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Superior stabat lupus


Questo articolo è uscito in versione ridotta su La Verità del 5 maggio 2021.

Non smette mai di sorprendere il modo in cui le scienze naturali, dacché le si è imbracciate per imporre i provvedimenti più radicali mai osati in tempo di pace, stanno fornendo non solo il combustibile del rogo su cui bruciano intere pagine della nostra carta costituzionale, ma anche i loro stessi statuti, le basi cognitive che le rende praticabili. È, quello tra scienze e politica, l'abbraccio reciprocamente mortale di due naufraghi che si avvinghiano, si intralciano e si trascinano insieme negli abissi, come dimostra l'ultimo anno trascorso nel segno della «crisi pandemica».

Consideriamo le chiusure, i coprifuoco e le restrizioni. Ne è valsa la pena? Ci stanno proteggendo dai danni della nuova malattia? Non potendosi fare una contro-osservazione in laboratorio sarebbe impossibile dare una risposta apodittica, ma è onesto riconoscere che le prove analogiche accumulatesi dall'esordio dell'emergenza sono molto lontane dal promuoverli in modo statisticamente solido. Sui mezzi di informazione si è parlato del paradosso svedese, di praticare un lockdown leggero senza perciò patire conseguenze peggiori di altri Paesi che hanno chiuso con più rigore. Ma senza piluccare nei casi particolari, la generale assenza di correlazioni significative tra intensità delle restrizioni e impatto clinico della malattia non è un segreto: ribadita fin dall'inizio da numerosi studi (qui l'ultimo in ordine di tempo), è approdata anche in televisione. È toccato pochi giorni fa al giornalista Federico Rampini rivelare in prima serata che «quei Paesi che sono praticamente usciti indenni, con dei numeri della mortalità microscopici, non hanno usato lockdown a tappeto». Lo stesso dato è accessibile a chiunque incollasse su un foglio elettronico i numeri sulla pandemia nel mondo diffusi quotidianamente dall'Università di Oxford. L'ho fatto anch'io nel mio piccolo e ho scoperto che la correlazione tra la severità media dei lockdown e i decessi totali attribuiti al SARS-Cov-2 per milione di abitanti è addirittura positiva (cioè all'aumentare dell'una aumentano i secondi), anche se in modo scarsamente significativo (R2 = 3%).


Asse x: stringency index (media); asse y = decessi attribuiti a SARS-CoV-2 per milione di abitanti. Dati disponibili per 169 Paesi dall'inizio della registrazione (23/02/2020). Fonte: Our World in Data (consultato il 06/05/2021). Elaborazione ilpedante.info.

Pur con ogni eccezione e cautela, come si può continuare a subordinare con certezza redditi, sussistenza e benessere a nessi di questa qualità? Quale consolatio scientiae si può rivolgere ai ristoratori senza clienti, agli albergatori senza lavoro e agli adolescenti reclusi, a quali dure leggi naturali dovrebbero rassegnarsi i nostri lavoratori della neve costretti alla disoccupazione mentre, pochi chilometri più a nord, i loro colleghi svizzeri facevano correre gli skilift pur contando quest'anno meno della metà dei nostri decessi attribuiti SARS-Cov-2 (377 vs 804 su milione di abitanti)? Che cosa sono allora questi sacrifici se non scongiuri o fioretti pasquali, digiuni propiziatori fatti con la pancia degli altri? È questa la società che ascolta solo il nudo verbo della scienza?

Ora però qualcuno alza voce e dice: basta con le chiusure, avanti con le vaccinazioni, perché non c'è altro modo di «venirne fuori». Ma la musica non cambia. Come già i chiusuristi, anche i vaccinisti comprimono la complessità e le incognite del nuovo scenario in una manciata di slogan che tutti devono ripetere. Bisogna perciò parlar piano quando si ricorda che i nuovi farmaci sono soggetti a un'autorizzazione condizionata (conditional marketing authorisation) che ne consente l'uso pur mancando al regolatore tutti i dati necessari alla loro piena valutazione. E che nelle more di questi studi si è sinora stabilito che possono sì scongiurare gli esiti gravi della malattia, ma «gli studi per stabilire se le persone vaccinate, infettate in modo asintomatico, possano contagiare altre persone sono in corso», sicché «le persone vaccinate e quelle che sono in contatto con loro devono continuare ad adottare le misure di protezione anti COVID-19» (dalle FAQ Aifa). Nel frattempo si indaga anche sulla durata dell'immunizzazione, sull'efficacia protettiva verso le mutazioni del patogeno, sull'eventuale ruolo della profilassi nello sviluppo di nuove varianti per pressione selettiva, sul perché «aumentano i casi di operatori sanitari vaccinati che si ricontagiano», anche in modo sintomatico, sulla frequenza e le caratteristiche degli effetti collaterali non rilevati dai primi studi, sull'opportunità di ripetere le somministrazioni e altro.

