figli ai genitori si sono spinti, con una leggerezza che lascia interdetti, nel fondamento biologico delle relazioni umane, affettive, e quindi anche sociali. Comunque la si racconti, l'avere accettato, espresso e tradotto in legge l'idea di distruggere le famiglie - e quindi le esistenze dei bambini che ci vivono - per motivi così controversi e immotivati da urgenza, è una pietra miliare, è la prova generale di una protervia di Stato degna di altri regimi.

Ma l'illiberalità è anche la ricetta infallibile del conflitto. Sia essa sfiducia nelle istituzioni o motivato scrupolo scientifico (o entrambe le cose), la polemica sui vaccini cova sotto traccia da anni. L'avere umiliato ed escluso i critici della linea governativa in modo così esemplare e feroce li ha dati in pasto al fanatismo dell'altra sponda, ha gettato benzina sullo scontro agitando, come è ormai prassi quando si tratta di derogare alle ragioni dell'intelletto, lo spettro dei bambini cadaveri o menomati. Il divide et impera si arricchisce così di un altro capitolo. Dopo i pensionati privilegiati, gli statali parassiti, i professionisti evasori e i giovani svogliati, ecco gli «antivaccinisti»: genitori immeritevoli di amare i propri figli, scienziati indegni della laurea, opinionisti da zittire, medici che, per essersi posti dubbi di natura medica su una pratica medica, devono essere radiati. Il caso identifica un pattern: il conflitto sociale si coltiva dapprima nei messaggi di politici e opinionisti «accreditati», poi, quando è maturo, lo si trasforma in legge nella certezza di raccogliere il plauso e la complicità degli esasperati. Da quel momento in poi l'odio è legittimo: può diventare persecuzione, emarginazione, delazione. Diventa odio di Stato.

Come andrà a finire? In realtà è già finita male. È l'ennesimo colpo inferto a un edificio civile traballante dove la sfiducia nei governanti si riscatta con la guerra tra i governati. È l'esperimento riuscito di trasformare una verità di Stato in un tabù da difendere con il terrore di sanzioni inaudite. Una verità forse pretestuosa che può aprire la strada ad altre censure nel nome di terribili emergenze ugualmente presunte: in campo economico e militare, sui temi dell'immigrazione, del lavoro e dell'ordine pubblico, nella politica estera ed europea.

Ci saranno prevedibilmente ricorsi, proroghe ed emendamenti, applicazioni differenziate e l'incertezza del diritto che puntuale accompagna quasi tutto ciò che si fregia oggi del titolo di «riforma». Non si esclude che il decreto, volutamente esagerato in prima stesura, si lascerà ammorbidire in sede di conversione. Lì i «poliziotti buoni» potrebbero portare a sette-otto i vaccini obbligatori, ottenendo anche sconti sulle pene. Nulla di nuovo (ibid.):

Manipolare l'opinione di chi ama qualificarsi come moderato è quindi semplice: basta fissare d'ufficio gli estremi della dialettica con la certezza che il soi-disant moderato vi si collocherà disciplinatamente nel mezzo, in perfetta equidistanza dalle sponde.

Si otterrebbe così il risultato di elidere dall'orizzonte del «buon senso» e della «disponibilità al compromesso» le posizioni di chi chiede una profilassi vaccinale ragionata, personalizzata e non obbligatoria. Sarebbe un modo più soffice, ma non meno pericoloso, di squalificare il dissenso e di reprimere la partecipazione al dibattito in un Paese i cui governi insistono a dirsi democratici e liberali.


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Commenti

lustroparsec

Guardando il grafico iniziale con la diminuzione delle percentuali di vaccinati , diminuivano anche i casi.

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Mario

Scusate, ma secondo me al dibattito manca un DATO fondamentale sui grafici: QUANTE SONO I CASI DI MORTE E CONSEGUENZE GRAVI relativamente ai casi di malattia conclamata?
Quando ero piccolo negli anni '70 i casi di morbillo e altre malattie infettive erano frequenti, ma nessuno si allarmava per questo. ANZI si pensava che farle era quasi meglio, così da grande non si sarebbe corso il rischio di prenderle con decorsi più fastidiosi o pericolosi.
In altre parole: NON MI INTERESSANO i dati sul numero di casi di morbillo che si verificano, mi interessano i dati sul numero di casi che hanno conseguenze gravi. Spostiamo su questo il dibattito. Se (per assurdo) per evitare il raffreddore, che è diffusissimo ma non uccide NESSUNO, (salvo i casi di persone immunodepresse o malati gravi) costringo tutti a vaccinarsi, e poi i vaccini mi provocano delle contrindicazioni, allora il rimedio è sicuramente peggiore del male ! E infatti nessuno si sogna di adottare vaccinazioni per il raffreddore.

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↪ Il Pedante

Sull'ultima frase, non sarei così apodittico. L'antinfluenzale (una somministrazione ALL'ANNO) è già una frontiera aperta.

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Filippo Cecchini

Sto leggendo LA CRISI NARRATA.
La capacità di analisi e di evidenziare le priorità in mezzo alle emergenze sociali (vere) da parte dell'autore è encomiabile.
Questo articolo è un esempio eccellente: la crisi (o LE crisi...) come metodo di governo rappresenta una chiave di lettura illuminante sul disordine crescente nella civiltà moderna.
Si comprende come la forza dirompente di chi illumina le contraddizioni, le degenerazioni implicate nell'esercizio del potere (non solo politico), rappresenti un pericolo per l'establishment.
Nel tempo della "morte del pensiero critico" (secondo l'analisi di un celebre sociologo italiano) per fortuna c'è chi ancora fa esercizio di pensiero e di opinione. Trattasi dei baluardi estremi della Resistenza contemporanea.

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Nicola

Articolo da incorniciare !!!
(oltre che imporne la lettura alla "ministra")

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Maria Teresa

Ottimo, esauriente, intelligente articolo.Appellandomi al buon senso ho sempre trovato assurdo infliggere ai neonati e ai bambini tanta abbondanza di vaccini, e sospetta la estrema sollecitudine per la loro salute. Ma è stata la radiazione dei medici che mi ha profondamente turbato e spinto a leggere e ad ascoltare le ragioni delle parti in conflitto. L'ostinazione a definire "antivaccinisti, antiscientifici, ignoranti, asini raglianti" ed altro ancora chi senza traccia di fanatismo propone di esaminare questioni che rimangono dubbie e che un onesto approccio alla scienza potrebbe aiutare a chiarire (In primis la questione dei danni per gli effetti collaterali, anche gravi, già ammessi e certo più numerosi di quanto le denunce possono indicare). La noncuranza dello Stato ad attuare serie indagini a riguardo dando credito alle assicurazioni delle case farmaceutiche, alla cui didattica competenza si affida la maggior parte della classe medica, l'odiosa minaccia della possibile privazione della potestà genitoriale che qualifica ampiamente quanto l'infanzia sia amata dalla classe designata alla sua cura, mi ha sottratto l'ultimo barlume di fiducia nelle istituzioni.

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antonio

Caro il Pedante,
ho dato il link di questo post nel blog di FQ. Ho trovato i seguenti commenti. Ho invitato gli autori a commentare qui.
"Commento al secondo grafico: Incrociando i dati epidemiologici regionali dell’ultimo anno e mezzo con le coperture più recenti si conferma l’incoerenza del trend: a una maggiore copertura non corrispondono sempre meno casi. È anzi leggermente vero il contrario (R2 = 9,2%): utilizzare una regressione lineare con dati di quel tipo e che inoltre fornisce un coefficiente r2 di circa il 9% non mi sembra pedanteria, ma grande e grossa imprecisione."
"quel post é un lampante esempio di come un analisi statistica non va fatta. Beta (autore del primo commento, ndr) evidenzia uno dei tanti problemi, ma in pratica l'autore cerca a forza delle correlazioni tra grandezze che non solo non ci sono, ma anche ci fossero non sarebbero significative".
Mi dispiace, non sono tanto bravo da controbattere e così li ho riportati qui.

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Terenzio Longobardi

Caro Pedante,
io non ho la pretesa di confutare le sue argomentazioni sull'efficacia delle vaccinazioni, non sono un epidemiologo, un virologo o un immunologo, sono solo un umile ingegnere. Mi limito ad ascoltare cosa dicono gli esperti e la comunità scientifica sulla materia e ascolto le istituzioni sanitarie competenti, perché mi fido della Sanità Pubblica del nostro Paese, una delle migliori al mondo, che ha contribuito decisamente a farci vincere nel 2017 la speciale classifica mondiale di Bloomberg sulla salute delle nazioni.
Però le consiglio di guardare e far guardare ai suoi lettori, a questo indirizzo link il grafico dell'ISS, effettivamente significativo, sui casi di morbillo e le coperture vaccinali dal 1970 al 2016, soprattutto gli anni precedenti all'inizio delle vaccinazioni. Potrebbe forse fugare molti suoi dubbi. E le consiglio di studiare la matematica statistica dell'immunità di gregge. Nel frattempo la informo, mi scusi la pedanteria, che secondo l'ultimo bollettino ISS, dall'inizio dell'anno ci sono stati tre incresciosi decessi di bambini a causa del morbillo, accompagnati da alcune fastidiose complicazioni come polmoniti, epatiti, otiti e 2 casi di encefalite, in accordo con la letteratura scientifica. Infine la informo che, a seguito dello straordinario fiorire in Italia di persone contrarie alle vaccinazioni, alcune società specializzate stanno iniziando a costruire alcune confortevoli caverne con stregone incorporato. Cordiali Saluti.

