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Immunità di legge (seconda edizione)


Martedì 18 giugno esce in libreria la seconda edizione di Immunità di legge - I vaccini obbligatori tra scienza al governo e governo della scienza. Il libro è ripubblicato da Arianna Editrice (Gruppo Macro) in una versione aggiornata e ampliata per tenere il passo con gli sviluppi dell'obbligo di vaccinazione in Italia, che, «col vero motivo che lo ha determinato (non certo il morbillo), è la madre di tutte le nefandezze etiche e politiche. Più tempo passa peggio è, perché gli animi si esasperano e nella gente comune e pensante cresce la sfiducia.» (Paolo Bellavite).

La prefazione alla nuova edizione porta la firma di Ivan Cavicchi, che in questi mesi ci ha affiancato, consigliato e spronato a perseverare nella denuncia di una norma di salute pubblica non soltanto tragicamente sproporzionata e foriera di una sfiducia sempre crescente verso i prodotti e i professionisti della medicina, ma anche terreno di coltura di un modello intollerante, autocratico e conflittuale di intendere il governo dei cittadini e della conoscenza.

Dedichiamo questo lavoro a chi ci ha sostenuto con la lettura, i consigli e le testimonianze, e ai pochi ma insostituibili interlocutori politici che hanno compreso l'urgenza di arginare questa duplice aggressione alla scienza e alla democrazia.

Segue la premessa alla nuova edizione.

Nel consegnare il manoscritto della prima edizione di questo libro eravamo entrambi timorosi – o per dire meglio, speranzosi – che sarebbe diventato presto obsoleto e che i lettori lo avrebbero conservato sugli scaffali a testimonianza di una brutta avventura politica. Era la fine dell’estate del 2018. Qualche mese prima, il partito di governo che si era intitolato il decreto Lorenzin usciva sconfitto dalle elezioni e lasciava la guida del Paese ai due attuali partiti di maggioranza, gli stessi che avevano osteggiato il decreto. L’allora deputata Giulia Grillo, oggi ministro della Salute, lo aveva definito «inutile oltre che medievale» . I suoi compagni di partito avevano difeso la libertà di scegliere se aderire a un trattamento sanitario con argomenti appassionati e precisi. Il segretario della Lega Matteo Salvini, anche dopo la formazione del governo, anche dal palco di Pontida, si era impegnato a far sì che nessun bambino fosse escluso dai servizi educativi. La sua critica non riguardava «i vaccini» ma i modi e i moventi del decreto.

Fu perciò una doccia freddissima quando, a ridosso dell’inizio del nuovo anno scolastico, l’emendamento Arrigoni-Taverna al decreto «Milleproroghe» che avrebbe sospeso il requisito decavaccinale per la frequenza degli asili, fu ritirato senza dare spiegazioni. E in Parlamento andò in scena una tanto inutile quanto penosa disputa non già sull’obbligo, ma sulla possibilità... di autocertificare il suo assolvimento.

Da lì in poi fu tutta una discesa kafkiana. Mentre qualcuno mandava squadre di carabinieri a setacciare migliaia di asili per verificare la conformità dei certificati, con uno sforzo economico e militare degno dei reati più efferati, in un silenzio stampa quasi sinistro prendeva avvio l’iter di discussione di una nuova legge, il ddl n. 770, nel cui testo base si legge che sarà possibile estendere le sospensioni anche alle scuole dell’obbligo e superiori e che il legislatore – cioè l’assemblea democratica – non avrà più la facoltà di individuare gli obiettivi di vaccinazione, ma dovrà attenersi al dettato di organismi tecnici non eletti. Fu redatto un «Piano nazionale per l’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita 2019-2023», ad oggi in bozza, in cui si propone di subordinare l’accesso ad alcuni concorsi pubblici all’avvenuta somministrazione della trivalente, estendendo così la condizionalità dei diritti dalla scuola al lavoro. Intervenendo sul tema delle vaccinazioni pediatriche, il consulente ministeriale che ha redatto il Piano suggeriva anche una «profonda revisione critica dalla potestà genitoriale alla responsabilità genitoriale» per «rivisitare la pratica dell’obiezione vaccinale (che i genitori esercitano in qualità di legali rappresentanti)».

Nell’ambiguità della politica divampava il conflitto sociale. I contagiati dal morbillo diventavano «untori» sulle prime pagine dei giornali. I rapporti tra famiglie, scuole e pediatri si deterioravano, sfociavano in certi casi in diffide, denunce e ricorsi all’autorità giudiziaria, aprendo ferite profonde nella coesione sociale. Cittadini e funzionari zelanti denunciavano i luoghi in cui i bambini esclusi dagli asili osavano raccogliersi per coltivare un barlume di vita sociale. L’intolleranza e la sicumera dei «giusti» spegnevano le voci critiche, specialmente nel mondo medico, le marchiavano e le gettavano in pasto alla riprovazione del pubblico. Il dibattito sui social network si polarizzava in fazioni con insulti, minacce, auspici di malattia e di morte. Anche una parte dell’establishment scientifico, quella che avrebbe avuto gli strumenti per raffreddare lo scontro, abbassava la discussione politica al rango del tifo da stadio, di «evidenze» contro «fake news».

La novità più interessante di questi mesi, tuttavia, è stato il disvelarsi della dimensione transnazionale del problema e l’identità, in certi casi stupefacente, delle strategie narrative e degli slogan che lo corredano, da una parte all’altra del globo. Introdotta proprio in Italia perché, secondo qualche pensoso commentatore, saremmo i più «irresponsabili» di tutti, la legge che subordina il godimento di alcuni diritti sociali alle vaccinazioni è stata replicata con poche varianti prima nella Francia di Macron e poi nell’Argentina di Macrì. Mentre scriviamo, si discute di introdurre obblighi simili anche in Israele, Inghilterra, Spagna, Svizzera, Irlanda e Germania. Con la politica «No Jab, No Pay [niente puntura, niente soldi]», l’Australia aveva aperto la strada negando i sussidi famigliari alle famiglie indigenti o numerose i cui figli non fossero vaccinati secondo la schedula nazionale, e anticipato il clima di intimidazione dei dissidenti, come ha denunciato il prof. Brian Martin nel libro Vaccination Panic in Australia (Irene Publishing, 2018).