Globalmente, i dati sugli effetti della campagna di immunizzazione in corso non possono dirsi conclusivi. Se è vero che in Inghilterra e Israele, dove più della metà della popolazione ha già ricevuto almeno una dose di vaccino, i decessi giornalieri sono crollati dalla fine di gennaio ad oggi, dinamiche simili si osservano però anche in Albania con lo 0,2% di vaccinati, o in Sud Africa con lo 0,6%. Altri Paesi come Giappone (2,2%), Thailandia (1,6%) e Taiwan (0,14%) hanno registrato fin dall'inizio dell'anno tassi di mortalità da SARS-Cov-2 uguali o inferiori a quelli raggiunti da inglesi e israeliani, pur con coperture vaccinali prossime allo zero. All'opposto, alcune delle nazioni più vaccinate hanno invece visto crescere in modo preoccupante i decessi, come ad esempio il Cile (43%), l'Uruguay (35%) e l'Ungheria (43%), che è anche il Paese oggi più colpito dalle morti associate alla malattia. Estendendo l'analisi, non si riscontra fino a questo momento una correlazione significativa tra i tassi di vaccinazione e i decessi attribuiti a livello globale.


Asse x: percentuale di popolazione che ha ricevuto almeno una dose di vaccino anti-Covid-19 al 05/05/2021; asse y: nuovi decessi attribuiti a SARS-CoV-2 per milione di abitanti, il 05/05/2021 (media mobile a sette giorni). Dati disponibili per 181 Paesi, sono esclusi i valori pari a zero. Fonte: Our World in Data (consultato il 06/05/2021). Elaborazione ilpedante.info.

Il risultato non cambia se si incrociano le variazioni dei decessi attribuiti dall'inizio delle vaccinazioni con le coperture vaccinali.

Asse x: percentuale di popolazione che ha ricevuto almeno una dose di vaccino anti-Covid-19 al 05/05/2021; asse y: variazione dei nuovi decessi attribuiti a SARS-CoV-2 per milione di abitanti dall'inizio delle vaccinazioni al 05/05/2021 (media mobile a sette giorni). Dati per 131 Paesi, sono esclusi i valori pari a zero. Fonte: Our World in Data (consultato il 06/05/2021). Elaborazione ilpedante.info.

Anche nel caso più estremo, considerando solo i 10 Paesi meno vaccinati (copertura 0,01% ÷ 0,025%) e i 10 più vaccinati (copertura 37% ÷ 63%) del mondo, la linea di tendenza che attraversa le variazioni dei decessi resta sostanzialmente piatta.

Asse x: percentuale di popolazione che ha ricevuto almeno una dose di vaccino anti-Covid-19 al 05/05/2021; asse y: variazione dei nuovi decessi attribuiti a SARS-CoV-2 per milione di abitanti dall'inizio delle vaccinazioni al 05/05/2021 (media mobile a sette giorni). Dati per 20 Paesi (i 10 meno vaccinati: Libia, Niger, Siria, Armenia, Papua Nuova Guinea, Mauritania, Mozambico, Timor Est, Albania, Mali; e i 10 più vaccinati: Malta, Qatar, Ungheria, Cile, USA, Bahrain, UK, Emirati Arabi, Malta, Maldive, Israele). Sono esclusi i valori pari a zero. Fonte: Our World in Data (consultato il 06/05/2021). Elaborazione ilpedante.info.

La novità e la complessità del fenomeno fanno sì che le conoscenze sinora acquisite siano inevitabilmente incomplete ein trasformazione, come dimostrano le decine di studi che si pubblicano ogni giorno. A molte delle domande che ci si pone oggi non è ancora materialmente possibile rispondere in modo certo per i limiti imposti dall'orizzonte cronologico e dall'imprevedibilità dei sistemi in larga scala. È normale. Ciò che è invece del tutto anormale è che non solo nei talkshow, ma ora anche nelle istituzioni si sia scelto di buttare il cuore oltre l'ostacolo dell'incertezza per estorcere agli scienziati una parola d'ordine e trasformare le loro ipotesi in dogmi.