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↪ Il Pedante

Caro Lettore, temo non ci siano gli estremi per risponderLe. Lei mi rimanda a ISS senza accorgersi che i dati su cui è stato elaborato l'articolo provengono da lì. Evidentemente non lo ha letto, o comunque la Sua risposta prescinde dalla lettura. Capisce che in un dibattito, anche polemico, si presuppone l'ascolto.

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↪ Terenzio Longobardi

Gentile @Il Pedante,
so benissimo che lei ha preso i dati ISS, ma solo quelli degli ultimi anni, io le ho suggerito di guardare il grafico ISS completo, dal 1970 al 2016 perché speravo che fugasse i suoi dubbi. Visto che non c'è arrivato da solo, cerco di spiegare brevemente. Abbiamo un arco temporale ampio e, soprattutto un periodo di cosiddetto "bianco", cioè prima delle vaccinazioni.
Innanzitutto, vediamo cosa succedeva prima delle vaccinazioni. Il numero di malati di morbillo, raggiungeva dei picchi molto alti, dai 50.000 ai 70.000 malati in un anno, alternati a "crolli" intorno ai 20.000 - 30.000 casi all'anno. E' il classico andamento delle epidemie endemiche: dopo un picco si allarga la platea degli immunizzati e i casi calano, ma dopo un poco la malattia si espande di nuovo, non essendo contrastata. Cosa succede con l'inizio e l'aumento delle vaccinazioni ? I casi gradualmente calano e, quando alla fine degli anni '90 c'è un brusco salto delle vaccinazioni dal 50% a circa l'80%, la malattia crolla. Ma rimane latente, perché non viene mai raggiunta la cosiddetta "immunità di gregge", pari almeno al 95% di vaccinazioni e ogni tanto riemerge. Con la riduzione delle vaccinazioni determinatasi a partire dal 2010, riparte una nuova "piccola" epidemia: coloro che rifiutano le vaccinazioni e i loro poveri figlioli cominciano ad ammalarsi con lo stesso andamento altalenante che abbiamo visto per le grandi epidemie precedenti le campagne vaccinali di massa.
Il suo errore è di applicare una regressione a un fenomeno non lineare. La saluto.

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↪ Il Pedante

Ma anche in questo caso non posso risponderLe, perché Lei mi attribuisce un'intenzione e un messaggio che non ci sono nell'articolo. Qui si osserva che la correlazione denunciata nel 2017 tra calo delle coperture e aumento dei casi non è verificata. Ho però una domanda: dove e quando è accaduto che al superamento della soglia di copertura del 95% la malattia ha smesso di circolare?

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↪ Terenzio Longobardi

Gentile @Il Pedante,
provo a dirlo in altre parole. La vaccinazione serve ad abbattere le infezioni, sopra il 95% si blocca matematicamente il contagio, qui link una spiegazione chiara del concetto matematico di "immunità di gregge". Quindi, ci sono ancora infetti, ma la malattia non si propaga. Sotto questa percentuale i focolai di infezione sono ancora in grado di provocare epidemie, naturalmente in misura molto ridotta rispetto a quando non c'erano le vaccinazioni. L'andamento di queste epidemie non dipende da quello delle vaccinazioni, ma principalmente dal meccanismo epidemico di picchi e cali alternati. Per questo la regressione da risultati fuorvianti. Sul sito epicentro può anche trovare il confronto dell'Italia con altri paesi europei dove è stata raggiunta l'immunità di gregge e vedere le differenze. Saluti.

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↪ Enrico Nardelli

Gentile @Terenzio Longobardi,
il modello descritto nell'articolo che ha citato sul concetto matematico di "immunità di gregge" dipende in misura fondamentale dal parametro R0, cioè il numero di individui infettati dall'introduzione di un individuo infetto in una popolazione completamente non vaccinata.
La copertura del 95% da lei assunta implica che R0 sia 20. Può cortesemente fornire l'evidenza sperimentale che tale valore - su cui si basa la sua argomentazione - sia corretto per il morbillo? Non sono riuscito a trovarla sul sito dell'ISS da lei citato.
La ringrazio.

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↪ Harry

Gentile @Terenzio Longobardi, recentemente burioni ha pubblicato un post su fb dove ha raccontato la morte di una ragazza immunodepressa a seguito di complicanze da morbillo. Il paese di questa ragazza era il Portogallo che ha una copertura del morbillo pari al 98%. Pur avendo una copertura alta la ragazza non si è salvata.

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↪ Terenzio Longobardi

Gentile @Enrico Nardelli,
R0 per il morbillo è 15 - 17. C'è scritto sul sito di ISS, guardi bene.

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↪ Enrico Nardelli

Gentile @Terenzio Longobardi, ho controllato di nuovo sulla pagina da lei citata link ed ho verificato che non c'è traccia di R0. Visto che è lei che lo sostiene ritengo che spetti a lei l'onere della prova. Altrimenti non è un confronto costruttivo, ma un "ipse dixit".
Inoltre è importante capire su quali basi sperimentali è stato determinato tale valore. E tali basi sperimentali sono valide anche per l'Italia, etc. etc.
Senza nulla togliere alla validità del metodo scientifico, in cui credo fermamente, prima di poter dire che una certa evidenza sperimentale sussiste davvero, sarebbe bene verificarla con cura. Non le sarà certo ignoto che la maggioranza dei risultati pubblicati nelle riviste non è riproducibile, neanche dagli stessi ricercatori: "More than 70% of researchers have tried and failed to reproduce another scientist's experiments, and more than half have failed to reproduce their own experiments." cfr link.
Ecco, io la mia affermazione l'ho documentata.

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↪ Terenzio Longobardi

Gentile @Enrico Nardelli,
ora le spiego come si fa, scriva sul motore di ricerca google le seguenti parole "R0 morbillo", si rilassi e legga. Sa, il morbillo è molto contagioso. Quando ero piccolo c'erano tanti ignoranti, ma avevano buon senso e nessuno si sognava di non vaccinare i propri figli.

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↪ Leilaltra

Gentile @Terenzio Longobardi,
l'altro utente le aveva chiesto come quel numero viene ricavato, all'atto pratico, cioè su quali dati e calcoli si basa. Il numerello magico messo lì così, come verità già rivelata, ci serve a poco. L'osservazione empirica, ogni volta che dovessero essere ripetuti i calcoli necessari a fronte di nuovi dati di una nuova epidemia, potrebbe tranquillamente dare numeri diversi. Io, interpretando anche la volontà dell'altro utente, vorrei che lei trovasse e ci fornisse i dati empirici dai quali sono stati ricavati, attraverso calcoli che pure dovrà renderci noti per completezza, i due estremi dell'intervallo in cui si trova R0 per il morbillo.
Perdonate se torno a distanza di tempo sul tema, ma è ancora attuale.

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↪ Michela

Gentile @Terenzio Longobardi,
Le faccio i complimenti per la chiarezza e le corrette informazioni che invece non ci sono in questo articolo con dati chiaramente estrapolati e interpretati male.

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Madi Bon

Grazie, la sua eloquenza è magnifica!
Una cosa è chiara, quando si è in presenza di propaganda martellante su tutti i media, prevalenza del pensiero unico che non accetta il (legittimo) dubbio e quando i medici (pediatri) hanno paura di esprimere il proprio pensiero e testimoniare la propria esperienza in pubblico stiamo vivendo in una dittatura. Purtroppo la dittatura crea assuefazione, la psiche umana si abitua a tutto, pur di sopravvivere in qualsiasi condizione anche priva di qualsiasi dignità umana... ho vissuto tutto questo in Romania. Dopo la rivoluzione ho letto Orwel (che era ovviamente censurato) e ho pianto perché ho capito e rivissuto tutte le (s)torture subite fin dall'infanzia. La paura distrugge la dignità umana e ogni orrore diventa possibile. Attenzione qui siamo in grave pericolo, non lasciate che ciò accada in Italia! Anche se oramai siamo in fase avanzata e la dittatura sta diventando globale, la ribellione è un dovere!

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Davide Barbieri

Ci sono due punti chiave per questi argomenti. Il primo è la fiducia nei dati, il secondo è la fiducia nei politici.
I dati. Prima di tutto, se non si crede ai dati pubblicati dall'oms (who) e si vuole un'altra fonte, occorre stabilire che caratteristiche deve avere quest'altra fonte per essere più credibile dell'oms. Una scelta veramente rappresentativa dell'orientamento della cittadinanza, con tutta probabilità, porterebbe alla creazione di una copia dell'oms. In secondo luogo: chi li legge questi dati? Sapere che ogni milione di vaccinazioni per morbillo ci sarà un caso di encefalite è utile se non si sa che l'encefalite colpisce 1 ogni 1000 infettati dal morbillo?
I politici. Sappiamo che speculano, sappiamo che usano i dati male sia per ignoranza che per confondere la gente, sappiamo che fanno leggi fumose e inefficaci sia per incapacità che per mascherare truffe in corso ai danni nostri. Tutta roba più volte documentata. Quindi? Chiediamo a loro di fare una commissione d'inchiesta? Ci opponiamo ad ogni nuova strategia perché potrebbe nascondere un tranello? O cerchiamo di guardare le cose nel merito, per fare il minor uso possibile del binomio "fiducia/sfiducia"? Per esempio in questo caso cominciando a parlare dei dati pubblici che abbiamo, delle metodologie statistiche, delle evidenze farmacologiche, eccetera?
Contestare delle false correlazioni del ministero sul morbillo con un piccolo grafico di fit ai minimi quadrati che palesemente non spiega la significativa variabilità del rapporto fra percentuale di vaccinati e numero di contagi (è evidente che esistono altri fattori) non serve ad altro che a dire che per l'ennesima volta il ministro fornisce informazioni false. Il ministro, non l'oms. Da quel confronto non si evince che i dati sono falsi: ciò che c'è di falso è la lettura dei dati. E i soggetti che forniscono dati da un lato e letture dall'altro sono soggetti diversi.
Per fare affermazioni affidabili occorre verificare ogni passaggio logico. L'oms, pur con tutti i suoi problemi, espone i suoi dati, metodi e argomenti in modo da poter essere studiata nel dettaglio. Contestarne l'affidabilità solo perché il ministro italiano è un incompetente significa fare un salto logico del tutto privo di giustificazioni oggettive.

