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Rimpiangere la Lorenzin? Si può. Anatomia di una tecnolegge


In appendice all'articolo precedente e nel solco tematico della protesta - utile o meno - che mi ha spinto a chiudere il blog, aggiungo qui qualche considerazione analitica e di contesto sul citato e pendente disegno di legge n. 770 cofirmato dai capigruppo Stefano Patuanelli (M5S) e Massimiliano Romeo (Lega) e dai membri della Commissione igiene e sanità al Senato Pierpaolo Sileri (M5S), Maria Domenica Castellone (M5S) e Sonia Fregolent (Lega) recante "Disposizioni in materia di prevenzione vaccinale". Il testo, presentato il 7 agosto, è assegnato alla 12ª Commissione permanente (Igiene e sanità) del Senato in sede redigente. Ciò significa che eventuali emendamenti alla proposta saranno valutati e approvati in seno alla sola Commissione, riservando all'Assemblea il voto sul testo finale. La discussione ha avuto inizio il 2 ottobre.

Si è già documentato e deplorato il fatto che l'«obbligo flessibile» normato dalla proposta «supererebbe» l'obbligo della Lorenzin in senso tutto accrescitivo, esattamente come una potente auto sportiva supererebbe un'utilitaria in autostrada: mira cioè a estenderlo nelle applicazioni e nelle sanzioni fino a renderlo potenzialmente universale. Guardandosi bene dal mettere in forse l'abominio di un trattamento sanitario obbligatorio preventivo - quindi non motivato da urgenza - e di massa, il DDL n. 770 ne accetta in pieno la ratio rilanciandola su tutte le fasce di età («per determinate coorti di nascita») in caso di «compromissione dell'immunità di gruppo» (art. 5, comma 1). In questi casi, alla «sanzione amministrativa pecuniaria da euro 100 ad euro 500» (ibi, comma 3) aggiungerebbe la possibilità di escludere gli inadempienti dalla «frequenza delle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione» (ibi, comma 4) e quindi anche dalle scuole dell'obbligo e superiori, arrivando là dove il precedente governo non aveva osato arrivare. Giacché, infine, «gli obiettivi da raggiungere su tutto il territorio nazionale» sarebbero quelli fissati dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale (PNPV) adottato «su proposta del Ministro della salute, sentito l'Istituto superiore di sanità» (art. 2), il numero delle vaccinazioni da imporre mediante obbligo non sarebbe più necessariamente limitato alle dieci previste dalla Legge Lorenzin, ma potrebbe estendersi anche ad altre patologie infettive secondo le priorità fissate dai tecnici e i livelli di copertura registrati.

Il nuovo DDL finirebbe così per surclassare (non «superare») la coercizione ex Lorenzin espandendola in ogni direzione possibile: a) delle fasce di età e quindi del numero di persone coinvolte, b) delle sanzioni applicabili e c) delle vaccinazioni assoggettabili all'obbligo. Fatte queste premesse, l'auspicio di chi scrive non può che essere quello di una sua morte silenziosa e prematura, e che mai possa lasciare le scrivanie di chi l'ha concepita. Un esito tanto più necessario se si misura l'intenzione di intensificare ulteriormente l'imposizione lorenziniana con le posizioni avverse all'obbligo già espresse del ministro della Salute in carica e, più ancora, dal segretario della Lega Matteo Salvini, che anche in un recente comizio ha ribadito quanto sia «sacrosanto per tutti i bimbi il diritto di andare a scuola. Perché non è civile un Paese che nega questo diritto». Avendo però aggiunto che «al governo siamo in due», resta da chiedergli perché tra le firme in calce a una proposta che nega esplicitamente il diritto di «frequenza delle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione» appaia anche quella del suo capogruppo al Senato.

Se una revoca del testo non fosse resa possibile dalle circostanze, sarebbe almeno da stralciare con urgenza la previsione abnorme della sospensione da scuole e asili: sia per non attentare con certezza a un diritto-dovere costituzionale (art. 34) sulla base di eventualità tanto paventate quanto remote, sia per spuntare gli artigli di un meccanismo di coercizione e discriminazione che non ha precedenti nella storia repubblicana. Per quanto auspicabile in subordine, questo risultato lascerebbe comunque intatto l'impianto di una legge profondamente sbagliata e pericolosa nei suoi fondamenti scientifici e di diritto, il cui precedente aprirebbe la porta alla possibilità di abusi che, poco o nulla giovando alla salute pubblica, metterebbero ulteriormente a rischio la coesione sociale e la fiducia nelle istituzioni. Analizzare i modi in cui ciò avverrebbe è utile anche nella desiderata ipotesi di un'inversione di rotta dei decisori, per trarne un monito più generale sui mali di un legiferare «tecnocratico» applicato a un caso concreto.