Se al netto di ogni altra riserva «non è ancora noto se la vaccinazione sia efficace anche nella prevenzione dell’acquisizione dell’infezione e/o della sua trasmissione» (così il nostro Istituto Superiore di Sanità), come è allora possibile che una legge in vigore obblighi gli operatori della salute «a sottoporsi a vaccinazione gratuita per la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2» (così l'art. 4 del DL 44/2021)? E che lo faccia sotto pena di negar loro il diritto alla retribuzione e al lavoro, con una sanzione che non ha eguali nel mondo e nella storia? E come si concilia la denuncia di una crisi sanitaria senza precedenti con l'idea di rinunciare al personale sanitario? E il mettere le nostre libertà alla mercé di ciò che dicono i medici con la volontà di punire i medici... per ciò che dicono? Siamo all'autoconfutazione in purezza. Oggi si stima che gli esitanti supererebbero le quarantamila unità solo in tre regioni (Toscana, Lazio, Puglia) che, proiettate sul territorio nazionale, diventerebbero circa centottantamila. Si sbagliano tutti? A chi ha cuore la salute andrebbe ricordato che dal lavoro di queste persone, e non dalle ipotesi su cui ancora si lavora, dipendono il benessere e la vita di milioni di pazienti, che lo Stato ha investito anni e miliardi di euro per formarli e che non saremo più in grado di sostituirli per la grave carenza di personale che la nostra sanità sconta già da anni. Ma sarebbe forse inutile farlo, perché non ci sono ragioni nel funerale della ragione.

E siccome poi, aperta la diga, può passare di tutto, le nuove norme sui «passaporti sanitari» hanno impiantato sulle aporie irrisolte del confinamento e dell'immunizzazione farmacologica un attacco ulteriore al nostro modello di civiltà, riproponendo un'eugenetica in salsa immunitaria con acrobazie logiche, costituzionali e scientifiche che lascio all'analisi dei lettori.

Qui non ci interessa indovinare la progettualità sottesa a queste forzature, pur restando chiaro che i frangenti più disperati e confusi sono anche quelli più propizi alle incursioni di chi vuole riformare in deroga al consenso. Preoccupa di più la propedeutica a monte, lo scardinamento della capacità di pensiero fin nelle sue funzioni minime di coerenza, conseguenza e misura. Mancando queste basi va da sé che la complessità epistemica maturata in millenni di osservazione della realtà si riduca a un mucchietto di ceneri. L'offesa al metodo della scienza è un sottoprodotto dell'offesa alla ragione, che a sua volta offende la nostra natura («id quod est contra ordinem rationis, proprie est contra naturam hominis», scriveva San Tommaso). Tradizionalmente applicato solo alle condotte sessuali, il peccato contro natura è tra quelli che «gridano vendetta al cospetto di Dio» (Catechismo Maggiore, 966).

Da queste licenze non nascono solo decisioni avventate, ma anche i semi di una violenza profonda, perché della violenza disattivano l'antidoto razionale. La dittatura descritta da George Orwell nel suo ultimo romanzo si imponeva sì con il terrore e le armi, ma ancora più a fondo addestrando i cittadini all'irragionevolezza dell'ossimoro («La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza») e del «bispensiero»:

Sapere e non sapere; avere la certezza di affermare una verità mentre si pronunciano le menzogne accuratamente più artefatte; professare simultaneamente due opinioni che si escludono a vicenda, ben sapendole in contraddizione ma ciò nondimeno credendo vere entrambe; usare la logica contro la logica.

Nel mondo di Winston Smith venti grammi di cioccolata sono più di trenta e due più due «a volte fa cinque, a volte tre. A volte fa cinque, quattro e tre contemporaneamente». Mezzo secolo prima Gilbert K. Chesterton vaticinava che «si accenderanno falò per testimoniare che due più due fa quattro, si sguaineranno le spade per dimostrare che le foglie sono verdi in estate» (Eretici, 1905). La rappresentazione più iconica della tracotanza cognitiva dei più forti si deve però al genio di Fedro, il cui lupo non si fa scrupolo di storpiare sfacciatamente le leggi della gravità e del tempo per giustificare la sua aggressione.

Anche da questi spunti emerge il senso nascosto del «governo dei dati» in cui si reincarna il vizio di travestire l'arbitrio con i panni della necessità naturale. Da qui emerge l'errore di cercare quel senso nel perimetro dell'informazione che esso stesso ha tracciato, di limitarsi cioè ad attribuirne la violenza all'affidabilità e alla corretta rappresentazione del «dato» assurto a legge. Certo, qui grava innanzitutto il peccato epistemico di credere che il dato possegga una sua forza veritativa di memoria galieliana, come se i numeri scaricati da un database istituzionale o letti su un paper possedessero la stessa auto-evidenza delle macchie lunari osservate con il telescopio del pisano. Qui sfugge che la lunga intermediazione del dato governante comporta una altrettanto lunga filiera di criticità di cui quelle materiali (errori di misura, difformità degli standard, ritardo delle registrazioni ecc.) e dolose (omissione, manipolazione, fabbricazione ecc.) non rappresentano che il livello più superficiale, per quanto importante e quasi sempre taciuto. Chi pure volesse accettare questi rischi si scontrerebbe più avanti con le criticità di modello, cioè con la visione e gli scopi veicolati dalla cernita di quei dati e non di altri. Perché, ad esempio, non comunicare quotidianamente contagi, sintomi e decessi delle persone vaccinate? Perché non gli indicatori di mille altre malattie, o di mille altri fenomeni? Il «dato» include il suo fine. Non è un numero, ma la rappresentazione di una Weltanschauung fatta e finita. L'aporia dei data model fa ritenere che il modello si regga sui dati, là dove invece li genera.