Il tema sta a cuore anche ai soggetti non governativi. A un convegno in Senato tra rappresentanti del governo italiano e vertici dell’azienda GSK partecipava anche il think tank Chatam House nella persona del prof. Salisbury, già presidente del comitato di esperti OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) durante la vicenda della «pandemia» H1N1 ricostruita in questo libro. Più recentemente, l’Alto Commissario aggiunto ONU per i diritti umani, Kate Gilmore, ha dichiarato che «non esiste il diritto di rifiutare le vaccinazioni».

Questa dimensione allargata del problema, in cui le nuove politiche di obbligo vaccinale sembrano collocarsi in pieno in un’agenda di respiro globale, può spiegare i silenzi imbarazzati e imbarazzanti della politica nostrana, il suo poco credibile «benaltrismo» e le inversioni a U di alcuni suoi esponenti. In quanto a noi, rappresenta un ulteriore stimolo all’approfondimento e alla denuncia. Se le strategie di comunicazione e di intervento convergono in tutto il mondo, se la retorica di una scienza che può e deve sostituirsi alla politica, di una medicina protocollare e replicabile in massa e di un autoritarismo in nome di una «emergenza perpetua» valgono per tutti, diventa ancora più urgente comprendere la paternità e i moventi di questa medicalizzazione progressiva, massificata e coatta.



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Commenti

Dott.ore

Gentile @Il Pedante,
alcuni mesi fa acquistai la prima edizione del libro in versione Kindle. Cercando la nuova edizione mi sono reso conto che non solo questa non è disponibile in digitale, ma che la vecchia versione ebook da me acquistata è sparita da Amazon.
È una cosa decisa da autori ed editore, oppure una scelta di Amazon?

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↪ Il Pedante

L'editore è fallito, i contratti di distribuzione sono decaduti. Sto lavorando a una seconda edizione.

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chinacat

Gent.mo Pedante, spero che possa interessare questo simpatico articolo comparso ieri:
"Ricerca sul cancro, risultati ritoccati per ottenere milioni. Ma la Procura deve archiviare
Coinvolti alcuni dei docenti più celebri di Milano. Ma la Procura deve archiviare: in Italia non è reato"
Ovviamente non è reato, ci mancherebbe altro. Ma come: il "celebre docente" di Milano, che ha tanto studiato, che si è preso una laura (Totò docet), che fa tanto bene agli altri, che è ricco e anche celebrato (ergo è intelligente), che non perde una serata del Rotary ... come si fa ad incriminarlo? Non PUO' essere reato. Viceversa:
"Arezzo: falso medico curava pazienti gravi. In realtà era un carrozziere".
Questo SI che è reato, eccome. Ma l'aspetto kafkiano è questo:
Come carrozziere ha "truccato" il fatto di non avere una laurea (abilitazione, etc, etc). Questo è reato e lo capisco. MA. Se avesse continuato a fare il carrozziere e avesse "truccato" i conti, sarebbe stato un reato lo stesso, giusto? Allora il problema non è "truccare" qualcosa ma "CHI LO FA". Interessante forma di giurisprudenza, la nostra. Come dire: non è un problema che Gregor Samsa sia diventato uno scarafaggio, quello ci può stare. E' solo che fa schifo.
Serve urgentemente un Kafka, perché un periodo così è imperdibile.
Chinacat

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chinacat

Questo dovrebbe interessarLe:
" Vi spiegherò la differenza tra scienza e avanspettacolo."
(Roberto Burioni)
Ora, a parte il fatto che evidentemente considera i suoi interlocutori dei minus habens, incapaci di distinguere Galileo da Macario, adesso arriva il bello:
Roberto Burioni infatti appoggia questa simpatica iniziativa:
"Fabio Tamburini, Direttore di Radio24: rinnovi contratto e trasmissioni a Oscar Giannino - Firma la petizione! "
Chi è Oscar Giannino? Questo qui:
"Alla fine, Giannino ha confessato: non solo non ha mai conseguito un master in business administration alla Chicago Booth University. Una balla sono anche le sue lauree: quella in Economia e quella in Giurisprudenza che apparivano in diversi suoi curruculum online. "Ho fatto giusto qualche esame a legge" ha spiegato."
(Libero, 19 febbraio 2013)
Ricapitoliamo: Burioni, che dovrebbe spiegarci la differenza tra sciiiienza ed avanspettacolo, appoggia il ritorno in radio di un tizio che ha confessato di non avere nessuno dei titoli dei quali si vantava e che gli servivano per dargli "credibilità." Ovvero mentire apertamente a chi lo ascolta. Bel colpo.
Ci sarebbe giusto una cosa da chiedere a Messer Burioni: ma se uno va in giro spacciandosi per medico con tanto di laurea e viene invitato a parlare alla radio ... che si fa? Lo si appoggia o lo si caccia con ignominia?
Immagino che Messer Burioni, nella malaugurata ipotesi che dovesse aver bisogno di un chirurgo, non avrebbe problemi nel sentirsi dire: "Guardi, io ho solo fatto qualche esame di medicina ma stia tranquillo che la opero bene, Adesso stia fermo perché devo trovare dove inserirle il cacciavite. Assistente, mi passi la brugola."
C'è una sola differenza tra la scienza e l'avanspettacolo: gli scienziati se sei un cialtrone cacciaballe non ti cacciano, quelli dell'avanspettacolo ti cacciano eccome.
Chinacat

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Mario M

Non credo che il ricco si possa salvare dalla follia vaccinale, perché gli interessi corrompono anche e soprattutto le coscienze; la deriva scientista trasporta tutti, anzi, fa ancora più presa fra gli agiati, nella società affluente.
Sono trascorsi più di due decenni dalla sperimentazione truffa del metodo del professor Luigi Di Bella. I farmaci che componevano i vari moduli avevano anche il "difetto" di costare poco (in confronto a quelli delle terapie standard) e di non essere brevettabili.
Sono soprattutto i ricchi e facoltosi che hanno più fiducia nella medicina "ufficiale" e che continuamente muoiono di "lunga malattia", come ci viene riferito dai media.