***

Come ogni legge di ispirazione «tecnica», anche il DDL n. 770 prefigura un meccanismo di governo «algoritmico» e lineare. Il provvedimento poggia sul doppio pilastro informativo di un PNPV quinquennale contenente il calendario, gli obiettivi e le raccomandazioni in materia di prevenzione vaccinale, e della costituenda Anagrafe vaccinale nazionale dove confluiscono i dati relativi allo stato vaccinale della popolazione. Incrociando i due flussi di informazione, le autorità sanitarie dovrebbero essere in grado di monitorare la rispondenza dei comportamenti vaccinali agli obiettivi fissati in tempo quasi-reale e con una precisione «granulare» secondo età, sesso, localizzazione geografica, condizioni cliniche ecc. per intervenire «chirurgicamente» nelle situazioni di mancato raggiungimento dei target. Sarebbe in teoria possibile, ad esempio, attivare l'obbligo HPV per i soli preadolescenti maschi di una provincia, o quello antinfluenzale per i soli soggetti anziani di una regione.

I «piani straordinari d'intervento» comportanti l'obbligo sarebbero varati - unica novità davvero positiva - «su proposta del Ministro della salute previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentiti l'Istituto superiore di sanità... con decreto del Presidente della Repubblica», cioè tramite una decisione politica e un iter non esattamente «snello» né tanto meno automatico. Ciò dovrebbe garantire un margine di discrezionalità politica che resterebbe tuttavia assoggettato alla «dura legge» del numero, integrando disciplinatamente il modello del «vincolo esterno» dove gli organi politici decidono il come ma non il cosa, e un parametro solo simbolicamente correlato all'obiettivo - come già la soglia di spesa pubblica in deficit, o il rapporto deficit/PIL - assurge a totem dell'azione legislativa. Il vizio di metodo sotteso a questa visione monofattoriale e meccanica, più vicina alle dinamiche di un videogioco che alla complessità di un fenomeno biologico e di massa, si riflette puntualmente nei suoi strumenti.

Piano nazionale di prevenzione vaccinale: il vincolo esterno

Nella proposta qui esaminata, gli obiettivi di copertura vaccinale dettati dal PNPV costituirebbero la fonte unica dell'intervento legislativo, che si vedrebbe così privato della facoltà di deliberare su ogni singolo caso accogliendo criteri scientifici più ampi e anche non scientifici, secondo le molteplici fonti del diritto. La tabe tecnocratica si rivela qui nell'illusione di «sterilizzare» la fallibilità del processo decisionale politico assoggettandolo a un criterio che si reputa a-politico, traente origine e legittimazione da sé stesso e dall'«evidenza». Ma, semplicemente, ciò non è possibile. L'elaborazione di obiettivi di diffusione di una profilassi, e più a monte il fatto stesso di eleggere quegli obiettivi e quella profilassi, riflette essa stessa una visione del mondo e una gerarchia di priorità e di interessi. Nel 2015, il celebre epidemiologo Vittorio Demicheli denunciava ad esempio sulle pagine del Sole 24 Ore che «il calendario riportato all'interno del[l'allora] Piano nazionale di vaccinazione è la copia fedele del "calendario per la vita" sponsorizzato dalle industrie del farmaco». La vicenda, al netto di ogni giudizio, ci ricorda che le dialettiche e gli incerti scippati alla politica si ripresentano inevitabilmente ai piani superiori della tecnica la quale, nel farsi decisione, diventa essa stessa politica a dispetto dei suoi paludamenti.

In punto di merito, molti osservatori distratti hanno apprezzato il «buon senso» della proposta n. 770 senza però minimamente conoscere né gli ambiziosi requisiti del PNPV che dovrebbero assurgere a legge, né la situazione in cui ciò dovrebbe avvenire. Scorrendo il testo oggi in vigore ci si renderebbe infatti conto che l'applicazione dell'obbligo ai «significativi scostamenti... tali da ingenerare il rischio di compromettere l'immunità di gruppo» innescherebbe un aumento delle inoculazioni così vertiginoso da fare impallidire il dettato lorenziniano. Abbozziamo nel seguito una simulazione incrociando i dati più recenti sulle coperture e le raccomandazioni del PNPV 2017-2019:


La simulazione assume il normal case scenario, quello cioè in cui un governo in carica si attenesse alle disposizioni dell'art. 5. Certo, può darsi che le raccomandazioni del nuovo PNPV introdurranno una gradualità delle soglie, ma ciò sposterebbe il problema senza risolverlo. O ancora, che un esecutivo attiverà solo parzialmente i piani straordinari giustificati dagli scostamenti, ma ciò trasformerebbe il diritto allo studio e all'inviolabilità della persona in una mera concessione che deroga alla legge per la «bontà» - sempre revocabile e sempre assoggettabile a ricorso - di qualcuno.

La «flessibilità» dell'obbligo in parola si rivela insomma essere quella di una vescica vuota che si adatta elasticamente al suo contenuto. Mentre promette di flettersi alle «circostanze», alla «situazione» o - come qualche candido ancora crede - alle «epidemie», segue in realtà il profilo di una raccomandazione tecnica che, nell'espandere al massimo gli obiettivi, espande al massimo la guaina normativa e impositiva che vi aderisce. Scopriamo così che i vaccini obbligatori per l'infanzia e l'adolescenza potrebbero salire dagli attuali dieci a quindici, e quelli per la terza età da zero a tre, senza dire ciò che toccherebbe agli «esercenti le professioni sanitarie» la cui menzione distinta (art. 5, comma 1) sembra suggerire che sarebbero oggetto di obblighi supplementari e dedicati.