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↪ Il Pedante

Registro le Sue dotte considerazioni di metodo, ma resta fatto che, non esistendo un'emergenza morbillo, non solo è dubbio che si debbano introdurre pene draconiane per i pochi che non si vaccinano, ma è insensato estenderle anche laddove non esistono "emergenze".

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↪ Madi Bon

Gentile @Davide Barbieri, si guardi allora i dati del WHO relativi all'incidenza del morbillo in Mongolia.
link

Pare che la Mongolia, con una copertura da anni superiore al 99% ed un programma vaccinale obbligatorio bello tosto fosse stata dichiarata "morbillo free" nel 2014 dall'OMS. Adesso siamo ai livelli del 1984, anno in cui la copertura era decisamente bassa (20%) …
La fonte dei dati mi sembra indiscutibile. Chissà quanto la comunità scientifica si è già espressa su questi numeri.

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Simona

Bellissimo articolo rispecchia in tutto e per tutto il mio pensiero. Grazie

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Francesco Cusenza

Complimenti all'autore. Articolo di estrema lucidità ed equilibrio che va oltre all'esame del caso specifico e che spazia su argomenti più generali con eccezionale sintesi.
A mio parere è il momento di federare i vari blog di informazione /opinione indipendente per realizzare un progetto di controinformazione unitario che sia maggiormente raggiungibile al grande pubblico. Ciò, con l'obiettivo di sensibilizzare l'elettorato e promuovere un'azione politica VERAMENTE alternativa e indipendente.

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Marco Casanova

Articolo molto lucido,
Grazie.
Chi è l'autore?

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Raphael Raduzzi

Gent.le Pedante,
Potrebbe darmi i riferimenti dei link che ha utilizzato per il primo grafico?
Grazie

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↪ Il Pedante

world bank immunization measles per i casi, ISS Epicentro per le coperture.

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Eleonora

Articolo perfetto!

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Michele

Segnalo che AIFA nel frattempo ha pubblicato il latitante rapporto sorveglianza post-marketing dei vaccini 2014-2015.
link
Saluti

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Gianfranca Manfredini

Si parla di liberta religiosa e laica ,di doveri e diritti di famiglia di coscienza civica ............. e poi vediamo che chi è preposto alla guida di un paese , non ha rispetto e agisce con prepotenza, incoscienza , impudenza !!!!!!!!!!e .....,.... interesse personale ??????????

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Michele

Complimenti per l'articolo, in poche righe tutti i miei dubbi hanno trovato riscontro.
Resta solo da capire se le ragioni di tanta scelleratezza siano di orgine politica oppure economica. In fondo penso ad entrambe. Da un lato si raccolgono ampi consensi elettorali dall'altro vengono ripagati gli "sforzi" per il miliardo di investimenti promesso da Glaxo in Italia, proprio in larga parte destinato allo sviluppo e alla sperimentazione del vaccino menginococco B. D'altronde se Gsk prevede di raddoppiare il fatturato nella sezione vaccini entro il 2020 (oggi il 15% sul totale) da qualche parte bisognerà pure iniziare. Il resto della storia lo conosciamo. La fretta del decreto è semplicemente dettata dal rischio delle imminenti elezioni.
Niente di nuovo sotto il sole per quanto siamo ormai tristemente abituati, ma che si potessero spingere a tanto tramite un atto così coercitivo e massivo, lascia sgomenti.

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Enrico

Sempicemente perfetto...condivido tutto il ragionamento

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valerio donato

Carissimo Pedante,
come promesso riporto le mie riflessioni giuridiche a caldo sul decreto legge Lorenzin.
Ecco quindi testo del mio articolo in edicola questa settimana su www.ilcanavese.it che ha la pazienza e la costanza di ospitarmi quale esperto di diritto ed economia.
Un abbraccio.
***
Martedì 6 giugno dovrebbe essere pubblicato (e quindi entrare in vigore) il Decreto Legge “fantasma” (ad oggi non se ne conosce il contenuto esatto) sui vaccini, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 19 maggio. Lo scarno comunicato stampa del Governo ci fa sapere che diverranno obbligatorie ben 12 vaccinazioni. Prima i vaccini obbligatori erano solo 4 di cui uno, quello contro l’epatite B, è stato oggetto di un procedimento penale conclusosi con l’accertamento di una corruzione legislativa, laddove la Glaxo pagò all’allora Ministro della Sanità De Lorenzo una tangente di 600 milioni di lire per renderlo obbligatorio. Senza voler entrare nel dibattito scientifico sui benefici delle singole vaccinazioni, occorre senz’altro fare delle osservazioni sulla tecnica legislativa utilizzata. E ciò sia in relazione all’obbligo (l’Italia diventa l’unico caso in Europa dove è obbligatoria una vaccinazione così estesa) sia in relazione allo strumento utilizzato della decretazione d’urgenza. Quanto al primo aspetto è noto a tutti che prima di effettuare un qualsiasi banale intervento medico, quale ad esempio la cura di una carie dentale, il sanitario fa firmare al paziente una robusta informativa circa i benefici e i rischi del trattamento che viene praticato. Si tratta del consenso informato, necessario ex articoli 32 (“nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge” e 13 (inviolabilità della libertà personale) della Costituzione per poter effettuare una qualsiasi terapia o esame diagnostico. Qualsiasi intervento medico, in pratica, non potrà essere effettuato se non dopo aver ottenuto un valido consenso dell’avente diritto (del tutore o di chi ne fa le veci, nel caso di soggetti incapaci), che sia stato compiutamente ed idoneamente informato in ordine a ciò cui sarà sottoposto ed ai rischi che possono derivare. Si pensi che il medico chirurgo può rispondere di omicidio preterintenzionale laddove esegua, con esito infausto, un intervento demolitivo senza il consenso del paziente e senza che si sia verificata una situazione di emergenza o di immediato pericolo. Non così per i vaccini laddove viene istituito un trattamento sanitario obbligatorio (previsto in via generale solo per brevissimi lassi temporali su pazienti pericolosi per se e per gli altri e possibile in base alle direttive ONU solo con certificato psichiatrico) senza le garanzie previste dalla legge (richiesta di un medico, certificato psichiatrico, provvedimento del sindaco e convalida del giudice tutelare). Quanto allo strumento del Decreto Legge non si può non osservare che il citato art. 32 Cost prevede una riserva di legge in materia di TSO, che secondo i costituzionalisti più pedanti non può essere colmata da un atto avente solo forza di legge, come appunto è il Decreto. Inoltre non paiono ravvisarsi le condizioni di validità del Decreto legge e cioè una situazione di necessità ed urgenza (cfr. art. 77 Cost). Attualmente in Italia non è in atto, invero, alcuna epidemia o pandemia, e un siffatto obbligo, rafforzato dall’impossibilità di frequentare gli istituti prescolastici e da pesanti sanzioni pecuniarie per i genitori, avrebbe dovuto quantomeno essere oggetto di un democratico dibattito parlamentare e non essere imposto da un atto unilaterale del Consiglio dei Ministri.

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↪ esmeralda piccenna

Gentile @valerio donato,
mi ha molto colpito - e fatto riflettere - il paragone legale tra questo provvedimento d'urgenza e il TSO, pratica che ho sfiorato condividendo l'ufficio con la collega addetta alla volontaria giurisdizione. Bravo!

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Sonia

Una lettura perfetta e molto approfondita sulle motivazioni politiche e sociologiche che ci hanno spinto fino alla situazione attuale. A me sembra tutto fin troppo chiaro, non riesco a comprendere come i miei connazionali invece di risvegliarsi dal torpore continuino a guardare al dito anziché alla luna.

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Andrea

I miei più sinceri complimenti, per l'equilibrio, la competenza, la capacità di analisi. Sono d'accordo con lei anche sulla punteggiatura. Trovo tutto questo grottesco, non capisco sotto quale ricatto, non solo economico, un legislatore possa partorire un decreto (immotivato) così castrante, tranciante. Non capisco come, al di là di come la si pensi specificatamente sulla profilassi vaccinale, una popolazione intera non riconosca i lineamenti di una dittatura, della più becera e arrogante. Senza timore mi sento di affermare che, insieme alla trattativa stato mafia ed altri punti oscuri della storia recente, si sia toccato il punto di buio democratico più profondo e nero, di un nero liquido. Il ricatto sulla genitorialità ritengo sia un metodo coercitivo degno del peggior mafioso, criminale, anti umano che si possa immaginare. Neanche nel più angosciante romanzo distopico-fantascientifico si è mai arrivati ad immaginarlo. E invece oggi è realtà. Spero solo si trasformi in un boomerang per questo governo (illegittimo) e sia di sprone ad una presa di coscienza, forse tardiva. A Lei i sensi della mia stima. Andrea

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↪ Leonardo

Gentile @Andrea ,
sfrutto il suo ineccepibile commento per dimostrare anche la mia stima e il mio apprezzamento verso l'autore dell'articolo e il suo contenuto. Complimenti vivissimi per l'assenza di retorica e il mantenimento di un'imparzialità condita da una dialettica sopraffina ed eccezionalmente ficcante.