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chinacat

Mr. Pedante, se inquadriamo la questione "vaccini" all'interno del contesto in cui ci sta giocando la solita partita (Capitale vs Lavoro) la dimensione transnazionale è utilissima per vedere il fenomeno in azione. Le frasi importanti sono queste:
1) " subordina il godimento di alcuni diritti sociali alle vaccinazioni"
E dov'è il problema se sono "ricco"? Si fa un bell'asilo per soli bambini ricchi e via andare. Ovviamente le vaccinazioni stanno fuori dalla porta. E difatti:
"The study, which was published in the American Journal of Public Heath, looked at more than 6,200 California schools and found vaccine exemptions were twice as common among kindergartners attending private institutions."
(lo studio citato è questo: Sociodemographic Predictors of Vaccination Exemptions on the Basis of Personal Belief in California)
2) " negando i sussidi famigliari alle famiglie indigenti o numerose i cui figli non fossero vaccinati"
Come al punto 1: sai quanto me ne frega se sono "ricco". Puoi fare una multa (come in Germania) o puoi togliere i sussidi (come in Australia) ma se ho i soldi la cosa mi lascia indifferente. Anzi. Iniziamo a separarli da piccoli: i bambini poveri e vaccinati da una parte, i bambini ricchi e non vaccinati dall'altra. (Non si sa mai, magari la povertà è contagiosa...)
Che l'aspetto economico non sia affatto secondario mi pare evidente: all'interno di una società dove le disuguaglianze economiche non fanno altro che crescere, la possibilità o meno di accedere a dei sussidi diventa la leva su cui fare forza. Che si tratti della casa, delle vaccinazioni o del lavoro il metodo è sempre lo stesso e le conseguenze idem: è la parte più debole della società a farne le spese.
.Chi ha già espresso molto meglio di me il concetto è questo tizio:
"la ricchezza è una potenza più disponibile a ogni istante, più applicabile a ogni interesse e quindi assai più reale e meglio obbedita: si sfugge al potere ingannandolo; per ottenere i favori della ricchezza bisogna servirla: questa deve vincere".
(B. Costant, "Discorso sulla libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni", 1819)
Chinacat

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↪ Il Pedante

La dimensione del problema ci è tutt'altro che estranea. Mi limito a segnalarLe una fulminante considerazione di Pier Paolo Dal Monte: link.

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↪ chinacat

Gentile @Il Pedante, ho letto e ringrazio. Ho letto anche l'intervista su "Sollevazione". Ci sono due punti che dovreste però tenere presente nelle vostre riflessioni.
1) "Se si riuscisse ad astrarre il problema e a collocarlo nel quadro di una crisi del capitalismo – non di un suo incomprensibile incidente di percorso..."
E' la parola "crisi" che non convince. Avrebbe un suo senso se il Capitalismo fosse qualcosa di "statico" e che proseguendo nel suo cammino ogni tanto incontra una crisi. Ma il Capitalismo, ed è forse la sua principale forza e ciò che gli ha consentito di sopravvivere, non solo è "dinamico" ma si evolve. E dato che si evolve seguendo le linee di minor resistenza, quelle che appaiono come crisi sono semplicemente i momenti in cui incontra un ostacolo e lentamente ci gira intorno.
Keynes ci aveva messo una toppa ma una volta finita l'emergenza è ripartito, trovandosi di fronte però (quantomeno negli stati europei) tutta una serie di ostacoli che impedivano che gli shock economici si trasformassero in devastanti problemi sociali. Ostacoli che il Capitalismo non affronta di petto (perderebbe e lo sa) ma li erode. Li compera se può (ha i capitali per farlo) oppure li fagocita (come nel caso del PD).
Nella breve storia del Capitalismo come lo conosciamo noi, la crisi si è verificata una sola volta, nel 1929*, e da allora ha imparato molto.
2) "valutare l’avvio di un «provvedimento incidente sulla potestà genitoriale, fino addirittura ad annullarla". Una cosa inaudita e ingiustificata, gratuitamente persecutoria e destinata a distruggere migliaia di vite innocenti.
Ma che non è fattibile. E' una minaccia, certamente grave,ma che non ha alcun fondamento giuridico. Soprattutto non ha un fondamento "ideologico". Il liberismo ha sempre predicato la minima ingerenza dello Stato nella vita dei cittadini quindi l'idea di uno Stato-Behemoth che va in giro ad espropriare bambini (per giunta poveri) non ha molto senso. Quello a cui stiamo assistendo è la distruzione dello stato sociale, non la sua costruzione. O meglio: l'evoluzione del ruolo dello Stato nella visione liberista moderna. Una volta era il "nemico",; adesso che lo hanno comprato, è un prezioso alleato per il controllo sociale dei ceti bassi. E dato che questi ultimi tendono a crescere sempre di più, ecco che il ruolo del Nuovo Stato diventa essenziale per non far esplodere la pentola a pressione.
E quali sono i settori nei quali il liberismo era in un certo senso escluso a priori? L'istruzione. Il sistema sanitario. Le normative sul lavoro. Queste ultime sono state ovviamente le prime ad essere aggredite e demolite. Le altre due sono più ostiche ma agendo dall'interno dello Stato, le stanno radendo al suolo.
Il problema non è de-alfabetizzare ed impoverire una nazione, quello è facile. Il vero problema è farlo senza che ne che fuori una rivoluzione.
Chinacat
* Quando il Capitalismo è quasi morto: The Great Depression, 1929-1941 di R. S. McElvaine