Immunità di gruppo: la politica del numerino

Secondo la teoria dell'immunità di gruppo (o di «gregge»), la circolazione di un agente infettivo all'interno di una comunità può essere fermata se una sufficiente percentuale dei suoi membri è immunizzata contro quell'agente. Al netto di altre raccomandazioni qualitative, gli «obiettivi» del PNPV che dovrebbero informare gli interventi straordinari dell'esecutivo coincidono appunto con le soglie percentuali di copertura vaccinale per scongiurare la «compromissione dell'immunità di gruppo». Il meccanismo di protezione dalla malattie infettive prefigurato dal DDL si riduce così al monitoraggio di un unico parametro sposando una visione rigidamente unidimensionale del problema che si presta a più di una critica.

Sorvolando sulle diatribe scientifiche circa la determinazione delle soglie, i tassi e la durata delle sieroconversioni e la persistenza di fenomeni epidemici per alcune malattie anche in supero delle soglie di sicurezza (come qui, qui o qui), il problema più ovvio è di natura politica. Che si debba raggiungere per tutti gli antigeni la copertura massima raccomandata in letteratura (nel PNPV è tutto un ossessivo ≥ 95%, ma vedi tabella sotto) e non piuttosto modulare gli obiettivi secondo la presenza, probabilità e pericolosità di ciascuna malattia, è una decisione che non può sottrarsi al dibattito democratico. La vaccinazione è prima di tutto - e in certi casi esclusivamente - un utile strumento di protezione individuale. Farne sempre e automaticamente scaturire l'obiettivo «epico» di sopprimere le malattie nel Paese o nel mondo sottende, anche quando ciò sia scientificamente provabile, una progettualità esclusivamente politica che per le proporzioni della sua ambizione e i mezzi drastici che reclama, deve essere condivisa e discussa caso per caso coinvolgendo la più ampia platea democratica, non relegandola nelle tabelle di un documento tecnico.


Soglie di «immunità di gruppo» (da Paul E.M. Fine. Herd immunity: history, theory, practice, Epidemiol. Rev. 1993. 15;2: 265-302).

Nel merito, la scelta di subordinare azioni di prevenzione e sanzione di gravità inaudita a un singolo parametro dovrebbe essere corroborata da una correlazione forte e lampante tra i livelli di vaccinazione e i contagi. Ma questa correlazione, quantomeno ai livelli di copertura già raggiunti, è tutt'altro che ferrea, ad esempio se si incrociano i dati regionali italiani per alcune malattie. La misura dei contagi dovrebbe essere quindi indagata e contenuta allargando l'analisi a una pluralità di fattoriper produrre strategie articolate e mirate secondo ciascuna realtà. Di tutto ciò non c'è però traccia nel DDL in discussione, che si accontenta invece di imporre, con strumenti inediti di coercizione, il raggiungimento di un numero one-size-fits-all promettendo di subordinare un vantaggio sanitario incerto alla certezza del sacrificio della libertà, dei diritti costituzionali e dell'inclusione sociale di milioni di persone.

La «politica del numerino» che si fa totem, i cui fallimenti si sono già osservati in altre e famose decisioni pubbliche (in primis quelle riguardanti gli obiettivi di bilancio pubblico), tradisce la volontà ultra-riduzionista e «cibernetica» di squalificare fenomeni complessi riducendoli a variabili di facile comprensione, riducendo così a cascata il politico a «guardiano del numero», sostituibile prodromo di un'intelligenza artificiale.

Anagrafe vaccinale nazionale: la volontà di potenza

Molti osservatori hanno salutato con favore l'istituzione di una «anagrafe vaccinale» che il DDL in discussione eredita integralmente dal decreto Lorenzin (art. 4-bis), mutandone il nome in «anagrafe vaccinale nazionale» (AVN, art. 4). La costituenda AVN servirà a «monitorare l'attuazione dei programmi vaccinali sul territorio nazionale» registrando «i soggetti vaccinati e da sottoporre a vaccinazione, i soggetti di cui all'articolo 1, commi 2 [immunizzati a seguito di malattia naturale] e 3 [esonerati o differiti per motivi di salute] del presente decreto, nonché le dosi e i tempi di somministrazione delle vaccinazioni effettuate e gli eventuali effetti indesiderati».

Va premesso che i dati sulle coperture vaccinali per luogo e coorte di nascita sono già noti da anni all'amministrazione centrale (qui quelli di infanzia e adolescenza), come anche le possibili reazioni avverse e i casi di malattie sottoposte a vigilanza. A regime, e purché sia ben progettato, uno strumento come la nuova AVN potrebbe dunque sì facilitare «l'elaborazione di indicatori» (ibi, comma 3) e «la raccolta e lo scambio di informazioni con gli organismi europei... internazionali» e nazionali (ibi, comma 4), ma non aggiungerebbe molto in termini informativi. Se il problema fosse l'inefficienza della raccolta e trasmissione dei dati in carico alle amministrazioni locali, sarebbe invece facile prevedere, in analogia con altri settori già investiti dal furor di portali e "big data", che l'introduzione di nuovi oneri e procedure comporterebbe altri aggravi burocratici, e quindi inefficienze.