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Bombadillo

Carissimi,
leggeremo domani il testo del dl, e allora potremo entrare più nel merito.
Per altro, non è detto che il dl sia convertito o che le modificazioni al Senato non siano tali da stravolgerlo.
Speriamo bene.
Nel frattempo, solo alcune riflessioni sparse, ché il tempo è tiranno.
La prima. Per l'art. 32 Cost., la salute è un bene prima individuale e poi collettivo. Negli anni '80 del secolo scorso, nel corso di un procedimento penale nei confronti di due coniugi, che si erano rifiutati di sottoporre la propria figlia alle vaccinazioni obbligatorie antipolio e antitetanica per ragioni scientifiche, il Pretore di Alba aveva sollevato la questione di legittimità delle leggi degli anni '60 che prevedevano come obbligatorie tali vaccinazioni e, appunto, erano penalmente sanzionate. La questione venne sollevata per violazione dell'art. 32 (ma anche degli art. 21 e 33), perché tali leggi non prevedevano, testualmente, "l'obiezione di coscienza", da parte di chi avesse convinzioni scientifiche contrarie. "Purtroppo", nel frattempo, vi era stata la depenalizzazione, e quindi la Corte non si espresse nel merito. Se il decreto dovesse passare, però, e dovesse passare in una forma lato sensu illiberale, credo che una questione simile, per mancanza della possibilità di non procedere a vaccinazione a causa di una motivata obiezione di coscienza (non, cioè, per mero lassismo o incuria) potrebbe essere riproposta.
La seconda. Secondo me il punto centrale del bel articolo del nostro Ospite e quello del rapporto tra coazione interna ed esterna di una norma, che è sempre inversamente proporzionale.
Insomma, il discredito della nostra classe politica è forse tale che la coazione interna delle sue norme è minima, per cui è necessario aumentare la cifra della coazione esterna (sanzione)?
Spero di no, perché questa sarebbe la cartina di tornasole di un potere che non è più ritenuto legittimo.
Solo che nessun ordinamento giuridico può basarsi solo sulla coazione esterna. Insomma, gli ordinamenti giuridici funzionano solo se la stragrande maggioranza dei consociati rispetta le norme spontaneamente, perché le ritiene giuste, e considera legittimo e autorevole il potere che le ha emanate, e non perché ci sono delle sanzioni. Altrimenti, avresti bisogno di un "poliziotto" ogni dieci abitanti....insomma, una specie di carcere. Uno stato totalitario, anzi distopico, non certo democratico.
Tom bombadill - Tom Bombadillo

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Barbara

Salve, mi occupo di storia della scienza e ho apprezzato molto l'articolo, lo trovo necessario e rinfrescante di questi tempi. Ma chi è l'autore? Se c'è il nome e non l'ho visto, mi scuso.

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↪ Ippolito Grimaldi

Gentile @Barbara,
Un anonimo pedante.

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Khw31sJ

Sull’interpretazione istituzionale della scienza , piegata ai desiderata dell’establishment c’è, recentemente , la favola dei pianeti abitabili-simili alla terra (esopianeti). Il persuasore occulto politico-istituzionale cioè la TV, ce li mostra a noi talmente vicini che sembrano stare accanto al droghiere sottocasa, e pronti ad essere invasi dal descending purgatorius (il racconto di una prossima emigrazione cosmica ad uso dei fautori della decrescita-spopolazione coatta)
Essi distano solo pochi anni-luce : alla velocità di un satellite nello spazio (30000 km/h) , il tempo x andarci sarebbe di almeno 36000 anni (9,46E12/(30000*24*365) !!!!….. (traghetto con “navicella-tender-FS a carbone , modello TRUMP”).

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Ippolito Grimaldi

Concordo totalmente con Guido Sassi e JT ( un po' meno con l' italiano di quest' ultimo ).
Il caso Morbillo è certamente paradigmatico di tutta la problematica; nei giorni di maggior polemica politica ( perchè poi politica?) si sono dette ed ascoltate una marea di sciocchezze ed interpretazioni pareidoliache condite da insulti ed imprecazioni: il meglio della dialettica italiota.
Le "epidemie" di Morbillo hanno sempre avuto un andamento ciclico, è banale, ma tutte le malattie diffusive e contagiose su base endemica hanno un andamento simile: perchè si manifesti una recrudescenza, una crisi, c' è bisogno di un certo numero di soggetti recettivi il cui numero aumenta nei periodi intercritici per poi essere "bruciati" (immunizzati o uccisi) nella recrudescenza successiva.
In Italia abbiamo avuto sempre una discreta percentuale di copertura vaccinale, in lieve calo negli ultimi anni; una percentuale comunque insufficiente per tentare una eradicazione, ma sufficiente ad allungare i periodi intercritici o a ridurre il numero di nuovi casi nelle recrudescenze; l' impressione di trovarsi di fronte ad una emergenza morbillo è falsa, non c' è nessuna epidemia, ma solo una recrudescenza dovuta all' "incendio" da parte del "fuoco" virale delle sterpaglie non immuni accumulatesi in anni di bassissima incidenza soprattutto tra gli adolescenti.
Perchè dunque utilizzare una falsa urgenza per giustificare provvedimenti legislativi, sostanzialmente giusti negli obiettivi, ma decisamente discutibili nei modi e nei tempi di attuazione?
vi porgo alcuni spunti di riflessione che non ho sentito proporre altrove:
1)l' allarme per il morbillo in Italia parte negli USA, un paese dove la letalità della malattia è da 3 a 10 volte più alta che in Italia, un dato poco noto, ma che potrebbe giustificare l' allarmismo OMS; un conto è avere un morto ogni 30 mila casi, un conto averne uno su tremila o uno su mille . La letalità e la mortalità del morbillo sono fortemente influenzate da fattori socioeconomici e dalle disuguaglianze di accesso ai sistemi di protezione sociosanitari; in Itali la mortalità e la letalità per morbillo è una delle più basse in assoluto, come corollario ne risulta che chi insulta, denigra, disprezza i cittadini italiani ed il loro sistema di welfare è un cretino e soprattutto è un nemico chi vuole smantellarlo rendendolo più simile al meno efficiente modello anglosassone e/o liberista.
2)Da quando la polarizzazione politica ha cominciato ad essere spettacolarizzata nel mercato del consenso, l' estremismo interpretativo ha preso il sopravvento: il Piddino ( il soi disant moderato e sapiente) rafforza la sua sapienza di sapere e vede nell' avversario, prevalentemente grillino, la summa, non completamente a torto, del complottismo mondiale.
Alla povera gente ed agli operatori seri della sanità non resta altra sorte che essere schiacciati in questa lotta grottesca tra scientismo e complottismo, in cui l' unico ruolo loro concesso è quello di vittime e/o tifosi: una variante moderna di libero arbitrio

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↪ Il Pedante

Il nesso tra vaccinazione e tentativo di risolvere "a monte" l'inefficientazione dei sistemi sanitari è uno spunto prezioso.

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antonio

fidarsi e' bene ma non fidarsi e' meglio.
il meglio e' nemico del bene.
due vecchi proverbi che ,nella loro semplice concretezza,ci danno da pensare.
di chi ci possiamo fidare?
e se non ci fidiamo e' meglio?
per quanto riguarda le vaccinazioni io mi fiderei del mio pediatra;non e' vero che e' come fidarsi del metalmeccanico..
in primo ed ovvio luogo il pediatra ha studiato medicina(non mi sembra trascurabile);in secondo luogo ha vaccinato o ha controllato migliaia di bambini e quindi ha il polso della situazione e non ha interessi economici in ballo.
ecco questo e' il mio suggerimento.

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↪ yari

Gentile @antonio,
mi permetto di smentirla pedantemente,
i pediatri sono tra i primi che accettano soldi sia legalmente che illegalmente.
La invito a consultare i libri di una persona molto nota, il suo nome è Peter Gøtzsche.
Esistono addirittura delle liste ministeriali (in Danimarca e nei paesi scandinavi,in Italia non sono a conoscenza di questo obbligo) dove vengono indicati i medici che ricevono legalmente una questua dalle case farmaceutiche per ogni bimbo vaccinato, o per ogni paziente a cui viene somministrato un farmaco prodotto dalle aziende di cui sopra. Se questo non è un vergognoso e palese conflitto di interessi...
Veda lei.

Rispondi

↪ Sandro

Gentile @antonio,
spesso il pediatra è in buona fede; questo non vuol necessariamente dire che sappia (parlando di vaccinazioni);
Mi fido del mio meccanico, e comunque so, che male che vada, farà un danno alla mia auto, e non ad un essere vivente

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ws

Brillante come sempre e come sempre temo inutile. Se "il sistema" voleva "ragionare" , invece che "sottomettere" lo aveva cominciato a fare tanti anni fa. , ma ormai purtroppo la questione è semplicemente : o NOI o LORO.
E il NOSTRO problema che LORO hanno sempre più potere e NOI siamo sempre pochi e continuiamo a non contare un ca..o. Quindi tutto continuerà ad "andare male prima di finire molto peggio".