Queste criticità da sole renderebbero vani i calcoli e le considerazioni che ho proposto in questo articolo. Perché allora l'ho fatto, amici mattonisti? Per ribadire in modo più rozzo e pedante la lezione dei maestri citati, che il «governo dei dati» non vacilla sulla scivolosità dei «fatti» a cui ci vuole asserviti, ma anzi ci sguazza. Il tiranno che fonda le sue ragioni nell'ordine naturale dei «fatti» si condanna a temere il loro evolversi e il loro rendersi riconoscibili e falsificabili nell'esperienza di tutti e li deve quindi sorvegliare, dominare, imbrigliare. In ciò lo soccorrerebbe sì la loro manipolazione, che però lascerebbe intatta la minaccia maggiore della loro autonomia e della loro falsicabilità, lo metterebbe alle dipendenze di un «vero» che può sempre emergere, restando validi i criteri della sua conoscenza. Più che il merito deve perciò sequestrare il metodo, più che la misura la misurabilità. La produzione continua di informazioni ambigue, scoordinate, contraddittorie e incoerenti produce l'humus della conoscenza impossibile, sdemocraticizza la realtà vanificando i modi della sua esperibilità condivisa (che oggi chiamiamo «scienza») col risultato di delegarla ai rapporti di forza sociale, a chi ha i mezzi per gridarla di più. Se non può conoscersi il vero, allora è vero ciò che dice il più forte. E se il più forte può dettare la realtà fin nel suo metodo, allora non deve più temere e reprimere un dissenso che non ha neanche le basi su cui esercitarsi. La verità esperita diventa rivelata e sacerdotale, si confonde nei fumi del turibolo e nel brusio delle litanie bofonchiate, inaccessibile al volgo reso bambino, cieco e adorante. «L'ingiunzione essenziale e definitiva» del padrone onnipotente, spiega ancora Orwell, è «che non dovevate credere né ai vostri occhi né alle vostre orecchie».

Quindi è vero, non basta belare «qui possum?» come l'agnello di Fedro, che finì infatti sbranato. Non basta asserire che l'acqua scorre a valle, che due più due fa quattro e che le foglie sono verdi d'estate, ma sarebbe un inizio.


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Commenti

Ermesto Tristone

Di recente mi hanno raccontato questo, che è successo in una certa provincia italiana del sud: impossibilità di prenotare alcuni esami tramite il SSN. Motivo: emergenza covid... Ovviamente c'è una soluzione: andare da un privato e farsi l'esame necessario (non un capriccio ma una necessità dovuta a una condizione evidente che necessita di essere indagata). Che cosa è successo e sta ancora succedendo alla nostra sanità? Cosa è cambiato con la scusa dell'emergenza covid, e cosa è destinato a rimanere così anche quando decideranno che l'emergenza è finita?

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Truman

Riguardo a "L'aporia dei data model fa ritenere che il modello si regga sui dati, là dove invece li genera" c'era qualcuno che diceva che i cosiddetti "dati" andrebbero chiamati "presi", cioè sono i numeri presi allo scopo di validare o negare una teoria.
Insomma già la sola parola "dati" a chi è davvero pedante insinua sospetti.

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Mariano

Grazie per questo articolo!

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ndr60

Articolo ineccepibile, come sempre. In fondo, però, per cominciare a sospettare qualcosa di losco, bastava leggere il curriculum di uno dei protagonisti della recita tv h24: l'esimio ed eccellentissimo prof. Sileri, oltre che valente politico, è anche un chirurgo di chiara fama. Il suo campo? La colon-proctologia. La popolazione italica dovrebbe comprare robuste dosi di vaselina, diverrà un articolo molto richiesto.

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Cassandra

Che invidia saper esprimere attraverso cotale chiarezza e perizia tutto ciò che così spesso sento annodarsi tra cuore e addome. Grazie.
Diffondo per sopperire alla mia incapacità.
Grazie ancora.