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↪ disperato

Gentile @chinacat, Lei dice che "il liberismo ha sempre predicato la minima ingerenza dello stato nella vita dei cittadini ", certo, è vero. Poi però i fatti dicono un'altra cosa, i liberisti si servono dello Stato ad esempio per avere in concessione (praticamente gratuita) dei monopoli naturali. Usano i parlamenti per farsi delle leggi in cui loro (e solo loro) non sono tenuti a pagare le tasse, al massimo un obolo, mentre il popolo le tasse le deve pagare eccome. Oppure altre leggi che dicono che le banche piccole (cooperative) devono scomparire, in modo da eliminare la concorrenza. E cosa diciamo delle pressioni statali (ad esempio in Svezia, ma anche qui da noi in Italia) per eliminare il contante in modo da costringere il popolo a passare per ogni acquisto dalle loro banche?
Sottrarre i figli alle famiglie serve a rendere gli individui delle monadi deboli e perciò controllabili.
Il che ha una sua logica, in una società dove meno dell'1% sta portando via tutto al restante 99%, il rischio di ribellione è alto.
E tutto questo al netto del fatto che i figli sottratti ai genitori possono essere vaccinati senza problemi, e forse le vaccinazioni hanno proprio lo scopo di ridurre la popolazione mondiale (c'era anche un video di Bill Gates in cui lo diceva chiaramente, non so se lo si trova ancora).
Quindi all'interno della logica liberista lo Stato non è assente ma al loro servizio.
Il problema, mi pare, è che se restringono il numero di privilegiati a pochissime persone, come stanno facendo, il sistema diventa insostenibile, come sta accadendo. Prodi, tempo fa, in un'intervista ha ammesso che il popolo, a differenza delle aspettative (loro, dei liberisti) non si era rassegnato, e infatti scende in piazza, vota i partiti sovranisti...
Insomma la situazione sta sfuggendo di mano, e questo, tutto sommato, è una buona notizia.
Saluti.

Rispondi

↪ chinacat

Gentile @disperato, non c'è una discrasia tra teoria e fatti, c'è una lenta evoluzione, non lineare, a base di stop-and-go e quindi ciascun fotogramma fa parte dello stesso film e non può esserne decontestualizzato. Quelli che hanno fatto la storia non sapevano come sarebbe finita.
1) In Italia, dal 1861 fino al 1914 governano i liberali che sono intrinsecamente liberisti, L'accesso al voto è limitato dal censo, l'accesso all'istruzione è limitato dal censo, l'accesso alla sanità è limitato dal censo, l'accesso al lavoro è regolato dal censo. Lo Stato sono LORO e lo gestiscono a loro uso e consumo ma sempre fedeli all'ideologia di base: lo Stato da alcune prerogative (quelle sopracitate) DEVE starne fuori, Quanto all'economia, il laissez-faire è totale.
Questo è il mondo ideale dei liberisti: e possono farlo perché in caso di problemi sociali si può tranquillamente sparare a cannonate sul popolo: Bava Beccaris docet ma il numero di casi in cui si spara e si sciabola a morte è assolutamente incredibile. E dimenticato.
2) Poi i liberali hanno un colpo di genio. La loro classe dirigente, formatasi in quel contesto, il cui unico tratto è la totale ignoranza del mondo in cui vivono, decide di partecipare alla 1a GM. O meglio: decide di far ammazzare qualcosa come 600.00 italiani POVERI. E' un esercito di contadini, con un tasso di analfabetismo spaventoso e del tutto inadatto a questa "nuova" guerra ma sono poveri e quindi si possono pure massacrare. E se le cose vanno male, il capo di questa splendida classe dirigente, Cadorna, da la colpa a chi? Agli italiani che sono vigliacchi.
Ma oltre 1 milione di morti pesa e così si arriva al suffragio quasi universale ed al botto del 1919: i liberali sono quasi estinti. Vincono popolari e socialisti ed iniziano a governare localmente. Ops, lo Stato non è più "cosa loro" e possono profilarsi grossi guai: aumenti di salario, riduzione delle ore lavorative, diritto di sciopero (!!). E divieto di sparare sul popolo. Qui torna lo Stato nemico e chi gli toglie le castagne dal fuoco è il Fascismo. I liberisti ovviamente saltano sul carro fascista e sebbene le oligarchie, come è noto, non amino i tiranni, si accorgono che in fondo possono spremere tutto ciò che possono al riparo da qualsiasi forma di concorrenza sociale. L'economia italia affonda nel ritardo ma i liberisti fanno soldi a palate.
3) I risultati di questa splendida classe dirigente sono il peggior esercito mai assemblato in tutta la storia della galassia, non del pianeta. Ma che gli frega? I loro figli non vanno in guerra e le loro aziende prosperano. Ma non è una soluzione che ai liberisti piaccia fino in fondo come si penserebbe, le ingerenze dello Stato o del PNF ci sono loro non le vorrebbero.
4) Finisce la guerra ed inizia il calvario dei liberisti perché non possono più usare lo Stato. Adesso votano tutti e viene scritta una Costituzione che per un liberista è come il crocifisso per un vampiro. Diritti sociali a tutto spiano, istruzione gratuita dalle elementari all'università, diritto di sciopero e tutele sindacali... una catastrofe! proclamano i liberisti. Adesso SI che lo Stato è un nemico: e prevedono un collasso economico a causa di tutte queste ingerenze statali. Il risultato? Il boom economico. Bella previsione.
5) E che fanno i liberisti? Si adattano, cercano di controllare quel che possono attraverso l'uso del denaro ma è chiaro che "vivono male". 1960: legge sul caporalato 1965: pensioni sociali. 1970: art. 18. Se sei un liberista è un incubo. Quindi ti organizzi e cerchi abbattere questo modello. Dato che per via elettorale è impossibile... si aprono le porte al nemico. Le oligarchie, come fa acutamente notare Canfora, sono internazionaliste per definizione. E scavano sotto la costruzione democratica non per distruggerla ma per trasformarla da nemico in alleato. E la UE, con il suo Mito degli Stati Uniti d'Europa offre una concreta base ideologica. Dal 1981 in poi iniziano a cadere tutti i caposaldi democratici: o li azzerano del tutto (scala mobile) o li svuotano lasciando l'etichetta.
6) Ci siamo dentro. Liberismo 10 - Società 0. Fine della partita.
"Quindi all'interno della logica liberista lo Stato non è assente ma al loro servizio."
Se gli si consente di farlo di si. Ma non, mi scusi, come pensa lei, sottraendo od espropriando i figli alle famiglie. Che se ne fanno? Nei caveau in Svizzera non c'è mica spazio per bambini poveri, quindi che se li
tengano. Minacciano di farlo per spaventarli ma i primi a non crederci sono loro. Come la paura dello spread o la paura del ritorno del Fascismo o la paura dell'Isis: se hai paura sei malleabile.
E che dire delle paure sulle vaccinazioni su cui giustamente scrive il Pedante?
Se uno legge quel che scrivono i Templari della Santa Vaccinazione, ci sono batteri e microbi pronti a ucciderci se solo saltiamo una vaccinazione. E se UNO solo non si vaccina... milioni ne verranno contagiati. E tutto questo non durante una epidemia di Peste Nera ma all'interno della società più sana che sia mai esista a memoria d'uomo.
E se per caso queste paure individuali non bastassero, la demenziale Greta Thunberg ci dice che tanto le calotte polari si sciolgono e quindi affogheremo tutti. Che dire: mi farò crescere le branchie
E' essenziale distinguere tra le minacce strumentali e quelle reali. Certo che possono colpirci, ne hanno tutti i mezzi ma solo fino a che gli viene consentito DA NOI.
Chinacat