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Guido Sassi

I picchi periodici del morbillo hanno un periodo di circa 3-5 anni, inoltre gli effetti della copertura vaccinale sono protratti nel tempo, ovvero se la popolazione dei nati nel 2010 ha avuto una copertura del 91% questa copertura protegge dal morbillo negli anni successivi quella popolazione.
Ne consegue che:
1) Una valutazione dell'efficacia del morbillo dovrebbe essere quindi per classi di età.
2) La riduzione o l'innalzamento dei picchi è quindi ritardata di alcuni anni rispetto alla variazione della copertura vaccinale.
3) ha senso confrontare i dati su 5 anni, non ha senso confrontare i dati annuali.
link
Questo per confermare ulteriormente quanto detto nell'articolo, ci dobbiamo aspettare un picco nel 2017 di circa 4000 casi, (con una incertezza del 25% ovvero compreso fra 2-6000 casi con una confidenza del 95%) guarda caso siamo a 2500 a circa metà anno... che scoperta!!!!
Ci sono focolai più intensi localmemnte? Forse ci sono problemi di igiene e non di profilassi specifica.

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↪ Il Pedante

Eccellente, la Sua osservazione coglie nel segno. Avrei voluto includere riflessioni simili nell'articolo ma sarebbe risultato oltremodo pedante e dopotutto lo stesso argomento ufficiale era viziato all'origine, sicché mi sono limitato a ribaltarlo.

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roberto buffagni

Grazie mille e complimenti, un articolo come sempre ben informato ed equilibrato.
Chi fosse interessato a leggere quel che ne penso io (sul solo aspetto politico-culturale, di scienza so zero e dunque non parlo) può leggere i commenti in calce a questo post di Barbara Tampieri:
link

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JT

Stimo molto il padrone di casa e mai mi sarei aspettato di dover intervenire.
Per difenderlo.
Questa volta tocca a me ricordare che la Scienza non dice niente, e neppure gli scienziati, i quali presentano risultati.
Ad esempio, io. Che 110 pubblicazioni su riviste referenziate raccontano qualcosa. Fonte Scopus.
Tralascio il troll di ODDS/Ratio, che non ha senso.
Non conosco Garattini, se non per il fatto di aver letto il suo nome qui, per la prima volta. Il fatto che qualcuno lo definisca "uno scienziato con un Io un pochino ipertrofico" mi sorprende. Non conosco scienziati con Io non ipertrofico. Pare essere una condizione necessaria per fare il lavoro del ricercatore (ad esempio, io). Non mi sorprende, ma mi infastidisce, lo sproloquio su farmacovigilanza e studi indipendenti, senza una sola fonte. Mi basterebbe anche una non indipendente, anche in inglese (che, se non si fosse capito, conosco).
Il punto più critico pare essere il problema pediatra-metalmeccanico, che pare non essere stato colto. Partiamo dal controesempio: il CERN costruisce una camera a bolle e pubblica un articolo. Il metalmeccanico può leggere l'articolo, anche se non ha i mezzi per comprenderlo. Un altro fisico, che i mezzi per comprenderlo ce li ha, può leggerlo ed, eventualmente, criticarlo. Nessuno vuole dare retta al metalmeccanico, ma mi interessa sapere cosa ne pensa il secondo fisico. Nel caso del pediatra questo, sembrerebbe, non è possibile. Manca l'articolo.
Ammetto che le ricerche google sono dominate dai critici dei vaccini, per cui risulta molto difficile individuare gli studi fatti. I pochi che ho trovato sono piuttosto deboli, sia da un punto di vista statistico (campioni ridotti, se non palesemente disomogenei), che da un punto di vista di metodo (per ora ho trovato articoli sull'efficacia delle vaccinazioni che prendono in considerazione solo i vaccinati, non ho trovato nulla su effetti di lungo termine avversi). Ripeto: sono disponibile a leggerli.
Una nota a parte sulla fatica per pubblicare un articolo: se non lo avete mai fatto, non parlatene. Anche se avete letto esperienze altrui. Non sarete mai in grado di capire cosa significa.
Mi permetto di intervenire anche sulla seconda voce critica, anche se non c'è alcunchè di scientifico da discutere. Mi sembra che l'intera prima parte del post sia una chiarissima e (i miei complimenti) scientifica dimostrazione che non c'è alcun interesse collettivo da proteggere. Per cui la legge risulta illiberale.
Sul punto di utilizzare i canali ufficiali, vale quanto detto poche righe sopra. Se non avete mai pubblicato un articolo, non parlatene.
Non sarete mai in grado di capire cosa significa.
Tutti prendiamo ordini da qualcuno, o qualcosa. Per esempio: io prendo ordini dalla mia stessa applicazione. Se dico che faccio una cosa, poi la devo fare. Non è scorretto l'uso dell'argomento, soprattutto se si tratta di vendere un prodotto.
Riassumo: se non siete ricercatori, non usate argomenti da ricercatori.
Mi scuso con il padrone di caso per la prolissità e l'assoluta incapacità di scrivere.
Ultima nota per coloro che cercano spiegazioni a quanto sta accadendo:
link

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↪ Il Pedante

La ringrazio per l'intervento. Ciò che Ella scrive mi era stato effettivamente anticipato dai peer reviewer pedanti durante la redazione del testo. È vero, gli studi sono scarsi e in certi casi viziati da campioni insufficienti. Aggiungo però un punto di principio. Una legge di questa portata e di questo impatto non può lasciare alla canea dei sudditi il dibattito scientifico sotteso, né rovesciare sulle loro teste l'onere della controprova. Quell'onere spetta al legislatore: quali studi indicano e dimostrano la necessità di introdurre una siffatta profilassi di massa (cioè, ripeto per i coriacei, QUESTA profilassi, non «i Vaccini che hanno salvato l'umanità bla bla») nelle condizioni attuali del nostro Paese? Poi ci si può discutere. Ma mancando il punto, anche parlare di scienza diventa peloso.

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↪ Porcograsso&Vannacena

Gentile @JT,
sono un ricercatore, seppur vecchiotto. Per cui ho forse il diritto e in qualche modo dovere di dire la mia e secondo un'esperienza più che trentennale e, francamente, multidisciplinare (come può immaginare dal mio nickname). E direi che il "se non siete ricercatori (o nickelatori di ferri a vapore o staratori di bergonze il sabedì) non usate argomenti da ricercatore (o da nickelatori di ferri a vapore o staratori di bergonze il sabedì) è argomento pericoloso. Che poi Lei ritenga che avere un io ipertrofico sia una condizione necessaria (ma non sufficiente, spero) per fare il ricercatore, forse mi trova in parte d'accordo. Insomma in questo momento, fra me e Lei, è probabilmente un colloquio tra gobbi :-)
Ma, a parte questo, Lei non ha capito, credo, quello che volevo dire (ma forse mi sono spiegato male). Il passo in questione era: "Se in teoria il metodo scientifico non tollera nulla all'infuori dell'evidenza empirica, in pratica quasi tutto ciò che consideriamo «scientificamente provato» è stato in realtà provato da qualcun altro con procedimenti che non siamo in grado di replicare.". Ora, se Lei è in grado di replicare tutti gli studi precedenti a quello su cui sta lavorando e soprattutto ha i mezzi per farlo, mi mandi il suo indirizzo privato ed io le invierò a mie spese una statua crisoelefantina a grandezza naturale che La ritragga :-)
A parte gli scherzi, io non avrò anche capito bene e lo ammetto, però che la Scienza non dica nulla è una affermazione apodittica e poco sostenibile. Certo che gli scienziati portano anche i risultati, ma questi sono comunque filtrati e interpretati e sono comunque una realtà gnoseologica di cui i "politici" possono (o dovrebbero) tenere conto in quanto non sono "veritas" ma comunque l'esplicazione il più attendibile possibile della realtà.
Applicare questo ai vaccini e al loro problema significa semplicemente prendere atto dell'evidenza scientifica e magari motivando le scelte diverse. In questo il pediatra (o l'epidemiologo) ha più voce in capitolo del metalmeccanico e del fisico nucleare. Però nel momento storico attuale dove si fanno leggi "a furor di popolo" e la Regione Toscana mantiene due ambulatori di "Ginecologia Omeopatica" e "Oncologia Omeopatica" coi nostri soldi, forse affermazioni come quella, oltre (ripeto) ad essere inesatta, sono potenzialmente pericolose. Ma non vorrei ripetermi.
Un'altra cosa, ma non è di mia strettissima competenza, costruire una retta di regressione su quei dati e trarne conclusioni anche a me è sembrato un pochinino azzardato, ma è noto che ogni volta che vedo una retta di regressione e sento la parola "trend" metto le mani alla fondina. Per questo motivo sono in terapia da tempo :-)
Con stima

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Gabriele Attilio Turci

Raro esempio di analisi non solo equilibrata ma utile a capire anche i nessi e connessi di un'azione politica temeraria e di una prospettiva sanitaria obsoleta.