Il problema fondamentale è però un altro. Mentre promette di essere un registro di dati sanitari per migliorare la salute pubblica, l'AVN raccoglierebbe in realtà un elenco di «soggetti» (nome, cognome, codice fiscale) per monitorarne non tanto le condizioni cliniche, ma la loro adesione ai «programmi vaccinali sul territorio nazionale» e, quindi, i motivi della loro eventuale mancata adesione. Servirebbe cioè a sorvegliare l'adempimento di un obbligo di legge - ancorché «flessibile», si è visto in che miusra - superando i residui incerti delle comunicazioni tra gli enti. Ciò, data la sua utilità statistica tutto sommato blanda, avvicinerebbe l'AVN più a uno strumento di polizia sanitaria grazie al quale sarebbe possibile individuare e sanzionare in tempo reale non già determinate categorie di individui, ma ciascun singolo renitente all'atto vaccinale.

Nel contesto di un obbligo che promette, salvo modifiche, di espandersi notevolmente oltre a quanto già imposto dalla norma in vigore - nell'ordine di milioni di nuove dosi ogni anno - e dell'entità delle sanzioni previste, l'adozione di questo strumento sembra promuovere un ulteriore e deciso slittamento dalle politiche di informazione e condivisione a quelle di una coercizione senza scampo, spalancando la porta a una medicalizzazione «cieca e sorda» potenzialmente senza fine perché non più bilanciata, anche nei suoi rischi, dalla critica e dall'obiezione di cittadini e operatori.

La «volontà di potenza», ultimo stadio della tecnocrazia, sposta l'intero peso dell'azione politica sul lato della sorveglianza e della repressione per liberarla dalle resistenze di una base popolare identificata come «nemica del progresso» e non già, secondo Costituzione, mandante supremo di quell'azione. Essa tende così al sogno di un governo ontologicamente totalitario in cui sia possibile identificare e rimuovere senza sforzo ogni singola eccezione o stonatura grazie alla capillarità degli strumenti elettronici in rete: dal controllo delle comunicazioni via internet alla rilevazione automatica delle conversazioni, dalla schedatura o blocco delle spese «cashless» alla videosorveglianza diffusa, dal tracciamento GPS all'integrazione dei database per accedere ai dettagli della vita di ciascuno «con un click». Questi strumenti, per l'enorme potere che concentrano nelle mani di pochissimi, e in un contesto già irresistibilmente vocato all'introduzione di sempre nuove coercizioni, dovrebbero essere limitati alle sole applicazioni di massima urgenza e necessità. Non sembra essere questo, francamente, il caso di una nuova anagrafe vaccinale nazionale.

Ma dipende dai punti di vista. E dagli scopi.


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Commenti

Emiliano

Salve, ho appena letto su adnkronos che Sileri, la Fregolent e una certa senatrice Cantù (lega) abbiano presentato un emendamento per rimuovere l'obbligo di presentare la certificazione vaccinale per frequentare la scuola: link
Non sapendo ancora se l'emendamento passerà e pur sperando per il meglio, comunque non è molto confortante il ricorso a questi piccoli auto-sabotaggi: l'impressione è che per qualche motivo "si debba fare assolutamente" questa legge coattiva, che il parlamento non abbia l'autorità per fermarsi pubblicamente e nettamente e che la tutela di uno spiraglio di libertà non possa passare che per cavilli che dovrebbero passare in sordina per non venire cassati.

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↪ Il Pedante

Ha colto purtroppo nel segno. Il tema è paradigma lampante dell'impotenza degli organi che eleggiamo.

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EXILADADELSUR

Ma la signora Paola Taverna come commenterebbe' oggi il suo "memorabile"intervento di dichiarazione di voto sul decreto lorenzin?
link
forse ha dimenticato di farlo sparire?

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disperato

Allora ricapitoliamo. Il nuovo ministro della sanità, tale Grillo (del movimento 5stelle, non bisogna dimenticarlo mai), dopo aver promesso, in campagna elettorale che, se eletta, avrebbe cancellato l'obbligo vaccinale, l'ha invece potenziato.
Non contenta vuole ora ridurre i diritti genitoriali per indurre, questa è la motivazione formale, più ragazzi a fare il test HIV.
Problema, il test HIV è molto poco accurato, è facilissimo risultare falso positivo, specie se lo si fa a ridosso di una vaccinazione. E comunque, tra la popolazione non a rischio, la possibilità di risultare falso positivo (cioè malato anche se sei sano, con tutto quel che ne comporta) è intorno all'80%.
Per me il test HIV andrebbe riservato solo a casi molto particolari (se proprio non lo si vuole abolire), altro che esteso a tappeto.
Poi certo, questo è solo un cavallo di troia per togliere i figli ai genitori e consegnarli allo stato. Però anche l'esempio scelto la dice lunga su chi abbiamo davanti.
Saluti.

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Gabriele

Ma nella nuova legge è sempre previsto che venga firmato lo scarico di responsabilità? E se uno si rifiuta di firmarlo pur presentandoai alla vaccinazione?

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Fusaro docet

Finito di leggere il libro "immunità di legge", quindi solo ora posso confermare:
Non posso che giudicare FANTASTICO - STUPENDO - difficilmente poteva essere meglio scritto. Ottimi contenuti, ottime note esplicative e riferimenti puntuali. Davvero un bel grande lavoro, complimenti!!!