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Fiorenzo Lipoli

Articolo che ho "sentito" profondamente, esso ha trasposto in maniera ordinata e coerente molti dei concetti che abitano in maniera disordinata e frammentata nella mia mente. A tale scritto mi permetto di aggiungere alcune considerazioni, partendo dal regolamento europeo 507 del 29 marzo 2006 (link). Trattasi di una prescrizione relativa all’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata dei medicinali per uso umano.
Verbatim, nel preambolo della norma al punto 6, si riporta quanto segue: "L’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata è rilasciata prima che tutti i dati siano disponibili". Mi pare che ciò corrisponda alla situazione odierna ove i preparati genici (e/o vaccini ?) vengono inoculati erga omnes confidando nell'assenza di effetti avversi nonché nella loro efficacia.
E' altresì importante a mio avviso riportare l'art. 4, riguardante le condizioni perché si ponga in essere un'autorizzazione condizionata: "...può essere rilasciata quando il comitato ritiene che, malgrado non siano stati forniti dati clinici completi in merito alla sicurezza e all’efficacia del medicinale, siano rispettate tutte le seguenti condizioni:
a) il rapporto rischio/beneficio del medicinale, quale definito all’articolo 1, paragrafo 28 bis, della direttiva 2001/83/CE, risulta positivo;
b) è probabile che il richiedente possa in seguito fornire dati clinici completi;
c) il medicinale risponde ad esigenze mediche insoddisfatte;
d) i benefici per la salute pubblica derivanti dalla disponibilità immediata sul mercato del medicinale in questione superano il rischio inerente al fatto che occorrano ancora dati supplementari".
Il punto c) rappresenta un nodo cruciale, successivamente si esplicita infatti che "per esigenze mediche insoddisfatte si intende una patologia per la quale non esiste un metodo soddisfacente di diagnosi, prevenzione o trattamento autorizzato nella Comunità o, anche qualora tale metodo esista, in relazione alla quale il medicinale in questione apporterà un sostanziale vantaggio terapeutico a quanti ne sono affetti". In altre parole si afferma che l'inesistenza di trattamenti autorizzati per la cura di una patologia può costituire una valida premessa per il rilascio di autorizzazioni condizionate all'immissione sul mercato di farmaci il cui ciclo di test non è stato ancora concluso. E se un ente pubblico di "un certo peso" affermasse che l'unica terapia possibile per affrontare la Covid-19 fosse solo il duo paracetamolo & vigile-attesa ? Ciò non equivarrebbe a dichiarare l'insussitenza di un vero e proprio trattamento medico per questa patologia (dicasi "esigenze mediche insoddisfatte") ?
Da qui risulta più chiaro il motivo dell'opposizione del Ministero della Salute nei confronti del provvedimento del tar che sconfessava il summenzionato duo (link), azione resistente che ha tovato accoglimento in una sentenza del Consiglio di Stato (link 2021/Sentenza Consiglio di Stato.pdf). Di rilievo risulta anche quest'ultimo atto, che, a giudizio dello scrivente, riserva un colpo "al cerchio e uno alla botte", ossia pur mantenendo la vigile attesa condita con il paracetamolo si afferma che "la nota AIFA non pregiudica l’autonomia dei medici nella prescrizione,in scienza e coscienza, della terapia ritenuta più opportuna, laddove la suasospensione fino alla definizione del giudizio di merito determina al contrario il venir meno di linee guida...". I medici possono dunque procedere a curare come ritengono opportuno (scienza e coscienza) i malati di Covid-19, ma non si deve sconfessare il Ministero, altrimenti i presupposti del famigerato punto c) precedentemente illustrato non troverebbero più luogo. Si rimane comunque in attesa, bramando di curiosità, del giudizio di merito del supremo organo della giustizia amministrativa.

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↪ disperato

Gentile @Fiorenzo Lipoli,
lei ha perfettamente ragione e ha centrato il punto.
Faccio solo una precisazione: è vero che la norma non pregiudica la possibilità per i medici di curare i pazienti secondo scienza e coscienza discostandosi dalle linee guida, tuttavia quei medici che restano dentro le linee del ministero (cioè tachipirina e vigile attesa, il modo migliore per portare alla morte il paziente) non rischiano nulla penalmente e civilmente qualunque cosa accada, viceversa gli altri che magari salvano vite al primo morto (perché comunque la gente a volte muore anche se ben curata) possono avere mille problemi legali.
Segnalo l'intervento dell'avvocato Enrica Senini
link
Insomma gli ordini dei medici e le linee guida conseguenti sarebbero da abolire, i pazienti ci guadagnerebbero e non poco.

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Mario M

Quattordici mesi fa, dopo poche settimane di bombardamento mediatico, sono riusciti a convincere i più che stare al chiuso, senza i raggi e la luce del sole, era per il nostro bene. Pochi mesi dopo sono riusciti a convincere i più che respirare con uno straccetto sul volto era per il nostro bene. È inutile argomentare, occorre invece dare forza a tanti movimenti politici che si stanno organizzando: Forza del Popolo con Lillo Massimiliano Musso , R2020 con Sara Cunial, Movimento 3V con Luca Teodori, Vox Italia con Diego Fusaro.