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dr Feelgood

Pur essendo un medico noiosamente tradizionale-ufficiale concordo sul giudizio su una legge che appare come "una lezione" da dare all'opinione pubblica.
Peccato che la questione vaccinale appaia quasi ingenua rispetto all'andamento della Sanità Italiana che sta assumendo l'aspetto di un autentico biopotere.
Se tenete presente che attraverso uffici qualità , protocolli, linee guida e percorsi assistenza , le Aziende Sanitarie, stanno assumendo non solo un ruolo guida scientifico , ma addirittura ed esplicitamente etico.
Siamo passati dal mostro dello Stato Etico all' Idra delle Aziende Etiche.
Fortuna che sono banalissimamente uomo comune , registrato come cattolico e pure biondiccio

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Massimo

In analisi di questo tipo non si usa la regressione lineare ma ODDS / Ratio, vale a dire il rapporto tra la frequenza degli esposti e quella dei non esposti ( non vaccinati vs vaccinati)

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Carlo Somigliana

Gran bell'articolo. Grazie a chi l'ha scritto e a chi l'ha condiviso, facendolo arrivare a me.

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Porcograsso&Vannaccena

Caro Pedante,
non scrivo mai post nei blog di discussione un po' per ignavia, un po' perché il sostenere discussioni, spesso poco costruttive, è una perdita di tempo tale che se posso evitarla la evito. In questo blog poi, che considero il migliore e che costantemente consiglio, data la sua lucidità e l'impatto civile dei temi affrontati, come un "must" nel panorama italiano, non avrei mai scritto una riga che fosse una perché la mia preparazione e, ammetto, la mia capacità analitica in quegli argomenti trattati è tale che farei perdere io tempo ai lettori.
Confesso che aspetto la comparsa di un nuovo articolo per il piacere di leggerlo e di leggerne la discussione per cui, quando è uscito questo l'ho letto e riletto cercando di darmi ragione di una profonda delusione iniziale, che si è un po' attenuata alla terza lettura ma che persiste. E quindi mi sono messo a scrivere, iniziando con una captatio benevolentiae peraltro sincera, tanto per dire che poi sarò piuttosto critico.
Premetto che sono d'accordo con tutta la parte "politica" del pezzo: il problema dell'emergenza e lo scandalo della "emergenza potenziale" mi trova assolutamente d'accordo. Tutta questa storia è decisamente brutta se non proprio scandalosa. Però non posso essere d'accordo su alcuni passi che riguardano non solo il problema "vaccini" come problema biologico / farmacologico / medico ma anche l'esistenza attuale non di una "medicina scientifica", epistemologicamente parlando, ma di una medicina a certificazione politica. Ma procediamo con un certo ordine. Garattini. Che ovviamente non è un complottaro ma uno scienziato con un Io un pochino ipertrofico ma-non-si-può-esser-perfetti. Dice: "Abbiamo bisogno di una farmacovigilanza attiva. Di studi indipendenti e approfonditi. Perché un conto sono analisi compiute in laboratorio, in condizioni ottimali, un altro sono studi compiuti su persone vere, che magari insieme con quel farmaco assumono altre sostanze". Ora esistono tre alternative che mi vengono rapidamente alla mente: Garattini vive in un altro pianeta oppure si è distratto negli ultimi quarant'anni oppure è un simpatico burlone. Nel senso che esiste tutta una legislazione italiana ed europea (senza contare quella che fa capo alla FDA) a riguardo della farmacovigilanza: a meno che "attiva" non significhi eleggere Garattini come arbitro cosa che, con tutto il rispetto e la stima per lui, non mi augurerei. E poi che cosa significa "condizioni ottimali" e "persone vere" in biologia sperimentale? E comunque studi "indipendenti" sulla interazione da farmaci ce ne sono: ce n'è tutto un arsenale, anche se pochi lavori italiani su riviste di alto livello anche perché per fare ricerca "indipendente" ci vogliono tanti soldi e i tagli alle Università e le politiche universitarie a proposito di budget del personale ricercatore e docente da molti anni non vanno certamente ad aiutare questo stato di cose. E questo a prescindere dal colore politico in quel momento alla guida del Paese. E comunque, personalmente, temo la "ricerca di Stato" come avrei perplessità sulle "automobili di Stato" o sui "computer di Stato" in un mondo che non fosse puramente teorico. Chi ha frequentato i paesi del Patto di Varsavia a suo tempo sa quel che voglio dire. E gli "indipendenti" (veri) che spendono miliardi l'anno per la ricerca farmacologica li devo ancora vedere.
Inoltre, stando alle sue considerazioni, "se un pediatra della Asl e un metalmeccanico hanno le stesse possibilità di verificare empiricamente le dichiarazioni dei produttori dei vaccini o le statistiche dell’OMS, cioè zero", a parte la curiosa interpretazione del metodo galileiano, qualunque ricerca anche indipendente non può essere falsificata dal metalmeccanico quindi è, nella fattispecie e secondo questo assunto, vana.
Tornerei su questo argomento perché apre un discorso delicato: intanto non sono d’accordo che la certificazione dell'autorità scientifica venga data da quella politica, almeno in medicina. E' vero altresì che l'autorità politica da sempre usa il benessere sociale come segno di potenza e di potere: dall'economia redistributiva delle chifferie preistoriche e protostoriche alle oligarchie mercantili dei Comuni medievali dell'Italia Centrosettentrionale il "medico pubblico" o comunque la figura carismatica guaritrice e, dal XIV secolo in Italia, l'ospedale pubblico sono state strutture efficaci e fortemente simboliche nella gestione del potere. Ma d'altronde i medici (e non gli Uffici di Sanità) hanno sempre cercato una autoregolamentazione non solo per mantenere un potere contrattuale col potere politico ma anche per validare "scientificamente" la professione quando questa, nei vari momenti della sua storia, ha riconfermato o ricostruito un suo statuto epistemologico. In soldoni, se un medico invece di agire secondo scienza e coscienza agisce secondo arbitrio (e anche coscienza, ammettiamo) non può che essere censurato. Pena l'instabilità di un rapporto, quello tra medico e società, che è già minato di suo specialmente oggi da una serie di cattive inclinazioni, non ultima quella giornalistico-politica, che portano informazioni artatamente distorte proprio in una disciplina che ha sì una base biologica (annoverabile, nota bene, tra le soft-sciences) ma tanto quanto una base squisitamente antropologica. Con buona pace di Garattini.
La gente non si fida più della "Scienza"? Non lo so: dovremmo chiederlo ad Alberto Angela. Chi esercita la medicina, comunque, sa benissimo quanto la richiesta di medicalizzazione sia aumentata col crescere del benessere sociale. D'altronde, come insegno ai miei studenti, se si vive costantemente sull'orlo della catastrofe economica o alimentare o si vive una vita di stenti, il medico lo si vede poco perché la richiesta di "stato di completo benessere fisico, mentale e sociale" è ben oltre le possibilità effettive. Noi siamo e saremo ancora per un po’ una società opulenta e quindi vogliamo il benessere e la salute (e non vogliamo che i bambini muoiano, a prescindere). E lo chiediamo alla medicina ufficiale. Poi se esistono delle imprese di grande scala che hanno creato nel tempo dei bisogni (produttori di farmaci omeopatici, produttori di cibo per intolleranti ecc.), questo non è un problema strettamente medico ma certamente è un problema politico. Non è un problema di falsificazione dei risultati ma è un problema di ricerca del consenso. Sono convinto che lei non proporrebbe una «disponibilità al compromesso» se venisse fuori che esiste per esempio un crescente movimento facebucchiano grillinamente cavalcato di genitori che non vogliono mandare alla scuola dell'obbligo i propri figli ma li vogliono educare a casa, che so, "bio" o "antroposoficamente" o in qualunque altro singolare modo che una mente nevrotica possa concepire. Perché la scuola dell'obbligo è una grande conquista sociale, materiale e morale. Tra l'altro la scuola uccide o fa ammalare tanto quanto i vaccini e forse anche di più (non ho le statistiche fra e mani) ma i vantaggi sociali sono superiori ai rischi. E qui finisco: chi ha detto che i vaccini sono assolutamente innocui? La variolizzazione di Jenner aveva un costo umano piuttosto consistente ma le epidemie di vaiolo erano estremamente più devastanti. Niccolò Paganini durante l'epidemia di morbillo del 1786 perde la sorella e si becca una encefalite virale tanto che viene portato al cimitero per morto. Quell'epidemia decimò i bambini di tutta l'Italia del Nord, come d'altronde aveva portato al collasso demografico l'Impero Romano oltre millecinquecento anni prima. Ma d'altronde la mortalità infantile ai tempi di Paganini era attorno al 20-24 % per cui non era un dramma particolarmente grave. Ci si era abituati. Oggi se muore un bambino in Clinica Pediatrica va sul giornale e la Magistratura "apre un fascicolo". Bisogna decidersi, perché di malattie infettive virali si muore. E si muore anche male. Non ho una vera opinione personale su questo: da medico ovviamente sono d'accordo all'obbligatorietà della vaccinazione, ma come storico e antropologo la abolirei per vedere cosa succede e studiarne il fenomeno. Tanto i miei figli li ho vaccinati e ho controllato recentemente la mia copertura anticorpale e per di più sto collaborando in un progetto (industriale) per la costruzione di esoscheletri innovativi per poliomielitici (sto scherzando, ovviamente, anche se non proprio del tutto).
Un'ultima cosa en passant: le multinazionali del farmaco guadagnano incredibilmente di più con gli inibitori di pompa protonica che non con i vaccini nel loro complesso. Ma il bruciore di stomaco è roba banale, che non si insegna neanche nelle "università della vita"...
Con reale stima

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↪ Il Pedante

La ringrazio per il lungo contributo. Capisco che il passaggio da Lei commentato è quello epistemologicamente più delicato, e molte delle Sue osservazioni sono utili e fertili. Ma io mi occupo di comunicazione e osservo che si è creata una barricata sociale dietro«la Scienza» laddove si tratta invece di un decreto su questioni mediche che deve essere criticabile. Un decreto legge non è «la Scienza» solo perché parla di vaccinazioni. E chi è stato radiato non era antiscientifico (penso a Miedico, non conosco gli altri) ma asimmetrico rispetto al messaggio politico (QUEL messaggio, non la diatriba platonica su "il Vaccino": che non esiste, non mi faccia anche Lei il tifoso). In quanto al metalmeccanico, è proprio così. Né lui né il pediatra possono replicare le ricerche sui vari vaccini, sicché scrivo che l'autorità è una necessità. E quindi la perdita di fiducia nell'autorità, per i motivi che ho elencato, è "un problema grave".