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↪ disperato

Gentile @chinacat, i figli dei poveri (ma sarebbe meglio dire dei non ricchi e potenti, categoria a cui apparteniamo un po tutti) non possono essere messi nei caveau svizzeri ma questo non significa che non siano potenziale fonte di reddito. Ad esempio possono essere usati come cavie, pensi ai lager nazisti, o come riserva per i trapianti d'organi, o per essere affidati dietro compenso (caso Bibbiano).
Inoltre un sistema che può rubare i figli ai genitori, purché la minaccia sia reale e non millantata, e quindi talvolta praticata, tiene quei genitori per le palle e spegne sul nascere qualsiasi forma di protesta e ribellione.
E comunque senza arrivare a simili livelli di aberrazione e subumanità, uno stato se vuole sopravvivere deve plasmare i cittadini su determinati suoi valori, e deve farlo tanto più quanto più è totalitario. E ovviamente i bambini sono molto più influenzabili e malleabili degli adulti.
Chi pensa con la propria testa è pericoloso, potrebbe sempre rifiutarsi di obbedire. Quindi è bene che i figli dei non ricchi siano disabituati a dubitare e fare domande (la scuola di oggi probabilmente è perfetta per questo).
Saluti.

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↪ chinacat

Gentile @disperato, perfettamente d'accordo. I figli dei poveri erano, sono e saranno sempre la "carne da cannone" delle oligarchie. Ma questa distinzione oggi non funziona più poiché nel momento stesso in cui si ammette, occorre poi ammettere che esiste una "lotta di classe" e questo non si può dire perché è "di sinistra" o peggio ancora "da comunisti". E la Storia, che ha un senso del tragicomico tutto suo, non fa altro che ripetersi.
Nella 1a GM la maggior parte delle truppe da trincea sono costituite principalmente da contadini analfabeti provenienti da quasi tutte le regioni d'Italia, con una preferenza per i meridionali; sono i più poveri e i più analfabeti che ci siano quindi perfetti per farsi massacrare. Gli ufficiali invece sono quasi tutti del Nord ed ovviamente tantissimi sono piemontesi, da Cadorna in giù. C'è solo un problema: dato che c'è sempre un maggior impiego di tecnologia, quelli che hanno un livello di istruzione medio-alto vengono automaticamente destinati a questi posti: comunicazioni, artiglieria, aviazione. E quindi quelli che vanno in trincea chi sono? I figli dei poveri. Quando poi le cose vanno male (Caporetto) chi viene colpevolizzato? I figli dei poveri, che furono chiamati "vigliacchi". Non gli alti ufficiali che hanno sbagliato tutto; quelli sono "intoccabili" ed anzi: se sbagliano alla grande (vedi Badoglio, che la notte di Caporetto sta dormendo) vengono promossi. I figli dei poveri invece vengono fucilati... su ordine degli stessi ufficiali che hanno sbagliato tutto.
Oggi? Beh, che le cose vadano male penso che si veda... ma di chi è la colpa? Degli italiani poveri che hanno vissuto al di sopra delle proprie possibilità, che devono imparare di nuovo la durezza del vivere e che sono stati così idioti da votare dei politici ladroni che hanno fatto salire il debito pubblico. E' la stessa identica storia declinata in maniera leggermente diversa. La meravigliosa classe dirigente che ci ha trascinati in questo immane casino, se ne lava le mani e scarica le colpe sugli italiani.
"E ovviamente i bambini sono molto più influenzabili e malleabili degli adulti."
Basta dargli un Ipod quando hanno 6 anni e sei sicuro che la maggior parte sono completamente privi di intelletto entro i 15. Garantito. La Hitlerjugend al confronto era un'organizzazione ecumenica. Chi lo avrebbe mai detto che un Pokémon avrebbe spazzato via migliaia di anni di evoluzione?
Chinacat
* Il sangue dei terroni (di Lorenzo Del Boca) gran bel libro. Una delle migliori descrizioni di cosa è stata la Prima Guerra Mondiale nelle trincee italiane è ancora "Isonzo 1917" di Mario Silvestri.