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lampreda

Innanzitutto mi complimento con l'autore,
per la precisione con la quale individua le
radici babeliche degli avvenimenti presenti.
Tuttavia non riesco a togliermi dalla testa
che, mentre la pars construens somiglia
alla Torre, la pars destruens dei desideri
di Davos richiama il più classico dei Great
Reset: il Diluvio, stavolta operato con mani
umane (?) per far tornare il pianeta a una
condizione più tranquilla per i padroni.
Mah...

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Manuel

Complimenti davvero.
Purtroppo anche dalla componente di governo dalla quale mi aspetterei una certa serietà nell'analizzare questi dati, trovo invece una sfiancante apatia nel volerlo fare. Non ci arrivano proprio che è in atto un piano ben preciso...e quindi, a parte chiedere di eliminare il coprifuoco e poche cose pratiche (sai che sforzo), nulla fanno per contrastare la caduta della ragione, della logica, dell'essere umano come individuo pensante.
Sono basito e arrabbiato.

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Crtica

Ottimo. E grazie per la vostra perseveranza che dovrebbe diventare una abitudine per tutti.

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Luebetea?

Perchè mi viene in mente che il freddo è colpa del riscaldamento globale?

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Luebete

A volte la propaganda e le persone che mi stanno intorno mi inducono a credere.
Poi riprendo in mano l'abaco, faccio i conti e (ri)scopro che 2+2 fa 4.
Se non è utile a convincere gli altri, è utile a ricordarlo a noi stessi.

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Pietro

Argomentazioni ed analisi che ci aiutano a sentirci ancora uomini con capacità di giudizio su quanto avviene intorno a noi. Da quì potrà partire la capacità e la forza di far valere le ragioni del buon senso e di pretendere il rispetto delle persone. Grazie

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disperato

Credo anch'io che il punto centrale non sia il virus e la malattia covid19, peraltro dalla mortalità decisamente bassa e paragonabile all'influenza.
La questione è che vogliono sradicare ogni logica e spirito critico, vogliono che impariamo a credere a quello che dicono perché lo dicono loro. E 2+2 ora fa 4, domani 5 e dopodomani 3, e tu ci devi credere sempre.
Leggo su LaVerità di oggi a pag.2 l'articolo di Cambi dal titolo "Europa e Nestlé ci fan mandare giù il latte finto", devi credere che il latte che non è latte sia latte e che la Coca cola faccia bene. Ovviamente ciò è possibile solo se hai abbandonato ogni spirito critico e ti sei arreso alla violenza dell'autorità.
Devi credere che la legge Zan serva a difendere i deboli e non a distruggere la libertà di opinione (e lo posso ancora dire perché non è stata approvata, appena sarà approvata, perché in questo mondo distopico lo sarà, prego ilPedante di cancellare questo passaggio, perché è vero che i reati penali non possono avere valenza retroattiva ma solo in uno stato di diritto, cosa che l'occidente ha smesso di essere da tempo).
Devi credere perché lo dicono loro, come afferma tale Stefania Brancaccio sempre su LaVerità a pag.14, che sia giusto e costituzionale "agire sulla fiscalità di genere, perché a un grave malanno si risponde solo con una cura forte. Dalle quote rosa serva passare alle aliquote rosa.", poi alla domanda della giornalista "Servono incentivi per le assunzioni?" la Brancaccio risponde con nonchalance: "Li considero vergognosi. Come se assumere una donna fosse un di meno per l'impresa.", per cui si deduce che aiutare fiscalmente le donne in quanto donne non sia un incentivo di genere, e ci devi credere perché lo dicono loro.
Arginare un tale degrado intellettuale e la follia dell'occidente ormai è impossibile, dunque vada per la filosofia mattonista. Non contrastiamo ma assecondiamo queste pulsioni irrazionali e distruttive e la società occidentale imploderà presto. Poi dalle ceneri si potrà ricostruire qualcosa.
Saluti.

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ilTafano

CITAZIONE: "Se è vero che in Inghilterra e Israele, dove più della metà della popolazione ha già ricevuto almeno una dose di vaccino, i decessi giornalieri sono crollati dalla fine di gennaio ad oggi"
Beh sembrerebbe non essere così, almeno per Israele. Di seguito pubblico il link relativo ad un rapporto di aprile del Comitato Popolare Israeliano sull’impatto letale delle vaccinazioni.
link
qui, invece, il testo in ebraico:
link

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↪ Il Pedante

La ringrazio del prezioso documento, che arricchisce la conoscenza dei lettori. Tuttavia si stava esaminando una base di dati relativa ai soli decessi attribuiti a Covid-19.