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↪ Porcograsso&Vannaccena

Gentile @Il Pedante,
non è l'autorità politica che valida gli studi scientifici, e tutti sappiamo quale fatica costa pubblicare un articolo su una rivista scientifica internazionale proprio per la pedanteria (anche qui :-) ) dell'editore e dei referee. Tra l'altro ogni volta bisogna dichiarare la mancanza di conflitti di interesse e dichiarare le fonti di finanziamento. Non sarà la trasparenza assoluta ma certamente il potere politico non c'entra nulla (o se c'entra, c'entra parecchio poco). Questo vale anche per le altre discipline, che so, la fisica. Il metalmeccanico non credo che abbia i mezzi per verificare l'interpretazione di una camera a bolle del CERN. E allora si può dire che il neutrino non esiste? Ovvero: il neutrino è un'opinione? Se si va avanti con questo cupio dissolvi, che rimane?
Sono assolutamente d'accordo che esista una gravissima perdita di fiducia, ma verso le Istituzioni. E una gravissima ignoranza a livello scientifico, dovuta ad una scolarizzazione sempre più mediocre (e secondo me voluta). Un cocktail micidiale che partendo dal presupposto che "la mia parola vale quanto la tua" proprio perché tutti "valgono uno" o sciocchezze del genere tende a vanificare anni di lotte e conquiste scientifiche e sociali. Diciamoci la verità: se basiamo tutto sulla quantificazione del "consenso" perché diamine, fin da giovani, abbiamo studiato, discusso, meditato?. Siamo arrivati a superare i sessant'anni senza aver capito niente della vita! :-)
Grazie della pazienza.

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↪ Il Pedante

Prendo atto che non sono riuscito a chiarire il punto epistemologico.

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↪ Peter Yanez

Gentile @Il Pedante,
non c'è un "punto epistemologico" su cui discutere: nel nostro contesto i vaccini DEVONO essere obbligatori perché i benefici per la collettività sono enormemente superiori rispetto al rischio di un tot numero di casi avversi e rispetto al rischio di nuove crisi epidemiche.
link

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↪ Francesco

Gentile @Peter Yanez, dice "non c'è un "punto epistemologico" su cui discutere: nel nostro contesto i vaccini DEVONO essere obbligatori perché i benefici per la collettività sono enormemente superiori rispetto al rischio di un tot numero di casi avversi e rispetto al rischio di nuove crisi epidemiche."
1 - L'obbligo NON esclude il DOVERE della trasparenza sui dati. Vedi Aifa e omissione della pubblicazione dei dati.
2 - L'obbligo è CONTRADDITTORIO se applicato SOLO in Italia in quanto la "comunità" scientifica Europea non è solo in Italia. Se i paesi limitrofi fanno solo un vaccino, tutta questa faccenda si mostra semplicemente per quello che è, e cioè sotanzialmente RIDICOLA.
Il punto epistemolgocio c'è eccome, e addirittura annichilisce il concetto di "comunità scientifica" per via della più palese e becera contraddizione.
Mi spiace ma devo rilevare che la lunghezza del suo intervento non centra per nulla la situazione ridicola di questa vicenda. Saluti.

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↪ Il Pedante

Gentile Utente, Lei scrive di "vaccini" e poi fornisce un link relativo a un epidemiologo che parla di un possibile rischio poliomelite. 1) Stiamo parlando di un decreto che introduce 12 vaccinazioni obbligatorie, non una: pensare di cavarsela con una falsa sineddoche non è ripettoso per i lettori e per chi scrive; 2) l'antipolio era già obbligatoria prima (giusto o sbagliato che sia); 3) la Sua eventualmente autorevole opinione sulla necessità dell'obbligo è smentita dallo studio ASSET che ho linkato.

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↪ ws

Gentile @Porcograsso&Vannaccena,
ma quanti sono in italia i "morti di morbillo" ? E quanti i "danneggiati gravi" ? E come è che non si pone la stessa attenzione alla "epidemia di autismo" che di sicuro supera i famosi "seimila casi/anno" e con costi "sociali" spaventosamente superiori ?
Non si può certo chiudere la questione ricorrendo al solo "principio di autorità" di enti e persone già pescate a mentire/omettere per interessi propri/altrui, e la cui " credibilità" di certo non si recupera con il "terrore di stato ".

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↪ Peter Yanez

Gentile @Il Pedante,
il fatto che l'obbligo di vaccinare non faccia aumentare le vaccinazioni non è un buon motivo per non introdurre l'obbligo, soprattutto in un Paese ignorante ed incivile come il nostro. Il caso della polio è emblematico: nonostante l'obbligo, la copertura non è ottimale. Che accadrebbe se non ci fosse l'obbligo?

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↪ Il Pedante

La copertura della polio è evidentemente ottimale visto che non abbiamo più casi da decenni. Sul resto mi astengo. Ho approvato questo Suo commento solo affinché sia esempio dei commenti che d'ora in poi non saranno più tollerati.

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↪ FABIOC

Gentile @Il Pedante, intervengo solo per evidenziare il fatto che il sig. Janez sia da tempo noto trolleggiatore di blog che tentano di dare letture alternative a quelle presentate dai media mainstream. Da valutare quindi di non sprecarci energie, i suoi commenti non sono mai costruttivi.

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Carlo Poltronieri

Monumentale come sempre. Grazie

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Enrico meloni

complimenti ottimo e documentatomica intervento merita larga condivisione

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Nina

Aspettavo questo articolo. Grazie, Pedante.

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Alessandro Fabbrucci

Come Le avevo promesso... my two cents...
link
link

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Alea

Ogni Suo articolo è un capolavoro di chiarezza e profondità di pensiero, la ringrazio.
Sono rimasta colpita in particolare dal paragrafo sul senso di colpa, perchè se la colpa smuove le menti più del dolore, se l'immaginazione vince sulla realtà.... cosa fare per risvegliare le coscienze? Come passare dall'analisi alla sintesi? #nonsonofamoqualcosistama...
Un augurio di buona giornata!

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LuciaS

10 e lode

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roberta

Acuto e preparato come pochi su questo argomento compresi medici e politici purtroppo. In malafede o pigri.

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Massimo Antonicelli

Grande!

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x

1) La società dell' immagine che ha quasi eliminato la società del concetto; ovvero della ragione (cioè della cultura: Cioè della trasmissione delle conoscenze attraverso le generazioni; prerogativa UNICA che contraddistingue la razza umana dal resto del regno animale)
2) cos' altro è quella che comunemente s' intende "dittattura" se non una "privatizzazione" delle pubbliche istituzioni (e funzioni) ?

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Vincenzo Oliva

Grazie, di cuore.

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Antonio

Si riferisce a questo passo "In un'altro articolo si osservava l'inclinazione dell'opinione pubblica più conformista".
Refusi a parte il suo articolo mi rincuora. Ho sostenuto argomentazioni simili nel blog di FQ e altrove. Ho girato a molti questo link.
Arrivi in questo sito e respiri aria pura. Grazie.

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Falso Indirizzo

Caro Pedante,
ti leggo sempre con grande piacere, per cui immaginerai che scrivere una "critica" non mi è facile. Se ritieni non pubblicarlo, ma ti prego di farci una riflessione onesta sopra.
Provo a sintetizzare:
-prima di tutto segnalo che concordo col punto cruciale del pezzo (va garantita l'assenza di conflitto di interessi nel processo di certificazione delle conseguenze dei farmaci) e con i corollari sui metodi di governo (emergenza, urgenza e conflitto che già hai descritto in altri pezzi)
-non concordo sulla libertà da garantire agli "utenti", è in ballo un interesse collettivo che può essere in contrasto con quello individuale. Già la cost. all'art. 32, comma 2 prevede la fattispecie. non richiamerei la categoria della "illeberalità" per quello che è un classico caso di bene comune da garantire (lo scopo ultimo delle aggregazioni umane..)
-non è per nulla corretto che i medici discutano pubblicamente la vaccinazione, se hanno dubbi l'unica strada è la segnalazione fatta per i canali ufficiali e la ricerca scientifica fatta col metodo scientifico (ipotesi falsificabili, studi a doppio cieco), il resto è fuffa e causa solo problemi. Lo chiamaerei "micugginismo" medicale, non va mai giustificato per chi ha fatto il giuramento di Ippocrate.
-il fatto che qualcuno "prenda ordini" dalle case farmaceutiche non significa nulla. Mi stupisce da parte tua l'uso di questo argomento, che logicamente e dialetticamente definirei al limite della correttezza. Insomma per usare un parallelo: l'Italia è piena di strade fatte con le tangenti, però sopra ci corrono lo stesso i cittadini..
-segnalo infine che anche l'esempio della "teoria economica" è usato in modo scorretto. La teoria economica diceva dall'inizio che certe scelte politiche avrebbero prodotto questi risultati (tu e Bagnai me lo avete insegnato), ora non possiamo usare lo stesso ragionamento per dire l'inverso..
Ciao e grazie.
Anonimo