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Mario M

Negli ultimi mesi è stato dibattuto il finanziamento di Radio Radicale. Mi aspetto, visto che la vicenda si è conclusa con il rinnovo della convenzione, che la Radio assolva al suo compito: di informazione, di servizio pubblico, e che organizzi un dibbbattito, un confronto sulla questione dei vaccini.
Poco tempo fa a Torino e poi a Roma ci sono state manifestazioni che hanno coinvolto parecchie migliaia di persone.

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Bombadillo

Carissimi,
mi pare che il problema possa essere inquadrato nel contesto più generale della tendenza espropriativa dei figli, ai propri genitori, da parte dello Stato.
I genitori, cioè, devono arrendersi ad essere delle comparse, prive di reale influenza sulle scelte decisivo che riguardano il bambino.
Sotto questo punto di vista, mi sembra preoccupante la recente nascita del c.d. sistema pubblico 0-6, per cui si stanno finanziando notevolmente le strutture pubbliche 0-3, attualmente carenti e, in alcuni centri, addirittura assenti, e si sta creando una realtà amministrativa unica. Credo che tutto ciò sia prodromico, prima, all'obbligatorieta del 3-6, e, poi, ad una ulteriore anticipazione dell'obbligo lato sensu scolastico.
Altrimenti l'uomo nuovo come lo crei?
Con questo retaggio borghese che è la famiglia?
È solo l'onda lunga, la conseguenza ultima, del marxismo culturale.
Tom Bombadil - Tom Bombadillo

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↪ disperato

Gentile @Bombadillo , è ovvio che è così. Aggiungo che a mio avviso, il femminismo è stato creato principalmente per questo motivo: se la donna lavora fuori casa i figli devono necessariamente essere affidati a qualcun altro, possibilmente estraneo alla famiglia, in modo da impedire la nascita di qualsiasi legame non-economico (altre ragioni sono la possibilità di tassare anche la donna e di ridurre gli stipendi data la maggiore domanda di lavoro).
Ora però Le chiedo, e non è domanda retorica, ha in mente una qualche possibile forma di resistenza?
Perché a me pare che ci stiamo facendo portar via tutto senza reagire, la strategia della rana bollita sta funzionando alla grande purtroppo.
(Tra l'altro dopo il salvataggio di Radioradicale incomincio a nutrire dubbi anche sulla Lega, cioè o stanno applicando delle strategie raffinatissime, tipo creare un precedente, per poi poter salvare anche altre reti meno sorosiane, oppure si sono venduti anche loro, staremo a vedere ma non sono per nulla ottimista).
Inoltre le vaccinazioni uccidono, se non li fermiamo su questo punto, tutto il resto è inutile.
Saluti.

Rispondi

↪ Bombadillo

Caro disperato,
io nella lega non ci ho mai creduto....sarà che sono meridionale.
Per il resto, non ritengo che i singoli possano fare molto. Sarebbe bello (e utile) fare una buona scuola privata, dalle elementari al liceo.
Meglio, ovviamente, se trattasi di una scuola per futura classe dirigente.
Ma, personalmente, non ho i mezzi.
Tom

Rispondi

↪ chinacat

Gentile @Bombadillo , interessante:
"Sarebbe bello (e utile) fare una buona scuola privata, dalle elementari al liceo."
Beh, se fossi un ricco oligarca sarei d'accordo. Perché mai istruire "l'odiato popolo"? Una bella scuola privata a cui ovviamente possono accedere solo i ricchi e gli altri (ovvero la maggior parte dei cittadini) che si arrangino. La capisco: iniziamo a sperarli da bambini, così si abituano. Bimbi ricchi in confortevoli scuole private con insegnanti di alto livello; bimbi poveri in scuole fatiscenti e con insegnanti formati male e pagati peggio. Ma che bella immagine. Manca solo il filo spinato.
D'altronde, e nuovamente La capisco bene, una volta che LEGGONO ed IMPARANO diventano pericolosi.
Magari (Dio ce ne scampi!) gli viene in mente di leggere l'art. 3 della Costituzione
"E` compito della Repubblica RIMUOVERE gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."
Ora: o è sbagliata la Costituzione oppure Lei vive nel paese sbagliato. Se Lei, anziché RIMUOVERE gli ostacoli, li vuole COSTRUIRE, è evidentemente nella classe giusta ma nel paese sbagliato.
"Meglio, ovviamente, se trattasi di una scuola per futura classe dirigente."
Lo hanno già fatto: in Italia nel 1930 con la Scuola di mistica fascista Sandro Italico Mussolini ed in Germania nel 1937 con le "Scuole di Adolf Hitler". Servivano a creare la futura classe dirigente. E' in buona compagnia, come vede. Al posto della razza o dell'ideologia si usa la ricchezza per limitarne l'accesso.
Ma l'aspetto più paradossale di quell'affermazione è questo: ma cosa cavolo dovranno mai dirigere? Provi a rispondere alla domanda è vedrà che non ci riesce. E' una affermazione talmente vuota che la banale domanda del "dirigere cosa" la demolisce in toto. Quindi cosa debbono dirigere? Il traffico? La migrazione delle marmotte? La rotazione dei pianeti?
Se sono privati cittadini l'unica cosa che debbono dirigere è la loro vita.
Se decidono di fare politica non devono dirigere NULLA: sono i cittadini a sceglierli e sono i cittadini a dirgli cosa devono fare o dove devono dirigersi. Costituzione, art. 1.
Chinacat