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Paolo

Certo che la 770 così non va ma è fuorviantr pensare e dire che potrebbe essere peggio della Lorenzin. Secondo me la prima cosa è abolire l’obbligo. La seconda sfidare gli esperti a imporli di nuovo e di più. Non ce la potranno fare, perché non ci sono argomenti tecnici e non c’è più la forza politica. Per questo burioni e compagni fanno barriera a ogni tentativo di smontare la lorenzin.

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↪ Il Pedante

Non è fuorviante. È scritto all'art. 5.

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↪ Paolo

Gentile @Il Pedante, è vero, l’art. 5 va modificato.

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Fusaro docet

Sto leggendo il suo ultimo libro: "immunità di legge". Sono a 3/4 di lettura e fin'ora non posso che giudicare FANTASTICO - STUPENDO - difficilmente poteva essere meglio scritto. Ottimi contenuti, ottime note esplicative e riferimenti puntuali. Davvero un bel grande lavoro, complimenti.

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jimmie

Che peccato la chiusura del blog. Ma non sarebbe possibile avere accesso ai molti bellissimi articoli messi in rete in precedenza. Sono fonte di informazione attuale, nonche' altamente pedagogici. Grazie.
jimmie.moglia@gmail.com

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Emiliano

Gentile Pedante e gentili lettori, buonasera.
Leggo il post con piacere (qualcosa di bello da leggere finalmente) e come al solito mi trovo in sostanza d'accordo, ma un dubbio mi resta.
Mi chiedo come ribattere all'obbiezione più ovvia che si può fare: "e il diritto allo studio degli immunodepressi/non vaccinabili di vario genere?".
Qui, dando per buoni vari elementi (che non sono forse scontati), come ad esempio che essi siano minacciati unicamente da patologie per cui esiste un vaccino, e quindi l'immunizzazione dei loro compagni di classe li porrebbe "in una botte di ferro", o che l'immunizzazione vaccinale sia persistente e totale su ogni individuo (e par di capire che per alcune malattie ciò sia certamente lontano dal vero), non riesco a non pensare che chi abbia un figlio non vaccinabile potrebbe trovare assurdo il rifiuto a vaccinare dei ragazzi sani: "se tuo figlio non rischia niente, o rischia pochissimo, perché il mio deve rimetterci? Vaccinalo e mandalo a scuola".
E qui mi trovo in difficoltà a giustificare la renitenza vaccinale: per quanto capisca che la società stia scivolando verso un certo autoritarismo, mi pare che gli immunodepressi siano usati come ostaggi dalla propaganda (per quanto di tanto in tanto mi sia capitato di leggere storie di persone non vaccinabili che coraggiosamente ribadivano "not in my name"), e sugli ostaggi non si spara, per capirci.
Vorrei sapere come si pone Lei, o qualcuno dei lettori che si è posto questo problema e si è risposto, da un punto di vista di etica personale.
Grazie

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↪ Il Pedante

In punto scientifico hanno risposto altri: link.
In punto etico trovo doveroso che una comunità offra le cure migliori - e le offra gratuitamente - a chi è affetto da una patologia. Ripeto: a chi è affetto da una patologia. Non a chi non ne è affetto.

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↪ Eric

Gentile @Il Pedante, poterla rileggere è di gran conforto in questo momento buio!
Grazie all'ordine dei biologi e a Corvelva sta venendo fuori tanto marcio.
Speriamo che serva!
link

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Mauro

Stamane, su "Come don Chisciotte", c'era un articolo in cui si parlava dell'ennesimo voltavaccia del M5S sul taglio alle spese militari. Rispondendo al commento di un lettore avevo inserito il link di questo articolo come per sottolineare che è loro consuetudine disattendere tutte le promesse fatte. Risultato: mi hanno cancellato il commento.

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disperato

in alternativa al voto cosa si può fare per fermare questa deriva autoritaria che ci toglie la piena disponibilità del nostro corpo?

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↪ Ivan giuliano

Gentile @disperato, non è possibile contrastare questo sistema attraverso le sue leggi sono costituite per renderlo inattaccabile.. anche un buon politico con ostinata buona volontà di fare bene alla gente, viene fagocitato da una burocrazia insostenibile e una sovraesposizione normativa posta in essere giusto per bloccare sul nascere ogni iniziativa direzionata all'evoluzione sociale. comincio a credere che l'unica soluzione sia l'autodeterminazione agisco come se non esistessero leggi pensando che il mio bene non deve minare libertà né benessere altrui.

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↪ Mario M

Gentile @disperato, penso di avere conosciuto questo blog attraverso la newsletter sinistrainrete , assieme ai formidabili articoli di Paolo Selmi , alle osservazioni economiche di buon senso di Sergio Cesaratto e di tanti altri. Presumo ci siano valide e innumerevoli iniziative sul territorio. Forse manca un efficace coordinamento.

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disperato

Gentile @Il Pedante, ma chi dovremmo votare allora?

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↪ Sovranista

Il Fronte Sovranista Italiano link e non basta votare, ma attivarsi per la costituzione e non per Beppe Grillo.