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↪ Il Pedante

La ringrazio per la stima e rispondo brevemente. L'interesse collettivo deve essere giustificato da ragioni di urgenza, che in questo momento non risultano alla conoscenza del pubblico. Per quanto mi riguarda mi ritengo sufficientemente adulto: i medici possono e devono esprimersi su questioni mediche, soprattutto se i canali ufficiali sono dimostratamente reticenti (vedi segnalazione danni) e la ricerca sul tema è spesso orientata da interessi industriali (ad es. i test vaccinali sono a carico dei produttori). Qui il problema non è se la strada è fatta con le tangenti, ma se chi ha deciso di costruire un'autostrada in mezzo al parco naturale sia il legislatore o il corruttore. Saprà che l'Italia è anche piena di cattedrali nel deserto. Per costi, impatto e controversa opportunità, il TAV in Val Susa o la semideserta BreBeMi mi sembrano esempi più calzanti. Infine non conosco teorie mediche secondo cui la mancata obbligatorietà del vaccino contro la varicella o la poliomielite causerebbe epidemie. Risulta anzi (scientificamente) che l'obbligo non comporta un aumento delle coperture.
Comunque il punto dell'articolo è un altro. Creare fiducia nei governati non è un accessorio, ma la missione centrale del governare (qualcuno lo chiama consenso). Se anche Le concedessi ciò che non penso, che cioè il piano vaccinale proposto è opportuno e urgente, tanto più l'avere deteriorato la fiducia al punto di farlo rifiutare sarebbe politicamente un crimine.

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↪ Falso Indirizzo

Gentile @Il Pedante,
pur rimanendo della mia idea, in particolare sui risultati attuali delle conoscenze scientifiche, apprezzo e ringrazio per la franchezza e trasparenza del confronto.
Ciao ed ancora grazie.

Rispondi

↪ Luca

Gentile @Il Pedante, "Qui il problema non è se la strada è fatta con le tangenti, ma se chi ha deciso di costruire un'autostrada in mezzo al parco naturale sia il legislatore o il corruttore".
Esatto, e la risposta, come saprà è: il legislatore, che poi usa la corruzzzzzzione cattiva cattiva per giustificare la necessità della governance ministeriale sulle grandi opere. A proposito di vaccini lei segnala il fatto singolare che l'accertamento dei rischi sia affidato alle aziende produttrici di farmaci. Per le autostrade vige un meccanismo identico: l'analisi della domanda di traffico e la progettazione delle infrastrutture è monopolio delle concessionarie autostradali, che oltretutto, in cambio degli investimenti necessari per realizzare opere da esse stesse proposte e progettate, e nove volte su dieci inutili come la BreBeMI, ottengono proroghe sine die delle concessioni.
Poi succede quel che è successo il 17 maggio scorso: la Commissione UE deferisce l'Italia alla Corte di Giustizia per violazione delle norme sulle concessioni, dopo una trattativa portata avanti per otto anni in cui il governo italiano non ha mantenuto uno solo degli impegni presi per arrivare a una soluzione concordata. Già, perché le concessioni sulle infrastrutture pubbliche non si possono allungare ad libitum, ma vanno messe a gara. E non da oggi, ma da più di vent'anni. Il problema è che i cittadini, quando arriverà l'inevitabile multa, non saranno in grado di fare due più due, cioè di capire che la multa arriva perché il Ministero dei Trasporti ha agito in barba alle regole, non perché “l'Europa è cattiva e burocratica”, come strilla quotidianamente la stampa di regime.

Rispondi

↪ bob

Gentile @Il Pedante,
"se i canali ufficiali sono dimostratamente reticenti (vedi segnalazione danni)"
Dico io, 10 secondi su Google li spendiamo o no?
link

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↪ Il Pedante

Dove sono elencate le reazioni avverse?

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↪ a perfect world

Gentile @Falso Indirizzo,
al terzo "al lupo al lupo" nessuno accorse. Io indosso la cintura di sicurezza anche perche' ho una responsabilita' verso la mia comunita', che non dovrebbe spendere quattrini per curare lesioni evitabili. Con cio', viviamo in tempi troppo ambigui, dove ci si straccia le vesti per il vaccino ma con l'altra mano si lasciano prosperare case da gioco che di danni ne fanno eccome. La persona comune che conclusioni puo' trarre, se non si vede nessuna coerenza nell'azione istituzionale? Semplice, che l'individualismo e' l'unica risposta.

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↪ yari

Gentile @bob,
quanti medici e/o professionisti del settore secondo lei utilizzano il link che ha gentilmente fornito?
Visto che le segnalazione per avvenimenti avversi non avviene praticamente quasi mai e se avviene i dati vengono massaggiati?
fonte:
"medicine letali e crimine organizzato, come le grandi aziende hanno corrotto il sistema sanitario"
autore: Peter Gøtzsche
Come ad un altro gentile utente, invito anche lei a farsi una bella passeggiata di circa 500 pagine con riferimenti bibliografici, sentenze di condanna, analisi su quanto e come il materiale di studio viene nascosto, corrotto, rivisto, riscritto, falsificato per far contenta l'azienda spacciatrice di turno e quante altre fonti le sono necessarie per rendersi conto della sua provocazione priva di senso.
Saluti

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Larissa

" Una profilassi vaccinale ragionata, personalizzata e non obbligatoria"
In questa frase c'è la sintesi prudente, di buonsenso, equilibrata, di risposta a tutto l'affaire "vaccini" gestito in maniera inqualificabile da una governo sgangherato di dilettanti sul piano sia sostanziale che formale.
Sono abbastanza vecchia da aver avuto figli bambini negli anni '70. Al tempo si facevano antipolio e trivalente (antidifterica e cosa fossero le altre due) ed erano obbligatorie. Era ragionevole.
Avessi oggi ifigli piccolini mi rifiuterei di seviziarli con 12 vaccini la maggior parte dei quali non dispone di valida giustificazione. Per elementari principii di prudenza, di riflessione alla tenerissima età e alla effettiva necessitè di sovrastimolare un sistema immunitario ancora in formazione e delicatissimo.
Ma nella realtà, io credo, la preoccupazione del governo sia ben altra che non l'immunità di gregge. E' il panico dovuto alla constatazione di un'invasione così massiccia di migranti manifestamente vaccinati contro nulla, e verosimilmente portatori anche sani di chissà cosa, tale da minacciare l'esplosione di patologie le più varie. Ne sappiamo qualcosa qui in Toscana con la meningite.
Così si è voluto correre preventivamente ai ripari a casaccio, alla carlona, senza discernimento nè cautela.
E noi dovremmo mettere a rischio la salute dei nostri figli piccolissimi per le politiche improvvide e francamente folli di gente priva di discernimento? Per conto mio mai.
Grazie per la sua lucida analisi.
Larissa

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↪ Il Pedante

Gentile Larissa, non è la prima persona a sollevare l'ipotesi di una sgangherata risposta a un eventuale (temuto? documentato?) rischio sanitario legato all'immigrazione. Non sono personalmente in grado di valutarlo, e immagino che chi lo ha fatto si guardi bene dal diffonderne i dettagli. Tuttavia il mio prossimo articolo riguarderà proprio questo tema, sul piano di una comunicazione dove si veicolano messaggi molto strani al riguardo.

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Federico Luciani

Che uomini come lei esistano ancora
è una grande,
è l'unica consolazione,
se eccettuiamo le costine di maiale alla griglia, il Chianti bene invecchiato, e le finte cattiverie di Bagnai.
Spero di avere un giorno l'onore di conoscerla, anche se presumo non sia facile: intuisco che è persona schiva.
La ringrazio ancora.

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Rosalba Caliman

Bellissimo, grazie ... È vero, aumentano i genitori che non fanno vaccinare i figli. Raccontarsi che sono «cretini irresponsabili» non spiega però niente, né perché siano diventati eventualmente tali negli ultimi tre anni. Risolvere un fenomeno con l’insulto e il giudizio morale fa forse bene all’autostima, ma non alla comprensione delle cause. Che in questo caso sono più semplici e più gravi: quei genitori non si fidano. Non si fidano più. E non certo de «la Scienza», ma dei suoi interpreti istituzionali. Perché nei fatti la scienza non può prescindere dalla fiducia nell’autorità che la sancisce.

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juanmatus

caro pedante, ti apprezzo e ammiro per il tuo scrivere chiaro e fresco come le dolci acque... proprio per questo ti invito a cancellare quell'orribile refuso di un altro articolo scritto con l'apostrofo...a te il refuso non è consentito ...

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↪ Il Pedante

Se ha la bontà di indicarmelo.

Rispondi

↪ Raffaele My

Gentile @Il Pedante, nel link che punta a "I moderati sive de grege".
Articolo perfetto. Mille ringraziamenti. Speriamo bene.

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↪ Il Pedante

La ringrazio. Era rimasto come reperto della precedente espressione: in un'altra sede.

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↪ Luca Valagussa

Gentile @Il Pedante,
No no, è proprio in questo articolo, c'è scritto "un'altro articolo" :-)
Comunque, splendido articolo.

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