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↪ Bombadillo

Caro chinacat,
non mi è chiaro come un privato potrebbe fare.... una scuola pubblica...???
Potendo fare solo una scuola privata(goccia nell'oceano), e non 100 o 1000, sarebbe meglio per futura classe dirigente (che non significa per i figli dell'attuale), per la semplice ma fondamentalmente ragione che così otterresti un'effetto di moltiplicazione, nel senso di trasferire gli stessi insegnamenti, in modo derivato, a più persone (visto che in modo diretto è impossibile).
Disperato chiedeva, secondo me, cosa si potesse fare di ptatico, concreto. E io, mi spiace, ma di pratico/concreto la riforma della scuola pubblica non la posso fare. Altrimenti, avrei potuto pure rispondere "cancellare il divorzio", e avrebbe avuto lo stesso senso, cioè nessuno.
Ciò dimostra ancora una volta che, prima di voler scrivere, a fortiori su quanto scritto da altri, bisognerebbe leggere, con attenzione e senza pregiudizi. Mentre pare che le abbia scarsa la prima e sovrabbondanti i secondi, almeno nei niei confronti: me ne farò facilmente una ragione.
Nel frattempo, non potendo fare una scuola (diversi anni or sono ci ero quasi riuscito, ma poi il progetto naufrago per stupide gelosie: non mie), dall'anno prossimo farò il maestro ai bimbi delle elementari (di catechismo).
Mi sbaglierò, ma continua a sembrarmi una idea più pratica e concreta che votare lega, 5s o quello che è.
Tom

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↪ chinacat

Gentile @Bombadillo , ma è semplice:
"non mi è chiaro come un privato potrebbe fare.... una scuola pubblica...???"
Difatti non deve. Le scuole private dovrebbero essere chiuse tutte. Sic et sempliciter. O la Costituzione la si mette in pratica o tanto vale tornare al Re Bomba. Purtroppo non sono miei pregiudizi: chiunque sia a favore delle scuole private è intrinsecamente contrario alla Costituzione.
"Disperato chiedeva, secondo me, cosa si potesse fare di pratico"
Sempre più facile: dopo aver chiuso tutte le scuole private, si raddoppia il salario degli insegnanti e si quadruplica il bilancio destinato all'istruzione. Dov'è il problema? I soldi? Ma per favore...
Io non voglio una classe dirigente (e ancora aspetto di sapere cosa diamine dovrebbe dirigere) formata da una singola e ristretta élite sociale: non solo non è quello che c'è scritto nella Costituzione ma come Le ho fatto notare, quelli che ci hanno provato non erano tanto normali, visto che volevano far dirigere la nazione a dei mini-Hitler. Per non parlare di quelli che volevano dei mini-Mussolini o dei mini-Stalin. Noi che classe dirigente vogliamo formare? Dei mini-Monti? Ma possibile che la Storia non insegni mai nulla?
Quel che gli italiani si meritano è un sistema scolastico UGUALE PER TUTTI; un corpo di docenti con alta qualità di formazione; e le migliori strutture scolastiche possibile. Costi quel che costi. E non perché lo dico io ma semplicemente perché è quello che ci hanno tramandato i padri costituenti: prendetevi cura di TUTTA la nazione, non di una parte.
Chinacat

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↪ chinacat

Gentile @Bombadillo , spero che il Pedante non se ne abbia a male (e sperando che possa interessargli) ma le racconto una breve storia su una classe dirigente.
Come lei saprà, negli USA l'accesso all'istruzione di medio-alto livello è determinato dal reddito. Lo è adesso e lo era ancor di più quando, nel 1929, esplode la Grande Depressione. Non c'erano soldi per mangiare, figurarsi se c'erano per la scuola. La classe dirigente USA non fa quasi nulla e difatti dopo 10 anni, la crisi c'è ancora. Ovvio: se fai parte della classe dirigente ricca, il numero dei poveri esclusi dal''istruzione non ti interessa.
Poi scoppia la guerra. E quella stessa classe dirigente si rende conto che ha un problema enorme: per vincere la guerra servono MILIONI di uomini che abbiano un medio-alto livello di istruzione. Per quale motivo? Per l'altissimo livello di tecnologia che serve per costruire le armi e per saperle usare: come lo capisce il Radar un contadino del Nebraska? Come la costruisce una portaerei un montanaro degli Appalachi? Come lo guida un B-29 un immigrato messicano? Problema: quei milioni di uomini che servono non ci sono. Ops!
Cosa fanno? iniziano immediatamente a spendere montagne di soldi per formarli il più in fretta possibile: per avere una idea delle dimensioni del problema, consideri che su una sola portaerei servono oltre 1.500 tecnici di tutti i tipi. Quei soldi che prima non c'erano adesso li trovano. Adesso, che il contadino del Nebraska deve saper leggere e scrivere improvvisamente... interessa a tutti. Adesso, che servono migliaia di medici ed infermieri... la geniale classe dirigente si accorge che non ci sono. L'uniforme, prima che la guerra finisca, la indosseranno circa 16 milioni tra uomini e donne. Per non parlare degli operai specializzati che servono per produrre le armi, che sono quasi tutte ad alto livello di tecnologia. Anche qui, i soldi per la formazione li trovano. Dopo. Quando erano disoccupati non interessava.
Questo è il risultato della classe dirigente statunitense che si è formata nella Ivy League, le migliori università come Yale o Harvard. Tutti molto intelligenti e tutti molto ben istruiti, su questo non ci sono dubbi. E alla quale delle condizioni di vita dei cittadini è interessato solo nel momento in cui dovevano essere ben istruiti e ben nutriti... per farsi ammazzare sul cielo di Berlino o Dresda.
Quindi, prima di chiedere "la formazione di una classe dirigente", si informi su cosa hanno combinato quelle precedenti. Ma come si dice: "attento a quel che chiedi, potresti ottenerlo."
Chinacat
La storia al completo si trova in questi tre libri: Rick Atkinson, The Trilogy of Liberation.