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Ivan giuliano

aggiungerei che questo governo ha fatto credere che sta combattendo contro la vecchia politica il " vecchio sistema" e che sta vincendo, davvero tanta gente se n'è convinta. Purtroppo in troppi hanno ancora troppo da perdere e sperano in una svolta istituzionale. dal canto mio da quando mi sono reso conto che ci stanno lentamente togliendo ogni sovranità, applico questa questa citazione "quando un governo si fa dispotico è dovere civile dissentire" . Il punto è che questo : quando manderanno i loro cani a predermi per le molteplici infrazioni e insubordinazioni, in quanti saranno al mio fianco?

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Ivan giuliano

scusate lo so, sono pessimista, ma da sempre sono convinto che quel governo sia stato messo lì per far passare le peggiori normative godono di grande consenso, ci stanno addolcendo la pillola per conservare quel consenso.

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Eugene_with_an_axe

Grazie. È sempre un piacere leggerLa.

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Anto

Caro Pedante,
grazie per aver lasciato aperto questo spazio per raggiungerti da parte di chi, come me, non ha un account twitter e non ha intenzione di crearne uno.
Una domanda mi frullava nella testa (ma sono solo al quinto capitoletto del tuo nuovo libro, magari la risposta la troverò più avanti): un ipotetico bimbo immunodepresso inserito in una classe al 100% vaccinata (e quindi teoricamente immunizzata), può stare tranquillo oppure corre gli stessi rischi a causa delle centinaia di malattie non vaccinabili e magari più diffuse o più virulente di una epatite C? In altre parole, i bambini "immunodepressi" sono in pericolo e si ammalano selettivamente soltanto a causa degli agenti patogeni (teoricamente) coperti dalle vaccinazioni oppure anche per tutti gli altri patogeni per cui non esiste immunizzazione di sorta?
Questa nozione mi pare essenziale per decidere se l'argomentazione "bimbi immunodepressi" sia strumentale o meno.
Grazie per il tuo lavoro, saluti
Antonio

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↪ Il Pedante

Non sono titolato per rispondere a domande mediche. Ma mi pare che si sia già risposto (correttamente) da solo.

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Roxgiuse

Grazie al Pedante, a nome di tutta la comunità, che ha acconsentito all'accesso nello storico del blog. Si entra in Internet Archive link e nella finestra di dialogo di waybackmachine si inserisce l'indirizzo web del blog. Dalla calendarizzazione restituita si sceglie l'ultima versione prima della chiusura. Mi sembra il 10 settembre. Da leggere e rileggere fino a che non torneremo una società che onori questo termine.

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Ndf

La guerra dell'oppio è il modello storico che stanno ripetendo.

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Zooba Split

È plausibile che si pensi seriamente di sostituire un servizio sanitario smantellato e ridotto ai minimi termini con vaccinazioni a tappeto per quantomeno evitare l'insorgenza di epidemie da cui neanche le elites sarebbero al riparo ?

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↪ disperato

Gentile @Zooba Split, no perché l'immunità di gregge non ha alcun fondamento sperimentale, cioè non è concetto scientifico. D'altronde la chiamano immunità di gregge apposta, pare che i lupi e i figli dei lupi non si vaccinino (ad esempio nei quartieri dei ricchi di Los Angeles ci si vaccina poco e in Svizzera la vaccinazione è su base volontaria ed è poco praticata).

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↪ disperato

Gentile @Zooba Split, ricordo inoltre che in Germania ci si vaccina di più che in Austria per il morbillo e infatti il numero di malati di morbillo (in percentuale) è più alto in Germania. Q.E.D. l'immunità di gregge è una teoria falsificata dai dati sperimentali.
Resta da chiarire se le vaccinazioni di massa hanno un fine solo economico o se c'è dell'altro. Comunque sia è bene evitarle.

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Gianni

Caro Pedante, mi domando dove sia il Diritto, molte volte affermato, di rifiutare una cura.
Che questa intrusione di Big Pharma nella vita dei cittadini peggiorasse anzichè venire rintuzzata, dal nuovo Governo, è una sorpresa amara, e non ha scusanti, uno Stato non può consegnare mani e piedi legati i propri Cittadini alle "cure" ben poco amorevoli di multinazionali che vantano già nei loro stati di provenienza diverse condanne civili e penali, ma non doveva essere questo il Governo del Cambiamento?
La Politica non si può restringere a pochi campi che, per carità, sono davvero importanti, ma deve riguardare l'ambito complessivo della vita dei singoli Cittadini, o si ha un progetto Politico a tutto tondo oppure si rischia di navigare con un'imbarcazione piena di falle, da cui entrerà qualsiasi minaccia i nemici dell'Uomo abbiano intenzione di far entrare, governare non significa solo trattare di numeri ma sostanzialmente di Persone.
Mi auguro che questo Suo intervento non sia quello dell'addio e che questo Blog trovi ancora ragioni, e ce ne sono moltissime, per aiutare i lettori ad orientarsi nel dedalo prodotto da decenni di governi del malaffare.
Cordiali saluti
Gianni

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Roberta

Mi sa che dovranno cominciare ad usare la scorta pure loro.