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↪ ilTafano

Certamente, infatti mi sono limitato solo al contenuto della frase.

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Parmenide di Elea

Ottimo articolo, pienamente d'accordo.

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Peppe

L’Istituto Nazionale Tumori “G. Pascale” di Napoli ha rilevato che alcuni pazienti affetti da tumore al colon metastatico hanno visto regredire la malattia dopo essere risultati positivi al Covid-19.
Si valuta la possibilità che il Sars-Cov2 abbia infettato anche le cellule tumorali, poiché queste ultime presentavano la proteina Ace 2 che indica l'ingresso del virus nella cellula.
L’ipotesi è che la rispota immunitaria indotta dal Sars-Cov2 abbia spinto il sistema immunitario ad aggredire tutte le cellule che presentavano la proteina Ace 2, comprese quelle tumorali.
link

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↪ Joker

Gentile @Peppe,
non ero a conoscenza di questa notizia. Davvero sorprendente!

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Marco

Salve Pedante, credo che il fitting lineare che fa lei, con conseguenti considerazioni sulla correlazione tra le variabili, abbia in realtà poco senso per alcuni dei grafici da lei proposti, essendo le distribuzioni eteroschedastiche (esempio lampante il grafico dei decessi vs intensità delle restrizioni). Se ha bisogno posso argomentare meglio. Saluti.

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↪ Il Pedante

Personalmente non ne sento il bisogno, ma questo è uno spazio di confronto e di istruzione reciproca, si senta libero di argomentare.

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Nina

Ho appena letto ad alta voce ed in viva voce per telefono ad un gruppetto di persone questo eccellente articolo.

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Wiald

I grafici fatti in quel modo aiutano poco a capire perché presuppongono una "spiegazione monocausale", cioé non "controllano" per altre variabili come etá media della popolazione, diffusione delle comorbiditá presso la popolazione a rischio, tipo di vaccino utilizzato, quale fetta della popolazione sia stata vaccinata, etc.
L'R^2 non é una misura di quanto é significativo il modello, é una misura di quanta della varianza osservata nella variabile dipendente (il fenomeno di interesse, ad esempio i decessi) é "spiegato" dalla varianza della variabile indipendente (ad esempio la percentuale di popolazione vaccinata).
link
Se l'argomento interessa, consiglio questa playlist
link
Alcuni studi che dimostrano l'efficacia di alcuni vaccini nel prevenire l'infezione, sia sintomatica sia asintomatica, sono stati pubblicati:
link
link
I dati sull'efficacia dei vaccini, a livello di popolazione, per adesso sembrano incoraggianti:
link
link

Rispondi

↪ Il Pedante

Gentile lettore, Lei ha probabilmente ragione. Ma qui si risponde a una proposizione ("solo coi vaccini ne usciremo") che non ho coniato io.

Rispondi

↪ Michele

Gentile @Wiald, letto pure io i dati, se non che avevamo più o meno la stessa situazione lo scorso anno senza i "vaccini". Ed infatti, all'inizio di giugno me ne andai liberamente sulle Dolomiti con nessuno che si preoccupava di lasciapassare eventuali. Se han posto il 2023 come fine della sperimentazione, un motivo pure ci sarà. Come non può negare che tutti i morti da vaccini (10 volte quelli del 2020 secondo il CRC di Atlanta) non sono giustificabili se non forse DOPO una sperimentazione. Per una malattia dalla mortalità risibile e quasi esclusiva di anziani con polipatologia. Capisce bene che i conti non tornano. Siete rinchiusi in un loop logico che vi impedisce un pensiero originale. Quando vi renderete conto che il fine non è la cura della malattia, ma l'esperimento stesso, vi auguro (ed auguro a me) di essere ancora vivi, ed io dotato di libero arbitrio e non rinchiuso in qualche gulag.

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↪ 1uigi

Gentile @Wiald, benissimo. Certo che le correlazioni non sgnificano che i lockdown o i vaccini sono dannosi, ma in realtà mi sembra che si stia invertendo l'onere della prova. Dovrebbe essere il governo che carte alla mano dimostra con qualche pezza d'appoggio che lockdown e vaccinazioni sono decisive. Non UTILI, bisogna che siano DECISIVE. Qui credo si sia voluto semplicemente dire che ad un profano che guarda i numeri ufficiali non sembrano nemmeno utili, e quindi figuriamoci se paiono decisivi. Tutto si può fare (anzi, no, per la costituzione non si potrebbe) anche imporre a tutti un TSO e togliere i diritti costituzionali. E' fattibile, è possibile ed è stato fatto in effetti. Altro conto è dire se si hanno le carte che cantano per giustificare l'operazione. Che comunque rimane sempre e solo una decisione politica tra mille possibili. Decidere di chiudere la gente in casa o iniettargli roba in vena a forza può essere ritenuto non opportuno anche se si trattasse di pratiche che annullano i morti di Covid, e credo che su questo possiamo convenire tutti (sulla sostenibilità anche in linea teorica di questa posizione, intendo).