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↪ Bombadillo

Caro @chinacat,
tu tiri sempre in ballo la Costituzione, spesso a sproposito, per cui chiunque la pensa diversamente da te è "intrisicamente contrario alla Costituzione".
Un convinto anti-comunista come me, non può non riconoscere, in questo atteggiamento, una mera riedizione del caro, vecchio "stai zitto tu, fascista".
Ovviamente, però, che le scuole private siano intrinsecamente contrarie alla Costituzione, rappresenta proprio uno dei tuoi tanti pregiudizi, mentre la Costituzione, quella vera (art. 33), non quella giacobina che ti sei creato a tua immagine e somiglianza, prevede esattamente il contrario, ovverosia che i privati hanno il DIRITTO di istituire scuole.
In definitiva, come in passato, le tue rimangono "tesi da blog", cioè tesi di chi, restando anonimo, e in modo del tutto improvvisato, può permettersi di affermare qualsiasi cosa su ogni campo dello scibile umano, perché tanto non risponde, a livello di reputazione nel proprio ambiente di lavoro, di ciò che afferma.
Ma poi, se le cose che scrivo ti infastidiscono tanto, perché stai sempre a commentarmi, per giunta con tanta avversione?
Ignorami.
Io farò volentieri altrettanto.
Tom Bombadil

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↪ chinacat

Gentile @Bombadillo , la mia avversione non è affatto rivolta a Lei ma è rivolta verso chiunque voglia demolire la mia Nazione, indipendentemente da chi è. E dato che la Costituzione ne è la base e dato che sono anni che viene ignorata, snaturata e disattesa, forse è il caso di tirarla in ballo. Posso anche capire che non Le piaccia molto ed è liberissimo di detestarla. D'altronde:
"Un convinto anti-comunista come me, non può non riconoscere, in questo atteggiamento, una mera riedizione del caro, vecchio "stai zitto tu, fascista".
Alla stesura della Costituzione hanno collaborato anche dei comunisti e non in piccola parte. Ora, io non sono un "comunista" ma se quello che hanno scritto è cosa buona e giusta, allora per me può averla scritta Belzebù in persona. La parola chiave per capire le pregiudiziali è ANTI.
Il problema degli ANTI- qualcosa è duplice: da un lato essendo "anti" qualcosa, hanno perso di vista la cosa più importante, cioè l'essere PRO qualcosa. Gli "anti" sono solo capaci di distruggere, non di costruire. E questo vale sia per gli anti-comunisti che per gli anti-fascisti che per gli anti-tutto-il-resto.
L'altro problema degli "anti" è che non sanno cosa sono "anti". O meglio: sono "anti" qualcosa perché qualcuno gli ha messo in testa quell'idea ma se poi andiamo a vedere se davvero conoscono quello verso cui sono "anti", il 99% delle volte... non lo sanno. Il che vuol dire che Lei non è in grado di definire che cosa sia il "comunismo" allo stesso identico modo in cui se andassimo a chiedere ad un anti-fascista "che cosa è stato il Fascismo" non saprebbe rispondere. Gli hanno insegnato che deve essere "ANTI-QUELLO" e risponde pavolvianamente.
"ovverosia che i privati hanno il DIRITTO di istituire scuole."
Oh si che ne hanno diritto ma un articolo della Costituzione non lo si legge a metà e non lo si applica a metà. L'altra metà dice questo e non è un dettaglio da poco:
1) Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
Invece le scuole private vengono finanziate dallo Stato. Ops. Incostituzionale. Comodo dimenticarsi la seconda parte, eh? Poi:
2) "deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali."
Trattamento alla pari. Non hanno scritto equipollente perché suona bene. Ora: se gli alunni delle scuole pubbliche hanno pessimi insegnanti, sottopagati e male formati e studiano senza un valido materiale didattico in una classe a rischio crollo... Lei questo lo considera "equipollente"?
La Costituzione non è solo pezzo di carta, va applicata. In blocco, non solo nelle parti che Le fanno comodo.
L'altra caratteristica degli "anti" è questa:
"e in modo del tutto improvvisato, può permettersi di affermare qualsiasi cosa su ogni campo dello scibile umano"
Vale a dire: se non posso attaccare il ragionamento, attacco il ragionatore. Vecchio trucco. Purtroppo per Lei se c'è UNA cosa che ho imparato da buon topo di biblioteca è che ogni affermazione va supportata da fonti di informazione quanto più precise ed autorevoli possibile. Per quello per ogni citazione che faccio metto autore, testo e pagina. E spero Lo facciano anche gli altri, così imparo sempre qualcosa. Ergo, di qualunque mia affermazione Le posso fornire una gran bella bibliografia in merito. Le improvvisazioni le lascio al jazz, quello è il loro posto; per quanto riguarda il resto, non si improvvisa un bel niente, men che meno "tesi da blog"!!
Se seguo il Pedante è perché usa lo stesso metodo: citazioni, autori, dati, fonti, note a piè pagina (ne ha messe 177 nel suo libro, non male) , grafici, link, Tutto quel che serve per evitare le "tesi da blog".
Chinacat
PS
Sul come venivano manipolati gli "anti" nell'antichità; il testo proviene dalla commedia di Aristofane "Le Vespe". Dice uno dei personaggi, Schifacleone:
"Ti vogliono povero, e il perché te lo dico io: perché tu conosca il padrone, e quando lui fa un fischio e ti aizza contro un nemico, tu gli salti addosso più rabbioso". Era il 422 a.C. ma certe cose non cambiano mai.

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