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Richi Mazze

Gentile Pedante, ancora una volta grazie.
Mi permetto di osservare che in questa nobile battaglia, forse, sarebbe più utile permettere l'accesso agli storici articoli del blog. Leggerne anche solo uno porterebbe i nuovi potenziali lettori a una stima nei confronti del suo pensiero e della sua prosa che ci aiuterebbe molto in questa lotta.
(Anche se questo, che è un argomento "strategico" non so quanto valga di fronte a una delusione)
Inoltre, se non ricordo male, aspettiamo ancora il seguito di a Vienna la fanno profumata e un'ontologia de glisprechi... Senza pretendere (con che diritto?), nulla...

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↪ Roxgiuse

Gentile @Richi Mazze, gentile Pedante, se il nostro ospite mi dà il suo assenso mi permetterei di suggerire a tutti come recuperare lo storico del blog. Non occorre che si esprima in caso di diniego, basterà non pubblicare questa mia o non prestare consenso espresso. Grazie al Pedante per questa preziosissima appendice, lineare e chiarificante come sempre.

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↪ Mario M

Gentile @Richi Mazze, anche per me quegli articoli erano un utile riferimento.

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↪ Il Pedante

Proceda.

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↪ Gelly

Gentile @Roxgiuse,
quindi, ottenuto il gentile assenso del nostro ospite Pedante, dove posso trovare il pregresso del blog, gli articoli e possibilmente anche i relativi commenti?

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↪ Richi Mazze

Gentile @Gelly, in un commento che può trovare poco sopra, roxgiuse ha spiegato reperire gli articoli più vecchi di questo blog.

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Pianetavivo.wordpress.com

Continuate pure a volare soltanto i partiti già affermati (cioè già votati da altri o indicati come emergenti dall'ISTAT o simili)!

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Michele

Un disegno di lungo corso che prevede come target finale nn tanto bambini o anziani ma la fetta più cospicua della popolazione ovvero quella che sta nel mezzo. Vaccini come la futura spina dorsale della nuova farmaceutica, un sogno che si avvera. Medicinali a pioggia su soggeti sani, pena la discriminazione e la emarginazione sociale. Un abominio che nulla incontra le innumerevoli nuove evidenze nel campo della vaccinologia. Corruttori e corrotti finalmente tornano insieme come commensali di lunga data. Amen

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the Natural

tranquillo, 8 mesi ancora ed il sistema collassa

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Juma

Eccellente analisi. Non capisco la seconda tabella. Periodo di contagiosita’?
Dopo il vacino?

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Fiore

La prima cosa che mi viene in mente è se sia possibile riempire la casella di posta elettronica del ministero della salute, poi scrivere ai Di Maio e Salvini dicendo chiaramente che alle prossime europee se lo scordano il nostro voto se continua così. Già la quota 100 sulle pensioni è una fregatura perchè vale solo per chi ha 62 anni, non si sa se rimane l'opzione donna, in forse il rinnovo contrattuale dei dipendenti pubblici (lo dico solo perchè in tanti li hanno votati) e questa decisione potrebbe essere deleteria. So benissimo delle diffcoltà enormi a cui sono andati incontro ma allora non si fanno i proclami, si rimane defilati, soprattutto è stato un errore ritornare indietro sul deficit dei prossimi anni. Gli italiani sono stufi, attenzione non ci vuole niente a rimandarli dove erano prima del 4 marzo. Mi scuso per l'enfasi e le considerazioni argomentate in modo grossolano, ma sono veramente arrabbiata, ho 64 anni e non ci penso neppure a farmi fare quei tre maledetti vaccini.

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↪ Antonio

Gentile @Fiore, quota 100 è fumo negli occhi, perché sembra solo una 'finestra' pensionistica e basta.
Ma il tradimento a 5 stelle sui vaccini grida vendetta. Con il reddito di cittadinanza, una social card per spese morali, modello tedesco, questi la pagheranno cara in termini di consenso elettorale. Con Salvini che non vede l'ora di governare da solo con la destra.

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↪ Volperossa

Gentile @Antonio, rispondo io, con uno slogan. Pentapadellats are the new PD

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↪ Chinacat

Gentile Mrs. Fiore, mi permetto di farLe notare una cosa.
La Sua considerazione (se lo scordano il nostro voto se continua così) fa il paio con simili considerazioni fatte da altri utenti (la pagheranno cara in termini di consenso elettorale, ad esempio).
Personalmente la trovo una considerazione sacrosanta: ti ho votato, non mantieni la parola data e quindi non ti voto più. Ci sta.
E poi? Votiamo PD per vendetta? O magari per il Priapo di Arcore? Perché non The Eraser (aka Mario Monti)? Meglio ancora: se tanto la minestra è quella, a che serve votare?
Al di là della comprensibile rabbia che si può provare, forse è il caso di riflettere più seriamente sul fatto che se non ci sono alternative, allora la democrazia è morta e sepolta e riposa in pace. Il grande Totò, non mi ricordo in quale film, se ne usciva con questa battuta: "poi dicono che uno si butta a sinistra!".
E noi dove ci buttiamo?
Certo, possono pur scordarsi il mio ed il suo voto (e quello di molti altri) ma poi che si fa? Aspettiamo che qualcuno fondi il Movimento 9 Comete, li votiamo, fanno l'esatto opposto e si riparte?
Forse c'è un problema più grande, passato quasi inosservato, e che non riguarda il partito X o il politico Y ma l'essenza stessa della democrazia rappresentativa.
Le rubo un ultimo minuto per farLe leggere una cosa:
"Nella forma più solenne: giuro che non mi occuperò più di politica, che non apparterrò a nessun partito. Il mio unico partito politico, la mia unica grande idea, saranno la famiglio: mio Padre, mia Madre, i miei fratelli, un giorno i miei figli"
Ho idea che parecchi lettori di questo blog, dopo l'ennesima delusione, sottoscriverebbero questo testo. E sono sicuro che in una forma o l'altra un concetto del genere lo abbiamo sentito spesso esprimere da altre persone, indipendentemente dal partito in questione: tanto sono tutti uguali, adesso basta.
L'autore del testo, Carlo Ciseri, non sapeva che nel 2012 qualcuno sarebbe andato a rileggersi le sue parole, affidate ad un diario nell'ottobre del 1919. Le sue parole hanno quasi 100 anni, lo stato d'animo è uguale al nostro. L'anno dopo, nel 1920, Carlo Ciseri si iscriverà al PNF.
Chinacat
Il diario di Carlo Ciseri è analizzato nel libro "Il popolo del Duce" del prof. Christopher Duggan.