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↪ Danilo

Gentile @Michele,
letti tuoi vari commenti (mi permetto di darti del tu), devo ringraziarti per esprimere con lucidità e precisione ciò che molto spesso ho difficoltà ad articolare...

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↪ Cincinnato

Gentile @Il Pedante, la Cina non è una democrazia liberale. È un fatto. Con il tracciamento, il confinamento d'interi isolati, misure di prevenzione, sembra sia riuscita a debellare il virus. Le misure adottate nelle democrazie liberali, pur nei diversi gradi d'imposizioni, più i vaccini non sembra abbiano ottenuto lo stesso risultato. Però la freccia degli interventi proposti nelle due situazioni va nella stessa direzione. Quindi?

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↪ disperato

Gentile @Cincinnato,
non so cosa stia accadendo in Cina, e dubito che lo sappia Lei, trattandosi di una dittatura totalitaria (senza soluzione di continuità dai tempi del primo imperatore, cioè grossomodo dalle guerre puniche...) le informazioni che filtrano sono solo quelle che il Partito vuole.
So però che in Svezia dove non usano la mascherina all'aperto e dove i "vaccini" non sono obbligatori (e infatti si "vaccinano" meno che in Italia) i morti in percentuale sono meno che in Italia. E non venga a dire che lì le persone sono distanziate perché Stoccolma ha una densità abitativa superiore alle nostre città, e non obietti nemmeno che lì sono giovani perché altrimenti io potrei dirle che qui fa più caldo e c'è più Sole (fattori che uccidono il coronavirus).
Ascolti Duranti che intervista Meluzzi
link
Per cui basterebbe copiare dalla Svezia se si volesse affrontare il problema sanitario, se invece l'obiettivo è instaurare un nuovo ordine mondiale allora si guardi alla Cina in modo da portare la schiavitù e la perdita di ogni diritto anche da noi.

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↪ Costantino

Gentile @disperato,
una risposta da applausi!
Chapeau!

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Michele

Sarebbe divertente, se non fosse tragico. "Io penso che il virus abbia andamento stagionale"... "Ma i dati dimostrano andamento esponenziale (?) a causa (???) dellaggente". Mesi dopo... "I dati dimostrano una riduzione dei casi (di malattia) in primavera inoltrata come lo scorso anno"... "Ma IO (metti il nome) dico che se non continuiamo così (a scelta qualsiasi scemenza, dal vaccino al lockdown ai ristoranti ecc) avremo Nmila morti al giorno". Va'cosí dall'inizio. Su tutto. E, mi ostino a dirlo, proviene da quello che hanno inculcato per anni. Il "principio di massima precauzione" che può valere per l'Ebola, forse. Non certo per un virus respiratorio sulla falsariga di un'influenza o, per esempio, per la caduta di un satellite cinese. Questo è a prescindere dal "perché" lo abbia anni fatto. E mi fa dubitare che il controllo sia già in fase avanzata. Troppe persone ne sono affette. O forse, avevo troppa stima del mio prossimo.

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Riccardo

Ciò che stupisce è che l'individuo accetti qualsiasi coazione per un pranzo al ristorante o la vacanza al mare. Più che un agnello, un porco.

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Clown World

Ha ragione. Mi ha colpito in particolar modo quando ha detto:"Perché non gli indicatori di altri mille mila malattie e fenomeni, tipo gli incidenti stradali?" E' molto vero questi dati servono solo per questa malattia, anzi dirò di più pare che esista solo il Covid, e null'altro è preoccupante questa forza brutale di dati che decidono regioni e Paesi senza considerare altro, cioé si evince una realtà deformata possibile è morta l'influenza? Vi ricordate tipo il Covid ha sorpassato influenza? E che dire del cancro, o delle polmoniti no oggi esiste il Covid solo ed i suoi dati, e rovinare la società. Non pretendo di avere verità in tasca, ma fa riflettere.

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Homer S.

Stando ai dati ufficiali, il virus fa molti più morti in paesi come l'Italia che in paesi come il Senegal. Idem se confrontiamo il Sudafrica al Senegal, cioè paesi più simili per età media della popolazione. Sapete cosa hanno in comune Italia e Sudafrica rispetto al Senegal?

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↪ Seastar

Gentile @Homer S., lo sappiamo, ma non si può più dire da almeno 20 anni.

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