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↪ STOPmafiaMassoFarmacoSATANISTA

Gentile @Fiore, Virus creati in laboratorio per il”bene”delle case farmaceutiche.Ecco il loro business. Da sempre i laboratori di tutto il mondo sono impegnati nella ricerca di virus.A che scopo?Diffonderli tra la popolazione per poi vendere farmaci e vaccini per il “bene” delle case farmaceutiche che lucrano sulla salute degli esseri umani. BISOGNA FARLE AMMALARE LE PERSONE PER POI POTERLE CURARE CON COSTOSI FARMACI E VACCINI, E PERHE’ NON FARLO ARTIFICIALMENTE CREANDO VIRUS FATTI IN CASA? Da tempo ormai, i laboratori di ricerca di tutto il mondo, hanno il via libera e sono impegnati nella ricerca di virus sempre più nocivi. Da alcuni mesi, l’attenzione si è concentrata su una variante del ceppo dell’influenza H5N1(la famosa influenza aviaria che gettò nel panico la popolazione mondiale nel 2003). Ottenuta in laboratorio e potenzialmente mortale per l’umanità, gli studi che hanno portato alla sua creazione sono stati tenuti nascosti fino ad ora, impedendone la pubblicazione presso due riviste di settore internazionali di settore. Stando a quanto riportato dalWashington Post di alcuni giorni fa, il comitato scientifico per la bio-sicurezza degli Stati Uniti ha ufficialmente dato il proprio assenso:
La ricerca di un virus influenzale letale per l’umanità è ufficialmente iniziata. Tutto ebbe inizio alcuni mesi fa, quando le redazioni di Nature e Science, due tra le massime riviste di settore al mondo, ricevettero delle pressioni affinchè non pubblicassero i dettagli di studi sperimentali condotti da due gruppi di ricercatori, uno europeo ed uno statunitense. Dietro il paravento della sicurezza, si cela però la volontà delle lobbie farmaceutiche e dei vari governi, di accaparrarsi una nuova micidiale arma di distruzione di massa. Con il pretesto di impedire che soggetti senza scrupoli, potessero ricreare il pericoloso virus, National Science Advisory Board for Biosecurity chiese agli editori delle riviste Nature e Science di omettere parte dei dati forniti. La variante mortale dell’influenza aviaria prodotta dagli scienziati dell’Erasmus Medical Center di Rotterdam, in Olanda, sarebbe estremamente pericolosa a livello biomolecolare, ma non solo, la stessa possiede un alto grado di trasmissibilità anche tra uomo e animali e viceversa, nonché da persona a persona. Ron Fouchier, virologo e ricercatore, aveva già ammesso in passato che la variante dell’aviaria, geneticamente modificata, è uno dei virus più pericolosi mai creati dall’uomo. Sempre secondo i ricercatori dell’Erasmus Medical Centre di Rotterdam (Paesi Basi), basterebbero solo 5 modificazioni genetiche affinché il famigerato virus H5N1 possa trasformarsi in un pericolosissimo agente patogeno in grado di dare origine ad una mortale pandemia. A differenza di questa variante, geneticamente modificata, il virus originale dell’H5N1, quello responsabile dell’influenza aviaria, avrebbe colpito soltanto 600 persone e di queste il 60% sarebbero decedute. Il numero non elevatissimo di contagi è da ascriversi al fatto che l’H5N1 non è facilmente trasmissibile. Fouchier ha dichiarato inoltre la propria preoccupazione sull’estrema facilità con il quale l’H5N1 modificato si diffonda nell’aria.
Un nuovo business per le case farmaceutiche e per i governi, all’indomani del paventato ritorno dell’H1N1, un “flop” costatoci soltanto in Italia 24 milioni di euro per l’acquisto di vaccini mai testati ma che il Ministero della salute, nella persona del dott. Veronesi, acquistò in fratta e furia dalla casa farmaceutica Novartis. Cosa aspettarsi dunque? Una nuova pandemia mediatica che graverà – inutile a dirsi – ancora sulle nostre tasche, oppure questa volta soltanto chi avrà i soldi per comprare i cari vaccini necessari sopravviverà?


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Marina

abominevole!

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